CAPITOLO 1: SOGNI E ILLUSIONI. La lettera era completa. Dovevo solo andarla a spedire. Ero così ansiosa di spedirla e sperare in una risposta. Anche se sapevo che una risposta da un personaggio così famoso e così impegnato nei suoi affari non l’avrò mai. “Papà, mi accompagni a spedire questa lettera?” “Credo che sia tutta una pazzia” disse papà irritato. “Tu non credi nei sogni?” chiesi. “No. Sono tutte illusioni. Quel ragazzo non ti risponderà mai” ribatté papà infuriato. La sua irritazione stava crescendo. Ma forse aveva ragione. Dovevo solo strapparla quella dannata lettera, tanto non faceva alcuna differenza. Sapevo bene che non mi avrebbe risposto. Ma che potevo fare.. Lui era il sogno della mia vita. Era il mio sogno incontrarlo, scriverlo, insomma, avere contatti con lui. Ma io ero un italiana. E inoltre ero lontanissima da lui. Lui non sapeva neanche della mia esistenza. Una lacrima scese dai miei occhi chiari, solcando una linea sulla mia guancia. Non avevo alcuna intenzione di rispondere a ciò che diceva mio padre. Non era giusto per me tutto questo. Infondo un padre dovrebbe sostenere una figlia nelle sue scelte, dovrebbe darle appoggio, e dovrebbe permetterla di sognare. Ma non mio padre. Mio padre non credeva in niente ormai. E il dolore alla fine ricadeva sempre su di me. Mi chiusi nella mia stanza. Non sapevo che fare. Dovevo credere nei sogni? Oppure erano solo un illusione? Era più probabile la seconda ipotesi. Rimasi lì per minuti, forse ore. Poi capii cosa dovevo fare. Avrei fatto di testa mia. Dovevo continuare a sognare. Chi smette di sognare è destinato a morire, pensai. L’avrei spedita la lettera, con o senza il consenso di mio padre.