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Autore: looneylovegood    28/06/2011    1 recensioni
Salve, spero che questa raccolta di storie vi piaccia. Non so come mi sia venuta l'idea, non so perché l'ho scritto, l'ho fatto e basta. E se anche una sola frase in questi testi riuscirà a strapparvi un sorriso o a far scendere una lacrima, dovrò considerarmi la ragazza più felice del pianeta.
Vi pregherei di commentare, e buona lettura :)
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Un ringraziamento speciale non può che andare a Silvia, Fede, Adry, Giovanna (MaVia xD)e Martina, e tutti quelli che mi hanno aiutato ed hanno creduto in me, grazie di cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katie Bell, Oliver Wood/Baston
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Storie di una vita mortale'
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~Oliver




Non avrei mai sperato, o neanche lontanamente immaginato, che nella mia vita entrasse qualcosa più importante del Quidditch.
Beh, ineffetti, cosa può mai chiedere Oliver Baston meglio del Quidditch? Credo, quell'unica, stupida, eccezione che ha sconvolto la mia vita.
La guerra c'era. C'era da molto. Ed era arrivato anche il mio momento per combattere.
Non entravo ad Hogwarts da quattro anni. E quanto mi è mancata.
Passo quel corridoio, un po' in ritardo rispetto agli altri, è quasi deserto. Ci sono solo Percy Weasley e Angelina Johnson.
Lo attraversiamo, e non ho idea di quale sia la stanza in cui ci troviamo. Non l'ho mai vista prima.
Ci sono delle...amache. Si, sono proprio amache.
Sembra una specie di accampamento, e probabilmente lo è.
Lo sorpasso veloce, ed arrivo alla porta. Esco. La battaglia imperversa. Fasci luminosi da tutte le parti. 
Ed i volti che mi sfrecciano davanti, sono tutti vagamente familiari.
Riconosco George, gemello di Fred. Beh, quei due chi se li scorda?
I ragazzi più rumorosi che abbia mai conosciuto. George si ferma davanti a me.
<< Oliver, Fred ha bisogno di aiuto alla seconda entrata!Puoi andarci? >>. Annuisco e mi ci dirigo, cercando di scansare in tutti modi gli incantesimi lanciati dai mangiamorte.
Ogni tanto dalla mia bocca emerge, qualche ''Stupeficium!''. Niente di più.
Raggiungo di gran carriera l'entrata quasi deserta. Ci sono Fred e Neville.
<< Ci dai una mano Oliver? >> chiese Fred serio. Forse era la prima volta che non lo vedevo scherzare.
<< Certo >> rispondo. E lo guardo. E' molto pensieroso. Giuro, mai visto uno dei gemelli Weasley in quello stato.
<< Ehi Weasley, che hai? >>. Ho abbastanza confidenza per chiederglielo. In fondo, quattro anni di Quidditch insieme non sono mica pochi.
Lui scuote la testa e guarda in basso. << N-niente. Ho solo paura di paura... lasciamo stare perfavore... >>.
Io alzo le sopracciglia e sposto la mia attenzione sul corridoio. Eccola. Lei. L'eccezione. Katie.
Corre veloce, inseguita da un mangiamorte.
<< Pietrificus Totalus! >>. Probabilmente, lei non saprà mai che sono stato io a fermare l'aggressore.
Ed è così che, Katie sparisce dietro l'angolo. Con il suo passo deciso, che non l'abbandonava mai. Forse perchè lei era così, testarda. Fin dalla prima volta in cui la incontrai. Quella mitica ostinazione, che ci ha sempre aiutato, a vincere le partite. Ed io lo so, che lei dava il massimo per vincerle, per me. Sapeva che ci tenevo. Lo sapeva da come cercavo di uccidermi nelle doccie dopo una partita persa. Ma riusciva a farmi cambiare idea, prendendomi la mano, e portandomi fuori, fuori da quella mia barriera chiamata Quidditch. Facendomi meravigliare ancora una volta di tutto, e di lei.
E ricordo ancora quando, durante gli allenamenti, si fermava, per sorridermi, e continuare.
Ed io, io non volevo arrabbiarmi. Non potevo. Quegli occhi, me lo impedivano, quando li incontravo. Come se ci fossere migliaia di catene ad impedirmelo.
E quindi, ricambiavo. Ricambiavo, con un sorriso, uno di quelli veri. Addirittura migliore di una vincita contro i Serpeverde.
Anche se dopo mi sorbivo le lamentele dei gemelli Weasley, perchè con loro mi infuriavo anche per uno starnuto, mentre facevo passar tutto a Katie.
E poi mi prendevano in giro con canzoncine tipo ''Baston invaghito, come se un bolide l'avesse colpito'' ed io, li scacciavo in malomodo, Merlino, però, se avevano ragione! 
Sospiro e torno alla realtà. Ovvero, lei non sarà mai mia.
E' letteralmente impossibile. Come un bolide che decide di non colpire un giocatore, impossibile.
E voglio raggiungerla. E dopo sono li completamente assorto da un dilemma interiore. Vado o no? Vado o no?
E decido. Ci vado. Ci devo andare. 
Scappo, supero il corridoio. C'è Alicia. Bella come al solito. Lei può dirmi dov'è.
Purtroppo, non ho nemmeno il tempo di riprendere fiato, così le dico: << Alicia!E' passato. . . parecchio tempo. . . dall'ultima volta. . . che ci siamo visti. . . >>. 
Lei invece mi risponde con un << già >>.
Poi, intimorito, e rosso, le chiedo << hai per caso visto Katie? >>. 
<< Si, ero con lei poco fa, è da quella parte >>. Indica poi il corridoio alle sue spalle.
<< Ehm, grazie Alicia. Comunque, stavo difendendo quell'entrata, se puoi. . . >>.
<< Certo >>. Poverina. Si vede che è stravolta.
Corro. Corro. Corro.
Eccola. Finalmente.
<< Katie! >>. 
<< Oliver! >> urla, avvolgendomi in un abbraccio.
Continua a stringermi, ed io ne sono felice.
<< Oliver, però, per quanto io sia contenta di vederti, non possiamo perdere tempo. Là fuori c'è la guerra, la guerra che noi dobbiamo combattere! >> mi ammonisce. Ed ha ragione. Merlino, se ha ragione! Annuisco e lei mi afferra la mano, ed iniziamo a sfrecciare per un corridoio.
Schiviamo incantesimi di ogni genere, poi si avvicina noi Ginny Weasley. 
<< Baston, so che eri capitano della squadra di Quidditch! Ci stanno attaccando dall'alto! Qualcuno deve contrastarli! Prendi una scopa e va! >>.
Faccio un solenne cenno con la testa ed alzo la bacchetta.
<< Accio scopa! >>. Ed ecco che il mio manico punta dritto verso mia mano.
La inforco velocemente, portando Katie dietro di me. Punto i piedi per terra e mi sollevo. Lei inizia a stringere il mio addome. Non ero nemmeno totalmente sicuro fosse l'addome, visto che mi sento il cuore chiuso in una morsa. Per Morgana, io sono Oliver. Oliver Baston! Non posso farmi prendere dal batticuore come le ragazzine!
Mi libro in aria, cavolo se mi sento libero. Come concialiare le due cose che più amo in assoluto. Se non fosse per la sua stretta maschile, potrei anche dire che Katie è caduta. Ma lei è ben salda a me.
Poi mi accorgo, che dovrei pensare alla guerra, invece di fantasticare. Infatti c'è un bell'anatema che mi sfreccia di fianco, come un bolide lanciato a velocità razzo.
Sento Katie stringere la mia camicia. Forte, molto forte.
E' come un avviso, di stare attento a non morire.
Zigzaghiamo veloci tra i più svariati incantesimi. Dopo circa mezz'ora di corsa, mi fermo sospeso a mezz'aria, per fare il punto della situazione.
<< Come stai Katie? >> chiedo, quasi a corto di fiato.
Lei stringe nuovamente la mia camicia, sembra che tremi.
<< Io sto bene, Oliver. Tu? >>
<< Io?Tutto okay >>.
Eccolo. Un raggio verde che sta per colpirmi dritto negli occhi. Si, sto morendo. Sto morendo nella maniera migliore che si possa desiderare. Sto morendo al fianco della persona che amo.
<< Protego Horribilis! >> urla Katie dietro di me, puntando la bacchetta contro il mangiamorte da sopra la mia spalla.
E stringe di nuovo la mia camicia, ma non su un fianco, sul mio petto, stringe sul mio cuore.
Poi lo colpisce con uno schiantesimo, e cade dalla scopa.
<< Sei un completo idiota! >> dice, scoppiando poi in lacrime. 
La mano ancora ben salda al mio torace. Mi volta appena per vederle le lacrime scenderle lente, dai quei due punti di luce.
Lascio la prese dalla scopa con una mano, spostandola sulla sua. La stringo piano.
<< Mi spiace Katie... >>
<< Promettimelo >>
<< Promesso >>.
Eccone un altro. E questa volta non ho intenzione di infrangere quel patto. Questa volta non rischierò la vita.
Però è veloce, sono costretto ad una manovra d'emergenza, per così dire. Rapido sterzo a destra e raggiungo un terrazzo di Hogwarts. Ci schiantiamo al suolo, ma ci alziamo di subito. Lei mi afferra la mano e mi trascina fino ad una porta. Dobbiamo ricomiciare a lottare. Entriamo. C'è una scala a chiocciola che aspetta solo di essere scesa. Ma non posso. Punto i piedi in terra. Katie mi tiene la mano. E' costretta a fermarsi con me.
<< Oliver, >> si volta verso di me, guardandomi negli occhi, << qualcosa non va? >>.
<< No, vorrei solo fare una cosa, una cosa prima di morire >>. 
Lei inarca le soppracciglia. Non mi avrebbe permesso di morire. Ma lo stesso mi chiede: << E cioè? >>. Raccolgo le mie energie, la mia forza, sono deciso. Devo farlo.
E così le metto una mano dietro la nuca, annullando la distanza tra di noi. E la bacio. Si, la bacio. Finalmente. Lei non sembra dispiaciuta, anzi.
Finalmente, finalmente ho segnato. Ho segnato. Sono in vantaggio sulla mia partita. Ora, ora  devo vincerla, dobbiamo vincerla. Non dobbiamo morire. 
Con le mani mi accarezza il volto. Dopo un po' mi lascia e mi sorride, ancora piangente. 
<< L'hai capito finalmente, Oliver! >>
<< Cosa? >>
<< Che ti amo, idiota! >>. Sorrido. Si, anche io la amo. Ma non ho nemmeno il tempo di dirglielo, che mi porta giù per le scale. Giusto, per un minuto avevo dimenticato la guerra. Il minuto più felice della mia vita.
***
Trasporto, angosciato, il corpo di Colin Canon. Un ragazzino. Che ricordo solo per alcune invasioni di campo, per fare foto ad Harry. Un ragazzino che se ieri gli chiedeva l'autografo, oggi si è sacrificato per lui.
Lo adagio lentamente sul lungo tavolo, fissando il suo corpo privo di vita. E' ingiusto veder  morire un anima così giovane. Adesso che me ne rendo conto, tutto è ingiusto. E senza volerlo, una lacrima mi scappa, sul suo viso angelico. Riposa in pace, amico mio.
Mi allontano, per vedere chi altro ha perso la vita. Un'altra lacrima, per Fred Weasley. Un'altra ancora, per il professor Lupin. E spero non ci sia Katie, per lei non sarebbe solo una, nemmeno due. Forse non basterebbe una vita per contarle. 
Mi volto, e cerco i suoi occhi. 
<< Oliver! >> grida Katie, correndomi in contro. 
Si infila tra le mie braccia, e mi stringe, forte. Un pungo, sempre sopra il mio petto. Sul mio cuore.
<< Katie... >> le sussurro, carezzandole piano i capelli.
<< Oliver...dimmi...dimmi che appena finirà, restarei con me. Sempre >>
<< Si...resterò con te >> la stringo, più forte.
E si. L'ho vinta la partita. Ho preso il mio boccino. E il premio non poteva essere più meraviglioso. 
  
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