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Autore: HaruHaru19    28/06/2011    0 recensioni
"Il problema è che se non rischi nulla, rischi tutto."
Cinque ragazzi, una ragazza e tanti cambiamenti di cuore.
Cosa accadrà quando i nostri ragazzi si ritroveranno a lottare le insidie della vita reale, dalla quale sono sempre stati protetti?
Così come la chitarra ha sei corde, sei sono i miei personaggi.
Così come la chitarra che se non accordata per bene suona male, anche i miei personaggi non potranno essere in armonia finchè non troveranno il proprio equilibrio perfetto tra di loro.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Guitar's Strings

Capitolo 1: Corpo e Anima.


<< ...e cinque, sei, sette, otto! Forza, più veloce! >> mi urlava Eun-Hyuk senza darmi neanche un attimo di pausa. << piega quei gomiti! Più flessibile con le gambe! Controlla l'espressione del viso! >>
<< oppa, per favore fammi prendere almeno il respiro. Sono ore che andiamo avanti con questa coreografia, e io ho perso la sensibilità degli arti mezz'ora fa !>> cercai di guadagnare tempo.
Ero esausta. Anzi, dire che ero esausta era un eufenismo: ero distrutta, ogni singola e minima parte del mio corpo urlava dal dolore e dalla fatica.
Le lezioni di danza e coreografia con Eun-Hyuk Oppa erano sempre massacranti e io le odiavo. Mi piaceva ballare ma le sue lezioni le odiavo proprio.
Per fortuna che dopo avevo due ore di lezione di canto: quello sì che mi piaceva! Cantare: ero nata per cantare. Vivevo per cantare.
<< ti lamenti troppo e ti alleni troppo poco >> mi criticò lui << così non riuscirai mai a diventare la seconda BoA. In tutti gli anni che ho passato qua dentro, non ho mai visto l'originale BoA lamentarsi per il troppo lavoro e infatti guarda che cosa ha creato a forza di allenamenti e forza di volontà! >>
<< hai detto bene: l'originale... >> lasciai cadere il discorso. Era vero che aspiravo a diventare come BoA, ma ne avevo di strada da fare prima di diventare come lei: non poteva certo paragonarmi a lei dopo solo un anno e mezzo di training! Era assurdo! Poi, proprio durante la lezione di ballo!
Faceva presto a parlare lui, il primo ballerino tra tutti i Super-Talenti dei Super Junior. Io non ero una ballerina ma una cantante. Il mio punto forte era la mia voce, sarebbe stato grazie a quella che avrei sfondato nel mondo degli Idols e con il grande mentore che avevo io, non potevo certo sfigurare nel canto...
<< ..Jo! Jo-Jo! Mi ascolti? >> stava urlando, sventolandomi le braccia che si muovevano frenetiche davanti al viso. Pensai che, a questo punto, la pausa serviva più a lui che a me. Decisamente.
<< basta! Sei troppo distratta! Non possiamo allenarci così, fai pure una pausa e datti una rinfrescata. >> mi suggerì una volta ritrovata la calma e raccimolate le sue cose. << per oggi abbiamo finito. >> concluse avviandosi alla porta e salutandomi con uno stanco cenno della mano.
Alleluja, pensai ma mi tenni ben lungi dall'affermarlo apertamente.
Mi lasciai cadere a peso morto sul piccolo divanetto della stanza, cercando di riottenere una normale circolazione sanguigna: le braccia e le gambe erano del tutto indolenzite dall'allenamento; le vene pulsanti erano evidenti attraverso la sottile pelle delle mani; il corpo era completamente ricoperto di sudore e una fugace occhiata allo specchio mi informò del fatto che anche l'accurata coda di cavallo che mi ero fatta quella mattina aveva decisamente visto momenti migliori.
<< che schifo: sono talmente sudata che sembro un pollo oliato e pronto per la cottura >> bisbigliai tra me e me, mentre cercavo di asciugarmi il sudore con un panno asciutto.
<< pollo? Chi ha del pollo? >> chiese una voce allegra, entrando nella sala da ballo all'improvviso e prendendomi alla sprovvista.
<< oppa! >> lo chiamai con il sorrisino da perfetta ebete già stampato sul viso. << non ti ho sentito entrare! Mi hai spaventata! >>
<< già, lo vedo: sei terrorizzata! >> disse con una vena vagamente sarcastica mentre si avvicinava nella mia direzione.
Ahi, già sentivo le farfalle viaggiare alla velocità della luce, usando il mio tratto stomaco-cervello come se fosse un'autostrada. Quanto la odiavo quella sensazione.
Però amavo lui.
Mi sembrò un giusto compromesso, alla fin fine.
<< che intenzioni hai, Oppa? >> gli chiesi quando sentii le sue braccia avvolgere la mia minuscola figura e la leggera pressione della sua testa sulla mia. << sono tutta sudata, che schifo... >>
<< beh... tenendo conto del lato positivo della faccenda, diciamo che non è la prima volta che ti vedo così. >> rispose guardandomi negli occhi.
Da quando il ragazzo affetto dalla Onew Condition, grazie alla quale ruzzolava ovunque spaccandosi le ossa e che rischiava la vita prendendosi in pieno cavi elettrici scoperti, era diventato così malizioso?
Ah, giusto. Da quando ci eravamo messi insieme.
Io e Jinki ci frequentavamo ormai da circa otto mesi. Lo avevo sempre ammirato per via della sua voce così potente, la sua capacità di essere un ottimo leader con il sorriso sempre stampato in faccia e la sua bella, bellissima, presenza sul palco.
Quando, dopo un provino non del tutto semplice, l'SME mi aveva chiamata per annunciarmi che ero stata scelta come nuova trainee e che erano disposti ad aiutarmi a realizzare il mio sogno, pensai che qualcuno mi stesse giocando un brutto scherzo. Invece era tutto vero. Pazzesco.
Dovetti anche affrontare la mia famiglia che voleva a tutti i costi che mi trasferissi in Cina con loro, a causa del lavoro di mia madre, ma avevo la mia ambizione e nessuna intenzione di abbandonarla. Con una scelta piuttosto sofferta, anteposi la mia voglia di cantare alla mia famiglia che non la prese con molto piacere. I miei genitori partirono per la Cina e io rimasi a Seoul.
E fu così che divenni una trainee dell'SME che veniva, sì sfruttata dai propri Oppa e dalle proprie Unnie, ma che aveva anche un ragazzo bellissimo, di talento, leader di una boyband di grande successo che per chi sa quale motivo mi amava e mi prestava anche fin troppe attenzioni.
Non che mi dispiacesse, certo, ma proprio non capivo perchè io.
Ero solo una diciannovenne fresca fresca* di festeggiamenti, del tutto normale, carina ma niente di speciale, "alta" la bellezza di un metro e cinquantanove centimetri.
Questa cosa mi demoralizzava parecchio, ma non me ne facevo un problema esistenziale. Anche perchè completavo ciò che mi mancava in altezza con la mia voce: quella cosa di me sì che mi piaceva. Ne sono sempre andata fiera, era il mio cavallo di battaglia ed era ciò di cui Jinki si era innamorato. O almeno era quello che lui mi continuava a ripetere. Anche perchè, alla fine, ero tutta qui: Kang Jo-Jo presente all'appello.
<< non ti ho chiesto cosa hai visto nel tuo ultimo filmino mentale... >> dissi un po' spazientita << ...ma ti ho chiesto cosa stai facendo. >>
<< coccolo la mia bambina! >> rispose lui con il suo fare da diabete, rinchiudendomi di nuovo nella sua stretta mortale.
<< jinki, per favore lasciami, non respiro... >> protestai << ...e sono stanca! >>
<< uffa... >> soffiò lui, staccandosi da me con malavoglia.
<< non lamentarti tu, se non lo faccio io, significa che sopravviveremo ancora per un po' >> lo ripresi mentre raccoglievo le mie cose sparse per la stanza e mi accingevo ad uscire dalla stanza da ballo << e muoviti che tra dieci minuti io ho una lezione di canto. Non vorrei arrivare prima del mio professore, come farei a cantare? >>
<< io avrei un'altra idea... >> iniziò lui.
Lo fulminai con uno sguardo talmente cattivo che non si azzardò nemmeno a finire di pronunciare quella frase.
<< bravo, continua così >> gli dissi << e non fare tardi alla lezione: odio perdere tempo. >>
Appena prima di superare la porta e uscire dalla stanza, mi detti un'ultima occhiata allo specchio: anche se i capelli erano sudati e si erano un po' scuriti, si notavano ancora i riflessi di castano chiaro.
Sì, ho fatto bene a schiarirmeli così tanto, proprio come BoA Unnie. Hanno decisamente più carattere, pensai prima di gettarmi fuori dalla stanza per entrare in quella della prove di canto, ancor più carica di prima.
Ormai il tempo per riposarsi era finito: era il tempo di nuove prove, e dovevo dare il meglio anche in queste se volevo superare BoA Unnie.
E io lo volevo da morire. Avrei dato corpo e anima pur di realizzare il mio sogno.

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*Kang Jo-Jo è nata il 22 Dicembre 1991 e in data della storia ha esattamente 19 anni e 6 giorni poichè la storia inizia con questo capitolo, nel quale siamo al 28 Dicemebre 2010. In Corea solitamente si usa dire l'età contando anche il primo anno di vita, quindi JoJo avrebbe dovuto dire che aveva 20 anni invece che 19, ma ho deciso di lasciare il "calcolo" alla occidentale per non confondervi ulteriormente. Spero di essere stata chiara 
  
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