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Autore: Tuvia    29/06/2011    3 recensioni
Decima in classifica al concorso "Le prime volte non si scordano mai" indetto da Robinki (Forum EFP), con punteggio 47,5\50.
"L‘ anziano mago, dalla figura alta e slanciata, riemerse dal Pensatoio; scosse il capo dalla chioma argentea mentre lacrime incandescenti gli riempivano gli occhi vecchi e stanchi, ma immutati dal tempo. Sempre uguali, limpidi come l‘ acqua, guizzanti d‘ ingegno. Nei quali, l‘ unico ricordo davvero felice della sua lunga esistenza, amava specchiarsi.
Albus Dumbledore trattenne il respiro; con il cuore compresso in una morsa allontanò il bacile in pietra e prese posto dietro la scrivania che troneggiava al centro dell‘ ufficio".
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Die erste nacht der liebe

“Doubt thou the stars are fire,
Doubt that the sun doth move.
Doubt truth to be a liar
But never doubt I love”
W. Shakespeare - Hamlet

“Bene, ora promettimi che non domanderai dove siamo diretti”, il giovane neo-diplomato Grifondoro, fiero possessore di molteplici riconoscimenti e premi per i servigi resi alla comunità magica tutta, fece il giro della sua camera da letto raccogliendo il mantello da viaggio e la bacchetta, adagiata sulla scrivania.
Nein, dimmi dove andiamo stupido di un inglese!”, sbottò l’ altro irritato.
Lo stupido inglese lo fronteggiò, sovrastandolo nettamente in altezza, “Se non fossi un amante delle buone maniere, ti avrei già detto cosa farne della tua bacchetta di legno di quercia”, disse e gli strinse la mano intorno al braccio prima di smaterializzarsi.
 La fresca aria dell’ impenetrabile notte londinese soffiò loro sui volti non appena si furono materializzati in un angolo buio alle spalle di Serpentine Road. Intanto, il primo –il più alto, dai lunghi capelli rosso rame- lanciò uno sguardo verso la strada; solo qualche passante, e ancora poche persone si attardavano sulle panchine e agli ingressi delle belle case vittoriane tinte di bianco.
Mentre il tedesco cominciava a protestare, infastidito da tanto mistero, l’ altro raggiunse gli imponenti cancelli dell’ Hyde Park, picchiò il catenaccio con la bacchetta e l’ acciaio delle sbarre prese a stridere schiudendosi, permettendo loro l’ ingresso nel parco completamente inghiottito dal buio.
“Siamo in un parco. Di notte”, osservò allora il riccioluto ragazzo biondo, “E perché esattamente?”.
L’ altro sbuffò seccato e a bassa voce rispose “Ti vanti tanto della tua intelligenza…  non possiamo materializzarci in pieno giorno nel ben mezzo di un parco. Ti pare?”, e si incamminò senza aspettare che l’ altro lo seguisse.
“Non vorrai –fece lui tenendogli dietro- non vorrai dirmi che mi hai portato qui per una visita turistica!”, lo affiancò, e insieme procedettero nel buio, senza parlare.
Finalmente nel cuore del parco, in uno spazio circolare contornato da siepi accuratamente potate e abitato al centro da una fontana in pietra, si fermarono.
“Comunque, non è una visita turistica –puntualizzò il diciottenne sistemandosi gli occhiali sul naso- Siamo qui per… -si appellò a tutti i costi al suo buon senso, e pur di contraddire l’ amico finì col dire la prima cosa che poté balzargli in mente- Per studiare!”, colpì la tasca interna del mantello, dalla quale volarono via svariati tomi dall’ aspetto vissuto.
“Per studiare?”, protestò ancora l’ altro lasciandosi cadere su una panchina poco distante.
 Allora Albus Dumbledore raggiunse Gellert Grindelwald intento ad arrotolarsi le maniche della camicia fin sui gomiti.
Gli occhi chiari e penetranti di Albus seguirono i gesti ripetuti e fluidi dell’ altro che aveva scoperto le braccia, piene e forti, nonostante fosse più giovane d’ età ma molto più provato dallo sforzo fisico.
“Beh, cos’ hai da guardare?”, domandò Gellert ridestando Albus dal torpore melenso dei viaggi pindarici che la sua immaginazione compiva, spogliandolo di ogni inibizione.
“Nulla”, si affrettò a rispondere e gli si sedette accanto completamente afflitto, poggiandosi uno dei volumi sulle gambe.
“Mettilo via”, ordinò il biondo senza guardarlo.
“Perdonami?”, domandò l’ altro smettendo di sfogliare febbrilmente le pagine.
Gellert prese il libro, spazientito, e lo depose ai loro piedi, nell’ erba umida.
Magari in un altro momento, quando il cuore non gli premeva contro le costole per quella imbarazzante vicinanza, Albus avrebbe avuto da obbiettare per la sua malacreanza; ma preferì non parlare, lasciando cadere lo sguardo in basso, sui pochi palmi che separavano le gambe dell’ uno da quelle dell’ altro.
Calò un silenzio surreale spezzato soltanto dal gorgogliare costante della fontana e da qualche insetto pigro che ronzava nei paraggi.
Dumbledore si voltò per un istante verso l’ amico, che scelse proprio quel momento per inumidirsi le labbra con la lingua. Allora gli diede immediatamente le spalle nascondendo un rossore divampante e tenendo le mani premute alla bocca dello stomaco, come se qualcuno lo avesse colpito con un diretto.
Riaprì lentamente gli occhi mentre la mano di Grindelwald gli si posava, calda, sulla nuca. Il ragazzo lo aveva raggiunto e si era accovacciato sulle gambe, fino a piantare gli occhi color nocciola nei suoi, limpidi come l’ acqua.
I due sguardi indugiarono l’ uno nell’ altro specchiandosi a vicenda in quelle pupille profonde. Poi Albus automaticamente si ritrasse mentre Gellert avvicinava il viso al suo, improvvisamente, pericolosamente, costringendolo a stendersi sulla panchina.
 E poi le labbra del tedesco di schiusero su quelle del rosso, frementi di desiderio. Dumbledore scandì lentamente i movimenti della lingua bollente che danzava insieme a quella di Grindelwald, in quella che parve un’ eternità.
“Non credi che…”, Gellert zittì Albus premendo di nuovo le abili labbra contro le altre, rosee e vergini. Esplorando poi il collo sottile e lungo, e le spalle dipinte dal più capace dei pittori.
Con movimenti saggiamente calibrati -tra esitazioni e scatti improvvisi- lo spogliò completamente, mordendo la pelle vibrante e percorrendo con la lingua i suoi muscoli tesi dal desiderio, mentre tuffava le mani negli abissi di quei capelli di lucente seta rossa.
Il manto scuro della notte avvolse i due corpi in discordante armonia; l’ uno tipicamente pallido e bretone, l’ altro massiccio e scolpito nella fredda Germania.
Le mani esperte di Gellert spinsero Albus contro il tronco di un albero, al quale si aggrappò per non cedere sotto gli affondi insaziabili dell’ altro, che ad ogni movimento –intenso e profondo- gli soffiava all’ orecchio una nenia, Und der Prinz wollte,dass ein Page ihm eines Tages einen Phönix aus Flammen bei Hofe brachte.Aber der Page verstand die bizarren Wünsche nicht und er beendete vor Mitternacht an den Galgen”.
 
Ma troppo presto, l‘ invidioso sole dell‘ alba prese il posto della luna che aveva accompagnato –per la prima volta- Albus Dumbledore nel mare della disperazione furiosa e dilaniante die erste nacht der liebe.


L‘ anziano mago, dalla figura alta e slanciata, riemerse dal Pensatoio; scosse il capo dalla chioma argentea mentre lacrime incandescenti gli riempivano gli occhi vecchi e stanchi, ma immutati dal tempo. Sempre uguali, limpidi come l‘ acqua, guizzanti d‘ ingegno. Nei quali, l‘ unico ricordo davvero felice della sua lunga esistenza, amava specchiarsi.
Albus Dumbledore trattenne il respiro; con il cuore compresso in una morsa allontanò il bacile in pietra e prese posto dietro la scrivania che troneggiava al centro dell‘ ufficio.
 Un ricordo tanto doloroso e prezioso andava custodito come il più ricco dei tesori; impose allora –sulla fialetta- un Incantesimo di infrangibilità, e la depose lentamente e con cura nella tasca interna dell‘ abito.
Mentre una lacrima gli solcava il viso provato dal tempo e dagli avvenimenti, reliquia di un‘ antica bellezza, premette il ricordo contro il petto.
Dimenticare, mai.


• Tuvia
 

 

[Traduzioni]:  -die erste nacht der liebe: di una prima notte d‘ amore
                    -nein:
no                       
                   
-
Und der Prinz wollte,dass ein Page ihm eines Tages einen Phönix aus Flammen bei Hofe brachte.Aber der Page verstand
                           die bizarren Wünsche nicht und er beendete vor Mitternacht an den Galgen
:
E il Principe volle, che un giorno a corte, un paggio gli portasse un Fenice
                           delle fiamme. Ma il paggio non comprese le richieste bizzarre e finì sulla forca prima della mezzanotte




Giudizio della "giudicia" Robinki al contest "Le prime volte non si scordano mai" : 

Grammatica: 10/10
Stile e lessico: 10/10
Originalità trama: 8/10
Caratterizzazione personaggi: 10/10
Gradimento personale: 9.5/10

47.5

Allora, probabilmente a te è toccato il compito più arduo! Albus è il mio personaggio preferito, lo amo in maniera incontrollabile per la sua saggezza che si tramuta in debolezza di fronte ai propri limiti. È un personaggio fantastico e tu l’hai reso davvero splendidamente. L’Albus del ricordo è proprio come lo immagino da giovane, intellettuale e ironico, ma impacciato e inesperto. Davvero un’ottima riuscita! Gellert poi è così padrone, l’unico che sia riuscito a comandare a bacchetta un uomo come Albus Silente! Grammatica e lessico sono perfetti e lo stile scorrevole e coinvolgente.
Solo per l’originalità ho tolto qualcosa, dato che la situazione descritta è trattata spesso e volentieri nelle fic! Comunque sia la tua è una bellissima storia, notevole sotto ogni punto di vista!

 

  
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