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Autore: Kicchina    29/06/2011    10 recensioni
[Per Fyki, come al solito~]
[Shima/Rin][OneShot; Shounen'ai]
Gli piaceva quando Shima lo ascoltava, era felice quando gli dava spiegazioni ed insegnava cose che non conosceva, arrivava a sentirsi orgoglioso quando Renzou gli chiedeva aiuto.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nome: As It Is
Pairing: Shima/Rin
Rating: Verde
Avvertimenti: Shounen'ai, OneShot, OOC
Disclaimers: Né Ren, né Rin mi appartengono, purtroppo – alas – sono entrambi proprietà di Kazue Kato-sensei
Word Count:1700
Note: La mia prima fic su AoEx! E speriamo anche non l'ultima *grin* Una RenRin, perché sono la mia coppia preferita, e mi sembrava giusto iniziare con loro. Fluff, più o meno, e segnati OOC perché è la prima volta che scrivo su di loro, non so se sono stata in grado di farlo bene o meno. Ambientata durante l'episodio 11 dell'anime, filler, quindi chi legge il manga non conosce la situazione, ma, pazienza, si capisce benissimo anche senza il contesto. In realtà, ho solo sfruttato la stanza *grin* Ditemi che ve ne pare, mi fa piacere~ Forse potrei dare un seguito, chissà...
Per Fyki, comunque, perché mi ha costretto a scriverla lei – anche se non vedevo comunque l'ora di farlo LOL


As It Is




Non che gli dispiacesse la vicinanza di Shima. Insomma, quando gli avevano detto che in missione gli toccava andare con lui ed Izumo non era stato altro se non felice. Shima sorrideva sempre in quel modo pacato che lo faceva sentire tranquillo, la sua voce era piacevole e lo trattava come se fossero stati amici da chissà quanto tempo, come se si fossero conosciuti anni ed anni prima ed in quel momento fossero, l'uno per l'altro, esattamente come fratelli.
Per uno come Rin, che di persone che lo considerassero anche solo qualcosa di vagamente simile ad un amico non ne aveva mai avute, quella particolare relazione era davvero importante. Gli piaceva quando Shima lo ascoltava, era felice quando gli dava spiegazioni ed insegnava cose che non conosceva, arrivava a sentirsi orgoglioso quando Renzou gli chiedeva aiuto.
Quindi no, la sua vicinanza non gli dispiaceva. Per nulla.
Ma in quel momento era davvero troppo vicino.
-Shima – chiamò incerto, cercando poi di spostarsi in avanti e finendo immancabilmente sul pavimento. Si alzò a sedere, guardando il futon – su cui era stato steso sino a pochi secondi prima – e poi il ragazzo dai capelli rosa che, con un appena accennato sorriso sulle labbra, teneva gli occhi chiusi e giaceva per metà sul proprio materasso e per metà su quello di Rin.
Corrucciò le sopracciglia, il demone, e si avvicinò gattonando al compagno che, era evidente, difficilmente tratteneva l'imminente risata.
-So che sei sveglio! - sbottò, spingendo deciso la mancina sulla spalla del monaco, tentando di allontanarlo – Esci dal mio futon, così non c'è spazio per me!
Shima aprì gli occhi rosa pallido, puntando le iridi divertite in quelle blu scuro di Rin, e si portò in posizione supina, stendendosi interamente sul proprio materasso.
-Non capisco perché ti crei così tanti problemi, Okumura-kun. - mormorò ilare.
L'altro sbuffò, lasciandosi cadere con la testa sul cuscino e dando le spalle al compagno.
-Non è come se mi desse particolarmente fastidio – ammise poi – Ma fa caldo e, se abbiamo un letto ciascuno, è stupido stare in due su uno solo.
Silenzio.
Renzou non rispose e, dopo quasi un minuto d'attesa, il demone smise di aspettare una sua replica, chiudendo le palpebre con il preciso scopo di addormentarsi il prima possibile.
Passò poco, tuttavia, prima che Shima facesse nuovamente rotolare il proprio corpo sino a far aderire il petto alla schiena dell'altro. Rin ringhiò sommessamente.
-Shima! Ti ho detto che fa caldo!
Fece per allontanarsi, ma il monaco fu più rapido, alzando il braccio e circondandogli le spalle, stringendolo maggiormente a sé.
-Ma hai anche detto che non ti dà fastidio, no? - gongolò compiaciuto, affondando il viso nei capelli morbidi e scuri di Rin.
-Non ascoltare solo ciò che ti conviene! - sbottò però il demone, piantando una gomitata dritta nello sterno di Renzou, il quale allentò la presa, rantolando sommessamente per il dolore.
Rin si alzò nuovamente dal materasso e si posizionò dietro quello di Shima, sul quale il monaco stava adesso steso stringendosi le braccia attorno al petto, e lo afferrò con entrambe le mani, trascinando il futon, ed assieme ad esso Renzou, il più lontano possibile dal suo.
-Resta lì. - imperò, coricandosi per la terza volta quella sera e tentando di prendere finalmente sonno.
Shima, a volte, si comportava in modo che Rin non riusciva a comprendere. Anche se con lui si trovava bene, alcuni suoi atteggiamenti erano così strani che, seppur passasse ore ed ore a tentare di capirli, non riusciva comunque a giungerne a capo.
Quello erano uno di quei comportamenti.
Negli ultimi giorni, forse dai tempi dell'esame per diventare Esquire, il monaco si era mostrato incredibilmente più... fisico, e Rin non capiva perché.
Razionalmente parlando, era estate, faceva caldo, per quale ragione Shima avrebbe dovuto voler stare così tanto attaccato a lui?
Non gli era mai capitato nulla di simile, non lo capiva.
Sospirò piano, rigirandosi sotto la coperta e togliendosela poi di dosso, affondando la testa nel cuscino. Poco distante sentiva il respiro regolare di Renzou, sembrava quasi avesse preso sonno.
Tese le orecchie, concentrandosi sulla figura dell'altro e tentando di cogliere ogni genere di rumore provenire da lui.
Fu per questo che se ne accorse immediatamente, quando Shima scostò la coperta e, gattonando, si avvicinò – di nuovo – a lui. Fece per parlare, ma ancora una volta il monaco fu più veloce.
-Okumura-kun – mormorò piano, serio, poggiandogli poi una mano sulla spalla e costringendolo a voltarsi verso di lui. Le iridi blu incontrarono quelle rosa e concentrate, Rin, per un attimo solamente, si ritrovò a trattenere il fiato.
Lo abbracciò con entrambe le braccia, Renzou, accasciandosi poi su di lui e sospirando piano, il sorriso ancora vago a decorargli la bocca.
-Shi...
-Proprio non ci arrivi, eh, Okumura-kun?
Il sussurro del monaco venne attutito dalla stoffa del cuscino, per chiunque altro sarebbe risultato inudibile. Eppure Rin, a cui era stato praticamente mormorato all'orecchio, lo sentì perfettamente e, per un motivo anche a lui ignoto, si ritrovò ad arrossire.
-Shima, che stai...
Alzò il viso, Renzou, facendo forza sulle braccia, e riprese il contatto visivo con il demone. Sul suo viso aleggiava il suo sorriso, seppur vagamente più tirato del solito.
-Scusa... - sussurrò appena.
Rin non ebbe nemmeno il tempo di interrogarsi sulla parola: il monaco abbassò il volto, coprendo la distanza che li separava, e poggiò le labbra sulle sue, stringendo in un abbraccio molto più possessivo del precedente il corpo esile del demone.
Prima che il cervello di Rin riprendesse a funzionare nuovamente e correttamente trascorsero svariati secondi. Successivamente, però, i pensieri che gli occupavano la mente si rivelarono essere incredibilmente più semplici ed immediati del previsto.
Shima lo stava baciando, fu la prima constatazione. Un bacio morbido e, dovette ammettere, davvero piacevole.
Shima lo stava abbracciando, fu la seconda. Un abbraccio diverso dai precedenti che aveva ricevuto, uno che lo faceva sentire come se per Renzou fosse prezioso. Anche questo era piacevole.
Chiuse le palpebre, lentamente, e fece per alzare le braccia a circondare il collo del monaco, quando la terza constatazione lo raggiunse, improvvisa.
Shima lo stava abbracciando, e sotto la maglia del pigiama lui nascondeva la coda.
Shima lo stava baciando, e dentro la bocca lui nascondeva canini appuntiti.
Se avesse continuato avrebbe scoperto che era un demone, fu questa la terza constatazione.
Sgranò le pupille e portò le mani alle spalle del monaco, allontanandolo con forza da sé. Non poteva permettere che lo scoprisse, era fuori discussione; avrebbe perso una delle prime persone al di fuori della sua famiglia che lo considerassero davvero, se l'avesse scoperto.
Renzou guardò alcuni secondi il demone, incerto, poi sorrise, un sorriso diverso dai precedenti, mesto, e si alzò per allontanarsi.
-Mi dispiace – disse, evitando il contatto visivo – Dimentica tutto, per favore.
Era confuso, Rin. Aveva interrotto Shima perché non voleva perderlo, ma, da come si comportava, sembrava quasi avesse ottenuto l'effetto contrario. Non capiva, proprio non riusciva a capire.
Allungò una mano, afferrando il bordo della maglia di Renzou appena prima che questi si allontanasse troppo, e lo guardò smarrito.
-Perché... devo dimenticarlo?
Il monaco restituì lo sguardo con altrettanta confusione, per poi sorridere, portandosi una mano alla nuca.
-“Perché”...? Che domanda sarebbe “Perché”? - chiese.
Il demone mantenne gli occhi puntatati sul viso di Shima, uno sguardo intenso, simile a quello di un bambino curioso. Calò il silenzio per pochi istanti, la mano di Rin ancora stretta alla maglia di
Renzou, poi, quando il monaco fece per allontanarsi definitivamente, il ragazzo dai capelli scuri riprese parola.
-Perché devo dimenticare qualcosa che mi è piaciuto?
Shima si voltò di scatto verso di lui, gli occhi sgranati e la confusione in volto.
-... Piaciuto?
Annuì, Rin, e Renzou si lasciò cadere di nuovo sul futon, ancora incerto.
-E... perché mi hai allontanato?
Il demone si morse piano le labbra, non sapendo come rispondere. Non era sicuro che, qualunque cosa avesse potuto inventare, Shima gli avrebbe creduto. Sospirò, optando per una parziale verità.
-Mi stavi abbracciando stretto – disse serio. La confusione sul viso del monaco crebbe.
-E non... vuoi?
Rin scosse la testa.
-Non ancora.
Fu un sospiro di sollievo quello che sfuggì alle labbra di Renzou; sorrise del suo solito sorriso, voltandosi finalmente a guardare il demone in volto, e Rin si sentì improvvisamente più tranquillo.
-Solo questo? - domandò allora il monaco. L'altro scosse ancora la testa e rispose, sincero.
-Non voglio la tua lingua nella mia bocca – disse – Non ancora.
La risata di Shima, puramente divertita, riempì l'aria della stanza.
-Non ancora – ripeté Renzou.
Non ancora, fece eco il demone.
-Quindi posso baciarti, a patto di non stringerti stretto e di non... infilare la lingua nella tua bocca.
Rin sorrise, il suo sorriso così simile ad un ghigno divertito, ed annuì, solare.
-Quelle cose non puoi ancora farle.
-Non ancora – ripeté piano Shima, più rivolto a sé stesso che all'altro, poggiando le mani sul futon e sporgendosi verso di lui – Sei più strano di quanto credessi, Okumura-kun.
-Forse – gli andò in contro il demone, premendo le labbra contro le sue in un bacio incredibilmente casto.
Renzou portò le mani al suo volto, spostando la pressione della bocca alla sua guancia, al naso, alla fronte ed, in fine, ancora sulle labbra.
-Un po' come una ragazzina alla sua prima esperienza – ridacchiò poi, e Rin aprì di scatto le palpebre, spingendolo lontano da sé ed arrossendo.
-No-non è così!
-Certo, come preferisci...
-Piantala e tornatene nel tuo futon, tu! - sbottò infine Rin alla risata sommessa di Shima, il quale gli baciò ancora una volta una guancia, per poi allontanarsi sorridente.
-Buonanotte! - disse stendendosi, ed il demone rispose con un mormorio indistinto, girandosi sul fianco e chiudendo gli occhi.
Andava bene così, che Shima non avesse capito il perché delle sue richieste e neanche si fosse allontanato da lui. Forse – anzi, sicuramente – avrebbe preferito evitare di venir definito ragazzina alla sua prima esperienza, ma, nel complesso, andava bene così.
Portò la lingua a sfiorarsi le labbra, sentendovi sopra il sapore di quelle di Renzou, sfiorandosele poi lentamente con le dita.
Sorrise.
Andava bene così.












  
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