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Autore: emylee93    29/06/2011    2 recensioni
[...]Certo non era innamorato di lei a quei tempi, ma si sa i sentimenti germogliano lentamente, ed hanno bisogno di attenzioni per sbocciare.[...]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Dopo molto tempo ho deciso di pubblicare un'altra storia. Non ne sono molto soddisfatta a dire il vero, ma l'ho scritta di getto in un momento un po' particolare: mi ci sono affezionata. Il titolo della storia è lo stesso di un brano della colonna sonora di Harry Potter e I Doni della Morte parte I. 

Rons Speech

Le cose non andavano bene. Affatto. Erano ben due mesi che erano alla ricerca dei frammenti dell’ anima di Voldemort, ed erano riusciti solo a trovarne uno, ma non a distruggerlo. La ferita al braccio gli doleva ancora; spaccarsi decisamente non era un’esperienza piacevole.

Quel giorno faceva molto freddo: le temperature stavano velocemente raggiungendo i valori invernali. La pioggia sferzava violentemente il tessuto della tenda, ed il freddo penetrava fin sotto le coperte. Era il turno di guardia di Harry che a breve avrebbe lasciato posto ad Hermione. Lui non riusciva ancora a muoversi senza provare un dolore acuto all’arto ferito, e così gli toccava passare tutto il giorno a letto a rimuginare su tutta quella situazione. Per fortuna non portava l’Horcrux al collo: i suoi pensieri erano già terribilmente negativi, senza che quel maledetto medaglione facesse la sua parte.

Hermione era seduta su quella poltrona ammuffita a leggere il libro di favole regalatole da Silente da ore, e lui ovviamente non aveva smesso di guardarla nemmeno per un secondo. Vederla lì così concentrata su un libro, con quel cipiglio da Prefetto Perfetto, i capelli legati in una lunga treccia alla quale però sfuggivano dei ciuffetti più corti che disturbavano di tanto in tanto la visuale della ragazza, lo rendeva tranquillo: gli sembrava di poter assaporare almeno per un istante un pizzico di quell’agognata normalità. Probabilmente uno dei “Dodici Passi Infallibili” gli avrebbe rivelato un sistema per attirare l’attenzione della ragazza, ma Ron preferiva guardarla leggere: lì era nel suo elemento naturale.

Non sapeva precisamente come fosse successo, ma aveva ammesso di amarla; o almeno lo aveva ammesso a se stesso. Probabilmente la amava da una vita, ma non aveva mai racimolato il coraggio necessario per accettarlo. Ma ora la situazione era diversa: la guerra diveniva sempre più crudele, e la battaglia finale si avvicinava: non era più il momento di temporeggiare, era necessario almeno far chiarezza nel suo cuore.

Quando sette anni prima l’aveva incontrata sul treno per Hogwarts non avrebbe mai immaginato che un giorno, nemmeno tanto lontano sarebbero diventati amici… amici inseparabili. Si, perché nonostante i continui litigi, Ron non poteva esistere senza Hermione, ed Hermione non poteva esistere senza Ron! Ne avevano passate così tante insieme!

 Forse il loro rapporto era cambiato al secondo anno, quando la ragazza era stata pietrificata dal Basilisco. O meglio l’idea che Ron aveva di lei era cambiata: non era di certo la compagna di classe dalla quale sporadicamente copiava qualche compito ad essere stata pietrificata; ma bensì la sua migliore amica. Certo non era innamorato di lei a quei tempi, ma si sa i sentimenti germogliano lentamente, ed hanno bisogno di attenzioni per sbocciare.                                                                                                                La consapevolezza che Hermione fosse una parte importante della sua vita di certo non gli aveva impedito di litigarci costantemente, anzi, probabilmente aveva incrementato i motivi di screzio fra i due.

Era stato al quarto anno che si era però reso realmente conto che Hermione non era Harry, che era una ragazza, e meritava di essere trattata come tale. Da quel momento in poi Ron aveva cominciato a distinguere il rapporto che aveva con Harry da quello con Hermione.                                                                                                               E poi, bhè un altro sentimento si era scatenato nel suo cuore: la gelosia. Quel bulgaro era diventato il suo incubo! Vederla al suo braccio era stato come un pugno in pieno viso! A quei tempi non riusciva a capirne bene il motivo, ma dopo quella disastrosa sera, aveva preferito semplicemente non pensarci più: in fondo cosa importava quale fosse il motivo della sua rabbia? Hermione in qualsiasi caso doveva smettere di frequentarlo!

E poi non capiva bene come fosse successo, ma si era ritrovato sempre più spesso a pensare alla sua amica, in maniera sempre meno consona. Ma in fondo, si era detto che dopo tutti quegli anni passati spalla a spalla era lecito pensare cose come il regalo di Natale che le sarebbe piaciuto di più, i gesti più adatti per attirare la sua attenzione, gli espedienti sempre più assurdi per ritrovarsi soli, senza Harry.

Però quella notte di ottobre del suo sesto anno ad Hogwarts aveva dovuto ammettere che probabilmente Hermione non era più soltanto un’amica per lui.                             Si era svegliato di soprassalto zuppo di sudore dalla testa ai piedi nel suo letto a baldacchino, non riuscendo a focalizzare bene cosa avesse sognando. Pian piano aveva messo a fuoco le immagini confuse della precedente fase onirica; il sogno era molto semplice a dire il vero: camminava per i prati del castello in una giornata di sole. L’unica nota stonata era che la sua mano ne stringeva una più piccola, quella della sua migliore amica. Ma il dolce bacio che si erano scambiati dopo essersi guardati intensamente negli occhi lo aveva fatto bruscamente risvegliare.                                                                                                                                                                                     Non era il sogno in sé che aveva preoccupato Ron, ma bensì le sue idee in proposito! Si era sentito terribilmente frustrato, perché, miseriaccia, si era risvegliato sul momento più bello! E poi aveva desiderato ardentemente correre nel dormitorio di Hermione per portare a termine quello che era cominciato solo nei suoi sogni.                Da quella notte si era sentito sempre più attratto dalla sua amica, in modi anche disdicevoli spesso! La sua gelosia era diventata una vera e propria malattia. Ed era stata proprio quella a rovinare tutto! Probabilmente se non avesse saputo che la sua migliore amica aveva baciato Krum, non si sarebbe buttato tra le braccia di Lavanda, ma sarebbe andato alla festa di Natale di Lumacorno con lei, e chissà che non fossero finiti insieme.                                                                                                             Dopo la rabbia iniziale però, aveva capito di aver fatto un grosso errore: quella volta aveva sul serio rischiato di perderla per sempre.                                                  Quando si era risvegliato in infermeria dopo aver ingerito del veleno nell’ufficio di Lumacorno, la prima persona che aveva visto era stata proprio lei: gli stringeva forte la mano, ma il capo era dolcemente posato a lato delle sue gambe, e i suoi meravigliosi occhi erano chiusi, il respiro regolare. Non gli era mai sembrata così bella. Si era ripromesso in quell’istante che non avrebbe mai più rischiato di perderla.

 Da quel momento sii erano avvicinati sempre di più. Più le cose intorno a loro precipitavano, più si aggrappavano l’una all’altro.

 Ma il momento esatto in cui probabilmente aveva dovuto ammettere di amare la sua migliore amica era stato qualche mese prima.

Hermione era appena arrivata alla Tana; tutti erano in fermentazione per i preparativi del matrimonio di suo fratello Bill. Come sempre si era mostrata gentile e disponibile, ma Ron aveva notato la profonda tristezza in fondo ai suoi occhi. Così un pomeriggio, mandando all’aria tutti i consigli del manuale regalatogli dai suo fratelli, l’aveva presa dolcemente per mano e l’aveva trascinata in camera sua. Lei lo aveva guardato sorpresa di quel gesto, ma aveva subito capito le sue intenzioni: del resto era la strega più brillante della sua età! L’aveva fatta accomodare sul suo letto, e dopo aver chiuso la porta a chiave e borbottato un Muffliato, l’aveva affiancata guardandola dritta negli occhi. Non c’era stato bisogno di molte parole. Dopo aver accennato al fatto di aver cancellato la memoria ai suoi genitori, gli si era buttata tra le braccia in lacrime. Incredibilmente Ron aveva capito subito cosa fare, così senza alcun imbarazzo l’aveva stretta forte a se senza parlare. 
Erano rimasti così per ore, ore durante le quali il ragazzo poté riflettere: non aveva mai conosciuto una ragazza come Hermione. Lei era coraggiosa, forte, intelligente, sensibile e di certo quel suo bel visino poteva solo essere un ulteriore punto a suo favore.                                                                                                                                     Dopo aver pianto probabilmente tutte le sue lacrime la ragazza si era distaccata dal suo abbraccio, con suo grande dispiacere, si era asciugata gli occhi rossi e gli aveva proposto di programmare il loro viaggio.                                            
Il pensiero si formò così velocemente che non gli parve suo: lui amava profondamente la sua migliore amica!  Amava la sua forza, la sua tenacia, l’espressione acida e divertita che riservava solo a lui, la sua caparbietà e addirittura la sua diligenza. Probabilmente non aveva mai amato nessuno come amava Hermione; l’amava così profondamente che quasi il cuore gli faceva male, e la testa gli scoppiava al solo pensiero.

Ed ora non poteva sopportare di vederla coinvolta in quella guerra, esposta più di chiunque altro a gravi pericoli. Avrebbe preferito di gran lunga saperla a casa, sotto protezione, ma non si era mai azzardato a proporre l’idea ad alta voce: sapeva che poi non sarebbe rimasto vivo per raccontare la reazione della ragazza.E la sua gelosia era ritornata più potente di prima: il suo migliore amico e la ragazza passavano fin troppo tempo insieme per i suoi gusti!

Sentì una carezza leggera sul volto; non si era nemmeno accorto che la ragazza gli si era avvicinata.

-Hermione…- provò a dire, ma le parole gli si bloccarono in gola. La paura che gli attanagliava il cuore era troppo forte.

Hermione parve intuire cosa scuoteva l’animo del giovane, così lo aveva guardato negli occhi e gli aveva semplicemente detto:

-Te lo prometto Ron, te lo prometto-

Non capì cosa intendeva la ragazza, ma le sue parole gli regalarono una pace interiore che non riusciva a provare ormai da troppo tempo.

Si erano odiati, si erano voluti bene, si erano aiutati e supportati sempre… e le parole di Hermione sembravano tanto assomigliare a quel sempre… così normale, così loro.

 
   
 
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