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Autore: HellyKaulitz    29/06/2011    0 recensioni
Questa storia è uno spin off di un'altra mia storia, Inaspettatamente Amore, e parla di una probabile e avvincente storia d'amore tra due personaggi che non avrebbero mai potuto stare insieme.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Disclaimer: i Tokio Hotel non mi appartengono in nessun modo alcuno.
(Purtroppo) Ogni fatto descritto all'interno di questa storia è puramente inventato e assolutamente non a scopo di lucro.

Spin Off Inaspettatamente Amore
 

E pensare che... Quella ragazza potevo essere io.

Eravamo alla festa di Georg.
Io e Bill, mano nella mano. Come se niente fosse successo. Come se io e suo fratello non ci fossimo baciati e altro.
E alla festa c’era anche lui. C’era Tom, con quella sciacquetta bionda: Cecily. La nuova tipa. Insomma, nuova nuova no, però... Io la odiavo.
Non capivo perché Georg ci avesse invitati tutti, sapeva cos’era successo. Sapeva che ogni rapporto era in crisi, cosa credeva di dimostrare?
<< Vuoi qualcosa da bere? >>, mi domandò Bill che evitava suo fratello come se niente fosse.
<< Sì grazie >>.
<< Che ti prendo? >>, chiese baciandomi una guancia. Gli sorrisi.
<< Quello che prendi tu >>, risposi scrollando le spalle.
<< D’accordo amore >>. Il mio ragazzo si allontanò da me per farsi versare qualcosa di alcolico, quando lo vidi: così bello e pieno di sé. Tom teneva la mano di quella troia bionda ossigenata e lei gli si appiccicava su continuamente. Era così fastidiosa. Cercai di concentrarmi un momento solamente su di lui: quei rasta biondi ricadevano compostamente sulle sue spalle, le sue mani erano così belle, con quelle dita lunghe e affusolate, il suo sorriso così solare e raggiante, i suoi occhi… Così profondi. Forse la prima cosa di cui mi ero innamorata, dopo la sua personalità.
Il mio cuore batteva spropositatamente solo a vederlo e quando Tom voltò lo sguardo per la stanza e si fermò su di me, mi sentii morire. Mi faceva tutto così male.
Non avevamo fatto altro che girarci intorno per un anno intero, mentre io stavo con Bill.
Poi eravamo finiti a letto insieme, per una sbronza e c’erano stati un sacco di problemi.
I gemelli non parlavano più, Bill mi aveva perdonata, ma… Sapeva anche lui che c’era qualcosa che il mio cuore non era riuscito a rivelargli.
Fu quando vidi Cecily baciare il ragazzo per cui stavo sbarellando che fui accecata da una rabbia assurda e non riuscii a continuare a guardarlo.
Bill tornò oltre con due bibite e, ringraziandolo, ne presi altre tre. Non vedevo l’ora di tornare a casa, vederlo con quella era una tortura. Non volevo nemmeno sapere perché.
<< Amore, ti dispiace se ti lascio qui un secondo? Ho bisogno d’aria >>, dissi sbrigativamente a Bill. Il moro inarcò un sopracciglio confuso e io non aspettai la sua risposta per andarmene. Dovevo uscire, non volevo stare lì dentro, continuavo a vederlo ovunque. A vederlo con lei… E mi sentivo morire.
Solo per un secondo pensai che… No dai, è una follia.
Okay, ve lo confesso: solo per un secondo pensai che quella potevo essere io.
Cercai di non piangere, ma quando lo vidi alla parete, solo, con in mano un bicchiere di vodka liscia trascinai Tom fuori di lì per una mano, presa da una rabbia che conoscevo, ma non volevo spiegarmi.
<< Che diavolo stai facendo? >>, mi gridò Tom arrabbiato.
<< Ti porto fuori di qui! >>.
<< Perché? >>, Tom mi strattonò così forte da farmi molllare la presa; eravamo usciti dalla porta sul retro. Fuori c’era tanto fumo dovuto al freddo, il vicolo nella quale eravamo finiti era un vicolo cieco, aperto solo nella parte in cima che dava appunto nella via principale.
Io e Tom ci girammo intorno per un po’, il suo sguardo era così… Intenso.
D’un tratto ricordai la mia rabbia e sbattei Tom con le spalle al muro.
<< Come cazzo ti è venuto in mente di portarla alla festa di Georg? LEI NON È LA TIPA PER TE! >>, cominciai ad urlare.
<< Ah davvero Helly? E dimmi, chi cazzo sarebbe LA RAGAZZA GIUSTA PER ME? >>.
<< IO, IMBECILLE! >>, gridai con tutto il fiato che avevo in gola.
Fu un attimo.
Mi alzai in punta di piedi e lo baciai.
Presi l’iniziativa e mi aggrappai con furore alla sua spalla, stringendogli la felpa.
Toccare i suoi capelli, baciare quelle labbra, non essere respinti…  Mi faceva volare. Era da tempo che non provavo più questo genere di emozioni.
Quando ci staccammo guardai Tom con speranza e disperazione tutto nello stesso momento.
Lui abbassò il capo, si morse il labbro, iniziò a giocherellare con la lingua col suo piercing e mi prese una mano.
Uno sguardo, fino a che non mi ritrovai ancora fra le sue braccia.
Non una parola, solo… Quello. Io non avevo bisogno di nient’altro.
Mi sentii rinascere.
Volevo davvero stare con Bill anche in quel momento? Non volevo più sbagliare con lui.
Dovevo dirglielo.
Io non ero più innamorata di lui da tempo, il mio cuore aveva preso il volo per Tom.
Sì, io lo amavo.
Ci staccammo da quell’abbraccio così forte e passionale e ci guardammo negli occhi.
<< Helly… Non possiamo farlo… Ancora… Tu stai con Bill, io con Cecily… Non possiamo farlo di nuovo >>.  Una lacrima solcò il mio viso.
<< Ma… Io ti amo… >>. Tom guardò verso il basso e asciugò quella lacrima con un suo polpastrello.
<< Tu no?... >>. Tom mi fissò di sottecchi e si morse un labbro.
Avevo così paura… Ma dovevo affrontare la realtà e comunque fosse stato… Avrei dovuto lasciare Bill, l’avrei lasciato perché… La verità era che ero troppo gelosa di Tom ed ero ancora innamorata di lui.
<< Hell… >>.
<< Tu no? >>, ripetei iniziando a piangere. Tom mi prese il volto fra le mani mentre io lo guardavo come se fossi, appunto, fra le mani di Dio.  << Tom… >>. I miei occhi erano lucidi mentre il mio cuore batteva forte e lui mi fissava con quegli occhi bellissimi.
<< Shhh… >>. Mi passò un dito fra le labbra e io mi avvicinai di più al suo corpo. Non sapevo cosa stavamo facendo, non stavo capendo niente. Era uno di quei momenti interminabili, come nei film, quando tutto è perfetto. Bellissimo. E con lui ogni cosa lo era.
<< Io ti amo… Ho sbagliato a lasciarti andare, ho sbagliato… Ho raccontato cazzate a tutti, specialmente a me stessa Tom… >>.
<< Helly… Hai scelto tu di rimanere con Bill quando io volevo stare con te… Perché ora dovrebbe essere  diverso? >>. Mi morsi le labbra cercando un contatto con le sue.
<< Perché ora voglio lasciarlo. Perché ora sono sicura che voglio lasciarlo e che voglio stare con te >>. Tom mi guardò negli occhi cercando di cogliere una mia possibile bugia.
<< Dici davvero? >>.
<< Sì Tomi, cazzo… È inutile che rimango con lui mentre invece amo te. Non voglio prenderlo in giro, ci tengo a lui… >>.
<< Magari ora è troppo tardi >>. Un colpo al cuore.
<< No, non ci credo… Tu non guardi Cecily come guardi me… E io non guardo Bill come guardo te. Non amo nessuno come amo te >>.
<< Hell… Anch’io ti amo >>. Tom annullò la distanza fra i nostri volti e mi baciò, tenendomi stretta fra le sue braccia. << Non amo nessuno come amo te >>, mi ripetè facendo vibrare le sue labbra sulle mie. Sorrisi e ripresi a baciarlo. Le nostre labbra bagnate si scavalcavano in continuazione, come le nostre lingue.
E neppure se ci fosse stata la fine del mondo, mi sarei scostata da lui. Non avrei potuto sentire terremoti, pioggia e quant’altro perché la terra mi sembrava già tremare sotto i miei piedi, sentivo già quella sensazione di bagnato nelle mie labbra e non potevo essere più felici di quello che stavo vivendo.
Io e Tom. Nello stesso tempo, nello stesso spazio. Eravamo lì nello stesso momento e stavamo vivendo la stessa cosa. Sentire il suo corpo scaldare il mio e il suo respiro trasferirsi nella mia gola, era come vivere il Paradiso. Gli ampi e maestosi cancelli dorati si erano spalancati nel momento stesso in cui io e Tom avevamo cessato quella distanza.
In quel momento sapevo ciò che volevo e ciò che dovevo fare.
E non poteva essere più perfetto.
Io e Tom c’eravamo ritrovati e non ci saremmo lasciati mai più.
Quello che avevo imparato è che non sempre quello che puoi considerare il tuo più grande Amore è quello giusto per te. Spesso e volentieri rimane su un piedistallo d’argento, troppo perfetto per essere raggiunto o per essere vissuto e così  ti ritrovi che ciò che hai sempre avuto sotto il naso, a portato di mano, è quello che hai sempre voluto vivere.
E Tom era così, fottutamente mio e fottutamente giusto.
   
 
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