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Autore: Joy    30/06/2011    9 recensioni
Suo padre lo afferrò per un braccio e lo scrutò con attenzione.
Aveva gli occhi rossi, constatò Tyler, e lui aveva paura di suo padre quando aveva gli occhi rossi.
[Richard-Mason-child!Tyler]
Partecipa al "The Vampire Geometry Fest".
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mason Lockwood, Tyler Lockwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scritta per il The Vampire Geometry Fest con il prompt: Mason/child

 

Scritta per il The Vampire Geometry Fest con il prompt: Mason/child!Tyler “Ti prego, portami in Florida con te.”

Note: Richard 36 anni, Mason 21 e Tyler 8.

 

 

 

PATER FAMILIAS

 

 

-Tyler?-

Il bambino riconobbe la voce pacata di sua madre che proveniva dal corridoio e uscì per salutarla. Sapeva che sarebbe stata fuori tutto il pomeriggio, quel giorno.

Quando lei lo vide, si chinò per abbracciarlo sorridente.

-Sarò di ritorno per cena.- gli disse, poi si scostò leggermente da lui e gli accarezzò il viso. –E ti prego, ti prego, non fare niente che possa far arrabbiare suo padre.-

Tyler annuì senza sorridere e la salutò con la mano quando varcò la soglia.

Voleva bene a sua madre, ma lei non c’era mai; soprattutto quando aveva un disperato bisogno della sua presenza.

Rassegnato si risolse a tornare nella sua stanza, ai suoi pastelli che non infastidivano nessuno, quando passando davanti allo studio di suo padre si accorse che la porta non era chiusa.

Il sindaco Lockwood non lasciava aperta la porta del suo ufficio neanche quando non si trovava nella stanza e a maggior ragione, la chiudeva se doveva discutere con qualcuno al suo interno.

Tyler si accostò all’infisso, rimanendo in ombra e lanciò una breve occhiata alla stanza dalla quale proveniva un vociare sostenuto.

-Non puoi continuare così, Mason.- stava dicendo suo padre con tono autoritario. Era in piedi, le spalle alla scrivania. –Devi farti una posizione, occuparti della tua carriera…-

Suo zio Mason sbuffò sonoramente, interrompendolo.

-Mi sembra di sentire nostro padre, Richard.- commentò sprezzante. –E non vuole essere un complimento.- rincarò.

-Papà voleva solo il nostro bene. Ci ha dato i mezzi per una vita migliore.- chiarì l’altro. –E ci ha insegnato a farli fruttare.-

-Ti ha dato i mezzi e insegnato a sfruttarli, vorrai dire. Io ero quello sbandato, quello incapace; sei sempre stato tu il figlio prediletto!- sbottò suo zio.

-Te ne sei andato di casa a sedici anni! Come poteva insegnarti?- ringhiò quello furente.

Tyler indietreggiò inconsciamente.

Aveva avuto a che fare proprio quella mattina con la furia di suo padre e l’ultima cosa che voleva era dargli il pretesto di suonargliele di nuovo.

-Magari sarebbe potuto venirmi a cercare.- costatò suo zio, tornando ad usare un tono misurato. –O saresti potuto venire tu.-

Il bambino osservò con stupore suo padre che si passava stancamente le mani sul viso.

-Stava morendo, Mason.- mormorò. –Stava morendo e non aveva nessuno accanto, eccetto me.-

-Chissà come mai.- commentò il ragazzo con sarcasmo tagliente.

Il colpo secco di uno schiaffo ben assestato fece sobbalzare Tyler sui propri piedi. Sbirciò cautamente dalla fessura della porta e vide suo zio immobile con la mano sulla guancia e suo padre che misurava la stanza a grandi falcate, con sguardo furente.

-Nostra madre se n’era andata!- sbraitò. –Tu te ne sei andato! Cos’altro avrei dovuto fare?-

-Me ne sono andato perché qualsiasi cosa facessi, per lui non era abbastanza.- gli rispose Mason fissando il vuoto con sguardo assente. –E tu eri dalla sua parte.-

Tyler osservò suo padre mentre si lasciava cadere sulla poltrona più vicina.-

-E allora perché sei tornato, Mason?- domandò esausto.

-Perché speravo che fossi cambiato.- gli rispose quello senza mezzi termini.

-Anch’io ho sperato che tu fossi cambiato.-

Vide suo zio stringere i pugni e serrare le labbra, ma quando si voltò per abbandonare la stanza, Tyler si affrettò a sparire inforcando la porta più vicina.

 

 

***

 

Quando pochi minuti dopo, la porta del salotto si spalancò d’improvviso, Tyler pregò che non fosse suo padre.

-Non ti avevo raccomandato di rimanere in camera tua?- tuonò invece la voce dell’uomo.

Il bambino si affrettò a scendere dal divano sul quale si era rannicchiato.

-Sono sceso solo per salutare la mamma.- rispose velocemente, cercando di sgattaiolare via il più in fretta possibile.

Suo padre lo afferrò per un braccio e lo scrutò con attenzione.

Aveva gli occhi rossi, constatò Tyler, e lui aveva paura di suo padre quando aveva gli occhi rossi.

-Ti sei messo ad origliare, ragazzo?- domandò quello duramente, stringendo le dita sul braccio del figlio.

-No, te lo giuro.- gli rispose subito il bambino. –Ti prego…- lo supplicò poi, tentando di liberarsi dalla sua morsa ferrea.

-Non piagnucolare come una femminuccia!- vociò quello irremovibile.

Tyler chiuse gli occhi, sapeva quello che sarebbe successo. E quando la mano di suo padre lo colpì, rovinò a terra.

Non capì molto di quello che successe dopo.

Sentì la voce di suo padre che gridava:

-Ancora tu?!-

E poi il rumore di qualcosa che s’infrangeva a terra. Qualche gemito strozzato e una gran quantità di parole sconnesse di cui Tyler non conosceva il significato.

Quando si sentì sollevare, riconobbe all’istante l’odore di suo zio: sapeva di crema solare e limone.

Gli allacciò le braccia al collo e posò la guancia sulla sua spalla.

 

***

 

-Non è stata colpa tua, Tyler.- gli disse Mason quella sera, mentre bagnava con acqua fresca la sua guancia tumefatta. –Era arrabbiato con me.-

Il bambino sussultò appena e chiuse il pugno sul lenzuolo.

-Lo era anche con me.- rispose poi con un filo di voce. –Faccio sempre qualcosa di sbagliato…-

Mason serrò le labbra e maledisse mentalmente suo fratello, perché un’ espressione come quella di suo nipote non sarebbe dovuta comparire sul volto di nessun bambino.

-Parlerò di nuovo a tuo padre.- promise ravviandogli i capelli.

-No.- gli rispose in fretta il bambino, riscotendosi. –Ti farà nero anche l’altro occhio.-

-Ehi!- commentò quello offeso. –Guarda che anch’io ne ho fatto uno nero a lui!- e si lasciò sfuggire un sorriso.

Tyler lo fissò spalancando gli occhi con palese ammirazione. Non aveva mai pensato che qualcuno avrebbe potuto darle a suo padre.

E suo zio era forte e giusto, e non aveva paura…

Esitò un istante, poi si fece coraggio.

-Ti prego, portami in Florida con te.- riuscì a chiedergli con voce flebile.

Mason lo osservò un istante in silenzio, poi si alzò dal letto e gli rimboccò le coperte.

-Ora non è possibile, Tyler.- gli disse con rammarico. –Ma prometto che tornerò a prenderti.-

Il bambino lo guardò per metà deluso e per metà imbarazzato.

-Ti aspetterò.- gli disse tuttavia alla fine. –E cercherò di non farlo più arrabbiare.- si ripromise.

Mason sospirò tristemente, poi abbassò le luci perché il nipote potesse dormire e si avviò verso la porta.

-Tu sarai un uomo migliore di tuo padre.- sussurrò prima di uscire.

 

FINE.

 

 

C’è bisogno di più Mason nel fandom! -_^

  
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