Crossover
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Autore: JoAngel    30/06/2011    0 recensioni
Il destino a volte è proprio crudele, dopo Jo ora toccherà ad Allison ad avere a che fare con il "fuoco".
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Telefilm
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 

“Caro diario … Okei, neanche io so perché sto scrivendo un diario ma, nella vita si fanno delle cose che neanche tu ti saresti aspettato potessi fare. Ma tornando a noi …

Caro diario, è da un po’ a dir la verità che volevo iniziarti. Ti ho buttato nel cassetto dopo che Meg, per farmi passare per una bambina, ti ha regalato a me, ma solo ora creo di aver capito quanto tu mi possa servire.

Beh diciamo … Come posso iniziare? …”

Scrisse seduta alla sua scrivania, ma poi si alzò e si sdraiò a pancia in giù sul letto.

 “ … Allora, prima di tutto non riesco più a sopportare quell’arpia di mia madre. E’ … è insopportabile!”.

Si picchiettò il labbro con la penna e poi tirò una linea sull’ultima parola scritta.

“Mmmh … no, ho già scritto che non riesco più a sopportarla …” pensò guardando il foglio un po’ scarabocchiato.

“Ecco … ha un carattere impossibile! Sembra una maestrina. Eppure papà dice che è normale ed è sempre la stessa … Bah … per me è successo qualcosa e lui non sa nulla. Però son solo supposizioni.

Voglio andarmene, diario, da qui. Voglio vivere come una sedicenne normale, non … non come la principessa dell’Inferno. E’ … è snervante. Beh … aspetta … io non faccio nulla ma … mi sento sola. A parte zio Crowley: mi fa troppo scassare, è un grande anche se a mamma non va ancora a genio. Poi c’è Meg, okei quella la odio pure io. Crede di essere miss perfezione quando è sola una … Vabbè lasciamo perdere. Mmmmh altri?  Si Alaistar, che è proprio uno …”

Ridacchiò tra sé e sé pensando a ciò che le faceva fare il demone alle anime.

“Però voglio cambiare aria ora. Ormai sono grande e abbastanza furba da arrangiarmi da sola senza l’aiuto di nessuno. E soprattutto, senza che mia madre mi stia con fiato sul collo per ogni cosa che faccia.

Dici che sono esagerata? Invece è così. Non mi permette neanche di visitare il mondo umano quando lei se ne va e viene come le pare e piace.

Basta, ho deciso. Stasera lo farò. Nessuno mi bloccherà. Ormai è tutto calcolato. Se  non capita qualcosa fuori programma, finalmente riuscirò a farlo.”

Scrisse infine, prima di chiudere il piccolo diario e metterlo via nel suo solito posto. Si stiracchiò e poi si diede un occhiata allo specchio. Poi uscì dalla sua stanza e si diresse sotto il suo albero. Si appoggiò alla corteccia e chiuse gli occhi.

“Come mai qui, piccola Allison?” domandò una voce.

Lei schiuse gli occhi e fece un sorriso. “Ciao Crow. Mi annoiavo, dato che non posso fare nulla.” rispose lei sbuffando.

“Nulla? Ti sbagli invece, ci sono tante cose che puoi fare.” ammise lui incrociando le braccia sul petto.

“Quali per esempio?” chiese lei incuriosita mettendolo alla prova.

“Beh … puoi …” cominciò a rispondere lui pensando. Allison fece una faccia come per dire “Cosa avevo detto …” e lo guardò sospirando.

“Va bene, ritiro tutto.” disse lui non sapendo come soddisfare la curiosità dell’adolescente.

“Vedi? E’ un mortoio …. Io … io vorrei soltanto vivere come una ragazza della mia età e non … non così.” Disse lei chiudendosi a riccio e poggiando il mento sulle ginocchia.

Lui la guardò e poi si sedette vicino a lei, facendo attenzione a non sporcare il suo adorato cappotto.  “Ally … cosa vorresti fare allora? Vorresti vivere come … come una umana?” domandò, un po’ stupito. A lei non mancava niente, aveva tutto ciò che voleva … o forse no?

“Ho bisogno di libertà, Crow …” ammise lei quasi come una supplica prima di appoggiarsi con la testa al braccio di lui. “Se gli umani sono liberi allora sì, voglio vivere come uno di loro.” aggiunse poi sospirando profondamente.

Il demone la osservò per un po’ e poi si lasciò sfuggire un lungo respiro. “Sicura di ciò che dici?” chiese conferma, sperando che la ragazza cambiasse idea.

“Si …” rispose sicura lei socchiudendo gli occhi. Poi drizzò di scatto la testa e lo guardò in viso. “Tu … tu sei il Re degli Incroci. Tu puoi farm …” iniziò a chiedere prima che il demone facesse gesto di stare zitta.

“Non posso farti fare patti dato che tuo padre lo saprebbe e lui non vuol che tu diventi un’umana. Se lui morisse tu prenderesti il suo posto.” le confessò.

“C –cosa?! C –cioè io dovrei comandare tutto questo? Questo Inferno?!” chiese mettendosi in piedi e sbarrando gli occhi stupita.

Lui annuì. “Sei la primogenita di Lucifero, è normale.” ammise lui alzando le spalle. “Credevo lo sapessi.” continuò poi.

“Veramente  no … Mi scordo sempre chi sono i miei genitori.” disse lei sospirando e mettendosi di nuovo seduta a gambe incrociate.

“Ti senti in gabbia, Ally?” le chiese Crowley guardandola e con tono abbattuto.

“Detto sinceramente? Si, e anche molto …  Infatti voglio scappare.” sbottò decisa stringendo un pugno.

Lui strizzò gli occhi a quella frase. “Sei impazzita?! Si accorgeranno subito della tua assenza!” esclamò lui.

“Per questo tu mi aiuterai, zio.” disse lei facendo un sorrisino. Il demone la guardò male e sospirò.

“Io non ti aiuterò a f …” cercò di dire lui prima di essere interrotto per l’ennesima volta dalla ragazza. “E dai! Cosa ti costa?! Dovrai solamente dire che sono insieme a qualcuno .. ti prego ti prego ti prego!” lo scongiurò lei mettendosi sulle ginocchia e facendo gli occhi dolci, cosa nella quale assomigliava molto a Jo.

Crowley la guardò e poi sospirò lentamente cedendo a quella faccina innocente. Lei sorrise e lo abbracciò. “Lo sapevo che sotto sotto hai un cuore d’oro.” gli disse stringendolo, lui sbuffò e poi accennò un sorriso.

“Allisooooon!” si sentì chiamare in lontananza. La ragazza voltò la testa e sospirò.

“Dai, vai va … prima che tua madre si arrabbi.” le consigliò alzandosi da terra e sistemandosi il cappotto.

Lei annuì sospirando ancora. “Grazie Crow.” gli disse sorridendo prima di correre via.

Il demone la guardò in lontananza mettendo le mani nella tasche.

Gli scappò un sorriso e poi chinò la testa scuotendola lentamente. Sparì nel nulla in mezzo a quel sottile silenzio.

 

Era giunta ormai notte.

Allison sgattaiolò fuori dal letto. Era pronta a farlo. Era decisa. Voleva farlo. Non poteva ritirarsi ora che era tanto vicina alla libertà che aveva tanto voluto.

Aprì lentamente la porta e guardò la sua stanza. Tirò un sospiro profondo e poi varcò la soglia dell’uscio. Camminò fino all’albero e si guardò intorno.

Un ombra apparve dal nulla. Lei fece un sobbalzo e sospirò.

“Scusami.”disse una voce familiare.

“Nulla.” disse la ragazza a bassa voce. “Dai, fa ciò che devi.” continuò poi sicura.

“Ally …” cercò di dire lui prima di guardare la ragazza negli occhi e sospirare. Le mise due dita sulla fronte e il corpo della ragazza si riempì di simboli neri i quali svanirono poco dopo che il demone togliesse le due dita. Allison sentì dei brividi percorrerle la schiena e si chiuse nelle braccia.

“Questo ti permetterà di non farti scoprire almeno per qualche ora.” le spiegò tornando con le mani nascoste nelle tasche.

“Hai cambiato idea su tutto questo?” le chiese ancora, non voleva farla andare via perché poi la colpa sarebbe stata sua.

“Si … poi dopo la litigata di oggi con mamma ne sono ancora più convinta.” rispose lei sicura.

Beh aveva ragione … la litigata che avevano fatto era stata davvero … pesante su certi punti di vista. E poi non aveva tutti i torti di questo mondo, lei.

Jo quando si metteva era abbastanza irritante. Ma Allison, con il suo carattere, che non scherzava e andava sul senso “testarda/faccio ciò che voglio”, non era da meno. Era un misto tra quello di Jo e quello di Lucifero, quindi potete capire cosa poteva essere venuto fuori. Non per dire che aveva un carattere tremendo perché non era vero: sapeva essere dolce quanto pestifera, quello sì. Ma in fondo, nessuno in questo mondo è perfetto no?

In quel silenzio diventato pesante, lo abbracciò. “Grazie ancora. Ci vediamo presto.” gli promise prima di staccarsi da lui e sparire nel nulla.

“Lo spero …” disse lui al vuoto. Si pentì quasi subito di ciò che aveva fatto. Si diede una pacca sulla fronte e sospirò profondamente.

“Fai attenzione piccola Ally …” disse infine prima di svanire ancora una volta.

 

Camminata veloce e decisa. Aprì la porta di colpo e vide la stanza vuota. Spalancò la bocca. La cercò in tutti gli angoli dell’Inferno ma nulla. Sembrava scomparsa.

“Allisoooon!” chiamò la donna sospirando e guardandosi intorno.

Sentì un tocco sul su braccio e si voltò. “Che succede?” le chiese Lucifero guardandola. “Sto cercando tua figlia ma … sembra che non ci sia da nessuna parte.” gli spiegò.

Lui cercò di individuarla ma niente, senza successo. “L’hai trovata?” gli domandò speranzosa. Lui scosse la testa sospirando amareggiato.

“Giuro che …” iniziò a dire prima di tornare nella stanza della ragazza.

Lucifero la seguì osservandola e senza aggiungere parola.

Lei iniziò a mettere sotto sopra la stanza della ragazzina ma senza trovare nulla che potesse dirle dove fosse andata.

Lui, invece, trovò il diario della figlia. “Guarda qua …” le mostrò facendo mettere in risalto ciò che aveva trovato.

“Non lo usa …” ammise lei lasciandosi cadere sul letto. Lui con uno schiocco di dita lo aprì e voltò un po’ di pagine. Poi sospirò profondamente.

“Invece credo proprio di sì.” confessò avvicinandosi a Jo e facendole vedere la pagina di diario scritta. Lei la lesse fino alla fine e sul suo volto comparì un espressione triste e rammaricata.

“E’ colpa mia se è scappata …” disse con un filo di voce.

Lui le si sedette vicino e fece appoggiare il capo di lei sul suo petto. “Amore, non potevi saperlo … Anche se, forse, hai un po’ esagerato nel sgridarla.” ammise poi accarezzandole i capelli dolcemente.

Jo sospirò lungamente per poi guardarlo negli occhi. “Per te ho …” iniziò a dire prima che lui annuisse. Lei tirò un altro sospiro e lo abbracciò.

“Piccola, la faremo cercare … Però non può essere sfuggita da sola … Deve essere stata aiutata da qualcuno …” disse lui pensando. La donna annuì sospirando ancora e tenendosi stretta a lui.

“La troveremo … fosse l’ultima cosa che faccio.” finì Lucifero prima di svanire nel vuoto. Jo si racchiuse a riccio restando sul letto della figlia e guardò un punto vuoto della stanza.

“Faccio schifo …” furono le sue ultime parole prima di chiudere gli occhi. Altro silenzio, quel silenzio che odiava.

  
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