Hand Of Devil

By Sihaya

 

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Salve a tutti!!! Finalmente ritorno con una nuova fic! ^^ 

…Oh no! -__- NdTutti

E’ il prequel di Sihaya’s Wild West e quindi anticipa i fatti che ho già raccontato. Se però avete già letto il seguito non è un problema, anche perché… io stessa l’ho pensato con questo ordine!! ^^”
So che mi avete chiesto un sequel, ma a me e' venuto in mente questo... ç_ç che posso farci!?

 

Questa fic è dedicata (e ispirata!) alla Regina del Rock: la mia specialissima friend e co-writer Avril87!!!! Che scoprirà finalmente (soprattutto dal terzo capitolo in poi…) cosa intendevo dire con la parola  “sorpresa”!!!

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Buona lettura!!

 

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You may think he's a sleepy tired guy
always takes his time...

sure I know you'll be changing your mind
when you've seen him use a gun, boy
when you've seen him use a gun (*)

 

CAPITOLO 1 – Sleepy tired guy

 

Mokito’s Town era una cittadina tranquilla, sorgeva accanto ad un torrente chiamato Rio Nuevo e grazie anche a questa sua posizione, era ricca ed in espansione. Abitata prevalentemente da contadini e mercanti, era una tappa fondamentale per ogni straniero che attraversava il west; soprattutto nei giorni d’estate, quando il caldo diventava insopportabile.

Quel pomeriggio in particolare, il sole cocente risplendeva nel cielo e, riflettendosi sul terreno, creava qua e là piccoli miraggi che facevano sembrare la strada cosparsa d'innumerevoli pozze d’acqua. Qualche ubriacone incosciente s’avventurava barcollante lungo la strada sterrata che conduceva a Mokito e lo sceriffo, seduto presso la veranda del suo ufficio (che s’affacciava sulla piazza nel centro della cittadina), sembrava farsi beffe della temperatura soffocante.

Oltre a loro nessun’altra anima si vedeva in giro, salvo un ragazzo addormentato all’ombra di una catapecchia abbandonata di periferia.

La testa, protetta dai raggi solari grazie ad un ampio cappello, era reclinata in avanti, con il mento appoggiato sullo sterno; le braccia erano incrociate sul petto e le gambe tese in mezzo alla polvere, una sull’altra. Pareva dormire profondamente.

All’improvviso si alzò una folata di vento che, portando con sé terra e polvere, lo investì in pieno. Il ragazzo apparentemente addormentato, era invece vigile e sveglio: mise una mano sul cappello per trattenerlo e strinse palpebre per evitare che la polvere rossastra gli entrasse negli occhi. manifestando con un leggero sbuffo il disappunto per la quiete interrotta.

Quando il vento si calmò, aprì gli occhi e si accorse che un foglio consunto e ingiallito si era impigliato fra i suoi stivali. Sbadigliò contrariato passandosi una mano sugli occhi lacrimanti, e s'allungò a raccogliere il pezzo di carta: era una pagina del giornale locale uscito alcuni giorni prima.

La lesse, ma nulla nell’aspetto esteriore manifestò l’agitazione che lo colse al termine della lettura, nemmeno il tremito di un muscolo. Egli sembrava impassibile, immune ad ogni emozione.

 

* * *

 

«Allora Hikoichi che mi dici di nuovo? Hai qualche notizia piccante?»

Il giovane giornalista balzò in piedi con il cuore in gola e si voltò di scatto verso l’individuo entrato quasi di soppiatto nel suo studio.

Era impossibile non riconoscere quella voce.

Impossibile.

«Sendoh!!» gridò il ragazzino in preda alla gioia completa.

Erano mesi ormai che Akira Sendoh non tornava a Mokito’s Town. Quasi tutti lo davano per disperso, qualcuno addirittura lo riteneva morto.

E invece lui era tornato.

Nel suo metro e novanta d’altezza, con un sorriso che si allargava da una parte all’altra del volto, lo salutava felice, come se quella visita fosse un’abitudine quotidiana.

Il cuore di Hikoichi batteva impazzito per la gioia e per l’agitazione. Aveva tante di quelle cose da raccontare all’amico che non sapeva da dove cominciare. Gesticolava agitato cercando fra le stampe dei vecchi giornali per mostrargli tutto quello che era accaduto in città fino a quel momento, ma Sendoh lo avvicinò e l’afferrò per braccio con l’intenzione di calmarlo.

«Lascia stare», gli disse sorridendo comprensivo, «avremo tempo per parlare di questo. Dimmi piuttosto… lei come sta?», domandò esitante.

La domanda carica d’apprensione fece capire ad Hikoichi che Sendoh doveva essere giunto da pochissimo in città e che non aveva ancora incontrato nessuno.

Da un lato si sentì onorato ad essere il primo cui Sendoh si era rivolto, ma dall’altro ebbe paura… lei non era certo il tipo di donna che tollerava d’essere messa in secondo piano!

«Co-come… non sei passato a salutarla?», domandò tremante, con lo sguardo truce di lei impresso nella mente: era l’ultima persona con la quale avrebbe voluto litigare!

Sendoh rise divertito: «no» disse, «voglio farle una sorpresa… questa sera».

Hikoichi lo fissò a bocca aperta terrorizzato, prevedendo le prossime parole dell’amico.

«Puoi ospitarmi per oggi?», domandò Sendoh.

Hikoichi annuì, seppure a malincuore.

 

Continua…

 

* * *

 

Disclaimers: tutti i personaggi della fic (tranne uno che ora non posso svelare…) appartengono a Slam Dunk di Takehiko Inoue; la trama, invece, è frutto della mia mente malata…

 

Alcuni titoli dei capitoli e le citazioni sono tratti dalla colonna sonora di un paio di film.

Non vi dirò subito quali sono perché li citerò tutti in una volta alla fine, …e anche perché… voglio vedere se l’indovinate!! ^^

 

 

Commenti …pleeease!