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Autore: DarkLightRose    30/06/2011    4 recensioni
Nel regno di Amory, piu' precisamente nel villaggio di Eldel, viveva un principe di nome Cedric che per colpa della maledizione di una strega si trasformava in una bestia al calar delle tenebre. Nel villaggio di Eldel, pero' vive anche un giovane di nome Athel che dalla nascita ha una certa empatia nei confronti degli animali. Le storie di questi due personaggi e di tanti altri si intrecceranno e daranno vita a questa dolce favola dal lieto fine assicurato.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il bello e la bestia'
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Cap 1- C’era una volta…


Nel regno di Amory viveva un principe di nome Cedric, un ragazzo di una ventina d’anni molto bello e intelligente, doti che gli avevano portato molte ammiratrici a corte. Egli aveva lunghi capelli neri che illuminati dal sole acquistavano riflessi blu ed un paio di magnetici occhi color zaffiro che scrutavano l’anima di chi li osservava. Il principe era sempre circondato da incantevoli fanciulle, che si innamoravano di lui dopo il primo sguardo. Un giorno una di queste fanciulle tentò di baciare il principe, venendo però respinta da lui ella rivelò la sua vera natura di strega e lanciò una maledizione sul principe per fare in modo che neanche le altre fanciulle potessero averlo. La maledizione trasformava il principe in una bestia al calare delle tenebre, ma gli faceva mantenere il suo normale aspetto durante il giorno, per fare in modo che egli potesse continuare a fare innamorare di se le fanciulle, ma che non potesse mettersi con nessuna di loro e guarire da quell’ incantesimo. Solo un amore puro e sincero, infatti, poteva fare riacquistare al principe il suo vero aspetto.
 
 
La nostra storia inizia da una piccola scuderia, situata nel villaggio di Eldel, il più vicino al castello del principe. Nella scuderia lavorava un giovane ragazzo di nome Athel dai corti capelli neri e da due profondi occhi verdi, quasi sempre coperti dalla frangia. Athel era un orfano accolto al villaggio quando era ancora in fasce e cresciuto come un figlio dal proprietario della scuderia, il vecchio Mazel. Athel si trovava bene in quel villaggio, nonostante a volte sentisse di non appartenere a quel posto, per via delle proprie origini incerte. Questo suo sentimento di inadeguatezza era accresciuto dal  fatto che era un ragazzo mingherlino e timido ed era spesso isolato dagli altri ragazzi. Athel però non soffriva troppo di questo fatto, perché voleva molto bene al vecchio Mazel e perché aveva una dote speciale, riusciva a comprendere i sentimenti degli animali. Questo dono lo aveva scoperto quando un giorno uno dei cavalli della scuderia si era sentito male ed il vecchio Mazel non era riuscito a capire la causa di quella malattia. Athel avvicinandosi al cavallo aveva percepito dentro di se i suoi sentimenti e aveva capito che il malessere del cavallo era dovuto all’ingerimento di un erba urticante. Il vecchio Mazel era rimasto molto stupito da quello che era successo, ma capì subito che il ragazzo era speciale e che per il suo bene avrebbero dovuto nascondere il suo dono. Erano passati cinque anni da quel giorno e Athel aveva ormai imparato a convivere e a controllare la sua empatia. Aveva anche imparato a comprendere il linguaggio degli animali e, sfruttando questo dono e seguendo gli insegnamenti del padre, aveva imparato a preparare dei medicamenti con le erbe raccolte nella vicina foresta. Un giorno, mentre Athel stava accudendo i cavalli, fu interrotto dall’arrivo del principe che, scortato da varie guardie, entrò nella stalla in cerca del vecchio Mazel. Questi accorse subito e dopo le varie formalità chiese al principe il motivo di tale visita. – Sono venuto qui da voi, vecchio Mazel, poiché il mio fedele cavallo si è ammalato di un male sconosciuto. Da quando siamo tornati dalla battuta di caccia, infatti, fa fatica ad alzarsi e crolla a terra dopo pochi passi. Ho consultato il mio medico di corte, ma questi non è riuscito a trovare una spiegazione a questo suo comportamento. So che lei è molto esperto riguardo ai cavalli e che già in passato ha curato animali affetti da mali sconosciuti, perciò le chiedo se può visitare il mio cavallo.- disse il principe con uno sguardo deciso che celava, però, preoccupazione. - Vostra maestà, apprezzo la fiducia che riponete in me, ma ormai sono solo un povero vecchio che non sa distinguere un erba medicinale da una foglia di tè. Permettetemi di consigliarvi per questo lavoro mio figlio Athel, nonostante la sua giovane età ha ereditato tutta la mia sapienza ed ha già curato molti animali-. rispose Il vecchio Mazel. Il principe squadrò Athel incerto, dubitava, infatti, che un ragazzino di appena diciassette anni potesse essere più bravo del suo medico di corte, ma non avendo altra scelta decise di accettare. – D’accordo, seguirò il suo suggerimento, ma se il ragazzo non riuscisse a curare il mio cavallo la riterrò direttamente responsabile- rispose il principe avviandosi verso l’uscita della stalla seguito da un timido Athel, che per tutto il tempo non aveva sollevato il capo. Giunti alla scuderia reale Athel venne condotto da una guardia nella cella riservata al cavallo del principe. Lì Athel incontrò il medico di corte, un ventenne dai lunghi capelli argentati tenuti in un elegante coda e con degli occhi castani. Il medico, Leoris, dopo una breve presentazione espose i sintomi della malattia misteriosa – In questa settimana il cavallo ha perso velocemente peso, fa difficoltà a deglutire, e presenta uno scarso appetito, ho ipotizzato che fosse per un avvelenamento, ma non conosco una sostanza che porti a questi sintomi- disse serio. Il ragazzo si avvicinò al cavallo e gli accarezzò la pancia con delicatezza, quel breve contatto gli permise di percepire le sensazioni che provava il cavallo. Poi accarezzò il muso del cavallo e capì di che malattia si trattava. Essendo lui un ragazzino, però, temeva di non essere creduto perciò decise di fare finta di avere sentito parlare di quella malattia da suo padre. Presa questa decisione, stette un altro po’ di tempo ad esaminare il cavallo e si voltò verso Leoris, che non l’aveva perso di vista neanche un secondo, e disse  – Mio padre mi ha raccontato che un paio di anni fa il cavallo di uno dei suoi amici aveva mostrato sintomi di questo tipo. Il suo amico, non conoscendo la causa di quel malessere, stette vicino al cavallo tutti i giorni, gli diede delle erbe facili da digerire e ricche di nutrimento e controllò che il cavallo non sudasse molto. Alla fine della settimana il cavallo guarì e ritornò in perfetta salute. Non so se funzionerà anche in questo caso, ma secondo me si potrebbe fare un tentativo-. Leoris non era molto convinto della teoria del ragazzo, ma visto che non c’erano altre alternative decise di dare una possibilità al ragazzo- D’accordo, hai una settimana di tempo per fare guarire il cavallo, non un giorno di più o tuo padre pagherà le conseguenze del tuo errore- disse severamente Leoris. In realtà il medico non intendeva punire veramente il vecchio Mazel, ma voleva solo spronare Athel  ad impegnarsi seriamente. – D’accordo, avete delle erbe di Mizar?- chiese il ragazzo. – Stai scherzando?, le erbe di Mizar sono rarissime, anche volendo non saprei dove procurartele- rispose Leoris sprezzante. Athel si stupì delle parole del medico, possibile che a corte non sapessero che le erbe di Mizar crescessero nella foresta lì vicina?, Athel stava quasi per dirglielo, ma si ricordò che essendo lui un ragazzino era impossibile che fosse riuscito a trovare da solo delle erbe così rare, così accusò il colpo in silenzi, mantenendo la testa china. Leoris se ne andò, dicendo di dovere svolgere dei compiti importanti e Athel rimase da solo nella stalla, poiché il principe aveva ritenuto inutile sorvegliare un innocuo ragazzino. Athel si inginocchiò vicino al cavallo- Non temere, riuscirò a guarirti- gli sussurrò dolcemente all’orecchio accarezzandogli la testa. Dopo di che si alzò e prese dell’acqua per il cavallo. Stette insieme al cavallo per tutto il giorno, gli parlò, e gli fece mangiare le erbe che erano disponibili. Si ripropose però di andare quella notte stessa a cercare le erbe di Mizar, non poteva permettere che il cavallo del principe Cedric morisse. Arrivata la sera uscì dalle scuderie reali dicendo che doveva andare a prendere delle erbe più adatte nella sua scuderia e si diresse nella foresta, non si accorse, però, di essere seguito da Febos, il capo delle guardie reali, che era stato incaricato dal principe di sorvegliare Athel. Febos era un uomo di venticinque anni dai capelli castani lunghi fino alle spalle, era molto muscoloso ed aveva un paio di cicatrici procuratesi in battaglia. Con i suoi profondi occhi castani seguiva ogni movimento del ragazzo. Lo osservò dirigersi dritto verso la foresta, nonostante avesse detto di dover andare nella sua scuderia, lo seguì lungo un sentiero intricato stupendosi dell’agilità di quel ragazzino,  che gli era sembrato molto impacciato, e si fermò dietro un albero, poiché Athel era uscito dal sentiero alberato e si stava avvicinando ad un lago. Febos non capiva perché il ragazzo si fosse diretto in quel posto, che cosa stava cercando?. La risposta a questa domanda arrivò quando vide Athel si chinò vicino alle sponde del  lago e strappò con cura un fascio di erbe. Appena ebbe finito di raccogliere le erbe Athel si girò per tornare al castello, ma si accorse troppo tardi di essere stato seguito quando gli si parò davanti un uomo robusto dall’aria pericolosa. Febos, uscito dal nascondiglio, si parò di fronte al ragazzo minacciosamente con l’intenzione di scoprire che cosa fossero quelle erbe misteriose, ma quando vide l’espressione spaventata di Athel e il leggero tre more che aveva invaso il suo corpo non riuscì ad rimanere duro – Sono Febos, capo delle guardie reali, ti ho seguito fin qui per sorvegliarti. Che cosa sono quelle erbe?- chiese con più gentilezza, ma rimanendo comunque autoritario. – Sono le erbe di Mizar, il cavallo ne ha bisogno, ma il medico non sapeva dove trovarle, così sono venuto a prenderle- disse Athel un po’ meno spaventato, ma sempre sulla difensiva. – Come facevi a sapere che le erbe di Mizar si trovavano qui?- chiese Febos stupito – Vengo spesso nella foresta e ho studiato tutti i tipi di erbe mediche, così quando le ho viste ho capito subito che queste erbe erano le erbe di Mizar- rispose Athel. – Perché allora non lo hai detto al medico o ad una delle guardie?- chiese Febos, nonostante avesse immaginato il motivo di tale scelta – Perché nessuno mi avrebbe creduto, queste sono delle erbe molto rare e pensavo che non avrebbero preso sul serio- disse abbassando la testa. Febos, vedendolo, così abbattuto non poté trattenersi dal dargli una pacca sulla spalla e dirgli – Beh, se dovessi ritrovarti di nuovo in una situazione simile sappi che puoi contare su di me. Anche il principe è molto giovane, ma ciò non toglie che sappia guidare il suo popolo saggiamente-.  Athel lo guardò stupito, era la prima volta che qualcuno oltre a suo padre gli dava fiducia e non riusciva a crederci, Febos vedendo lo sguardo stupito di Athel non poté fare a meno di trovare il ragazzo molto dolce. – Sarà meglio rientrare al castello, fra poco sarà notte e non è sicuro stare nella foresta col buio- disse Febos improvvisamente serio. Così Febos riaccompagnò Athel al castello, poco prima di entrare nelle scuderie reali Febos si fermò- Non preoccuparti, non riferirò al principe che hai trovato le erbe di Mizar- gli disse Febos dandogli un'altra pacca sulla spalla prima di andarsene. Athel rientrò nelle scuderie reali e si avvicinò al cavallo- Mi dispiace di averti lasciato solo, ma sono andato a prendere delle erbe che ti aiuteranno a guarire- sussurrò Athel al cavallo. Dopodiché prese le erbe ed iniziò a farci un infuso da dare al cavallo, le lavorò con cura e alla fine ottenne un buon risultato. Si avvicinò al cavallo e gli fece bere l’infuso lentamente e quando finì premiò il cavallo accarezzandogli la pancia, per alleviare il suo dolore. Rimase tutta la notte a vegliare sul cavallo, accarezzandolo e parlandogli e continuò così fino al settimo giorno. In quella settimana Athel aveva dormito solo poche ore a notte e non era uscito dalla stalla se non per raccogliere le erbe di Mizar scortato da Febos. Per questo,quando finalmente il cavallo guarì, Athel aveva una faccia stanca ed era in condizioni pietose, ma era comunque felice per la guarigione del cavallo e non poté fare a meno di abbracciarlo sorridendo. Fu in questo stato che lo trovò il principe quando entrò nella stalla. Athel, accortosi della presenza del principe e vedendo in quale stato si era ridotto, chinò immediatamente la testa in segno di rispetto e anche per nascondere il rossore che si era diffuso nelle sue guancie – Vedo che il mio cavallo è guarito, il vecchio Mazel aveva proprio ragione, sai come prenderti cura dei cavalli. Puoi tornare nella tua stalla adesso- disse il principe Cedric evitando di fare commenti sullo stato penoso in cui era ridotto Athel, i vestiti del ragazzo erano infatti sporchi di terra e fieno e i suoi capelli erano tutti impolverati, dopodiché lo congedò. Athel uscì velocemente a capo chino ancora imbarazzato per come lo aveva trovato il principe. Fu comunque con un sorriso che rientrò nella propria scuderia e andò ad abbracciare il padre – Sono riuscito a guarire il cavallo- gli disse felice – Sapevo che ci saresti riuscito, figliolo, tu hai delle grandi capacità, devi solo crederci- gli disse il vecchio Mazel contento. – Ora però fila a lavarti e va a dormire, hai un aspetto terribile- gli disse il vecchio Mazel scherzosamente. Athel fece come gli aveva detto suo padre e diresse contento nella sua stanza. Nel frattempo il principe, seduto nella propria stanza, stava ripensando ad Athel. Non riusciva a credere che un ragazzino fosse riuscito a guarire il proprio cavallo quando neanche il suo fidato Leoris ci era riuscito. Aveva fatto seguire il ragazzo da Febos per accertarsi che svolgesse il suo compito seriamente, ma non si sarebbe mai aspettato che riuscisse a guarirlo da solo. Decisamente quel ragazzo era più bravo di quanto avesse pensato, anche lo stato in cui si era ridotto ed il fatto che avesse dormito pochissimo lo dimostrava. – Principe Cedric, è quasi ora- disse Leoris entrando nella stanza del principe. Lui e Febos, infatti, erano gli unici a sapere delle trasformazioni del principe e gli avevano giurato che lo avrebbero aiutato finché non sarebbe guarito. Leoris informava il principe un ora prima che fosse notte e Febos sorvegliava la foresta per fare in modo che nessuno potesse entrarvi finché il principe aveva le sembianze della bestia. Come ogni notte il principe entrò  nel passaggio situato nella sua stanza e lo percorse tutto fino ad una grotta che si trovava nascosta nella foresta in modo che nessuno potesse entrarci se non tramite il passaggio segreto. Lì il principe aspettava di trasformarsi per lasciare spazio alla bestia. Mentre era nelle sembianze della bestia il principe non riusciva a controllare le proprie azioni e quando riprendeva il controllo del proprio corpo non ricordava che cosa fosse accaduto. Durante la notte vagava nella foresta rincorrendo conigli e lepri, ma se un essere umano incontrava il suo cammino la bestia lo uccideva.


Note dell’autrice:
Ciao a tutti, questa è la prima fan fiction che pubblico perciò spero che siate clementi.  Visto che mi piacciono le storie Fantasy, le storie Yaoi, ma soprattutto le storie romantiche e a lieto fine ho deciso di pubblicare per prima questa mia Fan Fiction (che farà parte di una serie). Sinceramente ero indecisa se pubblicarla nella sezione “Fantasy” o in quella “Favola”, ma alla fine ho scelto quest’ultima perché per scrivere questa Fan Fiction mi sono ispirata a delle favole (nel caso non si fosse capito dal titolo). Spero che vi piaccia, buona lettura.
  
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