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Autore: tersicore150187    01/07/2011    8 recensioni
A volte alcuni incontri possono davvero stupire.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bello.
 
Alexis camminava per il corridoio alberato del campus immersa nei suoi pensieri. Le parole di suo padre le risuonavano prepotenti nelle orecchie. “Un giorno ti svegli e scopri che fino a quel momento non hai affatto vissuto. E allora, semplicemente, cominci  a farlo”. Era preoccupata? No, per via del gesto che aveva visto compiere alle mani di suo padre, mentre credeva che lei non lo guardasse. Aveva stretto forte nel pugno quel ciondolo a forma di croce. Quello che Kate, con tutta la timidezza del mondo, gli aveva regalato per il suo compleanno, e, guardandolo negli occhi con l’espressione più dolce che lui avesse mai immaginato di poter vedere, gli aveva detto che sperava che qualcuno lassù in un certo qual modo lo protegesse.
Non poteva più fargli da “figlia protettiva”. Suo papà era cresciuto e doveva cavarsela da solo. Aveva pensato a questo mentre incartava la cravatta da regalargli. Un regalino di “ciao ciao papà” per la sua partenza per il college. Con un biglietto che lo aveva fatto commuovere “Indossala al vostro primo appuntamento. Ti voglio bene, Alexis”. Ma ora, quella stessa figlia protettiva si sentiva sola, fragile come non lo era mai stata. Passeggiava con la testa abbassata scrutando impercettibilmente le punte delle sue scarpe da ginnastica rosa e contando le pietruzze del sentiero che sembravano moltiplicarsi come i pensieri nella sua mente. Una lacrima stava per sfuggirle, ma la trattenne. Una dopo non riuscì a fermarla. Si disse che non poteva comportarsi come una bambina, anche se quello che desiderava in quel momento era solo tornare fra le braccia di suo padre, mangiare del gelato insieme a lui e magari fare una di quelle sfide con le armi laser che tanto gli piacevano. Sentì un rumore ritrmico rallentare sempre di più mano a mano che le si avvicinava, ma non ci fece caso. Poi posò lo sguardo sulla panchina di fronte a lei, intenzionata a raggomitolarsi in un angolo ad assaporare l’aria dell’alba che era appena spuntata. Il parco intorno era immerso in un’aria surreale che le ricordò quanto era bello alzarsi presto e contemplare il mondo di prima mattina. Bello. Sì era proprio bello.
La guardava con i suoi occhi scuri e profondi, un filo di barba sul mento sembrava sussurrarle “hey piccolina…” ricordandole quanto snervante fosse essere una matricola. Mentre lui, no, decisamente aveva quei tre, forse quattro anni in più che bastavano a dargli un tono, le spalle larghe avvolte dal blu scuro della maglietta e il cappuccio della felpa che gli ricadeva morbido sul lato della spalla, proprio vicino al collo, la rima delle labbra che sicuramente avrebbero dopo poche ore ospitato il filtro di una sigaretta. Quell’espressione furba, ma serena, sicura, le infondeva tranquillità. Si sentiva rapita in qualche modo, ma non riusciva a capire da cosa. Si rese conto che lo stava squadrando e abbassò la testa imbarazzata fissando lo sguardo a terra e sollevando le spalle quasi fin sopra le orecchie in segno di difesa…attese quei secondi di tremendo silenzio che qualcosa di miracoloso la salvasse da quella situazione. Si sentiva lentamente sprofondare, non tanto per essere stata beccata a piangere di nostalgia all’alba con una vecchia tuta addosso e senza quel trucco di cui tanto andava fiera dagli ultimi mesi, quanto per essersi letteralmente incatenata a bocca aperta a quello sguardo magnetico…una voce interruppe i suoi pensieri.
“Hey…va tutto bene?”
Il ragazzo la guardava interrogativo. Alexis riuscì a sollevare il viso leggermente e a guardarlo meglio. Il sole del mattino si rifletteva sui suoi capelli bruni, corti che lo facevano sembrare un ragazzino. Il suo abbigliamento sportivo lo rendeva spiritoso ma allo stesso tempo affascinante e la ragazza non riuscì a trattenere un sorriso. Notò che aveva gli occhi a mandorla e che aveva sfoderato un sorriso smagliante. Si sorprese a desiderare il tocco della sua mano. Trovò quella sensazione confortante. Fu come se, improvvisamente, l’aria del mattino non fosse più fredda o qualcuno le avesse avvolto intorno una soffice coperta. Le veniva voglia di ridere. Si sentiva al sicuro. Lo guardò per qualche istante senza dire una parola e nella sua mente il suo sguardo si fece malizioso. Lui le tese la mano. Lei la prese desiderosa di scoprire cosa sarebbe potuto scaturire da quel contatto.
“Piacere, mi chiamo Alexis” riuscì a pronunciare.
“Ciao Alexis, io mi chiamo Max”.
 
Bello. Era proprio bello.



Angolo dell'autrice:
Carissimi tutti!

Vi stupirete che pubblichi ora, visto che ho appena aggiunto un capitolo a "L'afa e la neve" :)

Ho avuto questa ispirazione per una piccola shot, 
spero che questo Point of View vi piaccia.

Tanti abbracci a tutti e...come sempre...Keep calm...we're gonna write all summer long...yes we are!!!!

Tersicore150187

 

  
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