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Autore: grace_salvatore    01/07/2011    2 recensioni
Amore e licantropi in pieno stile ottocentesco ^.^
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Juliet scese dalla carrozza lentamente, lasciandosi ammirare dai passanti nello splendore del suo lucido abito nero. Evitò agilmente una pozza d’acqua mentre vi si specchiava per ammirare i lunghi boccoli rosso cupo che le incorniciavano il viso nel quale brillavano due meravigliosi occhi smeraldo. Si infilò i lunghi guanti e sospirò seguendo i suoi genitori. Un altro ballo. Da quando era entrata in società, dopo la grande festa della quale ricordava solo vaporosi abiti bianchi e fiumi di champagne, era in dovere di partecipare ad ogni ballo durante il quale doveva rispondere alle occhiate ammirate degli uomini e sorridere ai complimenti delle donne, inginocchiarsi davanti alle persone importanti e lasciarsi baciare la mano da  vecchi vedovi in cerca di moglie. Non ci trovava niente di divertente mentre i suoi genitori sorridevano compiaciuti e pensavano alle immense fortune che sarebbero riusciti ad avere se la loro figlia si fosse sposata con un ricco signore. E Juliet sapeva che in fin dei conti la sua bellezza era solo uno strumento di guadagno e che i suoi genitori volevano approfittarne in tutti i modi, calpestando il suo volere e ignorando totalmente la sua felicità.
-July, tesoro perché hai messo questo vestito così scuro?- disse sua madre contrariata.
-Lo sai che il nero mi piace.- rispose la ragazza, consapevole del fatto che il nero metteva in risalto la sua pelle chiara e il particolare colore dei capelli. La donna sospirò e spinse la figlia nella sala affollata. Subito arrivarono i padroni di casa, pronti a salutare i nuovi arrivati.
-Signorina Juliet, quest’abito le sta divinamente- sussurrò Matthew, il figlio dei padroni di casa. Juliet sorrise e ringraziò cercando di non ridere. Matthew, o come lo chiamava lei, Matt era suo amico fin da bambini. Entrambi ricordavano i giochi e le corse che facevano insieme, tutti i segreti che si erano raccontati finchè la società non aveva deciso che erano troppo grandi per poter stare anche insieme soli in una stanza ed era stato imposto loro di “non comportarsi più come due ragazzini di strada”, anche se Juliet definiva quel divieto degli adulti come “paura che due ragazzi si possano innamorare e che i loro genitori non siano d’accordo”. Non poteva spiegare che con Matt quel pericolo non c’era, anche se a volte aveva provato a guardarlo da un altro punto di vista. Osservava il suo bel viso incorniciato dai capelli biondo scuro e lo guardava negli occhi nocciola cercando di immaginare come sarebbe doverlo sposare e passare con lui il resto della vita. Nonostante fossero amici , sapeva che come marito Matthew non sarebbe stato proprio il massimo.
Matthew prese Juliet per mano e la portò al centro della sala. Accennò ad un inchino e disse:
-Posso avere l’onore di ballare con lei?- Juliet sorrise e annuì. Ballò con Matthew finchè gli invitati non cominciarono ad essere un tantino ubriachi e le danze si scatenarono. Juliet si avvicinò ad un finestra ed osservò la luna. Una meravigliosa luna piena si faceva spazio tra le nubi che perennemente coprivano Londra. Matthew le si avvicinò di nuovo e la tirò a sé per farla ballare. Stavolta le coppie formavano un cerchio e le ragazze venivano passate di cavaliere in cavaliere e sollevate da terra in un vortice velocissimo. Juliet partecipò e ballò con moltissimi uomini conosciuti finchè non si ritrovò tra le braccia di un ragazzo sconosciuto. Juliet rimase momentaneamente spaesata nel vedere gli occhi azzurri del ragazzo: un fiume azzurro striato di ghiaccio e ombre verdi, in contrasto con i capelli neri, neri come le ali di un corvo, neri come la seta del suo vestito. La sala fu illuminata dalla luce della luna, libera dalle nubi e Juliet sentì il ragazzo allentare la presa sulle sue mani. La passò ad un altro ballerino e uscì di fretta dalla stanza, a testa bassa. Juliet si avvicinò a Matt.
-Matthew, chi era quello?- chiese. Matthew la osservò attraverso il bicchiere pieno di vino.
-L’orfanello Keller. I suoi sono morti da poco e non si sa perché, viene da una zona fuori città. Ha ereditato un bel po’ di soldi, i miei lo hanno invitato per compassione, non perché conoscessero i suoi. E’ un tipo strano, comunque. Credo si chiami William. William Keller.-
-William Keller- sussurrò Juliet fissando la porta dalla quale era uscito. Rivide in suoi occhi così azzurri e profondi e chissà perché le venne da pensare alla luna piena lì fuori.
  
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