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Autore: Elias_    01/07/2011    3 recensioni
Tratta da una storia vera, la vicenda è stata adattata ai personaggi e al contesto dell’universo di Toryama. Spero che vi piaccia e vi invito a lasciarmi un parere, qualunque esso sia.
Sperando di allietarvi almeno un po’, vi auguro una buona lettura.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Vegeta si stese sul letto della sua stanza pronto per la notte, l'ora era tarda ed egli aveva appena finito il suo estenuante allenamento all'interno della navicella a gravità regolabile.
Mentre stava per finire fra le braccia di Morfeo, sentì un suono acuto ed improvviso, il verso di un qualche animale che si ripeteva continuo nella notte silenziosa. Poco dopo giunse alla conclusione che sicuramente si trattava di un qualche uccello. Nonostante il verso persistente si addormentò sfinito.

Vegeta si asciugò il sudore sulla fronte ed uscì dalla navicella gravitazionale diretto nella sua camera. Mancavano solo pochi minuti alla mezzanotte e la luna piena si ergeva maestosa nel cielo oscuro. Rientrato nella sua stanza, dopo aver fatto una breve doccia, si coricò, e come la sera precedente, sentì un forte e continuo pigolio provenire dal giardino della grande casa.
Fu catturato da quel pigolio costante fino a quando si addormentò.

Bulma si svegliò infastidita dai raggi del sole e si alzò sbadigliando rumorosamente.
Dopo essersi preparata, scese in cucina dove i suoi genitori stavano facendo colazione.
"Buongiorno" disse la ragazza salutando i due.
"Buongiorno tesoro" le rispose il padre.
"Ciao cara. Hai sentito quell'uccellino stanotte?"
Bulma alzò un sopracciglio dubbiosa "Un uccellino? Ah! Forse ti riferisce a quel suono che ho sentito. Sì, hai ragione, deve essere proprio un uccello! Non avevo capito cosa fosse quel suono anche se l'ho sentito questa e anche la scorsa notte, ma non vi avevo badato."
"Penso che sia un piccolo, ma non riesco a capire dove si trova perché di giorno non emette nessun suono" disse il padre, noto amante degli animali.
"Io credo di averlo sentito mentre sonnecchiavo" disse la scienziata.
"Sì, di solito si mette a pigolare verso la mezzanotte. Povero piccolo! Magari è stato abbandonato dalla mamma ed ora sta morendo di fame o di paura, chissà come soffre." disse sua madre.
Bulma si rattristò pensando alla possibilità che la donna avesse ragione e decise di risolvere lei la situazione.
"Facciamo così allora! Voi andate pure a dormire stasera, io rimarrò sveglia e appena inizierà a pigolare scoprirò dove si trova e se è stato davvero abbandonato lo porterò nella voliera che c'è nel nostro parco."
"Ottima idea tesoro!" disse la bionda "Tra l'altro a volte è anche fastidioso."

Il resto della giornata passò normalmente, Bulma e suo padre furono impegnati nel laboratorio, la padrona di casa annaffiò tutte le sue adorate piantine ed il Principe si allenò nella camera gravitazionale.
Giunta l'ora di cena Bulma e sua madre si misero ai fornelli.
"Credi che Vegeta mangerà con noi stasera? Mi manca tanto quel bel giovanotto a tavola!"
Bulma sospirò "Non so mamma, è una settimana che ha deciso di allenarsi senza pause. E' davvero folle!"
"Perché non vai a domandarglielo?"
Bulma si accigliò "Perché dovrei? Tutte le volte che interrompo i suoi allenamenti mi urla addosso! Se ha fame verrà da solo."
"E va bene."
Dopo cena i genitori della ragazza andarono a dormire esausti e lei rimase sveglia ad attendere il pigolio dell'uccellino. Oramai si era convinta che si trattasse davvero di un piccolo e voleva salvarlo dal suo destino crudele.

Verso le undici e mezza uscì sul balcone in attesa e alzò lo sguardo verso il cielo stellato.
A volte il silenzio sapeva essere un ottimo amico.
Mentre si rilassava, lasciandosi sfiorare dal venticello notturno, avvertì il suono della porta della navicella, usata dal Sayan per i suoi allenamenti, e la vide aprirsi.
Bulma guardò l'orologio, la mezzanotte era passata da poco, incredibile pensare che Vegeta si fosse allenato sino ad allora. Lo guardò mentre camminava verso casa, e poco prima di entrare, lo vide fermarsi e tornare indietro.
"Che fa?" si chiese.
Poi sentì il pigolio che attendeva e, presa una torcia, corse in cortile.

Vegeta cercava fra gli alberi seguendo il suono di quel pigolio. Non lo sopportava più.
"Maledetto pennuto, dove sei?" mentre guardava fra le fronde degli alberi sentì dei passi dietro di lui e notò la terrestre, ma la ignorò.
Lei lo guardo dubbiosa "Che stai facendo? Cerchi l'uccellino?"
Lui le rivolse solo un'occhiata e poi tornò agli alberi.
Bulma sospirò, parlare con lui era davvero arduo eppure le sarebbe piaciuto così tanto…
Presa dai suoi pensieri si ridestò solo quando Vegeta trovò un nido nascosto fra le grandi foglie.
"Eccolo!" esclamò la ragazza felice e si portò al fianco del guerriero.
I due videro l'interno del nido. Un piccolo uccellino disperato pigolava verso quella che Bulma definì "certamente la madre", che era schiacciata da un ramo che le era caduto addosso precedentemente, impedendole qualsiasi movimento.
Bulma mosse una mano verso il ramo ma il ragazzo la precedette.
"Che fai Vegeta?" la ragazza temeva che potesse fare del male ai due pennuti ma si sbagliava. Infatti il Sayan liberò la madre dal ramo che la immobilizzava.
"Ma…perché non si muove?" Bulma era preoccupata, anche se ora era libera, la madre del pulcino non si muoveva e il piccolo le si avvicinava cercando di smuoverla col becco.
"Non sarà…morta?"
"No" le rispose il Principe "Ha solo bisogno di recuperare le energie"
Vegeta le poggiò una mano sulla schiena e le trasmise un briciolo delle sue energie e queste bastarono per far rialzare l'animale che si dedicò al vezzeggiamento del suo pulcino.
La scienziata sorrise felice e Vegeta si allontanò per ritornare in camera "Hey! Aspettami."

La mattina dopo Bulma riferì ai genitori l'avventura notturna, anche se sua madre non capì molto bene la parte del trasferimento delle energie.
Il padre della donna sorrise "Bene, sono molto contento per il pulcino."

Scesa la notte Vegeta uscì dalla navicella, ma prima di andare a dormire, si diresse verso il nido.
Il pulcino dormiva presso la madre, finalmente aveva finito di pigolare!
"Non avrai per sempre una madre. Prima o poi si rimane da soli."
Ed entrò in casa, sotto lo sguardo di una giovane donna dagli occhi azzurri.




FINE

   
 
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