Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Cata_    02/07/2011    0 recensioni
Visto Devis? La desideri. Vuoi ucciderti.
Continui a frugare in ogni angolo quel maledetto sacchetto di plastica che ti ha piacevolmente rovinato la vita.
Sai dov'è. E' la tua mente che non vuole saperlo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Respiri piano.
La tua vita è andata a male.
Che menzogna.
Tu sei andato a male.
Chiudi gli occhi e respiri ancora.
Rendi gloria.
Ingoi il groppo in gola che ti si è, lentamente, formato.
Non è difficile, idiota.
Tu menti.
Fai un ultimo respiro e ti butti svogliatamente sul divano,
cominciando a fare zapping tra gli, inutili, canali televisivi.
Avresti potuto non farlo.
Invece l’hai fatto.
Cosa hai fatto?
Ti sei ucciso, ti stai uccidendo.
Spegni la tv, la voglia di lei ti assale, la voglia di ucciderti si fa sempre più succulenta.
Ne hai bisogno.
Non puoi averla. Non devi farlo.
Sii sincero con te stesso per almeno una volta, Devis.
La mente si annebbia.
Visto? La vuoi.
Giri lento l'angolo che conduce alla cucina e apri il cassetto. Quel cassetto.

 

-Dov'è? Dove cazzo è...?!- urli cominciando ad aprire gli altri cassetti, cercando lei.
 

Visto Devis? La desideri. Vuoi ucciderti.
Continui a frugare in ogni angolo quel maledetto sacchetto di plastica che ti ha piacevolmente rovinato la vita.
Sai dov'è. E' la tua mente che non vuole saperlo.
Batti un pugno sul muro. Fa male, ma non te ne importa, la vuoi.

 

-'giorno, Devis- saluta una voce femminile, risquotendo i tuoi pensieri.
 

Ti volti verso di lei, gli occhi rossi di rabbia e i muscoli delle braccia tesi.
Sorridi.
E così un falso e tremante sorriso si mostra a tua madre che ti adocchia preoccupata.

 

-Buon giorno, mamma.- rispondi istintivamente, girando la faccia dall'altro lato, imprecando.
 

Ti avvicini alla macchinetta del caffè e apri il cassetto delle posate.
E' lì.
La tua amante, la tua compagna è proprio lì, che ti fissa diabolicamente.
Prendila, è tua.
La tua mano destra parte da sola, velocemente la raggiunge e la stringe in un pugno, mentre tua madre continua a parlarti.

 

-Devis? Mi stai ascoltando?- ti chiede mentre la tua mente vaga oltre.


No, ora sei troppo impegnato.

-Scusa mamma. Non mi sento molto bene-
 

 

Ti dispiace mentirle, ma lo fai, lo devi fare ugualmente.

Così la uccidi, ucciderai anche lei.
Lo sai.
Sali pigramente le scale e ti rifugi in bagno.
Apri la mano, Devis.
Non lo fai.
Aprila.
Apri lentamente il pugno che, in quel momento contiene la tua morte e lo guardi, convinto di poterlo distruggere con il solo sguardo.
Eppure quasi come impossessato dal demonio apri il sacchetto e versi il contenuto, di enorme importanza per te, sulla lavatrice.
Ficchi la mano in tasca e trovi una scheda. Forse quella di lavoro.
Separi la polvere bianca facendola diventare una striscia corta quanto un dito, sottile ed invitante.

Dunque, senza far caso alla mira avvicini il viso alla morte.

Inspiri forte, sentendoti bruciare le viscere.

Tossisci appena questa ti attraversa le narici.
In ogni caso lo fai ancora e, respiri.
 Ignori la testa che gira e le gambe che cedono.
Ignori tutto, ignori tua madre che bussa forte alla porta.
E inspiri ancora.


Insomma respiri, respiri tutta la morte che ti attraversa le viscere graffiandole,
respiri la vergine bianca che ti rende gloria, respiri la fine delle tue paure.
Cocaina.

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Cata_