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Autore: Kurtofsky    02/07/2011    1 recensioni
David Karofsky, sin da bambino, aveva sempre avuto una vera e propria passione per le motociclette. Tant'è che conservava gelosamente tutti quei piccoli modellini che si faceva comprare dal nonno quando andavano insieme a fare la spesa - ricordava anche le impossibili piste che creava sugli scaffali del market, simulando il rombo del motore con la bocca. [Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest.]
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Dave Karofsky, Kurt Hummel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Motocicletta
Fandom: Glee
Personaggi: Dave Karofsky, Kurt Hummel, Burt Hummel
Genere: Introspettivo, Fluff
Rating: Verde
Avvertimenti: OneShot, What if? (E se…), Future!Fic, leggero Slash
Conteggio Parole: 1715 (FiumiDiParole)
Note: 1. Per chi ha aspettato tanto questa ficXD Ai pirati e all’amore della mia vita<3
2. La volevo fare già da tempo e visto che sono depressa perché non riesco a scrivere la fic horror… beh: scrivo questaXD
3. Future!Fic ambientata nel terzo anno scolatico, con Dave che ha accettato la sua sessualità ma che è ancora ‘nell’armadio’. Sicuramente è OOC, ma non è colpa mia se lo vedo come un ragazzo dolce ed educato .w. la cosa delle motociclette è data solo dal prompt ù_ù
4. Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome? GOD SAVE THE SHIP! I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 », scritta per la maratona a base di fanon.
5. Scritta anche per la mia Tabella Mista della prima Kurtofsky Challenge indetta dalla community Kurtofsky_ita. Questa è la mia tabella, il prompt scelto è Motocicletta.


{ Motocicletta ~



David Karofsky, sin da bambino, aveva sempre avuto una vera e propria passione per le motociclette. Tant'è che conservava gelosamente tutti quei piccoli modellini che si faceva comprare dal nonno quando andavano insieme a fare la spesa - ricordava anche le impossibili piste che creava sugli scaffali del market, simulando il rombo del motore con la bocca.
Passava ore e ore su quei modellini, riusciva perfino a restare incantato davanti alla tv mentre guardava i canali dedicati alle due ruote. Crescendo quella sua passione non era assolutamente diminuita, anzi: l'esatto contrario.
Sapeva tutto sulle motociclette, e anche se aveva sempre avuto un occhio di riguardo per le storiche Harley-Davidson, adorava lo stile italiano delle Moto Guzzi.
Solo suo nonno sapeva quanto desiderasse possedere una di quelle moto d’epoca da curare e ristrutturare e, per i suoi quindici anni, l’aveva portato in un deposito di Lima dove un suo amico gli aveva procurato una Moto Guzzi V7 Sport degli anni settanta.
Era stato amore a prima vista, e una volta tornato a casa si era rinchiuso per tutta la sera in garage a lavorarci.
Solitamente i ragazzi della sua età ricevevano una macchina da rimettere a nuovo ma sicuramente se fosse accaduto a lui non avrebbe passato tutte quelle ore dietro alla sua motocicletta.
Aveva coltivato quella passione sin da bambino e, in quel momento nel veder realizzato il suo sogno, non poteva fare a meno di dare il meglio. Voleva solo i pezzi migliori per ristrutturare la Moto Guzzi e per quel motivo andava spesso per i depositi - alcune volte in compagnia eh Azimio - alla ricerca dei ricambi più adatti.
Con l'entrare dei suoi diciassette anni la sua motocicletta era diventata quasi una valvola di sfogo, soprattutto durante il periodo nero che aveva passato a scuola a causa di Kurt Hummel.
Non era corretto dare la colpa al cantante ad essere sinceri, ma David si diceva che se Kurt fosse stato ‘meno gay’, sicuramente lui avrebbe avuto una vita da liceale meno turbolenta.
In fondo Dave aveva capito di essere omosessuale proprio a causa del più piccolo e della colossale attrazione che sentiva nei suoi confronti.
Si era sentito davvero male in quel periodo. Non riusciva ad accettarsi, si accaniva contro l'unica persona che poteva aiutarlo e... finiva per scappare da tutto e da tutti: perfino da se stesso.
Aveva fatto tanti errori e temeva di non riuscire a porvi rimedio, quindi si chiudeva in garage e sistemava la sua motocicletta che, mese dopo mese, iniziava a recuperare fascino che l'aveva caratterizzata negli anni settanta.
Ma ormai erano solo dei dettagli. Le cose erano cambiate, sia in lui che con Kurt.
Inaspettatamente era riuscito a porre rimedio ad alcuni dei suoi errori, a fare amicizia con Kurt e con l'entrare dell'ultimo anno di liceo anche ad accettarsi.
Certo, non sarebbe riuscito a dire da un giorno all'altro ai suoi genitori che era gay... ma David ormai sapeva di esserlo e il solo averlo ammesso gli aveva fatto capire che non sarebbe cambiato niente.
Avrebbe continuato a giocare a football, si sarebbe sempre vestito allo stesso modo e avrebbe lavorato ancora alla Moto Guzzi.
Già... la sua stupenda motocicletta che aveva solo bisogno di un motore nuovo e sarebbe stata perfetta!
Ci aveva messo quasi tre anni per arrivare a quel punto e sentiva di essere arrivato al capolinea.
La fine di un lavoro e l'inizio di una nuova vita... nel bene e nel male. Era stata una promessa fatta a se stesso dopo la 'tragica' serata del ballo.
Si era ripromesso di dire ai suoi genitori tutta la verità se fosse riuscito a terminare la ristrutturazione ma, soprattutto, avrebbe detto anche a Kurt dei suoi sentimenti.
Era stato azzardato ma ormai la sua Moto Guzzi era pronta e doveva mantenere la promessa. La tentazione di lasciarla incompleta era forte ma teneva troppo alla sua motocicletta per farlo, inoltre sapeva che era giusto mettere i suoi genitori al corrente di tutto... forse Kurt un po' meno, ma ci avrebbe pensato quando avrebbe avuto tra le mani quel pezzo per la sua Moto Guzzi.
Ovviamente non si aspettava di sentirsi dire da uno dei proprietari dei depositi che stava visitando che il motore che stava cercando lo poteva trovare sicuramente all'officina di Burt Hummel.
Scherzo del destino o fortuna?
Per la sua motocicletta era pronto a scoprirlo e, dopo essere restato per mezz'ora in macchina per un po' di auto-convincimento - sapeva che, nonostante il suo impegno con i Bully Whips, Burt non riuscisse ancora a vederlo di buon occhio -, si era deciso ad entrare nell'officina.
Era quasi l'ora di chiusura - aveva fatto un po' tardi - e i suoi occhi si posarono sull'unica persona lì presente.
Non era Burt Hummel, eppure stava lavorando su una macchina. Indossava una tuta sporca che diventava estremamente attillata sulle natiche quando questo si piegava in avanti sul motore - alzando un solo piede come per spingersi più avanti.
David deglutì quasi rumorosamente senza riuscire a distogliere lo sguardo da quel sedere... il cui proprietario, nel sentirsi osservato, si sollevò puntando le sue grandi iridi chiare sul 'nuovo cliente'.
Dallo sguardo che gli aveva rivolto, sembrava quasi che volesse dirgli " Siamo chiusi, signore.", ma nel riconoscere l'amico, Kurt, si illuminò in un ampio sorriso.
" Dave! Che bella sorpresa! Come stai? Scusa l'abbigliamento... ma mio padre mi ha chiesto una mano e non sono riuscito a rifiutare...", aggiunse subito con un po' d'imbarazzo nel farsi vedere in quelle condizioni, con la tuta da lavoro, dall'altro ragazzo.
" N-niente...", mormorò Dave osservando con interesse e curiosità il più piccolo.
Era la prima volta che lo vedeva in quello stato.
Kurt era sempre impeccabile in ogni situazione, mentre in quel momento era... 'sporco'. Forse quello per il cantante era fonte d'imbarazzo, ma David lo trovò ancor più adorabile e bello vestito in quel modo.
" Sei venuto semplicemente a trovarmi o hai problemi con la macchina?", domandò Kurt con un sorrisetto, prendendo una salvietta per pulirsi le mani.
" N-nessuno dei due.", rispose l'atleta cercando di riprendersi e di non fare una brutta figura.
Kurt era sempre sembrato irraggiungibile a David ma in quel momento era... più umano. Era una cosa stupida, ma il vederlo con una tuta sporca e con un po' di grasso sulla fronte lo rendeva al tempo stesso sia imperfetto che perfetto.
" Mi hanno detto che... tuo padre stava vendendo dei pezzi di una Moto Guzzi e... ero venuto per acquistarne."
" Ah sì!", assentì il cantante. " Ho capito a quale ti riferisci. Mio padre è nel retro, vieni."
" G-grazie..."
Sembrava così naturale a suo agio nel parlargli e nell'invitarlo a seguirlo, tant'è che Dave si mosse quasi senza rendersene conto – puntando inevitabilmente lo sguardo sulle natiche del ragazzo.
“ Papà.”
David inizialmente rimase per sicurezza dietro Kurt – anche se questo non poteva di certo nasconderlo – poi, prendendo un po’ di coraggio, si fece avanti incrociando lo sguardo di Burt Hummel uscito da sotto una macchina.
“ Salve…”, mormorò piano in saluto.
L’uomo lo fissò duramente rispondendo a sua volta con un cupo: “ Salve.”
“ Dave è qui per quei pezzi della moto che hai.”, spiegò Kurt con un ampio sorriso, spingendo il più grande in avanti con una mano.
“ Che ti serve?”
“ I-il motore, signore.”, rispode prontamente David. “ Per una… Moto Guzzi V7 Sport.”, spiegò poi.
“ Bel modello.”, commentò Burt pulendosi le mani. “ Kurt tu hai finito con il pick-up?”, chiese poi rivolgendosi al figlio.
“ Certamente. E non vedo l’ora di togliermi questa tuta. Puzza di grasso e olio.”, storse il naso come schifato, strappando un sorriso a Dave – si era trattenuto anche dal dirgli della macchia sulla fronte proprio perché lo trovava stupendo.
“ Torna pure a casa Kurt, tranquillo. Ci penso io al… tuo amico.”, lanciò un’occhiataccia a David. “ Vieni. Ti faccio vedere il pezzo che ho se è quello che cerchi.”
“ D’accordo, signore.”, assentì l’atleta, guardando l’altro ragazzo come a pregarlo di non lasciarlo solo, e accogliendo a sua supplica, Kurt seguì Dave e il padre.
Burt mostrò subito il motore della motocicletta che aveva smontato, gliel’aveva venduta un suo amico certo che un meccanico ne avrebbe fatto un uso migliore di lui.
“ È quello che cerchi?”, domandò.
David, dimenticandosi per qualche istante il terrore che provava nei confronti del padre di Kurt, scrutò il motore con fare critico sentendosi quasi sollevato nel vedere che era proprio il pezzo che cercava.
“ Sì, signore. È perfetto.”, rispose con un sorriso.
“ Stai ristrutturando la moto scommetto.”, commentò Burt dopo aver concluso la vendita di quel motore.
Vista la presenza del figlio avrebbe di essere almeno un po’ amichevole. In realtà aveva rivalutato David Karofsky già da tempo anche grazie alle lodi che Kurt aveva speso nei suoi confronti quando avevano discusso dei Bully Whips dopo il ‘fattaccio’ del Ballo Scolastico. Ma era più forte di lui, non riusciva ad essere pienamente gentile.
“ Da quando avevo quindici anni, signore.”, rispose rispettoso Dave, rubando una bassa risatina a Kurt – era buffo sentire l’atleta ripetere sempre ‘signore’ quando si rivolgeva a suo padre.
“ A che punto sei? Ti servono altri pezzi?”, chiese Burt.
“ Mi manca solo il motore ed è pronta, signore.”
Il meccanico non poté fare a meno di notare l’orgoglio nella voce del ragazzo e, dandogli le spalle con la scusa di sistemare delle chiavi, borbottò un: “ Quando l’avrai montata portala qui che le do un’occhiata.”
“ Davvero lo farebbe?”, domandò stupito l’atleta.
“ Certo. Così ho detto.”
“ Dai vieni Dave. Ti accompagno fuori.”, sorrise Kurt certo che suo padre fosse un po’ in imbarazzo. Sicuramente anche Burt aveva visto in David quello che aveva visto lui.
“ Arrivederci signor Hummel.”
“ A presto.”, borbottò ancora l’uomo mentre i due ragazzi si allontanavano insieme.
Hai conquistato anche mio padre.”, dichiarò Kurt una volta fuori dall’officina.
“ Come?”, David lo guardò stupito.
“ Mi sa che ha finalmente capito che sei un bravo ragazzo, Dave.”, sorrise.
L’atleta sorrise a sua volta imbarazzato.
Ormai aveva il motore e la sua moto era pressoché completa… poteva dire davvero a Kurt quali fossero i suoi sentimenti?
Salì in macchina poi guardò il cantante.
“ Senti… perché hai detto ‘anche mio padre’.”, gli domandò.
Forse perché io sono già stato conquistato da te.”, ghignò Kurt in risposta. “ Ci vediamo a scuola, Dave.”, e con un frettoloso gesto della mano tornò all’interno dell’officina, lasciando l’altro ragazzo sia stupito che imbarazzato.
Stupida femminuccia…”, borbottò.
Forse poteva davvero rivelargli i suoi sentimenti anche perché aveva la netta impressione che Kurt ne fosse già a conoscenza.
   
 
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