Dalla sua mente scivolarono tutte le giustificazioni per la sua visita che aveva tanto faticato a racimolare.

Ma sembrava che a lei non servissero.

Non era sorpresa, né arrabbiata quando disse: - Gli amici non si tradiscono, Harry.

Lui non seppe far altro che aprire e chiudere la bocca a vuoto.

- Sono importanti e bisogna essere sempre leali con loro.

- Luna…

Ma la porta già si era richiusa con forza sul suo naso, coprendo un distaccato “Salutami Ginny”.

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Di nuovo la porta si aprì.

Harry non ebbe neanche il tempo d’aprir bocca che disse: - Domani pioverà secondo te?

- N-non lo so.

- Devo partire. Non so se tornerò.

Lui si passò una mano tra i capelli e lasciò che continuasse, ma lei non disse nulla.

Inclinò la testa da un lato e sorrise malinconica. Poi fece un passo avanti e gli accarezzò il viso.

Harry, vinto dalla vicinanza l’avvolse con le braccia e l’attirò a se, ignorando i suoi muscoli irrigiditi, il suo sguardo sfuggente. Da egoista, cercò la bocca con la sua e fece aderire le loro labbra.

Neanche per un attimo lei si lasciò andare e quando seppe di essere abbastanza forte per farlo si staccò.

- Per colpa tua ho perso un’amica. E ora perdo te.

Qualsiasi cosa lui avesse detto, il legno della porta non avrebbe risposto.