Niente principesse o cose simili, solo un Kaito più -menefreghista?- reale con una situazione particolarissima ed una Luchia più grande e... leggete,spero vi piaccia.
Kiss, Micheila.
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Milky Way - The Real Dream Kaito scappava, le ammiratrici lo inseguivano per ogni dove; pronte ad invitarlo alla notte del Tanabata.
Only Chapter
Ancora non volevano accettare che era oramai felicemente fidanzato, man mano che il fiatone aumentava, Kaito, rallentava il passo sino a giungere di fronte alla villa dove lui e Mikaru vivevano. Rimase a fissarla per un tempo indeterminato, ricordando di quanto fosse fortunato ad aver trovato una ragazza dolce come poche.
Sorrise e con il battito cardiaco ristabilito entrò nell'enorme villa. Chiuse fuori quei futili problemi adolescenziali, era ormai all'ultimo anno di liceo ed era fidanzato da oramai tre anni. Era ciò che si definisce un uomo, non appena messo piede nel lussuoso ingresso una Mikaru euforica lo accolse saltandogli al collo e dandogli un bacio a fior di labbra.
Kaito la guardò, il maglioncino di cotone bianco e la gonna plissetata la rendevano assai seducente a gli occhi del giovane, ma ciò che contraddiceva quel corpo formoso sotto i vestiti era il volto innocente e delicato di lei. I capelli castani, gli occhi caldi e invitanti, provocanti e lussuriosi in molti dei casi; casi nei quali Kaito era intimamente coinvolto.
La giornata si svolse come al solito, Kaito che si dirigeva a scuola, Mikaru che lo salutava, lui che seguiva le lezioni e veniva rincorso dalle fan sfegatate. Il ritorno a casa, sempre più monotono e pressante, il continuo sentirsi in colpa.
Kaito sospirò, finì di fare i compiti e, con scarso preavviso, uscì di casa lasciando Mikaru sola in quell'enorme villa. Aveva voglia di cambiare, di vedere che esisteva qualcos'altro che la vita da sposati come la intendeva la sua dolce metà.
La sera scese in fretta ed il ragazzo pensò di avviarsi verso il templio per celebrare il Tanabata.
Mentre era per strada Kaito pensò a quanto avesse fatto in fretta e furia le cose, smanioso di crescere alla svelta ma che con la maturità di poi rendersi conto di quanto si sbagliasse sul fatto di non vivere la propria adolescenza.
"L'arcobaleno e la mia scia, che navigo in cerca di quella montagna..."
Una melodia interruppe i pensieri vorticosi di Kaito e lo indussero a fermarsi ed a guardarsi freneticamente intorno, finché lo sguardo non giunse ad una finestra, illuminata solo da una fioca luce di candela. Sul cornicione una ragazza sui ventun'anni, coperta dal sopra di una tuta aperta che mostrava esplicitamente una maglietta che non le copriva tutto il vetre, e delle culotte rosse. I capelli biondi sfatti, gli occhi castani rivolti al cielo. La schiena rivolta alla parete, la gamba sinistra piegata su cui poggiava il braccio, mentre l'altra gamba penzolava allegramente nel vuoto. Stretta nella mano destra una sigaretta accesa, i pennelli incastrati in mezzo ai capelli come fossero ferma capelli. Il volto impiastricciato di tinta così come le mani, Kaito la osservò sin nei minimi dettagli ed ascoltò affascinato la dolce melodia, chiudendo gli occhi. Bellissime immagini gli affioravano alla mente, ma a lungo andare la canzone terminò e lo sguardo della ragazza si posò su di lui che ancora teneva chiusi gli occhi, timoroso come un bambino di fronte alla sua più grande paura.
Facendosi coraggio Kaito aprì gli occhi ed incontrò quelli della ragazza che lo guardava divertita, lui arrossì e la salutò con la mano e lei ricambiò con un sorriso fino a quando non rientrò nell'appartamento.
Kaito si ricordava ancora come aveva conosciuto Mikaru, tramite sua madre, la quale aveva una passione sfrenata per questa. Non aveva ancora quindici anni. Assieme a Mikaru, conobbe anche suo fratello maggiore Rihito di quattro anni più grande e la sua ragazza, nonché sua futura moglie, Luchia Nanami. Un'artista esordiente che con la sua passione per la pittura e la vita aveva conquistato completamente il cuore di Kaito facendolo prigioniero.
Il ragazzo incominciò a correre, disperato per quel battito che non voleva placarsi al cospetto della stessa ragazza che aveva sentito cantare mentre si tava dirigendo al templio. Il suo sogno reale, nonché moglie di Rihito da ormai due anni, Luchia.
Non seppe come ma si ritovò con il volto per terra, per la precisione infilato nella sabbia come uno struzzo, e nelle orecchie la stessa melodia sentita più e più volte dalle labbra della donna amata.
Si girò al cospetto del cielo, il Tanabata era rovinato per lui ma poté comunque ammirare quella bellissima via lattea, testimone del suo doloroso segreto.
Fine