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Autore: Kurtofsky    03/07/2011    1 recensioni
“ Le pizze saranno qui tra un’ora.”, dichiarò e, più sollevato per quella piccola vittoria, si unì di nuovo ai cori per la nuova canzone di Blaine. Osservando di tanto in tanto l’ora per essere pronto ad accogliere le tanto desiderate pizze, allontanandosi dalla sala quando scorse dalla finestra la moto del fattorino.
Lo aspettò nel corridoio e, quando lo vide entrare con una pila di pizze in mano si sentì alquanto confuso.
“ S-sam?!”
[Affetta da Shipping compulsivo, partecipo all'iniziativa del forum « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest.]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurt Hummel, Sam Evans
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: You’re not alone
Fandom: Glee
Personaggi: Sam Evans, Kurt Hummel
Genere: Introspettivo, Malinconico
Rating: Verde
Avvertimenti: OneShot, Missing Moment
Conteggio Parole: 680 (FiumiDiParole)
Note: 1. Missing Moment di quando Kurt scopre di Sam e del fatto che lavora come fattorino<3
2. Il Kum non mi piace e questo non è slash ù_ù è friendship ù_ù<3
3. Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome? GOD SAVE THE SHIP! I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 », scritta per la maratona a base di fanon. Mi sono ispirata a questa fanart di ajjizom
4. No beta ù_ù


{ You’re not alone ~



Le prove dei Warbler proseguivano da ore ormai e Kurt, seduto sul divano, osservava Blaine cantare e ballare.
Era bravo, indubbiamente, ma con il suo atteggiamento faceva tanto ‘sono Dio sceso in terra’ e, secondo l’ottica di Kurt, secondo la quale Dio non esisteva, Blaine si stava comportando un po’ da… esibizionista.
Lui, con la sua voce, poteva stendere tutti, lo sapeva benissimo… eppure gli era stato consigliato di volare basso. Aveva accettato solo per mettersi in cattiva luce né con Blaine né con i suoi nuovi compagni, ma a lungo andare stava diventando frustrante.
Sbuffò e, non appena finita l’esibizione, alzò educatamente la mano.
“ Ragazzi che ne dite se ordino la pizza?”, propose giusto per rendere quella serata passata a provare canzoni dopo canzoni un po’ più familiare.
Thad storse inizialmente il naso ma Trent, subito seguito da Jeff e Nick, diedero man forte alla proposta di Kurt che venne accettata.
Con un sorriso soddisfatto chiamò una delle pizzerie che conosceva e fece il suo ordine.
“ Le pizze saranno qui tra un’ora.”, dichiarò e, più sollevato per quella piccola vittoria, si unì di nuovo ai cori per la nuova canzone di Blaine. Osservando di tanto in tanto l’ora per essere pronto ad accogliere le tanto desiderate pizze, allontanandosi dalla sala quando scorse dalla finestra la moto del fattorino.
Lo aspettò nel corridoio e, quando lo vide entrare con una pila di pizze in mano si sentì alquanto confuso.
“ S-sam?!”
Il ragazzo, stupito, provò a nascondersi dietro la sua consegna ma ormai era troppo tardi e, mordendosi le labbra, cercò di sembrare il più naturale possibile.
“ E-ehy Kurt…”
“ Che stai facendo?”, domandò il moro, prendendo le pizze per posarle su un tavolino.
“ Niente di che… io… ecco… aiuto un amico in pizzeria.”
“ Questa è una bugia, Sam.”, lo riprese Kurt fissandolo serio.
“ … è il mio lavoro.”, ammise piano.
Hummel non vedeva quale fosse il problema nell’ammettere che quello fosse il suo lavoro. Certo, non doveva essere tanto legale visto che il ragazzo era ancora minorenne, ma era normale. Un po’ tutti lo facevano.
“ Sam… che è successo?”
Doveva per forza esserci qualcosa dietro.
“ N-niente. Ora però devo andare e poi le pizze si raffreddano.”, si affrettò a dire, come se volesse scappare.
Sentiva la vergogna ed il dolore gravargli addosso e la voglia di sfogarsi fare a pugni con il suo orgoglio… che perse quando Kurt posò una mano sulla sua spalla.
Era un ragazzo forte e ottimista ma in quegli ultimi giorni si era addossato la disperazione dell’intera famiglia senza potersi sfogare… non poteva farlo. Non poteva deludere i suoi genitori e i suoi fratellini.
“ Sono tuo amico Sam. Con me puoi parlare.”, lo incoraggiò preoccupato, irrigidendosi quando vide gli occhi del biondo diventare umidi.
“ I… i miei genitori… hanno perso il lavoro…”, mormorò emettendo poi un singhiozzo. “ E… ci hanno buttati fuori casa… e viviamo tutti in una stanza di motel… devo lavorare per aiutare i miei… io… non ce la faccio più Kurt…”
Nascose il viso tra le mani come a voler celare quelle lacrime, chiudendo poi forte i pugni senza però riuscire a trattenersi.
Il moro lo guardò senza parole e, ignorando Trent che urlava dalla sala del coro di correre con le pizze, lo abbracciò cercando di calmarlo.
“ Sam si risolverà tutto… ne sono certo.”, mormorò, lasciando che l’altro ragazzo si appoggiasse a lui. “ E ora non sei solo ok? Ci sono io e sono pronto ad aiutarti in qualsiasi cosa, non esitare mai a chiedere, va bene?”
“ N-non posso…”
“ Si che puoi. Siamo amici e siamo stati anche compagni. Tu avresti fatto lo stesso per me. Giusto?”
Sam assentì e accennò un lieve sorriso.
“ G-grazie Kurt…”
“ Devi proprio andare via?”
“ Sì… ho altre consegne.”, rispose cupo.
“ D’accordo… fatti sentire ok? Sono sempre a tua disposizione.”, ripeté ancora Kurt, cercando di farlo capire al biondo che, annuendo ancora, accettò i soldi delle pizze ed una cospicua mancia.
Nonostante la promessa fatta a Kurt di chiamarlo, Sam era ostinato ed avrebbe cercato di tirare avanti da solo… anche se ormai era convinto che sarebbe sempre stato più difficile senza una spalla sulla quale appoggiarsi nei momenti di difficoltà.
   
 
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