Non sono mai stata brava con le parole.
Non ho mai raccontato a nessun della mia vita, di chi sono, cosa ero, cosa sono, cosa vivo.
Chiusa nella mia stanza... cioè... non completamente MIA, osservo il soffitto in silenzio, con il cellulare accanto, in attesa che squilli per un qualcunque messaggio.
Non voglio chiudere gli occhi, altrimenti mi addormento... e se mi addormento mio padre si arrabbia... di nuovo.
Se si arrabbia è la fine.
Se mio padre si arrabbia compare una nuova macchia nera sul mio corpo... e automaticamente altre domande partite da compagni di scuola.
Poi altre prese in giro.
-Che caldo...- mormoro a bassa voce a mia nonna, seduta sulla sua sedia a guardare la televisione nella nostra camera.
Lei mi sorride come al solito. Mia nonna non soffre il caldo. Lei ha sempre perennemente freddo, anche quando fuori fanno 42 gradi ed i ventilatori non funzionano per chissà quale motivo.
Si sente mio padre che si agita da fuori la porta, entra nervoso dentro la stanza, poi agita il dito indicando un luogo non specifico, spalanca gli occhi rabbioso e dice: -Metti subito a posto la tua stanza, immediatamente!-.
Ma perchè proprio oggi, Lunedì della seconda settimana di vacanze estive, mio padre doveva rimanere a casa? Non poteva starsene a lavoro come al solito e tornare alle dieci e mezza di sera?! NOOOOO, doveva aiutarmi a preparare la valigia.
-Ma papà,mi sono appena svegliata, vorrei riposarmi un po' prima...- mormoro lamentandomi un po', anche per nascondere il vibrare del mio cellulare che mi avvisa di un messaggio.
-METTI IN ORDINE LA TUA STANZA SENNO' DOMANI NON TI MANDO DA NESSUNA PARTE!- risponde severamente lui, scandendo le parole per bene.
Io non rispondo, non oso rispondere, lui esce dalla stanza.
-Fa come ti dice!- sussurra mia nonna con aria impotente, -Odio sentirvi discutere ogni volta... e poi vedere ui che ti picchia non mi piace, lo sai! Odio sentirti piangere-.
Annuisco silenziosamente, mordendomi il labbro.
E' difficile non vedermi piangere.
Quando ero piccola, frequentavo forse la quarta elementare, una mia compagna di classe autistica veniva presa in giro per la sua malattia.
Io, stupida come al solito, sono andata a difenderla. Da quel momento quegli idioti non l'hanno più presa in giro... però...
Un pomeriggio, ero scappata di casa piangendo per colpa di mio padre... e, guarda un po', gli stessi identici spiccicati compagni comparvero improvvisamente d'avanti a me.
Mi videro piangere, per la prima volta.
Videro piangere Sara, non la Sara Marcuzzi della scuola, quella che si finge forte per nascondere la sua debolezza... ma la VERA Sara Marcuzzi, quella debole ed infantile che non riesce a nascondere i suoi sentimenti.
Per loro, non pareva vero, e mi picchiarono con rabbia, ridendo come non mai.
E la cosa si ripetè diverse volte alle medie ed al liceo.
Ora ho 16 anni e la mia vita fa schifo.
Guardo il cellulare per leggere il messaggio.

"Ehi sa domani che fai? :3 Io e gli altri andiamo al centro in fumetteria, vieni con noi? ^-^
Vale .-."

Sbuffo. Perchè devono andare in fumetteria sempre quando io non posso?!

"Oi vale! :3 Domani mattina presto parto per il campo con la parrocchia, ricordi? -.- uff... comprate dei Manga anche per me D:
Sara -.-"

Poso il cellulare sul letto ed inizio a levare tutti i fogli usati la notte scorsa per disegnare. Non riesco proprio ad inventare una storia decente in questo ultimo periodo... e quelle vecchie non mi ispira più continuarle...
Il campo della Parrocchia... ci vado solo per non rimanere a casa.
Oddio, in Parrocchia ho parecchi amici come Davide, Marco e Francesca... ma non è che parlo più di tanto di me.
Sinceramente non parlo tanto di me neanche con i compagni di scuola... dopo l "campagna contro Sara" che hanno fatto quest'anno, perchè per loro i professori avevano pregiudizi troppo positivi su di me, ho perso molti dei miei cosidetti 'amici', tra cui il mio 'migliore amico' Matteo... e sono rimasti solo in 4, dentro la classe.
Uff... solo perchè i professori sanno perfettamente la storia di mio padre e mia madre eccetera eccetera... ma poi che cosa gli importa a loro... bah.

Comunque... quest'anno il campo è sull'affettività verso l'altro sesso... su come innamorarsi e bla bla bla... che palle, non me ne frega niente dell'affettività! Perchè non insegnano almeno in un campo a prendere bene i genitori?!
Mi siedo per terra con le gambe incrociate, con mia nonna che mi ripete di non farlo perchè il pavimento è freddo.
Alzo lo sguardo per osservare il lampadario che quando ero piccola mia madre dipinse per me e mi scende una lacrima dagli occhi.
Me l'asciugo velocemente senza farmi notare da nonna, tutta presa a guardarsi Uno Mattina.
Mi sento così sola...
Così sola...



zan zan zaaaaan...

Ebbene sì l'ho pubblicata °-°
Ma perchè l'ho fatto?!!? DD: spero non finisca come una di quelle fan fiction che non riesco a terminare >_< Uff... a questa ci tengo, spero di continuarla e finirla °^°
Allora, che ve ne pare di questo capitolo introduttivo sulla vita di lei? Bah non faceva tanto ridere .-. spero di far ridere qualcuno nei prossimi capitoli D: (non assicuro per il prossimo perchè è un capitolo introduttivo sulla vita di LUUUUI quindi ._____.).
Vi avviso, pubblicherò il prossimo capitolo se arriverò a quota 2 di recensioni °-° (oooh xD).
Beh, a presto ^-^

La vostra Baka (scema xD) Feddy-chan *rotola via*