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Autore: Jane The Angel    03/07/2011    3 recensioni
È strano camminare lungo questo vialetto, dopo tutto quello che è successo.Dopo la scomparsa di Alison, dopo l’incidente di Jenna… questa casa è piena di spettri, di ricordi che vorrei solo cancellare, di situazioni che vorrei non aver mai vissuto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: Pretty Little Liars

Timeline: Primo incontro di Emily e Toby dopo che lui è stato messo agli arresti domiciliari.

Challenge/Prompt:

PLL!Fest

- prompt Emily/Toby – Sotto il portico di casa

Note iniziali: Questa è la primissima volta che partecipo ad un’iniziativa come il PLL!Fest, cosa che mi mette un po’ di ansia, lo ammetto xD ho deciso di iniziare con la mia coppia preferita e, beh, questo è stato il risultato J

Disclaimer: Personaggi e luoghi non mi appartengono, ovviamente: se mi appartenessero probabilmente non sarei qui ;)

 

 

Semplicemente noi

 

 

 

È strano camminare lungo questo vialetto, dopo tutto quello che è successo. Dopo la morte di Alison, dopo l’incidente di Jenna… questa casa è piena di spettri, di ricordi che vorrei solo cancellare, di situazioni che vorrei non aver mai vissuto. Eppure lo vedo lì, seduto sotto il portico, i gomiti poggiati sulle gambe e lo sguardo su di me, e i miei piedi si muovono da soli nella sua direzione.

-Sei sicura di volerti avvicinare così tanto?- domanda Toby, scrutandomi con quei suoi occhi azzurri che non riesco a ignorare –Potrei aggredirti.-

Mi mordo il labbro, imbarazzata –Mi dispiace per quello che è successo. Ma se fossi venuta, quella notte, tu saresti scappato e sarebbe stato come la conferma della tua colpevolezza. Nessuno avrebbe creduto alla tua innocenza…-

-Quindi tutto sarebbe stato esattamente come adesso, ma non sarei rinchiuso qui.- mi fa notare quando mi fermo davanti a lui, pochi passi prima di raggiungerlo.

-Non tutti credono che tu sia colpevole.- ribatto.

-Ah, no?-

-Io so che sei innocente.- sussurro d’impulso.

Rimaniamo immobili, gli occhi negli occhi, immersi nel silenzio. In lontananza risuonano le sirene della polizia e per un istante non capisco se le sto sentendo davvero o se sono l’eco distante dei ricordi di quella notte. Toby mi squadra per qualche istante e sento il suo sguardo di ghiaccio pungere la mia anima, alla ricerca di risposte che a voce non sono in grado di dargli. Alla fine abbassa lo sguardo e per un attimo sono certa che mi chiederà di andare via: invece, dopo pochi secondi, mi invita a raggiungerlo –Vieni, siediti con me.-

Obbedisco, grata. So che non mi ha ancora perdonata e lo capisco, io stessa non l’ho ancora fatto. Eppure questa vicinanza che mi concede è un segno di cedimento e lo colgo al volo. Mi lascia un po’ di posto sullo scalino e mi accomodo, attenta a non guardare verso di lui, ancora incerta su ciò che potrei dirgli.

Sono sicura solo di una cosa, cioè di non volerlo perdere. Era sempre stato in qualche modo parte della mia vita: come fratello di Jenna, come nemico di Alison. Eppure da qualche tempo è arrivato a sfiorare il mio cuore, come mai nessuno era riuscito a fare prima.

-So di averti… deluso.- tento –So che non potrai più fidarti di me come prima…-

-Tu ti sei fidata quando tutte le tue amiche credevano che fossi un assassino.- mi interrompe, e anche se non lo sto guardando sento il suo sguardo bruciarmi la pelle –Mi fido di te, questo non può cambiare.-

Mi volto verso di lui e a stento riesco a parlare, trovandomelo così vicino –Non è una cosa saggia dare la tua fiducia a chi l’ha già tradita una volta.-

Scuote le spalle e sento il suo respiro sul viso –Non c’è saggezza nell’amore.- mormora, e sento le sue labbra posarsi sulle mie. Con dolcezza, solo per un istante, e chiudo gli occhi.

Non rispondo a quel bacio, non me ne lascia il tempo. Si separa da me dopo un attimo appena e mi mordo le labbra, cercando di trattenere il sapore dolce e amaro delle sue labbra. Non lo guardo, se lo facessi non riuscirei a trattenere le lacrime, ma nemmeno protesto quando mi abbraccia stringendomi a sé. Appoggio la testa sulla sua spalla e ascolto la sua voce che mormora vicino al mio orecchio. Non capisco le sue parole, forse non hanno nemmeno un senso, eppure quel suono mi sembra incredibilmente perfetto in questo momento.

Definire quello che mi lega a Toby è impossibile, come lo è comprendere i sentimenti che pulsano nel mio cuore. Forse lo amo, o forse non riuscirò mai a ricambiare quello che prova per me. Forse lo odio, perché è l’unico a poter spazzare via tutte quelle sicurezze che mi sono faticosamente costruita.

Forse, semplicemente, non esiste una parola adatta a categorizzarci, perché siamo semplicemente noi.

  
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