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Autore: LawrenceTwosomeTime    03/07/2011    0 recensioni
Un'ipotetica continuazione di Shadows of the Damned, in cui si narra cosa succede ai protagonisti direttamente dopo la conclusione del gioco. Ho cercato di replicare lo stile grottesco e l'umorismo scatologico del titolo originale. Enjoy!
Genere: Commedia, Demenziale, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"G, lo sai che odio metterti fretta ma se progettavi di fare un salto alla toilette ti consiglio di andarci adesso"
"Mierda!"
"Appunto"

Schiere di putridi demoni alati veleggiavano dietro la finestra, le loro sagome come ammassi di geometrie disordinate, eppure compatti nella loro distorta idea di coordinazione.
Che senso aveva attenderli a Johnson spianato quando entrambi sapevano che un esercito di decine, centinaia di dannati si sarebbe riversato nell'appartamento di lì a pochi minuti?
Garcia corse in camera da letto trascinandosi dietro una Paula che sembrava pronta per un concerto gothic rock, chiuse la porta con un triplo catenaccio e prese tra le mani il volto dell'amata, dolcemente ma con fermezza.
"Paula, il letto. Sbrigati"
Paula strabuzzò gli occhi eterocromi.
"Garcia, non mi sembra il momento adatto…"
"Por amor de la polla, Paula! Sposta il letto!"
Mentre la ragazza si affrettava a eseguire, Garcia tirò fuori un borsone dall'armadio e cominciò a stiparvi in gran fretta lo stretto indispensabile: munizioni per Johnson, amuleti protettivi, una fiaschetta di piscio di gatto andaluso per sterilizzare le ferite da demone e un ricambio di boxer.
"Non lascerai che ci catturino, vero G?"
Johnson fluttuava impaziente per la stanza mandando bagliori verdastri.
"Perché lo sai che cosa succederebbe se Fleming mi mettesse le mani addosso… Come minimo finirei a fungergli da scovolino per il cesso, cosa che – vista la sua dieta a base di homo sapiens – avrebbe delle serie ripercussioni sul mio metabolismo. Per non parlare dell'uso improprio che potrebbe fare delle mie proprietà estensorie – è incredibile cosa si può ottenere partendo da un flacone di lubrificante e un barattolo di morfina…"
Garcia agguantò al volo l'ex-demone e lo fissò dritto nelle orbite.
"Stai parlando di Paula? No te preocupes: nel caso si presentasse l'eventualità, non esiterei un istante a troncare i rapporti"
"Sei un amico, G, dico davvero"
Paula si appoggiò al muro, ansimante. Sotto il riquadro di pavimento che prima ospitava il letto, si spalancava una botola che dava sull'Oscurità.
"Dopo l'ultimo viaggio ho pensato che valeva la pena lasciare aperta la porta sul retro", spiegò Garcia.
"Ma sei pazzo?", sbottò Paula, "L'Oscurità ci consuma; mentre quelli, là dentro, diventano più forti!".
"Nay, bambina! Questo pozzo di spurgo serve anche da – como se dice – è un conduttore. Ci porterà nella Terra dei Nephilim, lo spazio infinito che circonda l'Inferno. È un buon posto per nascondersi"
Johnson fischiò.
"Davvero, Garcia, se non sapessi che questa è una fan fiction direi che ti stai dimostrando più intelligente del solito!"
Un rumore di vetro che rovina a terra, e poi versi disumani riempirono il salone antistante.

La porta schizzò via dai cardini e una squadra di vampiroidi sbavanti fece irruzione nella camera, i tendini in decomposizione che si trascinavano a terra come filamenti di muco.
Paula e Johnson si erano già infilati nella voragine. Rimaneva solo Garcia, in piedi di fronte a una centralina ricavata da uno scanso nella parete. Li studiò amabilmente come se fossero ospiti di riguardo. Poi digitò un codice sulla pulsantiera e si tuffò nella botola.

Hasta la vista, pendejos

Mentre precipitava a velocità sempre più rovinosa nei gorghi blu catrame del condotto, Garcia avvertì distintamente sulla pelle il calore di un'esplosione che l'aggettivo "catastrofica" avrebbe reso degnamente, se solo l'avesse conosciuto.
E la puzza di carne bruciata.

Quando atterrò nelle lande desolate in cui lo attendeva la fida arma multifunzione, il suo giubbotto viola era più rosso che mai, talmente inzaccherato di frattaglie e sanguinacci da sembrare la livrea di un guardaporta napoletano.
Avrebbe voluto tossire, rotolarsi nella malerba e fare tutto quello che fanno le fighette americane quando gli impiastricciano la marsina, ma aveva problemi più urgenti a contendersi la sua attenzione.
"Paula? Donde fucking estas Paula?!"
Johnson assunse un'espressione desolata (per quanto desolata possa suonare l'espressione modulata da un teschio), e disse: "Non che non abbia provato a fermarla, ma come darle torto se si è tuffata nella boscaglia strappandosi i capelli e gridando come un'ossessa dopo aver visto quello…"
Garcia si girò lentamente. Mimetizzato tra le rocce a non più di tre metri da lui, sibilava un gigante macilento con quattro paia di orbite rivestite da altrettanti vetrini. Le costole spuntavano come denti storti dagli incavi nel torace, e la dentatura seghettata lo faceva sembrare uno squalo che fosse stato rattoppato da un chirurgo radiato dall'albo.
"Sottoscrivo: l'avrei fatto anch'io, se avessi capelli da strappare, corde vocali con cui gridare e un apparato intestinale per…", aggiunse Johnson, ma Garcia lo agguantò e gli diede una scrollata prima che potesse continuare.
"I demoni non possono uscire dall'Inferno senza l'autorizzazione di Fleming… Chi sei, cabron?"
Il mostro dagli occhi trasparenti uscì alla luce della luna piena e si chinò per avvicinare il muso a quello di Garcia.
"Dovrei chiederlo io a voi", flautò con voce trapanante.
"Me ne stavo qui, quatto quatto tra le frasche a pasteggiare con una parmigiana di lucertole fresche, quando piove dal cielo una donna umana seminuda che si mette a invocare la protezione di Betelgeuse!"
Garcia lo prese per le corna, niente affatto con cortesia, e disse:"Io ti conosco. Tu sei un parente di Cristopher!"
"Anche tu hai parentele nel mondo demoniaco?", chiese Johnson. "Lo sapevo che il tuo – BEEP – non poteva essere il frutto di un'unione consensuale!"
Ignorandolo, il gigante disse:"Tu stai parlando di Chris, il mio povero fratello deceduto! Lo conoscevi"
"Aspettate, aspettate. Christopher il mercante?", si intromise Johnson.
"Che cosa gli è successo?", volle sapere Garcia.
"Mah, sai, niente di grave. Subito dopo aver rimesso insieme i pezzi, Fleming l'ha trovato che bazzicava le segrete del suo castello, e ha risolto che era meglio trasformare la sua spina dorsale in un rotolo di carta assorbente. Di quelli che usano per fabbricare i Tampax"
"Oh. Mi dispiace", commentò Garcia reclinando il capo.
"Fa niente. Io sono Lee!", disse giovialmente il demone porgendo la mano.
"Un momento", fece Johnson. "Tu ti chiami Lee? E tuo fratello di nome faceva Christopher?"
"Risparmiami i commenti per favore, mi sono bastati gli anni di liceo. E poi, noi demoni siamo molto più antichi di voi umani: il giorno in cui quell'uomo ha ricevuto il nome si è verificata una catastrofe naturale in Nuova Zelanda"
"Parlando di te, che cosa ci fai qui?", chiese Garcia.
Lee si grattò la testa con un unghione. "Seguo le disposizioni del sindaco. Recentemente ha deciso che far impalare e castrare tutti i suoi detrattori avrebbe richiesto un notevole impiego di risorse, così ha preferito bandirci. Il che, se permettete, suona molto meglio che fare affari con un individuo del suo calibro"
Johnson fece una risatina.
"Ma l'ho capita solo io?", aggiunse poi.
"Che ci dici di Paula?", tagliò corto Garcia.
"Oh, è andata da quella parte. In direzione opposta alla Città dei Dannati, presumo, quindi non dovete preoccuparvi. La Landa dei Funesti è il luogo in cui si radunano i demoni che sperano di rovesciare Fleming, dei tipi a posto, tutto sommato"
"Cosa intendi con "a posto"?"
"Se sono di buon umore, si limiteranno a cucirle addosso un ratto vivo per trasformarla in un distributore ambulante di muffe commestibili"
Garcia stava già correndo in direzione della selva.
"Johnson!!"
"Ho capito, ho capito. Ma non lamentarti se poi ti si irrita il cavallo"

E il faro di una motocicletta demoniaca illuminò a giorno la macchia che divideva Garcia Fottuto Hotspur dalle grazie della sua amata.
  
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