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Autore: Roxanne Potter    03/07/2011    4 recensioni
[Risposta a una sfida, Crack Pairing : Professor Raptor\Petunia Dursley.]
La donna tornò a voltarsi per prendere il suo caffè e lo sorseggiò in silenzio. Raptor continuava a osservarla e si sentiva stranamente colpito dal suo sguardo : era diffidente, tranquillo. Si trattava di una Babbana, ma qualcosa lo incuriosiva, in quella donna.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Petunia Dursley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
- Questa storia fa parte della serie 'I Crack Pairings spaccano.'
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Salve! Lo so, l'introduzione vi ha sconvolti. Lasciate che vi precisi un paio di cosine, prima di lasciarvi alla lettura...
1 Su Wikipedia c'è scritto che la Rowling ha dichiarato che Raptor, prima di insegnare Difesa Contro le Arti Oscure, insegnava Babbanologia. Quindi, questo non è fanon.ù.ù
2 Raptor potrebbe risultare OOC, dato che lui era un nemico e bla bla bla, ma io ho pensato che qualche anno prima di incontrare Voldemort fosse una persona normale, e che sia stato il Signore Oscuro a cambiarlo e renderlo malvagio.
Ok, adesso... buona lettura! (Un attimo, come dimenticare! Dedico questa storia a tittivalechan91, colei che mi ha proposto questo assurdo pairing!:D

                                                                                                                 *

Due vite si sfiorarono.

-Cosa le posso portare?
Quirinus Raptor sussultò e alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo.
L'uomo che lo stava fissando con aria seccata aveva lineamenti rozzi, il volto incorniciato da capelli neri sfumati di grigio. Puliva quasi con frenesia un bicchiere di vetro, con una piccola pezza bagnata.
-Oh, io... giusto un bicchiere d'acqua, grazie.
L'uomo grugnì qualcosa di incomprensibile, lasciò stare la pezza e il bicchiere e ne prese un altro.
Lo riempì da una grossa bottiglia verde, poi lo consegnò a Raptor, le folte sopracciglia aggrottate.
A volte sono proprio strani, questi Babbani.” pensò lui, mentre allungava una mano per coprire meglio che poteva le pagine, fitte di appunti sugli incantesimi.
Ringraziò, prese il bicchiere e se lo portò alle labbra, mentre osservava con attenzione il caffè Babbano dove aveva deciso di fermarsi.
Quirinus Raptor insegnava Babbanologia nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Un docente ancora giovane, di appena trentadue anni, che aveva approfondito le sue conoscenze sui Babbani durante i suoi anni di studio a Hogwarts. La cosa gli era stata facilitata dal fatto che i suoi nonni materni non possedessero poteri, e quindi lui passava molto tempo con loro, quand'era ragazzo, a farsi raccontare delle abitudini di quella vita.
Sua madre era Nata Babbana, e suo padre discendente da una stirpe di Purosangue, ed entrambi avevano sempre approvato il suo interesse.
Ogni estate, Raptor lasciava Hogwarts per mescolarsi tra i Babbani, studiare i loro comportamenti e i nuovi progressi. Gli piaceva moltissimo poter sedersi in uno di quei locali e osservare la gente che si comportava nel modo che aveva sempre giudicato normalissimo, vivere la vita senza immaginare la magia che si nascondeva a pochi passi da loro.
C'erano due ragazze che stavano uscendo dal bar, e Raptor si trovò a pensare per l'ennesima volta che scarpe così alte e vesti che arrivavano a malapena al ginocchio sarebbero state davvero sconvenienti, nel mondo dei maghi.
Fu attirato dalle urla di un gruppetto di uomini, seduto in fondo, attorno a un tavolino. Fissavano lo scaffale alto dov'era posto il televisore, un congegno Babbano che Raptor giudicava geniale: era come una scatola, le cui immagini prendevano vita e potevano muoversi, tipo le immagini delle figurine Streghe e Maghi Famosi, legandosi in una serie di fatti.
In quel momento, il televisore stava mostrando una partita di calcio.
Tutte quelle persone che inseguivano un pallone per colpirlo con i piedi erano davvero buffe, secondo Raptor. Ma lo affascinavano.
-Un caffè, grazie.
La voce di una donna. Raptor si voltò. Non si era reso conto che una donna era andata a sedersi accanto a lui, e si era appena girata per guardarlo.
Non risultava particolarmente bella, con quei lineamenti quasi cavallini, il collo lungo e il corpo magro.
Ma osservandola più attentamente, Raptor apprezzò quei capelli biondi e soffici che cadevano sulle sue spalle, la collana di perle, il vestito rosa chiaro che le donava una certa eleganza.
La donna tornò a voltarsi per prendere il suo caffè e lo sorseggiò in silenzio. Raptor continuava a osservarla e si sentiva stranamente colpito dal suo sguardo : era diffidente, tranquillo. Si trattava di una Babbana, ma qualcosa lo incuriosiva, in quella donna.
E poi, sarebbe stato scortese non parlare, erano seduti proprio vicini. Tanto per concludere, ogni occasione era buona per avere un contatto diretto con i Babbani.
-Buon pomeriggio, signora.
Lei staccò le labbra dalla tazzina.
-Buon pomeriggio.
Aveva una voce un po' roca, ma gli piacque. Desiderò poterla ascoltare ancora una volta.
-Quirinus Raptor, piacere.
Posò il bicchiere per porgerle una mano, e lei la strinse, sorridendo leggermente.
-Petunia Dursley, piacere.
-Abita qui, a Little Whinging?
-Esatto.
-E cosa fa nella vita?- domandò Raptor.
-Sono sposata e mi occupo di un figlio.- rispose lei, e tornò a bere. Non sembrava coinvolta dalla conversazione, ma neanche infastidita. Guardava forse con diffidenza la camicia di Raptor, viola sgargiante, piena di rammendi e con un fiore all'occhiello.
Ipotizzò che fosse per cortesia, quando gli chiese: -E lei?
-Io insegno...
Esitò per un istante. Non poteva dirle di essere un professore di Hogwarts, naturalmente.
-Insegno inglese, in una scuola di Bristol. Sono a Little Whinging per una vacanza, sa, dopo un anno passato tra studenti indisciplinati...
Petunia annuì, e nel suo viso sembrò passare un lampo di comprensione.
Posò la tazza di caffè vuota sul bancone e portò una mano alla borsa, probabilmente per prendere i soldi.
-Beh, io devo andare. Arrivederci.
-Arrivederci.
Quasi distratto, Raptor sollevò il libro, deciso a riporlo nello zaino rovesciato davanti alla sua sedia.
Notò che gli occhi di Petunia Dursley si soffermavano sulla copertina del libro e poi si spalancavano, inorriditi e colmi di sorpresa. Sbiancò.
-Tutto bene, signora?- chiese Raptor mentre si affrettava a chinarsi verso lo zaino. Vi fece scivolare il libro.
-I... io... certo. Va tutto bene. Sto bene.- rispose lei, rigirandosi delle monete tra le mani.
Ma non sembrava stare bene. Non appena aveva guardato il libro, il suo viso era cambiato. Ora lanciava a Raptor occhiate quasi disgustate e impaurite.
Ha visto il titolo.” rifletté lui, mentre la donna pagava e si alzava rapidamente. “Ma i Babbani non credono alla magia. Perché dovrebbe essere sconvolta? Potrebbe pensare che si tratti di qualche manuale di prestigio...”
-È sicura di stare bene?- domandò ancora.
-Certo, sto benissimo. Ho solo fretta di tornare a casa.- disse lei. Sembrava sforzarsi di mantenere un tono cordiale, nonostante nei suoi occhi ci fosse un barlume di furia.
Si allontanò da lui come se potesse saltarle addosso da un momento all'altro, l'aria nervosa, i tacchi che sbattevano sul pavimento. Uscì dal bar quasi di corsa.
Raptor rimase immobile a fissarla, perplesso, chiedendosi cosa avesse la donna. Non poteva essersi spaventata per aver letto la scritta “Sortilegi e incantesimi trasfiguranti.”
O era forse una di quelle fanatiche religiose, convinte che qualsiasi persona che avesse a che fare con la stregoneria fosse in realtà un satanista.
Scrollò le spalle. Peccato che fosse fuggita così. Quella donna lo incuriosiva sinceramente.
Fu così che, in quel pomeriggio del diciotto agosto 1987, due vite si sfiorarono, inconsapevoli di essere entrambe una parte integrante di un'altra anima, destinate a non rivedersi mai più.
   
 
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