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Autore: Bimba di Nebbia    14/03/2006    7 recensioni
Lui aveva sollevato un peso che da troppo tempo opprimeva il suo cuore, lasciandola libera di parlare, confessando tutto quello che sentiva, offrendosi spoglia di qualsiasi finzione a quello sguardo che bruciava sulla pelle come brucia il ghiaccio quando entra a contatto con essa.
- Te lo prometto.
Semplicemente.
Genere: Generale, Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era una giornata di pioggia ad Hogwarts.
Pioggia incessante, violenta. Un lieve freddo.
Gli studenti erano chiusi nelle loro Sale Comuni, seduti comodamente nelle loro poltrone, a scherzare con gli amici, davanti a un fuoco scoppiettante. Caldo. Rassicurante.

Tutti. O quasi.
Una ragazza dai folti capelli scuri, molto mossi, occhi nocciola, bellissimi, aveva deciso di uscire.
Le piaceva la pioggia, le piaceva sentirla addosso, a bagnarle i vestiti.
Le dava un senso di... Pace.
Come una lenta carezza che attraversava tutto il suo corpo.
Per purificare. Lavare via tutta quella rabbia, la delusione, la tristezza.
Cercare di dimenticare quel graffio al cuore.
Con Ron era finita.
Ron, il primo ragazzo che le aveva fatto girare la testa, battere il cuore più veloce, Ron, per cui aveva passato ore davanti allo specchio, Ron, che l’aveva fatta sentire amata, desiderata, bella.
Speciale, insomma.

Un rapporto che ci aveva messo del tempo a sbocciare, per splendere al massimo della sua bellezza. All’inizio non era che un timido, pallido bocciolo, che chiamavano Amicizia.
Poi si era schiuso, piccolo, splendido miracolo. Un nuovo fiore, fresco, delicato. Bellissimo. Dal profumo inebriante.

Un rapporto che era finito in un istante. Quel fiore era improvvisamente appassito, morto. Tutto quel profumo era diventato un tanfo disgustoso. La bellezza era svanita in un attimo. Marcio.
Questo era tutto quello che vedeva pensando a lei e a Ron.
Marcio.

Poi i ricordi. Si riversavano nella sua mente come quella pioggia che scendeva incessante sul suo corpo, a bagnarle i vestirli.
Solo che quella pioggia sottile che le stava invadendo la mente era più simile ad una cascata di spilli che le trafiggevano il cervello.

Rivide in un attimo tutti i bei momenti, la tenerezza del loro rapporto, i sorrisi, le occhiate, le mani di lui sul suo corpo... La voglia che aveva di toccarlo, di sentirlo. La pelle di Ron, calda sotto il suo tocco.

Un altro ricordo le si affacciò alla mente, insistente, doloroso. Quel ricordo ossessionava le sue giornate, era nei suoi sogni. Era dovunque, tormento quotidiano.

L’entusiasmo con cui stava andando a trovarlo. Si sentiva bella quel giorno. Voleva vederlo. Sentiva il bisogno di lui. Della sua pelle, delle sue mani, dei suoi capelli rossi, delle lentiggini che aveva sul volto, di quel sorriso, di quell'aria un po’ goffa, della sua voce, del suo profumo...

Poi, il cuore che mancava un battito.
Era lì, appena uscito da un allenamento di Quidditch. E stava baciando Calì Patil in un modo così... diverso.
Come non aveva mai fatto con lei.
I loro baci erano morbidi, teneri, dolci, lievi.
Quel bacio era forte, passionale, quasi violento.
Pieno di un desiderio che lei non aveva mai conosciuto.

E poi, la prima di tante lacrime. Di troppe lacrime.
Bruciante e salata, le aveva solcato la guancia destra.
Un sussulto. Improvvisamente quel viso che si voltava. Quel viso che aveva amato, accarezzato.
Che la guardava con occhi diversi.
Colpevoli, cercando inutilmente di nascondere quel desiderio ancora acceso.

Tutto è confuso, nella mente di Hermione, quel ricordo è annebbiato dal dolore, dalle lacrime.
Il rossore sulle guance di lui.

Calì che fa una risatina isterica.

E poi poche parole.

"Hermione, credimi, io... lei..."
Ma non gli aveva dato il tempo di finire. Aveva troncato quelle inutili scuse, aveva assunto un’espressione gelida. Aveva costretto la voce a non tradirla, cacciato indietro le lacrime, vinto quel nodo che le stringeva la gola, parlando con voce ferma, che non ammetteva repliche.
"No, Ron, non ci sono scuse. Non c’è più niente. Addio. "

Dopo aveva corso, mentre le lacrime le solcavano le guance.
Le gambe si erano fatte improvvisamente pesanti. Sentiva la testa girare, pulsare.
Si era trovata comunque dentro Hogwarts, era corsa davanti alla Signora Grassa, mormorando la parola d’ordine, aveva corso fino ai dormitori femminili e poi si era gettata sul letto.
Aveva lasciato scorrere altre lacrime, copiose, lungo le guance, a bruciarle il viso.
Aveva dimenticato cos’era il tempo. Aveva dimenticato tutto, se non quell’immagine, di Ron che baciava una ragazza con passione, con desiderio, con voglia. Un bacio bellissimo.
Solo che la ragazza non era lei.

E poi era arrivato Harry. Non aveva detto niente. Le si era semplicemente avvicinato. Si era seduto sul letto. Lentamente. Movimenti perfetti e delicati. Aveva preso ad accarezzarle i capelli, un gesto lento, colmo d’affetto. Hermione aveva provato a dire qualcosa, ma lui l’aveva tranquillizzata, dicendole semplicemente: “Ssshhh. Adesso ci sono io. Sono qui.”
Ed erano rimasti lì, lui a passarle la mano tra i folti capelli, lei con gli occhi gonfi di lacrime ed il cuore di un dolore sconosciuto.

Era questo che Hermione pensava, mentre le sue lacrime salate si univano alla pioggia, mentre era fuori a lasciarsi accarezzare dal freddo.

Un ragazzo la osservava da una finestra. Capelli biondi, occhi di ghiaccio, pelle candida e perfetta.
Draco Malfoy.

  
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