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Autore: La Kurapikina    04/07/2011    1 recensioni
Dopo un litigio fra Hyoga e Shun è Aphrodite a risolvere le cose...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Pisces Aphrodite
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: Jaden_Jesse_MJJ è mia sorella e abbiamo scritto storie con la stessa trama per divertimento.

 

 

 

Lo trovò sdraiato a terra, nel prato, con l’erba alta che lo nascondeva quasi per intero: si sedette al suo fianco silenziosamente, ma sapeva che il suo piccolo amico era a conoscenza della sua presenza.

“Ciao Dite…” sussurrò infatti Shun: aveva gli occhi chiusi e le braccia spalancate, il viso dolce era tirato e stanco.

“Seya mi ha detto che hai litigato con quella sottospecie di papero.” Fece nervoso il cavaliere d’oro guardando l’orizzonte triste per come stava l’altro: “Allora, cos’ha fatto ‘sta volta quel russo?”

Il bel viso di Aphrodite era mutato in un ghigno di disprezzo: come osava quel biondo platinato trattar male il suo piccolo angioletto?

Ѐ stata colpa mia.” Disse piano l’angioletto in questione rimanendo immobile, ma l’altro si accigliò leggermente e fece ironico: “Si, Shun, se dovessi ascoltare te sarebbe sempre colpa tua…” ma poi gli prese una mano e chiese più dolcemente: “Seriamente tesoro, cos’è successo?”

Shun si mise a sedere raggomitolandosi contro il petto dell’amico e parlò a voce bassa, gli occhi ancora chiusi mentre Dite lo abbracciava da dietro, cullandolo lentamente: “Sono stato indelicato: Hyoga vuole tornare in Siberia per potersi immergere ogni giorno e visitare sua madre e io gli ho detto che era da stupidi farlo. Si è arrabbiato un sacco e se ne è andato dicendo che sono uno stronzo insensibile e che non lo capisco. È lui che non capisce Dite, i ghiacci lo attirano verso la morte, mentre qui è al sicuro con i suoi amici… lo faccio solo per il suo bene!” Shun singhiozzava contro la spalla di Aphrodite che lo strinse maggiormente cercando di dargli conforto: “Andrà tutto bene.” Sussurrò fulminato da un’idea improvvisa: “Vieni, ti porto dagli altri.”

Aiutò Shun ad alzarsi e lo accompagnò per mano fino alla residenza Kido lasciandolo alle cure di Seya, Syrio e Ikki; andò a cercare quel maledetto russo insensibile.

Salì le scale due a due e spalancò violentemente la porta della stanza di Hyoga arredata come tutte le stanze degli ospiti: un letto piccolo, una scrivania e un armadio che poteva contenere si e no dieci indumenti.

Il biondo era sdraiato sul letto con ai piedi una valigia vuota e teneva le mani sul viso, nascondendolo.

“Io. Ti. Odio.” Scandì il cavaliere d’oro chiudendosi violentemente la porta alle spalle: “Ma Shun no, lui ti vuole bene per quanto questo sia da folli.”

“Ciao Aphrodite.” Disse semplicemente Hyoga, con voce piatta, rimanendo immobile.

“Ascolta biondo.” Riprese Pesci buttando in là le gambe dell’altro e sedendosi sul bordo del letto. Gli poggiò entrambe la mani sulle ginocchia e sibilò duro: “Vorrei tanto spaccarti quel bel faccino che ti ritrovi, ma mi trattengo solo per non far arrabbiare Shun: lui cerca sempre di fare solo il tuo bene proteggendoti, mentre tu, che dovresti difendere lui, lo fai soffrire! Dovresti sapere quanto è fragile, soprattutto da quando siete tornati dall’ Hades.” Dite adorava in modo quasi reverenziale il suo piccolo angioletto, anche se un tempo erano stati nemici: lo vedeva come una creatura delicata ed indifesa che andava protetta a tutti i costi, per questo si accaniva tanto contro Hyoga che sembrava dimenticarlo troppo spesso.

“Io…” il biondo sembrava in difficoltà e stava per piangere: “Lo so che lo fa solo per me e per questo gli voglio un bene dell’anima, ma non posso proprio dimenticare mia madre.”

Hyoga singhiozzava e per la prima volta da quando si conoscevano Dite si sentì in dovere di stargli vicino: lo fece sedere con dolcezza e lo abbracciò come solitamente faceva con Shun, cullandolo: “Lui non ti chiede di dimenticarla, solo di non continuare fra i ghiacci o prima o poi ne farai la tua tomba.”

Hyoga lo guardò colpito da quelle parole e Dite riprese carezzandogli i capelli: “Tua madre non rivive infondo al ghiaccio, ma nel tuo cuore e non hai bisogno di stare in Siberia per dimostrarle il tuo amore, mentre Shun è qui, vivo e tangibile, ed ha costantemente di te e di tutti i vostri amichetti.”

Hyoga fece un piccolo sorriso ed Aphrodite urlò, cogliendolo impreparato: “Shun!”

Pochi secondi dopo il cavaliere di Andromeda aprì lentamente la porta quel che bastava per infilare dentro la testa nella stanza e vedere cosa volevano da lui, ma l’unica cosa che vide fu un biodo che si fiondò ad abbracciarlo scusandosi in tutte le lingue del mondo.

Aphrodite si sdraiò soddisfatto sul letto di Hyoga mentre i due piccoletti si riappacificavano ridendo e piangendo insieme… facendo un po’ di tutto insomma.

Il prode Dite, però, si stava già preparando alla sua prossima missione: le stanze dei piccoli bronzini erano troppo brutte per lasciarle così!

Doveva assolutamente parlare con Lady Saori, anche se ormai, a suo parere, quella ragazza aveva perso irrimediabilmente la femminilità ed il buon gusto… meno male che c’era lui!

  
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