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Autore: Kary91    04/07/2011    16 recensioni
[TVG!Fest - child!Klaus/child!Elijah]
“Fratello, secondo te che cosa c’è dentro il pozzo?”
Ripete il minore rivolgendo lo sguardo in direzione del cielo che si stava annerendo in fretta.
Elijah continua a camminare pur rallentando appena per concedersi di riflettere con calma.
Già sa che con Klaus bisogna avere pazienza.
“L’acqua credo.”
È abbastanza sicuro che la sua risposta sia corretta, eppure il fratellino non sembra per nulla soddisfatto.
“E sotto l’acqua cosa c’è?”
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elijah, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The well's children.'
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Scritta per il TVG!Fest con prompt child!Elijah/child!Klaus - “Fratello, secondo te che cosa c’è dentro il pozzo?”

  

Dedicata  in tutto e per tutto alla carissima donna Lady Aika, perché l’ho scritta per lei e perché, per colpa, sua credo di essermi follemente innamorata di questi due.

 

The Wolf in the well.

klaus



 

 

C’è qualcosa, nel pozzo.

Questo è ciò a cui pensa Niklaus, mentre le sue gambette esili di bimbo si arrampicano sulla pietra.

C’è qualcosa, io l’ho sentito.

Mantenendosi in equilibrio precario, il ragazzino dai capelli color sabbia china il capo per immergere lo sguardo nell’oscurità del pozzo. Nella mano sinistra, pinzata fra il pollice e l’indice, una creaturina si divincola, oscillando ritmicamente.

Klaus osserva incantato i movimenti della lucertola, mentre lo sguardo prosegue oltre, andando nuovamente a scontrarsi con il vuoto sotto di lui.

Quell’oscillare ritmico gli ricorda un po’ i momenti in cui si appende a cavalcioni di un ramo e incomincia a dondolare. Ogni tanto i suoi occhi scrutano il cielo; ogni tanto la terra.

E non mai è facile per lui decidere quale, fra i due, preferisce ammirare.

“Niklaus”.

La voce di suo fratello lo raggiunge alle sue spalle.

“Niklaus, mettila giù: le fai male.”

Una mano, poco più grande di quella di Klaus, si attorciglia attorno alla sua caviglia.

“La sto tenendo piano.” Sussurra Niklaus,  con voce esile. Non è mai stato un gran chiacchierone: è un bambino silenzioso, talvolta anche troppo. “Se vuole, può scappare.”

E le rare volte in cui parla, lo fa bisbigliando.

“Se scappa, cadrà nel pozzo”.

Elijah, suo fratello, gli fa notare. Gli occhi scuri dal taglio particolare inseguono i movimenti preoccupanti della lucertola, mentre il minore dei due bambini continua a stringerle la coda.

Niklaus sorride, contemplando il buio che si estende sotto di lui. Non vede nulla, in realtà. Ma l’ignoto è un concetto terribilmente irresistibile per un fanciullo curioso come lui.

E poi c’e qualcosa, là sotto.

“Forse cadere è divertente.”

Le parole di Klaus hanno una cadenza infantile, ma vi è una sfumatura, nel suo tono di voce, che ricorda qualcosa di ben più antico e remoto.

“Forse cadere le piace.”

Forse è davvero così. E Niklaus potrebbe anche scoprirlo, se solo lasciasse andare la coda della lucertola.

Che cosa c’è sotto il pozzo?

Forse potrebbe cadere anche lui: giusto per scoprirlo.

Salta giù, Niklaus!

Una vocina fastidiosa lo incita, ronzandogli in un orecchio.

Che aspetti?

Riflettendoci, più che un ronzio, quella voce gli ricorda il verso di un animale: un latrato.

“Mettila giù, Klaus. Adagiala sulla pietra: la stai ferendo.”

La vocina scompare.

Niklaus si ridesta dal torpore dei pensieri, contemplando in silenzio le parole del fratello maggiore.  Obbediente, si accovaccia su una sponda del pozzo e lascia andare la creatura, che si affanna a sfuggirgli con andatura nervosa. Klaus e Elijah la osservano per  qualche istante, prima di perderla di vista.

Eppure, Klaus continua a seguirla ancora per un po’, seppur non guardandola. Le sue orecchie rincorrono lo zampettare ritmico dell’animale e un sorriso spontaneo si arrampica sul suo visetto di bimbo.

“Secondo te che cosa c’è nel pozzo?”

Niklaus atterra sul suolo polveroso con un balzo, ignorando il fatto che le sue ginocchia siano troppo piccole per poter affrontare simili altezze.

Elijah gli tende la mano e Klaus la afferra in silenzio – ha una manina esile e sottile – lasciandosi guidare con aria serena.

In momenti simili,Elijah riesce perfino a dimenticare le stranezze del fratello e i ragionamenti talvolta poco adatti a un bambino così piccolo.

Ogni tanto Klaus è strano.

Ogni tanto gli mette addirittura un po’ di paura.

Ma, per la maggior parte del tempo, Niklaus rimane semplicemente suo fratello.

Il più piccolo, forse anche troppo gracile per la sua età.

Klaus è il fratello su cui deve vegliare.

Fra i sette è il più vulnerabile e forse proprio per questo, per Elijah, Klaus è quello da amare più di tutti.

E Niklaus lo sa bene.

“Fratello, secondo te che cosa c’è dentro il pozzo?”  ripete il minore, rivolgendo lo sguardo in direzione del cielo che si sta annerendo in fretta.

Elijah continua a camminare, pur rallentando appena, per concedersi di riflettere con calma: già sa, che con Klaus, bisogna avere pazienza.

“L’acqua, credo.”

È abbastanza sicuro che la sua risposta sia corretta, eppure il fratellino non sembra per nulla soddisfatto.

“E sotto l’acqua cosa c’è?” domanda ancora il più piccolo, affrettandosi, per stare al passo del maggiore.

Questa volta Elijah ci riflette un po’ più a lungo.

“Forse il cielo?” risponde un po’ incerto, scoccando un’occhiata alla distesa azzurra sopra di loro.

Dopotutto, riflette, la notte e il nulla sono dello stesso colore.

Ma a Klaus quella risposta non basta e Elijah se lo sarebbe anche dovuto aspettare: conosce bene suo fratello.

“E sotto l’acqua, sotto il cielo… Che cosa c’è?” torna a domandare il fanciullo, inciampando nei suoi passi. Rimane a terra, attendendo che il maggiore lo aiuti a sistemarsi nuovamente in piedi.

“Non c’è niente, Niklaus.”

Elijah si affretta a spolverargli le ginocchia sporche di terriccio e lo prende nuovamente per mano.

“È tutto zitto, là sotto”.

Ma non è tutto zitto, Klaus lo sa di per certo.

Un rumore lo distrae da quei pensieri e il bimbetto si china per afferrare un bastone. In silenzio, si domanda come mai certe cose le riesca ad avvertire solo lui.

Ci sono cose – rumori, odori – che i fratelli non sono in grado di riconoscere.  Talvolta sono semplici rituali quotidiani della natura: come il vento. Ogni tanto, però, sono passi, proprio come in quel momento.

Lo zampettare ovattato di un cane li raggiunge, finalmente individuabile anche le orecchie di Elijah. Klaus sorride, sfilandosi dalla presa del fratello per incominciare a rincorrere l’animale, il bastone teso, pronto a colpire.

“Aspetta, Niklaus!”

Il richiamo del maggiore rimane sospeso nell’aria, mescolato alle risate del piccolo Klaus che, con fatica, tenta di star dietro alla bestia: ma non è per quella corsa che ride.

Niklaus ride, perché in quel momento ha capito.

Klaus lo sa, che cosa c’è sotto il pozzo.

Lo sa che cosa c’è dopo l’acqua e dopo il buio.

Là sotto, nascosta, indebolita e magari anche spaventata, c’è una creatura. Un animale: un lupo.

Lui l’ha sentito ululare.

E, anche se per ora decide che tutto questo non gli importa – preferisce ridere, si dice – sa anche che, prima o poi, in quel pozzo finirà per caderci dentro.

 

Nota dell’autrice.

Ebbene, preparatevi a un bel papirozzo, questa volta.

Questa piccola cosina qui ne ha bisogno.

Dunque, partiamo dal fatto che ci sono certi personaggi, a mio parere, che non possono essere raffigurati semplicemente come dei bambini. Personaggi come Klaus (e Katherine) sono talmente particolari e complessi che il solo pensiero di provare a scriverci mi ha sempre fatto paura. Ma ho fatto questo tentativo con il nostro antagonista per eccellenza e adesso provo a spiegarvi un po’ cosa cercavo di trasmettere con questo scritto.

Immagino Klaus bambino come un ragazzino piuttosto fragile per la sua età. Forse proprio perché il Klaus che abbiamo conosciuto è spaventosamente pericoloso. Non riesco a immaginarlo come un bambino puccioso in linea con gli altri miei child. Lo immagino come un bambino curioso, innocente certo, ma non completamente, come ci fa notare Elijah, descrivendo i suoi comportamenti talvolta un po’ strani. E questo suo essere in bilico tra l’innocenza del bambino e  quella parte di sé che poi lo porterà ad essere il Klaus che conosciamo, è rappresentato dall’immagine iniziale con lui che fa penzolare la lucertola sopra il vuoto del pozzo.

Per quanto riguarda il pozzo e il buio: ho pensato che Klaus potesse avvertire dentro di lui cose che lo rendono diverso dai suoi fratelli. Klaus è un bambino molto attento e sensibile a suo modo, dunque riesce ad avvertire la parte lupesca addormentata dentro . Si accorge di riuscire, talvolta, a sentire cose che gli altri non sentono e quel pozzo rappresenta effettivamente proprio l’animo di Klaus. Là in fondo, il bimbo dice di aver sentito l’ululato del lupo. Ed è così anche dentro di lui. Avverte che c’è il lupo. Ma è ancora troppo piccolo per volerci dare veramente importanza. Pur essendo piccolo, tuttavia, già sente che, prima o poi, deciderà di volerci avere a che fare. Klaus l’ho descritto anche molto sveglio, forse troppo, per la sua età. Ma non riesco a vederlo in altri modi. Lo immagino come un ragazzino brillante fin da subito. E la caratterizzazione di Elijah mi ha dato un po’ di problemi, ma spero di aver reso abbastanza bene sia lui, sia la sua interazione con Klaus.

Il suo "ferendo", l'ho inserito anche se è una parola che difficilmente direbbe un bambino. Ma trovavo ci stesse bene con il contesto "antico", a tratti mistico degli originari.

Non so se mi sono spiegata bene, ma spero che si riesca comunque a capire qualcosa xD

 

Detto questo vi lascio (le note d’autrice sono praticamente più lunghe della storia) e vi abbraccio.

Laura

 

 

   
 
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