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Autore: Rette_Bubu    04/07/2011    2 recensioni
Quando in fondo ad una storia d'amore c'è solo una decisione da prendere, ma nessuno dei due ha il coraggio di intraprenderla.
Quando una canzone riesche a parlare meglio di parole, parole, parole ed ancora parole. Troppe ed inutili.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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No Warning Sign, No Alibi.

No warning sign
No Alibi
We're fading faster
than the speed of light

Took our chance
Crashed and burned
No we'll never ever learn

Ancora una volta faccia a faccia, l'uno seduto dalla parte opposta del tavolo. Ogni tanto uno sguardo. Spento. Apatico. Freddo come l'inverno.
Egli prese la testa tra le mani, ancora una volta. Era una procedura ormai quotidiana che si ripeteva più volte al giorno.

I fell apart
But got back up again and then
I fell apart
But got back up again yeah..

We both could see
Crystal clear
That the inevitable end was near

Made our choice
Trial by fire
To battle is the only way we feel alive

La loro relazione ormai era all'usura, peggio di un paio di jeans portati per anni ed anni.
Vi erano degli strappi, delle chiazze chiare ed alcune, ben poche, scure. I fili sgualciti, quasi si separavano al solo sguardo.
Innumerevoli furono le liti. Innumerevoli furono i pianti, principalmente da parte di lei. Innumerevoli furono gli scongiuri, le preghiere ad un Dio, se davvero lassù ve ne fosse stato qualcuno. Innumerevoli le volte in cui ella tornò a suonare alla sua porta ancora in lacrime. Innumerevoli le volte in cui egli, ancora con l'angoscia per il litigio, riapriva la soglia, l'abbracciava a sé e con sospiro affannoso le sussurrava parole confortanti.

And I fell apart
But got back up again and then
I fell apart
But got back up again and then
I fell apart
But got back up again

Way oh Way oh

Innumerevoli, ma non c'erano più. Dovevano solo che accettarlo.
Sarebbero stati in grado di rialzarsi di nuovo dopo quell'ultima caduta e, una volta ripresa in mano ognuno la propria via, avrebbero continuato la loro strada, questa volta separati.
In quel momento nelle loro menti i ricordi prendevano di nuovo colore su uno sfondo grigio-seppia. Particolari in luce che, piano piano, andavano ad affievolirsi. Sentimenti che, ancora al pensiero, arrossavano le loro gote. Aprivano un sorriso. Un sorriso che si scioglieva poi nell'imbarazzo.

So here we are
the witching hour
The quickest tongue
to divide and devour
Divide and devour

If I could end the quest for fire For truth, for love, for my desire myself...

And i fell apart
But got back up again

“Jared, è una follia!”, esclamò la madre.
“Non dirmi che è... Lei!! No, non ci voglio credere!”, lo guardò stupito il fratello.
“Sì! Perché? Che c'è di male, spiegatemelo!!”, guardò loro interdetto.
Possibile che loro, la sua famiglia, coloro che lo avevano supportato, e sopportato, in tutto e per tutto, in ogni grande pazzia, adesso creavano dei problemi per una storia d'amore?
Che poi... a loro cosa importava?
L'importante era che lui fosse felice, no?
Oltretutto, Sharon non era una fan o una poco raccomandabile che ne approfittava della sua fama, anzi!, era nel mondo musicale anche lei.
Si erano conosciuti nella loro casa discografica. Era stato proposto loro di fare un duetto, come era successo con tanti altri, se non fosse stato che quel pomeriggio, quando si incontrarono per la prima volta, al fine di chiarire i vari appuntamenti necessari per la registrazione, qualcosa li catturò.
“Eh... emmm... Ciao! sì... Piacere Jared!”, si ritrovò a balbettare come un ragazzino, senza riuscir a scollare gli occhi da quelli della ragazza.
Shannon lo guardò incuriosito. Suo fratello che si imbambolava a parlare? Quando mai?
“Ciao, piacere! Io sono Sharon”, sorrise impacciata ella sua volta. “Ah sì! Ho sentito il tuo ultimo cd”, improvvisò egli. Bugia.
“Grazie”, abbozzò la giovane mentre si presentava al resto del gruppo.
“Sei giovanissima, no?”, si sedettero sui divanetti dello studio nell'attesa dei propri manager.
“Beh, sì. Ventun'anni”, rispose arrossendo.
Shannon guardò il fratello con espressione inquisitoria, Jared tentò di trovare una spiegazione, ma, per fortuna, in suo soccorso arrivarono i produttori.
Due ore di riunione e pianificazione, poi dovettero separarsi.
“E' stato un piacere”, si congedò Sharon.
“Piacere mio!”, ribatté prontamente il cantante, “ci vediamo domani!”. La seguì uscire, quando due manate piombarono sulle sue spalle.
“Fratellino mio...”, iniziò il moro.
“Si?”, finse disinteresse l'altro.
“La smetti?”.
“Di fare cosa?”. “Di fissarla, se ne è andata, vorrei farti presente”.
“Di cosa stai parlando?”, mentì.
“Non fare lo scemo”.
“Vuoi negare che è figa?”, cercò di deviare i loro pensieri salendo successivamente in macchina.
“Quindi una come le altre: una notte e via?”, chiesero conferma divertiti.
“Ovviamente”, mentì fissando il tragitto al di fuori del finestrino. Eppure no, lei non era una delle tante da collezionare.
Lei era delicata ai suoi occhi. Lei era dolce, fresca, allegra, solare. Lei era piacevole.
Possibile che uno si possa innamorare a quarantun anni, soprattutto di una che potrebbe essere sua figlia, tra un po'?, pensava di continuo.
E così di nascosto iniziarono a frequentarsi. Nascondendosi da tutto e tutti e, in particolare, dalla famiglia di lui.
Al suo domandare, egli le aveva spiegato che era una situazione difficile che, nonostante il buon rapporto che aveva Sharon costruito con il fratello grazie al lavoro, non avrebbero capito e, in quel momento, non aveva voglia di discutere anche con loro.
“Appena quei casini che abbiamo in casa si sistemeranno, te lo giuro, che gliene parlerò apertamente”, le sussurrò una sera a cena, dopo una discussione sul perché egli non volesse parlarne.
“Se ti vergogni di me, perché sono una ragazzina... Se non mi vuoi... Basta dirlo e, una volta finiti gli impegni discografici che abbiamo, sparirò dalla tua vita. Lo giuro”, bofonchiò.
“Non dirlo neanche per scherzo, Sha”, l'abbracciò dandole un bacio sulla nuca.
“Non voglio che te ti senta in dovere di nulla o che boh... Ti sente mio protettore come un padre”.
“Non l'ho mai fatto, anzi! Quello che è tornato quindicenne sono io. Te eri, e sei, matura. Il pivello sono io”, la fece sorridere, “credimi, a breve tutto cambierà”.
E quel fatidico giorno era davvero arrivato.
Proprio quando le acque in famiglia Leto si erano placate, arrivò l'occasione per Jared di rendere il tutto pubblico, alla faccia delle malelingue e degli sguardi di traverso dei familiari.
“Piccola! Ho la soluzione”.
Un giorno appena arrivati in studio Jared trascinò Sharon nel bagno, chiudendo a chiave la porta.
“Beh, interessante come prospettiva, ma non mi sembra il caso, Amore, non ora”, giocò ella.
“Quello dopo! Ho una novità che so ti piacerà”, esclamò entusiasta. “Mi fai paura, Jared, parla!”. Lo guardò sempre più intimorita. “Tra due settimana c'è il matrimonio di mia cugina...”, lasciò in sospeso la frase.
“Beh, beeeeene. Felicitazioni a lei, ma quindi?”.
“Tu vieni con me. Senza discussioni”.
“Cosa? Ma sei impazzito? No, no, no, non se ne parla neanche. Io ti chiedevo di parlarne con tuo fratello almeno, perché mi sento una ladra, non ti ho chiesto il debutto in famiglia!”.
“Beh, io lo dirò prima a Shannon e co, e poi te verrai al matrimonio con me!”.
“Ma hai iniziato a drogarti? Cosa hai mangiato stamattina a colazione? Qualcosa di avariato”, recitò come se fosse alla ricerca di qualche linea di febbre sulla fronte del compagno.
“Finiscila! Sto benissimo”, le bloccò i polsi e la baciò con dolcezza, come sempre, il collo.
“Non vale così però! Non è leale!”, sbottò ella che piano piano stava cedendo alle sue tentazioni.
“In guerra ed in amore vale ogni mezzo, l'avevi mai sentito?”, le riportò le stesse parole che ella si divertiva a dirgli nelle loro serate più intime.
“Che stronzo che sei!”.
“Mi ami per questo, no?”, le sorrise.
“Ne sei proprio certo? Sicuro che non sia per il tuo conto in banca?”, ricordò alcuni scherzi che era solita fargli quando stavano assieme le serate lontane dalla luce del giorno, dove avrebbero potuto scoprirli.
Un po' per sfida, un po' per gioco, un po' per incoscienza ed amore portarono avanti quella storia per mesi.
“Stasera ci vediamo da te dopo che parlo con le belve?”, le chiese in fine.
“Va bene”, acconsentì ella mordendosi il labbro felice.
Lo osservò uscire dal bagno ed inspirò profondamente. Ne era del tutto innamorata e non poteva negarlo. Tanto meno a se stessa.

Way oh
Way oh
Way oh
Way oh
Way oh
Way oh
Way oh
Way oh
Way oh..

E così si ritrovarono i due fratelli e la madre a chiacchierare nella cucina della donna.
“Jared, è una follia!”, esclamò la madre.
“Non dirmi che è... Lei!! No, non ci voglio credere!”, lo guardò stupito il fratello.
“Sì, perché? Che c'è di male, spiegatemelo!!”, guardò loro interdetto.
Gli veniva da ridere. Inevitabile. Come chiedere ad un ragazzino perché segue un determinato gruppo piuttosto che un altro. La risposta sarebbe sempre la stessa: “ma loro... loro sono loro! Inimitabili”.
L'espressione di Jared si interpretava così.
“E non mi hai detto nulla!”, continuò Shannon per la propria tangente.
“Ci conosciamo da quarant'anni e te non ti sei davvero mai reso conto di nulla?”, questa volta era il più piccolo a meravigliarsi.
“Non dirmi che è una fan!”, si intromise la madre.
“No, Mamma”, risposero i due in coro.
“Mh, allora va bene”, commentò per tranquillizzarsi.
Jared la indicò al fratello, con un sorriso vincitore, raggiante, soddisfatto. Da perfetto bambino che aveva appena avuto la propria rivincita.
“Dillo a mamma che Sharon ha vent'anni meno di te!”, esclamò indispettito.
“Christine non era da meno, o sbaglio?”.
“Quattordici”, puntualizzò.
“Ah beh! In effetti cambia molto!”.
“Christine è americana e abita poco distante da noi”.
“Che discorso del cazzo, Shan!”
“Jared, per favore. Hai presente che con Sharon andremo in giro anche per parte del tour?”, era la sua ultima spiaggia per far cambiare idea al fratello.
“Sì ed in effetti questa è la parte più eccitate. E ribadisco, lo stesso vale per te. Per parecchio Christine ha aperto i nostri concerti”.
Shannon si allontanò esausto da quella conversazione che ormai non aveva più né capo né coda.
“Vedi di non fare la merda con lei domenica!”, gli urlò dietro per poi rivolgersi alla madre.
“Sei felice, Jared?”, le chiese infine ella.
“Mai stato così felice, mi sento completo finalmente”, le sorrise dolcemente.
“E allora va bene! Non vedo l'ora di conoscerla”.
I due si abbracciarono.
“Mamma, devo scappare e dirle di cercare il vestito. Ci sentiamo domani! Ti voglio bene e salutami mio fratello! Ciao!”, saltellò fuori dalla porta come un folletto e si piombò giù per le scale di casa.
Salì di corsa in macchina. Frizione, acceleratore, e via!
“Perché sei contro? Non è una brava ragazza?”.
“Un'ottima ragazza, mamma. Ma ha vent'anni, lui quaranta, non credo possa funzionare”.
“Lascialo decidere a loro questo”, gli sorrise e gli fece una carezza, “buonanotte, Amore, a domani!”.
La donna si congedò.
“Notte, Mamma”.
Era l'una e mezzo di notte quando Jared riuscì infine a raggiungere l'appartamento di Sharon, la quale, in attesa del compagno, si era addormentata.
Il suono del campanello la fece sobbalzare. Controllò l'ora sull'orologio.
Suonarono ancora. Ancora confusa si avviò all'uscio: Jared.
“Pronta per domenica? Mi raccomando un vestito non troppo bello o poi devo fare a botte con la gente che ti fissa”, attaccò a parlare felicissimo come un bambino nel giorno di Pasqua.
“Aspetta, Jared, un attimo. Non ti capisco, sei troppo esagitato”, sorrise divertita.
“Mamma non vede l'ora di conoscerti”.
“O mio Dio, Jared. Ma... Shannon?”.
“Shannon fa un po' il capoccione ma sono sicurissimo che è felice pure lui. Si diverte solo a rompermi i coglioni, anche perché Chealse ha quindici anni in meno di lui, quindi deve stare solo che zitto”, la prese in braccio e la fece girare esaltato.
“Jared, fermati ti prego o finiamo per terra tutti e due”, lo supplicò ridendo.
Molte preoccupazioni in meno. Potevano finalmente vivere la loro storia in perfetta tranquillità, con molti meno sotterfugi.

I fell apart
I fell apart
I fell apart
I fell apart
I fell apart

But got back up again...

Ed eccoli ancora lì. Seduti davanti alla solita tazza di caffè, senza il coraggio di porre una vera fine.
Come puoi porre fine alla storia con l'unica persona che ti aveva preso in tutta la tua vita, che ti aveva reso felice dopo un lungo periodo di confusioni, tristezze, falsità?
Il lavoro gravava su tutti e due faticosamente. Per i primi tempi, ritrovarsi dopo un faticoso tour, era l'unica cosa che attendevano. Subentrarono le liti, le incomprensioni, le scenate di gelosia da parte di Jared verso le troppe libertà dei fan maschili di lei.
“Ma Jared, ma cosa dovrei dire che hai donne dai dodici ai sessant'anni che ti rincorrono per le vie?”, una volta gli chiese.
“Non riversare le colpe su di me”.
“Ma quali colpe?! Jared!”, ma era troppo tardi, ormai la ben oltre la soglia di casa.
Passarono settimane prima che ricominciassero a sentirsi. Quando un giorno decisero di incontrarsi e chiarire, una volta per tutte.
“Dobbiamo porre fine a questo calvario”, ruppe ella il ghiaccio.
“Già”, acconsentì egli.
“Con te ho passato il periodo più bella della mia vita, non mi sono mai sentita così innamorata e, soprattutto, amata. Se portiamo avanti questa situazione di merda, apatica, di totale indifferenza, come se non ci stessimo male, cosa che non è, è peggio. Rovineremmo tutto quello che di bello, favoloso, c'è stato. Perché? Perché dovremmo farci del male ulteriore?”, gli chiese mentre un nodo le stringeva ancora la gola.
È sempre così difficile dire addio a chi hai amato. A chi ti ha aiutato. A chi è stato importante, davvero.
“Hai ragione. Magari dopo una piccola pausa potremmo risentirci come amici”, propose egli infine.
“Ne sarei felice, Jared, felicissima. Dammi il tempo di abituarmi a vivere senza di te”.
“Dallo a me, soprattutto”, sospirò egli, abbozzando un sorriso amaro. Sofferente.
Sharon si alzò, lo abbracciò forte e, mentre una lacrima ancora scendeva dai suoi occhioni nocciola, lo ringraziò.
And I fell apart, but got back up”, disse ella.
Again and again”, concluse il cantante.
Fine.
   
 
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