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Autore: Fireflie    04/07/2011    3 recensioni
"Era solo questione di tempo prima che One Two ci cascasse del tutto, poche storie."
[One Two/Handsome Bob, Archy/Johnny]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Personaggi tratti dal film, copyright dei legittimi proprietari, io non ci guadagno niente.

Note: • Allora, una delle prime fic scritte dopo un blocco estenuante che dura dall’anno scorso, roba che nemmeno ci speravo più di scrivere ancora qualcosa – e nonostante questo le sto facendo marcire tutte nel mio pc da settimane –, poi Rocknrolla è arrivato e mi ha un po’ sbloccata. Che sia benedetto Rocknrolla – che è un film che tutti dovrebbero vedere perché è l’amore ♥ - e tutto il suo cast amore – soprattutto Tom Hardy.
Comunque niente, ho cercato il più possibile di avere uno stile sciolto e… immediato, però boh, non so se ci sono riuscita bene. XD
• Titolo da Murdermile dei The Kills. Un po’ ad cazzum come sempre. XD





Got Your Mind Down To Its Last Little Wire



Mumbles

Era solo questione di tempo prima che One Two ci cascasse del tutto, poche storie.

La verità è che, nonostante la totale comprensione dimostrata davanti alla sua disperazione e confusione in quell’ormai lontano pomeriggio seduti ad un bar poco distante dallo Speeler, Mumbles non ci ha mai creduto alla cazzata del ‘abbiamo solo ballato’.
Dai, chi se la sarebbe bevuta con One Two che si comportava come se avesse ammazzato una persona ogni volta che Bob gli stava intorno, mentre quest’ultimo gli lanciava quei sorrisi cretini e complici – come alla festa a casa di Stella ad esempio? Lui no di certo.

Del resto, non crede nemmeno sia andato in buca quella sera stessa, perché alla fine si parla sempre di farsi un altro uomo e un minimo di tempo per elaborare la situazione ci vuole. Mumbles ci ha pensato, qualche volta, e ci si è fatto anche una risata sopra perché, probabilmente, ha fatto tutto Bob. Qualsiasi cosa ci sia stata è partita da Bob, e One Two gliel’ha lasciata fare perché, pur credendo di no, lo voleva disperatamente anche lui.
Quindi, dicevamo, immagina ci sia voluto un po’ a One Two per convincersi, per superare tutte le barriere e, perché no, i pregiudizi e Dio solo sa che altro si porta dietro. Il nocciolo della questione, però, è che ha sempre voluto troppo bene a Bob per negargli alcunché, e forse è stata proprio questa la ragione che in principio gli ha permesso di accontentare il ragazzo nel suo ultimo giorno da uomo libero, credendo genuinamente che sarebbe nata e morta lì, solo che, puntualmente, non è successo.
Non che Mumbles andrebbe mai a chiedergli che diavolo abbiano combinato quella notte: One Two se la vuole vivere in segreto questa storia e a Bob va più che bene così, quindi chi è lui per metterci bocca?


Cookie

“Secondo me quei due scopano”, lo annuncia allo Speeler, solo le orecchie di Fred e dei gemelli a sentire.
“Ma chi?”, domanda Fred, buttando sul tavolo una carta dal mazzo che tiene in mano.
“One Two e Bob, che domande.”

Fred e i gemelli si guardano un po’ perplessi, più per l’uscita di Cookie che per l’affermazione in sé che nessuno mette in dubbio. Insomma, lo sanno anche i muri che quei due hanno trovato la pace dei sensi l’uno nell’altro, e forse anche qualcosa di più, però come cazzo gli è uscito adesso a Cookie?
E allora Fred glielo chiede, “E come t’è venuto in mente proprio ora, Cook?”, tanto per fare conversazione.

“No, è che pensavo di farmi dire da Bob il suo segreto, come ha fatto. Intendo a convincerlo a mettersi con lui.”
“Perché, sei innamorato di One Two pure tu?”, domanda Fred, scoppiando a ridere subito dopo, seguito dai gemelli e da Cookie stesso.

Però, a parte gli scherzi, Cookie lo vorrebbe davvero sapere come ci è riuscito a legare a sé One Two in quella maniera – proprio lui fra tutti, che si è passato una marea di donne bellissime e sembrava il più irriducibile degli scapoli.
È che la riesce a vedere, lui, la bella cosa che hanno e, se esiste una tecnica, la vuole sapere, non per sistemarsi e mettere su famiglia con marmocchi e tutto, ma… insomma, la vorrebbe sapere.


Johnny

Se lo sa persino Johnny Quid che si è fatto cinque settimane in ospedale dopo che il suo patrigno gli aveva fatto un buco in pancia, e più di un paio di mesi in un centro di riabilitazione per spurgare il suo corpo da anni di droghe – e, soprattutto, dalla voglia di tirare ancora una volta una boccata di crack –, vuol dire che lo sanno proprio tutti.

Ovviamente Johnny non li giudica, ci mancherebbe altro, è passato attraverso troppa merda per non dare valore alla felicità in qualsiasi forma essa si presenti. E poi, diciamolo pure, One Two ha fatto un affare con Handsome Bob, poco importa quindi cosa fanno in camera da letto – o in qualsiasi altro posto consumino il loro rapporto, però Johnny li pensa come due tipi tradizionalisti, vecchia maniera, quindi vada per la camera da letto.

È che quando gli capita di vederli in giro o sentirne parlare, gli cresce dentro un’invidia che lo fa a pezzi, lo sbrana da dentro come la bestia bastarda che è. Quel tipo di invidia mista a dolore che lo aveva portato a sballarsi senza ritorno fino a poco tempo prima e che adesso lo prosciuga semplicemente.
In fondo Johnny non chiede molto, solo la sua fetta di felicità, simile se non proprio uguale a quella trovata da quei due.


Archy

Effettivamente non lo sapevano proprio tutti.
Archy lo scopre perché li vede in giro insieme e il loro comportamento ha qualcosa di così dannatamente inequivocabile che la verità gli salta all’occhio – anche se non saprebbe identificare precisamente la ragione perché, ad una prima impressione, sembrano soltanto due amici in giro assieme nel pomeriggio umido di Londra. Forse è stato come One Two ha guardato la nuca di Bob mentre stavano entrando alla Speeler o il modo in cui Bob ha sorriso – come gli ha sempre sorriso, a ben pensarci – o… o non lo sa nemmeno lui.

Però c’è qualcosa che li tradisce e, dopo un primo momento in cui una reale sorpresa lo coglie e gli sale alla mente come si comporterebbe Lenny e cosa direbbe Lenny – anche se Lenny è morto da un pezzo e lui si sta scrollando di dosso il suo influsso un po’ alla volta –, gli viene da sorridere e si accorge di essere rimasto lì ad osservarli mentre entravano nel locale, fermo dall’altro lato del marciapiede con un caffè in mano, come se fossero uno spettacolo inaspettato, un tramonto che sbuca tra cielo e terra dopo una giornata grigia.

“Che hai visto?”, domanda Johnny, che arriva alle sue spalle col suo cappuccino – concessione vezzosa che si regala ogni mattina. E in realtà Johnny lo sa che cosa ha visto, perché era uscito dalla caffetteria proprio nel momento in cui One Two e Bob scendevano dal fuoristrada e One Two lo guardava in quel modo là e Bob sorrideva in quella certa maniera che pare stesse sorridendo alla Madonna o a Dio in carne e ossa.

“Perché?”

E Johnny ha un filo di paura dell’espressione che troverà sul volto di Archy, ma quando si porta al suo fianco e volta il capo nella sua direzione, il sorriso di suo zio lo prende alla sprovvista e allora non può fare a meno di sorridere anche lui.


Handsome Bob

Bob ha avuto paura.
Non lo può dire a nessuno, nemmeno a One Two, ma quella sera, seduto nella Range Rover ferma sul ciglio della strada, ha avuto fottutamente paura.
Perché un conto era stare male per non poter avere One Two in quel modo lì, come lo voleva da anni, e sapere che ci sarebbe sempre stata una qualche donna che lui avrebbe amato, portato a letto con sé alla sera; e un conto era vedersi negata anche l’amicizia della persona a cui daresti entrambi i reni.
Però, dopo aver gridato, buttato all’aria accuse e insulti, l’amico si era calmato e il battito di Bob aveva smesso di provare a schizzargli fuori dal petto.

E mica credeva quella sera che le cose si sarebbero evolute e che One Two si sarebbe presentato alla sua porta, una notte, ubriaco fradicio e col cuore in mano e biascicare parole assurde sul fatto che lui non era gay, per niente, solo che… solo che. Ché la frase mica l’ha mai finita, però Bob l’ha comunque accolto nel suo buco di appartamento – che non ha niente a che fare con la lussuosa casa arredata da un architetto ben noto di One Two –, gli ha dato un asciugamano per togliere il grosso della pioggia che si era preso durante la sua non-dichiarazione, e tolto le chiavi dell’auto dalle mani, perché quel cretino era arrivato fin da lui con il SUV, guidando per mezza Londra sfondato di scotch.

One Two l’aveva baciato allora, su due piedi, mentre Bob era impegnato a fare il caffè più forte della storia e credeva che l’altro si fosse addormentato sul divano. L’ha baciato e gran parte dei loro problemi sono finiti lì.


One Two

Ci ha provato, ok? Ci ha provato disperatamente all’inizio ad uscire ancora con le donne, solo che non ha funzionato, ecco tutto. La cosa si può sintetizzare così: non era storia.
Ha anche pensato fosse per via di Stella, ipotizzato che gli mancasse, che lo interessasse più del previsto, e poi ha gettato la spugna e ha accettato il fatto che Bob lo ha rovinato. Che poi dare questa sorta di colpa a lui è facile, ma One Two sa benissimo che non ci sono colpe né reali danni. È andata in questo modo e lui è… felice, o qualcosa del genere.

A dir la verità, per un certo periodo il rapporto è rimasto in una fase di stallo imbarazzante, con loro che fingevano di essere amici, i soliti di sempre e che non fosse cambiato niente, assolutamente niente, solo che in realtà era cambiato tutto e in mezzo a loro due c’erano sempre gli eventi di quella notte, come un terzo incomodo che non li abbandonava mai.

E poi, ormai One Two poteva vederlo benissimo coi suoi occhi che Bob era tutt’altro che contento della situazione, non è che si aspettasse di più – o qualcosa in generale: a Bob stava bene così in realtà, gli bastava che ogni tanto l’altro lo portasse con sé ad una partita di calcio o gli parlasse soltanto –, ma in un certo senso la situazione era proprio quella, sebbene il pensiero non fosse di una coerenza mirabile e se ne rendesse pienamente conto da solo. È che poteva quasi toccarlo, l’amore che Bob aveva per lui, come se fosse qualcosa di concreto, pesante, palpabile, di una costanza che avrebbe eroso il tempo stesso.

Quindi, davvero, come si poteva parlare dell’ultima partita dei Celtic contro i Rangers o bere una birra in una giornata gelida allo Speeler se Bob lo faceva sentire così e la sua voce gli riportava alla mente in ogni istante il sapore della sua bocca, le sue labbra piene ovunque e le sue mani che gli slacciavano i pantaloni e allentavano l’elastico dei boxer, per farli scivolare subito dopo lungo le gambe? Davvero, come?

È stato proprio mentre si dannava di come tutto stesse andando a rotoli che ha capito, capito veramente, decifrato il codice, afferrato il punto. E deciso di prenderla con filosofia – ubriacandosi fino a morire in un pub qualsiasi per poi finire dritto sparato tra le braccia di Bob.
E chi si è visto si è visto.


   
 
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