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Autore: piperina    04/07/2011    7 recensioni
AU perché è ambientata post Hogwarts.
Lei lo amava. Lo amava più di qualunque altra cosa.
Lei gli aveva giurato amore eterno. Che sarebbe sempre rimasta al suo fianco.
Lei lo tradì.
-He spent his whole life tryin' to forget-
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lucius&Hermione - Wild Rose'
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Canzone originale "Wiskey Lullaby": http://www.youtube.com/watch?v=IZbN_nmxAGk

 

 

*Act I*

His Lullaby

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lei lo amava. Lo amava più di qualunque altra cosa.

Lei gli aveva giurato amore eterno. Che sarebbe sempre rimasta al suo fianco.

 

Lei lo tradì.

 

 

 

She put him out like the burnin' end of a midnight cigarette

 

 

 

Decise di rompere la promessa che si erano fatti contro amici, famiglia e morale. Contro il suo matrimonio, contro la sua moglie legittima, contro il disgusto di suo figlio. Erano rimasti completamente soli al mondo, ma erano il loro mondo.

Lei lo fece tremare e lasciò che cadesse pezzo dopo pezzo.

Avevano molti anni di differenza ma le loro menti erano perfettamente compatibili, il cuore uno solo. Dopo aver creduto di non poter mai incontrare davvero la persona giusta… si erano trovati.

 

Lei lo tradì.

 

Non aveva dato nessuna motivazione. Semplicemente era sparita. Una mattina si era svegliato e non l’aveva trovata nel letto accanto a sé. Non era in bagno, o in cucina a preparare la colazione come spesso usava fare. Il silenzio dopo ogni suo richiamo l’aveva allarmato.

L’armadio era vuoto. Niente vestiti, niente scarpe né effetti personali. Di lei non era rimasto più niente.

Aveva cercato un indizio, un biglietto, una traccia della ragazza… ma l’unica traccia rimasta era il profumo della sua pelle che impregnava ogni angolo della casa e della sua mente.

 

 

 

She broke his heart

 

 

 

Crollò. Letteralmente, crollò seduto sul pavimento. Cadde, ma l’unico rumore che udì fu quello del suo cuore. Cosa era successo…?

Non ricordò bene i giorni successivi. Una parte di lui sperava di ritrovarla, che decidesse di tornare indietro… un’altra sapeva che non l’avrebbe mai più rivista. Forse aveva sempre saputo che sarebbe finita così.

Separati. Senza di lei.

 

Perché?

 

Quel rifugio non aveva più senso senza di lei, perché lei era il suo rifugio, i posto sicuro del suo cuore, il luogo a cui tornare. Lei era casa.

Smettere di cercarla gli era sembrato impossibile all’inizio, ma dopo due mesi aveva rinunciato. Non voleva farsi trovare. Non da lui. Non aveva intenzione di tornare… e doveva farsene una ragione.

 

 

 

He spent his whole life tryin' to forget

 

 

 

Iniziare a bere fu facile. Avevano una bottiglia di Whiskey, nascosta per aspettare di festeggiare la fine della guerra. Si mosse istintivamente verso la credenza e svuotò la bottiglia in meno di mezz’ora. La sensazione di torpore e spossatezza era perfetta per il suo bisogno di placare il dolore. Era un male così intenso da soffocare quello che gli dilaniava il petto.

Ma continuava a far male.

Più beveva più voleva bere, spinto dalla necessità di mettere uno scudo davanti al suo cuore per evitare di ricevere altre pugnalate.

Ma il coltello continuava ad affondare.

Non sapeva che giorno fosse, quanto tempo potesse essere passato da quel crudele e silenzioso abbandono. Di andare avanti a nascondersi non gliene importava più nulla.

Si sarebbe fatto portare via senza opporre resistenza, né chiedere cosa ne sarebbe stato del suo destino. E non così nemmeno troppa fatica, anzi.

Fu sufficiente uscire dalla piccola casetta, disattivare gli incantesimi di protezione e camminare, camminare e ancora camminare fino a raggiungere un centro abitato. Gli Auror lo riconobbero subito e alzarono le bacchette intimandogli di consegnare la propria.

Ma lui non ce l’aveva. Non sapeva neanche dove fosse finita dopo aver tolto le protezioni al rifugio. Pensava di averla con sé, invece doveva averla persa man mano che si allontanava da quella che era stata la sua ultima abitazione.

La bottiglia vuota gli cadde dalle mani, avanzò di due passi e si fermò di nuovo. Piegò gli angoli della bocca in quello che solo pochi mesi prima era stato un ghigno malizioso - Ciao.- biascicò rivolto al nulla, perché era ciò che vedevano i suoi occhi: nulla, senza di lei.

- Consegni la sua bacchetta! Intimò nuovamente uno degli Auror che lo tenevano sotto tiro.

- La bacchetta…- sembrò pensieroso - …non ce l’ho.-

- Niente scherzi signor Malfoy, non ha possibilità di fuga.-

Lucius sorrise. Un sorriso malinconico e rassegnato - Non è mia intenzione fuggire.-

Appurato che l’uomo fosse effettivamente privo di bacchetta, gli Auror procedettero con il suo arresto. Era uno dei pochi Mangiamorte ancora latitanti e a cui nessuno aveva smesso di dare la caccia. Rimase silenzioso fino all’arrivo di Harry Potter, l’eroe del Mondo Magico, sul quale si posò il suo sguardo stanco.

- Addirittura?- commentò sarcastico l’arrivo del giovane mago appena prossimo al quarto di secolo - Non credevo di essere così importante per voi.-

Harry storse il naso e quasi a stento riconobbe l’uomo: era pallido, fisicamente sciupato e dimagrito, le barba gli copriva mezzo viso di due centimetri abbondanti, i capelli non era lucidi e ben curati come usava tenerli ai tempi d’oro.

E puzzava di alcool. Tantissimo alcool, al punto da far credere al ragazzo che ne scorresse anche nelle sue vene al posto dell’adorato sangue blu.

- Portatelo ad Azkaban.- disse rivolto ai suoi colleghi - Rimettetelo in sesto per favore.- non riusciva a vederlo in quello stato nonostante quanto fosse successo tra loro a livello personale.

Si chiese cosa sarebbe successo quando la notizia di quell’arresto fosse stata resa pubblica.

 

 

 

We watched him drink his pain away a little at a time

 

 

 

Non ci fu bisogno di processo. I crimini di Lucius Malfoy erano ben noti alla giustizia e non ne aveva negato neanche uno. Pulito e sobrio, davanti al Capo del Wizengamot aveva risposto in modo serio e diretto ad ogni domanda postagli in merito ai suoi contatti con Signore Oscuro.

Aveva candidamente ammesso di essersi unito a lui perché condivideva i suoi ideali, torturato e ucciso per ordine del suo padrone e per suo piacere personale, che aveva finto di essersi redento e che, egoisticamente, aveva cercato di salvare solo sua moglie e suo figlia nel momento peggiore della guerra.

Aveva ammesso anche di essere poi scappato per evitare il giusto processo che lo attendeva al Ministero. Di essere fuggito con lei.

- Quali sono i suoi rapporti con la signorina Hermione Granger?-

Non sapeva pronunciare il suo nome come meritava fu il primo pensiero che ebbe. Il secondo fu il ricordo della mattina in cui si era svegliato da solo.

- Nessuno.- rispose quasi più a se stesso che al giudice - Nessuno.- ripeté a voce bassa.

Harry lo odiava per tutto quello che aveva fatto nel corso degli anni… e per avergli portato via Hermione. Poco importava che lei fosse tornata sui suoi passi, scegliendo la parte giusta da cui stare. Poco importava che avesse chiesto scusa a tutti.

Era comunque sparita insieme a lui abbandonando gli affetti più cari che aveva, lasciandolo solo a combattere una guerra senza il suo prezioso aiuto e senza dare più notizie di sé.

 

Non era più lei.

Aveva tradito Harry per Lucius. Aveva tradito Lucius per tornare a combattere accanto ad Harry.

Ma… non c’era realmente più posto per lei, né tra le braccia di quel suo amore tormentato né tra quelle della sua vecchia vita.

 

L’uomo fu condannato all’ergastolo. La notizia fu accolta da lui quasi come un sollievo. Appena entrato in celle fece una richiesta, che ripeté per due settimane fino alla nausea: alcool.

Tutto ciò che voleva fare del resto della sua vita era bere, bere, e ancora bere. Perché nei mesi passati essere completamente ubriaco l’aveva aiutato a lenire un poco il dolore per il tradimento e l’abbandono di Hermione. E così voleva continuare fino alla fine.

Dopo due settimane di insistenze quella richiesta venne stranamente accolta. Bere era tutto quello che lui voleva e fu contento di quell’inaspettata risposta positiva. Quattordici giorni di mente lucida erano stati troppo per lui. Non aveva intenzione di godersi sobriamente il suo ergastolo.

 

 

 

But he never could get drunk enough to get her off his mind

 

 

 

Trascorsero così otto mesi. Lucius non era mai uscito dalla sua cella e nessuno gli aveva fatto visita. I carcerieri umani di Azkaban erano stanchi di stargli dietro e ascoltare i suoi deliri, ma a lui non importava. Aveva bisogno di bere per dimenticare il dolore, era l’unica cosa in grado di aiutarlo.

Ma non era abbastanza. Non era ciò di cui aveva davvero bisogno.

Altri due mesi dopo ci fu una novità. La accolse semisdraiato sul lettino scomodo e con una bottiglia in mano.

- Guarda come ti sei ridotto.-

Ah, che bell’incontro tra marito e moglie dopo tutto quello che era successo. Non la vedeva da… neanche ricordava quanto. Non gli era mancata molto, comunque.

- Ne valeva davvero la pena?-

Narcissa Malfoy stava in piedi a un metro di distanza dalle sbarre della cella. Lo guardava con disgustata indifferenza.

Lucius si alzò lentamente, lasciò la bottiglia sul materasso e un po’ ciondolante fronteggiò la donna.

- Sì.- rispose ghignando - Valeva anche di più.-

- Si vede.- lo schernì - Infatti ti ha abbandonato.-

L’uomo si sforzò di non rispondere a quella provocazione - Cosa si fai qui?- chiese invece - Dubito che tu abbia davvero voglia di sapere come sto.-

- Sono venuta a salutarti.- rispose - Partiamo.-

- Porti via mio figlio senza farmelo rivedere?-

Lo sguardo della donna si fece cattivo e pieno di risentimento - Non hai diritti su Draco.- sibilò - Li ha persi quando l’hai abbandonato. La tua amichetta sanguesporco non ti ha dato un altro figlio?-

Lucius stava perdendo la pochissima pazienza che ancora aveva, nascosta da qualche parte.

- Cosa vuoi da me?- ribatté - Non ho più nulla. Case, denaro, potere… non è rimasto niente della vita he facevamo.-

Narcissa sorrise tristemente - Non sei rimasto neanche tu.-

Si erano voluti bene, era ovvio, ma amati davvero… probabilmente potevano essere definiti amici legati da affetto e tanti anni vissuti insieme.

- Addio Lucius.-

Lui non rispose. Guardò sua moglie voltargli le spalle e sparire nel corridoio senza luce. Era parte della sua vita… passata. Narcissa era la sua gioventù.

 

Inaspettatamente la vide tornare un mese dopo. Aveva un’espressione diversa, meno arcigna e cattiva. Chissà che aveva fatto in quel mese di lontananza.

Lucius era più ubriaco dell’altra volta. Visibilmente più ubriaco. La vide fissarlo per svariati minuti, in religioso silenzio. Forse il suo stato disastroso di presentarsi le faceva un po’ pena?

- Ciao.- disse infine.

- Avevi detto che non saresti più tornata.- rispose lui saltando direttamente la cortesia del saluto - Perché sei ancora qui?-

La donna rimase immobile - Volevo vederti.-

Giustamente l’espressione dell’uomo si fece confusa - La tua nuova vita non so dove con mio figlio che non ho potuto rivedere non ti soddisfa?- continuò - Oppure sei venuta a goderti lo spettacolo?-

Aprì le braccia come per mostrare qualcosa. Di nuovo, lei non si mosse, ma il suo sguardo cambiò. Lo fece scorrere sull’intera figura del marito senza commentare lo stato in cui lo vedeva.

- La tua sanguesporco è venuta e trovarti?- chiese invece.

Lucius passò da strafottente ad accigliato a furioso nel giro di pochi secondi - Non hai diritto di criticarla.- rispose - Tu mi hai abbandonato e sei mia moglie, perché lei non avrebbe dovuto fare lo stesso?-

Narcissa non disse nulla e altrettanto fece lui. Si limitarono a guardarsi in silenzio. Lei inespressiva, lui torvo.

- Volevo solo vederti.- riprese la donna dopo qualche minuto - E dirti che ti amho amato. Davvero. Anche se le cose non sono andate come avremmo voluto.-

Lucius si fece improvvisamente serio. Avanzò di qualche passo verso le sbarre e fissò intensamente sua moglie, tanto intensamente che per un attimo gli sembrò quasi intimorita dal suo sguardo.

- Tu…-

- Addio Lucius.- lo interruppe velocemente, e altrettanto velocemente gli voltò le spalle e se ne andò.

Fissò il punto in cui era sparita per due ore, lottando contro la sbornia per capire cosa fosse realmente successo. Sentì qualcosa dentro di sé, qualcosa che litri e litri di whiskey non erano ancora riusciti ad annegare e seppellire per sempre.

 

Lei.

 

 

 

Until the night

 

 

 

Quella sera Lucius dormì serenamente come non faceva da tanto tempo. Il suo sonno ospitò anche dei sogni. Bei sogni in realtà, ricordi di momenti felici.

Sognò lei. I sorrisi solo per i lui, gli occhi che cercavano i suoi… sognò Hermione, quella che nessuno conosceva tranne lui, perché era riuscito ad andare oltre la superficie.

Nel sonno sorrise con lei.

 

 

 

He put that bottle to his head and pulled the trigger
And finally drank away her memory
Life is short but this time it was bigger
Than the strength he had to get up off his knees

 

 

 

L’allarme d’emergenza risuonava in tutta Azkaban. Le guardie carcerarie correvano il più veloce possibile per raggiungere l’origine di tutto quel trambusto. Arrivarono alla cella di Lucius Malfoy e trovarono un collega chino su di lui.

- Che succede?-

- Pensavo fosse sbronzo.- rispose agitato il ragazzo - Ma non si muoveva. Non si muove. Non respira.-

Altre volte era capitato di dover svegliare il prigioniero facendo un gran baccano, ma quel giorno niente aveva funzionato.

Harry Potter volò lì in un lampo e provò una stretta allo stomaco per la vista che gli si presentava davanti. Lucius Malfoy era steso sul lettino della sua cella, il viso sul cuscino, una bottiglia per terra, e un foglio stretto in una mano.

- Cos’è?- si chiese il giovane mago, avvicinandosi e afferrando il pezzo di carta - Perché aveva della pergamena?-

- Ah… ieri sera ha chiesto di poter scrivere qualcosa.- rispose il primo soccorritore dell’uomo - Non aveva mai chiesto altro che non fosse whiskey, così l’ho accontentato.-

 

 

 

We found him with his face down in the pillow
With a note that said I'll love her till I die

 

 

 

Nonostante lo stato di ubriachezza la scrittura del Mangiamorte era ancora elegante. Potter sentì di avere gli occhi lucidi. Era triste e arrabbiato insieme, frustrato e furioso, depresso e… non sapeva in che modo definire il suo attuale stato d’animo.

Ma davanti a quelle parole che altro poteva dire?

 

 

 

L’amerò fino alla morte.”

 

 

 

And when we buried him beneath the willow
The angels sang a whiskey lullaby

 

 

 

Venne seppellito vicino ad un salice. Nel cimitero non c’erano distinzioni tra buoni e cattivi. I morti erano morti per tutti, allo stesso livello, e nonostante le loro azioni in vita meritavano di essere onorati almeno nel passaggio verso l’aldilà.

Non c’erano molte persone a commemorare Lucius Malfoy, ma erano comunque più del previsto. Narcissa era lì con suo figlio Draco. Il ragazzo aveva odiato suo padre per l’atteggiamento dispotico con cui si era sempre mostrato a lui, e l’aveva odiato ancora di più quando era fuggito con quella schifosa di Hermione Granger.

Probabilmente odiava di più lei per avergli portato via suo padre.

Harry rimase immobile a guardare la tomba di uno degli uomini che avevano cercato di ucciderlo. Il padre di un suo compagno di scuola… e amante della sua migliore amica. Ancora non riusciva a capacitarsi di come erano finiti insieme loro due, in che modo si erano avvicinati tanto da innamorarsi e decidere di abbandonare tutto e tutti e scappare insieme.

Hermione non avrebbe mai fatto niente del genere… e infatti era tornata. Il suo amore per la giustizia aveva superato quello per Lucius e aveva ritrovato la via di casa. Ma non aveva più sorriso come faceva prima che scoppiasse quello scandalo. Aveva smesso di ridere e parlare a macchinetta e si era rinchiusa ancora di più nella lettura di qualsiasi cosa.

Era infelice.

Ma come poteva aver trovato la felicità tra le braccia di Lucius Malfoy? Poteva davvero essere infelice senza di lui pur essendo tornata alla sua vera vita?

Harry non riusciva a trovare alcuna risposta a quelle domande, né riusciva a porle all’amica, perché lei rifiutava di rispondere a qualunque cosa avesse a che fare con quell’amore insano.

 

Finita la funzione la gente iniziò ad uscire dal cimitero. Narcissa fu la prima ad andar via, Draco l’ultimo. Quando anche lui ebbe voltato le spalle alla tomba di suo padre, si fece avanti.

Coperta da un mantello nero con il cappuccio calato sul viso, Hermione Granger avanzò lentamente e barcollante verso la lastra di marmo grigio sotto cui giaceva, immobile, l’amore della sua vita. Aveva il volto rigato di lacrime, era pallida e gli occhi erano spenti, privi di qualsiasi luce vi fosse stata in passato. Privi di vita.

- Ciao.- sussurrò chinandosi e accarezzando il nome inciso nella lapide - Volevo solo vederti.- la voce tremava, così come le dita che percorrevano il solco di ogni lettera.

- E dirti che ti amo.-

 

 

 

 

 

   
 
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