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Autore: ephemere    04/07/2011    4 recensioni
Taemin prova dei sentimenti strani da un periodo a questa parte.
Cosa sarà mai?
2min
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Something like that.

TwoMin.





Mi guardavo allo specchio aggiustandomi i capelli. Impresa difficile, visto che il cuscino aveva l’enorme potere di distruggerli quasi permanentemente. Oltretutto quella notte, come ormai mi capitava da un po’ di tempo a quella parte, non ero riuscito a dormire e mi ero rigirato nel letto senza pace. Forse erano i pensieri che mi giravano per la testa. Anche se ‘pensieri’ non è proprio la parola più adatta: pareva di più una scarica ormonale ad alta tensione.
Nell’ultimo periodo non riuscivo che a pensare e a immaginare una sola cosa, una sola persona.
Non riuscivo nemmeno a capirne il perché. Non vi era stato alcun cambiamento nei nostri rapporti: era una normalissima amicizia. Normalissima entro i nostri canoni ovviamente. Ci ritrovavamo a vivere quasi 24 ore su 24 assieme, era normale che vi fosse un’amicizia molto stretta. Ma non avrei mai immaginato che a un certo punto in me potesse cambiare il modo di vederlo, le sensazioni che provavo quando mi era vicino, il modo di percepirlo, non solo in ambito sentimentale ed emozionale, ma anche per ciò che riguardava la sfera fisica.
Ero arrivato a pensare che fosse una cosa normale visto ciò che stava accadendo nelle nostre vite: il continuo viaggiare, gli spettacoli, le prove e via così dicendo. Eppure sentivo come se fosse un autoconvincimento forzato. Ed effettivamente è ciò che era realmente.
Perso in queste riflessioni mattutine – anche se ormai erano anche pomeridiane e notturne- cominciai a lavarmi i denti con molta calma e lentezza, con la testa tra le nuvole. Tanto che non mi accorsi neppure che era entrato nel bagno. Quando me ne resi conto sobbalzai e avvampai dalla punta dei piedi fino alle punte dei capelli. Non c’era un reale motivo per reagire in quella maniera, in fondo era solamente entrato nel bagno mentre io ero lì dentro a pensare a lui. Niente di così imbarazzante. L’unica cosa che mi rimaneva era sperare che non se ne fosse accorto. Nel caso contrario avrei dovuto cercare una spiegazione al mio rossore e al mio sobbalzare.
«‘Giorno.»
Sì dai, è ancora troppo addormentato per essersene accorto. Pensai incrociando le dita, nella speranza che fosse come avevo supposto.
« Ehi, sei tutto rosso, stai bene?»
Vana speranza. Era un po’ troppo sveglio di prima mattina per i miei gusti. Frugai nella mia mente in cerca di qualche benedetta scusante.
« Mmh…» riuscii solamente a mugugnare, senza dire niente. Feci finta di essere troppo occupato a lavarmi i denti per potergli prestare attenzione.
« Molto eloquente, direi! »
Non gli prestai attenzione, sentivo l’urgenza di andare via da quel bagno, da quella stanza troppo piccola per poter rimanere entrambi. Non perché non vi fosse spazio. Ma l’averlo in quel momento lì, a poca distanza, in quel preciso istante in cui avevo pensato a lui non in termini normali, casti e puri. Non avrei retto a lungo, non sarei riuscito a trattenermi, vuoi per l’improvvisa sua apparizione, vuoi per il sentirlo vicino, vuoi per la stanchezza morale e fisica.
Posai alla svelta lo spazzolino da denti, mi asciugai e andai verso la porta.
« Tutto tuo!» gli dissi senza voltarmi.
Ero con la mano sulla maniglia della porta quando mi sentii afferrare per il polso. Mi ritrovai i suoi occhi neri puntati nei miei. Fui completamente attratto da quel contatto visivo, aveva la forza di rendermi incapace di intendere e di volere.
« Taemin! Vuoi dirmi cosa hai? Ultimamente ti sto vedendo troppo strano. Parla!»
Non riuscii nemmeno a seguire ciò che aveva appena detto. Ero perso, andato. Caput, fine, irrecuperabile. Seguii il movimento delle sue labbra, così invitanti in quell’istante. Un invito del genere non riuscii a declinarlo: mi avvicinai al suo volto lentamente e poggiai le mie labbra sulle sue.
Mi pentii immediatamente di averlo fatto: con uno scatto veloce mi ritrassi da quel contatto, annaspando in cerca di qualcosa da dire per non rimanere lì come un deficiente.
« S-scusa Minho…»
Svincolarmi dalla presa della sua mano fu facile, non si era ancora ripreso dal mio gesto. Imprecai mentalmente: avevo rovinato tutto con un solo gesto. Pensai che fosse l’azione più stupida e insensata di tutta la mia vita. Aprii la porta alla svelta, ma non arrivai nemmeno a fare un passo che fui scaraventato di nuovo all’interno del bagno da Minho. Mi ritrovai con le spalle al muro e il moro che stava di fronte a me che mi teneva fermo, le sue mani che mi bloccavano i polsi e il suo viso a pochi centimetri dal mio. Non realizzai all’istante ciò che aveva fatto e che aveva intenzione di fare, il mio cervello pareva esser rimasto bloccato. Ci guardammo negli occhi per un istante interminabile, che trovò fine solamente quando Minho annullò del tutto la distanza tra i nostri visi. Non fu come il bacio che pochi secondi prima gli avevo dato, era del tutto diverso. Fu un bacio più profondo, dolce e concitato. Avrei dato di tutto in quel momento per sapere cosa gli passasse per la testa, per sapere se tutto ciò che provavo io lo provasse anche lui, per sapere cosa dirgli quando quel bacio fosse terminato.
Le nostre lingue si incontravano e si allontanavano, quasi come una danza. Risultava impossibile staccarci l’uno dall’altro, sembrava un’unione inscindibile. Mi mise le mani tra i capelli facendomi alzare la testa, le sue labbra passarono dalla mia bocca al mio collo. Quel contatto mi fece inarcare la schiena. Quante volte avevo immaginato nel mio cervello una scena simile? Quante volte mi ero detto ‘non ci pensare, non succederà mai!’ eppure eccoci lì, nel bagno a baciarci.
Lentamente sentii la sua mani che si poggiava al mio petto e lentamente cominciava a scendere, passava per l’addome, l’ombelico fino ad arrivare all’elastico dei miei slip. Cominciai a eccitarmi.
Riportò le sue labbra sulle mie, mentre continuava a giocare con la mia salute mentale e con i miei slip. Avevo voglia di andare, di spingermi oltre.
E sarebbe avvenuto se qualcuno non ci avesse disturbati. La porta si aprì e ci girammo simultaneamente verso il volto sconvolto che era apparso alla porta. Come due idioti avevamo dimenticato di chiudere a chiave il bagno e finimmo per ritrovarci il povero Onew che ci guardava sconvolto sulla soglia.
Ci staccammo immediatamente e cercammo di fare le persone indifferenti.
« Giorno Hyung.»
Dissi e lo sorpassai per uscire. Il mio colorito non era rosso, era passato dal rosa, al rosso, al fucsia, al verde e a tanti altri colori indescrivibili. Morto di vergogna mi allontanai e me ne andai nella mia stanza.
 
Quello fu il preciso momento in cui cominciai la mia relazione con Minho.
   
 
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