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Autore: artemide88    04/07/2011    4 recensioni
Max e Leila hanno litigato. Lui va a prenderla per fare la pace e la porta dove di solito si appartano a fare l'amore. La natura regalerà loro uno spettacolo incredibile...
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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lucciole
Lucciole


“le lucciole stanno scomparendo a causa dell’inquinamento...”
Al telegiornale di quella sera di inizio estate, calda ma poco afosa, il mezzo busto aveva appena annunciato il servizio successivo ma Leila spense la tv. Preferì dirigersi in camera sua e prendere il libro lasciato sul comodino piegato a metà a mo’ di  segnalibro, piuttosto che ascoltare servizi tappa-buchi. Lesse solo poche righe, con la mente altrove e il campanello che suonava impazzito.
Scese le scale e si ritrovò davanti Max.
“che vuoi?” chiese Leila scortese.
“ti porto a fare un giro...” lei, sbuffando prese la borsa, non si diede nemmeno la pena di cambiarsi, e urlò ai genitori che usciva. A che ora sarebbe tornata? Non lo sapeva.
Salì sull’auto di Max, un’utilitaria un po’ vecchiotta e senza aria condizionata. Leila fece scendere il finestrino, l’arietta frizzante della sera, compensava almeno in parte il caldo. Guardava le strade scorrere sotto i suoi occhi, dando le spalle al guidatore. Restarono in silenzio per i dieci minuti di tragitto.
“certo che sei proprio romantico.” Lo rimproverò lei ironica, non appena lo vede svoltare nella stradina poco illuminata e poco frequentata, che portava al largo spiazzo sotto gli alberi. Il luogo preferito dalle coppiette in cerca di un po’ di privacy e calore.
La macchina procedette a rilento sullo sterrato, sotto le ruote lo scricchiolare dei sassi.
Max spense i fari, il cielo stava diventando sempre più scuro, trapuntato da poche stelle.
Il silenzio era rotto solo da piccoli rumori del bosco. Qualche foglia che frusciava nell’aria della sera, lo scorrere placido del ruscello alla loro sinistra, qualche insetto e animaletto che si aggirava nel folto sottobosco...
I minuti passavo lenti.
Leila si stava spazientendo, l’aveva portata nel luogo dove si ritiravano a fare l’amore. Voleva quello, Max? Fare l’amore come se niente fosse successo? Poteva considerare l’idea, ma solo dopo che lui le avesse chiesto scusa, per siglare la pace. Perché lei aveva ragione da vendere questa volta e lui torto marcio!
“Leila...”
La chiamò, ma lei non lo stava ascoltando, lo sguardo perso oltre il finestrino abbassato.
Tante piccole luci si erano accese, una dopo l’altra. Erano apparse man mano che il loro occhi si abituavano all’oscurità sempre più fitta. I piccoli arbusti del sottobosco erano decorati da piccole luci intermittenti. Tante, tantissime.
Max si sporse dal suo sedile e abbracciò da dietro Leila.
“ti piace?”
Lei aveva gli occhi sbarrati per lo spettacolo incredibile che la natura stava offrendo loro, involontari testimoni, capitati lì quasi per caso.
“guarda là!” esclamò indicando un punto sotto alcuni alberi. “e guarda lì!” puntò lo stesso dito altrove. Sembrava una bambina, emozionata e meravigliata. “lì ce ne sono di più!”
Max sorrise tra i capelli della sua ragazza, la sua semplicità lo stupiva sempre.
“sono le femmine, stanno richiamando i maschi per l’accoppiamento.”
Leila lo guardò male, le stava rovinando il momento con frasi inopportune.
Le lucciole brillavano sullo sfondo scuro delle foglie, erano tante piccole lucine verdi che pulsavano nel sottobosco. Alcune più veloce, altre più lente, a gruppi, singole, lontane e vicine alla macchina. Leila accompagnava queste ultime con lo sguardo finchè non sparivano anche loro tra gli arbusti.
Il bosco per quella sera si era trasformato in un immenso albero di Natale orizzontale.
Uno spettacolo unico.
“non credere che ti abbia perdonato.” Disse lei, dimentica, però, del motivo del litigio.
“non sapevo che le lucciole ci avrebbero offerto questo spettacolo non a pagamento. Meglio del cinema, non credi?” Max sorrise e Leila si voltò verso di lui, lasciandosi andare tra le sue braccia.
“è il nostro Natale estivo.” Sorrise sulla sua spalla.
“ti amo.”
“idem.”
Il telegiornale aveva torto. Le lucciole esistevano ancora, in qualche bosco...e inaspettatamente potevano coinvolgerti nel loro idillio d’amore.




p.s. dell'autrice: non ho mai pubblicato un originale (a parte una piccola flashfic...). credo di poter considerare questa one-shot un'opera prima. Fatemi sapere il vostro parere! Sara =)
   
 
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