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Autore: anarchistZoe    05/07/2011    1 recensioni
Ho iniziato a scrivere questa storia diverso tempo fa, al momento in cui inizio a riportarla qua (5 luglio 2011) sono ancora solamente al secondo capitolo e non so come e quando andrò avanti. La trama di base parla di tre ragazzi inglesi che giungono a Roma come turisti e vi rimangono per una serie di vicissitudini. Enjoy!
Genere: Avventura, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I motori dell'aereo rombavano mentre il pilota lo portava lentamente al centro della pista. La classe economica era piena di turisti, italiani che tornavano a casa ed inglesi che andavano in vacanza nella Città Eterna e dintorni. Gli italiani, come al solito, erano molto rumorosi. C'era un gruppo di ragazzi, probabilmente appena diciottenni, in procinto di tornare alle proprie solite vite dopo la vacanza a Londra che i genitori avevano loro regalato come premio per il diploma superiore. C'era una coppia di ragazzi, potevano avere una trentina d'anni, che si scambiavano effusioni e tenerezze. Entrambi avevano i tratti somatici molto mediterranei: occhi castani, capelli scuri e ricci, lei era prosperosa e tonica, lui affascinante e muscoloso. Poco lontano, un gruppo di anziani vestiti come se avessero appena affrontato un safari nella savana africana si stava scambiando foto ed impressioni del viaggio appena compiuto, portando nella conversazione un accento particolare sull'avventuroso "thè delle cinque". Un neonato piangeva e scalciava mentre l'aereo accelerava e vibrava, in attesa di decollare sul cielo stranamente limpido e poco nuvoloso della capitale britannica.
Gli inglesi presenti sull'aereo erano decisamente più posati degli italiani, ma non per questo meno eccitati dei compagni di viaggio. Alcuni di loro non erano mai stati in Italia, ed avevano in mente una vacanza tranquilla e rilassante, all'insegna del buon cibo e della spettacolare architettura romana, che dominava non solo nella capitale del Bel Paese. Una coppia di londinesi di mezza età dai capelli bianchi stava già consultando una cartina, confrontando le distanze di Napoli e della Toscana da Roma. Evidentemente la loro vacanza non si sarebbe fermata solo alla capitale. Una mamma single in compagnia del figlioletto, che poteva avere sì e no cinque o sei anni, dormiva tra di loro ed il gruppo di esaltati diciottenni italiani. Qualche posto più dietro, tre ragazzi di Peterborough di ventun anni si sporgevano verso il posto vicino al finestrino, per vedere allontanarsi la loro Inghilterra sotto i loro piedi. Due di loro non erano mai stati sopra un aeroplano, ed erano eccitati all'idea di incontrare qualche turbolenza o pericolo ignoto, ignari del fatto che la rotta aerea tra le due capitali europee fosse quanto di più usuale e tranquillo ci si possa aspettare sui cieli del Vecchio Mondo. La ragazza che si trovava nel posto più vicino al corridoio, una ventenne dalla pelle arrossata e dai capelli colorati, si ritrasse subito al suo posto, adusa allo scenario che stava iniziando a profilarsi fuori dall'oblò. Il passaggio tra le nuvole cambiò il paesaggio, trasformandolo dalle forme geometriche dei campi inglesi lontani in basso ad un mare bianco e soffice, che dava l'idea di panna montata sparsa ovunque intorno all'aereo. Dopo essere rimasti affascinati a quella vista, anche gli altri due si rimisero comodi ai loro posti. Il posto di fianco al finestrino era occupato da una ragazza che sembrava un pò più grande degli altri due, poteva avere forse uno o due anni in più. Aveva i capelli corvini cortissimi e gli occhi di una forma strana, come se fossero a metà tra i grandi occhi della razza caucasica e quelli a mandorla degli orientali. In compenso, erano di un verde spiazzante. Al suo fianco, nel sedile al centro tra le due ragazze, sedeva un timido ragazzo mulatto, con i capelli ricci color cioccolato che gli ricadevano sulle spalle, più lunghi delle chiome di entrambe le sue compagne. Stringeva in mano un libro consunto, ed iniziò a chiudersi nella lettura per un tempo che, lasciava presagire, avrebbe eguagliato quello dell'intero volo. Non appena l'aeroplano si fu stabilizzato, superando la coltre di nuvole bianchissime, le assistenti di volo si alzarono e consegnarono ai passeggeri una rivista ed un depliant, il quale illustrava cibi e bevande offerte dalla compagnia aerea. Dopodichè percorsero l'intera lunghezza del mezzo con un carrellino che conteneva la metà dell'offerta illustrata sul menù. Dal carrellino, la ragazza con i capelli colorati comprò due birre ed un thè caldo al limone. Dopo aver passato il thè all'amico di colore e la birra alla ragazza di fianco al finestrino, aprì la sua lattina di Tennent's Super e brindò con l'amica. Nel frattempo, il ragazzo aveva preso il suo thè e lo sorseggiava lentamente, immerso nella lettura di un libro che si intitolava "La pittrice di Shanghai". Erano le 6:00 di sera, orario britannico, e la metà dei passeggeri dell'aereo si era assopita. Dopo aver finito la sua birra, la ragazza dai tratti misti caucasici ed orientali seguì l'esempio della maggior parte dei suoi compagni di volo, mentre la ragazza di fianco al corridoio girò la testa da un lato per mettersi comoda, poichè portava un'acconciatura a cresta che le avrebbe punto se avesse appoggiato la testa al sedile in maniera dritta. Il volo fu tranquillo, proprio come lei si aspettava.
  
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