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Autore: rukiachan15    05/07/2011    4 recensioni
Salve a tutti!^^..
Questa è la mia prima storia che scrivo.I protagonisti sono Ichigo e Rukia ma siccome volevo fare qualcosa di originale , ho cerato di combinare sentimenti e azione. Spero che ci sia riuscita.
Spero che sia di vostro gradimento e soprattutto che vi appassioni.
Adesso vi lascio alla storia..Buona lettura!^^
Ps.Se avete qualche domanda non esitate a contattarmi =)
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una serata limpida e fresca è sempre l’ideale per organizzare una festa.
Tutto il Seiretei era in subbuglio per i preparativi. Finalmente era tornata la pace e dopo tanti sforzi gli shinigami erano riusciti a ricostruire tutto ciò che era stato distrutto dall’ultima battaglia. Una festa era la cosa migliore da fare. Erano stati invitati anche Sado,Ishida,Orihime, e Ichigo; ma solo quest’ultimo si presentò la sera.
«..Kurosaki-san , ne vuoi un po’?» chiese il capitano Kyoraku porgendo verso Ichigo un orciolo di sakè. «..ehm..beh..» balbettò, imbarazzato dalla proposta: era pur sempre un capitano!  «Dai, Ichigo. Non fare l’idiota!» tuonò una voce che Ichigo conosceva molto bene . «Sta zitta, Rukia!»  ribatté   e con fare fiero prese l’orciolo e iniziò a bere, suscitando al risata dei presenti. La serata continuò su questa scia, bevendo e ridendo; persino i capitani non riuscirono a resistere all’atmosfera allegra e coinvolgente.

     
*


Il fuoco era sul punto di cedere al venticello che soffiava e forse era arrivato anche il momento che la smettesse di combattere, vista l’ora. La maggior parte degli shinigami giaceva a terra, come fosse priva di vita; chi aveva il bicchiere in mano e chi il bicchiere non riusciva nemmeno a tenerlo, tanto aveva bevuto. In questa macchia indistinta di shinigami vi era Matsumoto Rangiku che dormiva ignara distesa su Hisagi Shuuhei, entrambi totalmente ubriachi. Gli unici rimasti svegli e “pseudo-coscienti” erano il capitano Kyoraku, abituato a bere, Ichigo e Rukia.Il capitano Kyoraku li abbandonò presto tornando all’8° divisione. Ichigo e Rukia rimasero lì a fissarsi fino a che Ichigo si alzò.
«Dove vai?» chiese Rukia.
«I-i-o..ritorno a c-casa» balbettò Ichigo. «Non puoi ritornare adesso..sei troppo ubriaco!» esclamò Rukia alzandosi e cercando di non barcollare.« Ti porterò alla 13° divisione e ,per stanotte ,  dormirai nella mia stanza» disse Rukia, distogliendo lo sguardo per l’imbarazzo di ciò che aveva appena detto.
Quella vergogna nasceva da ciò che provava per Ichigo. Sin da quando si erano incontrati la prima volta, aveva subito sentito che tra loro vi era un legame speciale , come se le loro due anime fossero colegate in modo inscindibile dal Destino. Forse si sbagliava, ma era sicura che tra loro ci fosse qualcosa di grande.


*


Con un braccio penzolante  sulle spalle di Rukia, Ichigo riusciva a camminare grazie al suo aiuto ; lo sorreggeva cingendo il braccio attorno alla sua vita. Le guance di Rukia erano rosse anche a causa del sakè. Tante volte le era capitato di sorreggere Ichigo in quel modo, ma stavolta era diverso. Non riusciva a spiegarsi il perché di quella tachicardia improvvisa. Più si avvicinavano alla meta e più il ritmo del suo cuore aumentava. D’un tratto Ichigo si fermò di colpo. «Su ,Ichigo! Siamo arrivati» disse Rukia. Ormai erano nel giardino antistante la camera. Ma Ichigo non si mosse, rimanendo con lo sguardo fisso nel vuoto. Per un attimo Rukia pensò che si fosse addormentato, così sciogliendo la presa, si posizionò di fronte a lui e osservandolo bene notò  che le guance erano colorate di rosso ma gli occhi ma aperti e vigili. Improvvisamente portò la mano alla katana dietro la schiena e  sfoderandola si avventò su Rukia con furia impetuosa. La lama  tagliente di Ichigo era stata bloccata dalla katana di Rukia, la quale sconvolta non capiva cosa fosse accaduto. « Ichigo, ma che ti prende? Sono io, Rukia!» gli gridò la shinigami con gli occhi sgranati . Ma non ottenne nessuna reazione: Ichigo continuava imperterrito a battersi contro di lei. Si trovarono più volte lama contro lama: nessuno dei due lasciava la presa. I loro sguardi erano fissi l’uno nell’altro. I grandi occhi blu di Rukia riflettevano il suo stato d’animo. Non smetteva di pronunciare il suo nome, quando ormai sul punto di arrendersi sussurrò «Ti amo, Ichigo». Il viso le si accese di un rosso imbarazzo e per un momento distolse lo sguardo. Il viso di Ichigo non sembrava essere cambiato , tranne che per l’espressione sconvolta e atterrita. Più ripensava alle parole dette da Rukia e più rimaneva meravigliato. La sua morsa si era indebolita, segno che aveva funzionato. Quelle due parole che Rukia aveva pronunciato erano bastate a scatenare in lui tanto subbuglio. Ichigo credeva che tra lui e Rukia ci fosse un rapporto speciale. Nonostante fossero passati mesi da quando lui era diventato uno shinigami, si chiedeva tutt’ora il perché di quell’incontro e perché fosse capitato a lui ed era arrivato alla conclusione che il Destino aveva deciso per lui; tuttavia non ne era dispiaciuto: aveva conosciuto molte persone e stretto nuove amicizie grazie all’arrivo di Rukia in città. Rukia… la considerava una vera amica; era sempre pronta ad aiutarlo nel momento del bisogno e addirittura si era sacrificata per salvargli la vita. Tutto ciò che aveva fatto in seguito era stato per lei. Forse non era una semplice amica. Avevano combattuto fianco a fianco e sia nelle vittorie che nelle sconfitte gli era stata accanto. «No! Non è un’amica!» urlò dentro di sé Ichigo.
«Lei è Rukia!». Continuavano a fissarsi, come se il tempo si fosse bloccato, ma Ichigo non aveva lo stesso sguardo: cercava di leggere l’anima di Rukia attraverso i suoi occhi; prima d’allora non aveva mai notato quanto fossero grandi e blu. Al pensiero arrossì. Tese il braccio, sfiorando con un dito la guancia sinistra della shinigami che avvampò. Non era sicuro di ciò che stava facendo, ma di una sola cosa era certo: soltanto in quell’istante   il sentimento che da tempo provava per lei si era rivelato.

*


«Forse ho sbagliato!» rifletteva dubbiosa Rukia, mentre ancora le lame delle loro spade erano incrociate «ma che mi è saltato in mente!?»
Forse a causa del sakè o forse per qualcs'altro, Rukia aveva osato dirgli quelle due parole. In un attimo di lucidità pensò che era impossibile; non poteva averlo fatto davvero. Improvvisamente Ichigo lasciò la morsa e abbassò la katana. Rukia sorpresa dal suo gesto inaspettato, fece altrettanto.  Ichigo avanzò cauto verso di lei. Pochi centimetri li separavano l’uno dall’altra.  Rukia lo guardava negli occhi intimorita ma al contempo curiosa di scoprire le sue intenzioni. Suscitando la meraviglia di Rukia, Ichigo lasciò cadere la katana e prese il piccolo viso della ragazza nella sua mano. Il contatto  suscitò l’imbarazzo di Rukia, la quale arrossì notevolmente. Avvicinando sempre di più al proprio il viso candido di Rukia, sentiva il loro cuore battere all’unisono, finchè le sue labbra non toccarono quelle di Rukia; allora il solo suono che si sentì fu il tintinnio della katana di Rukia toccare il suolo.
  
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