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Autore: Dark Magic    05/07/2011    6 recensioni
Missing moment della storia "Il mondo intorno a te" di Vivien L.
Questa shot è ambientata nel momento in cui Bella riesce a fuggire. Cosa faceva Edward al momento, quali sono stati i suoi pensieri?
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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desiderio

personaggi in prestito

Desiderio velenoso

Osservavo distrattamente il giardino fuori dalla villa, mentre zampilli d’acqua cadevano su di esso, rendendolo sempre più vivido e sgargiante.
Le gocce d’acqua spiccavano sui fili d’erba, creando giochi di luce e piccoli arcobaleni sul prato.
Poggiai il palmo della mano sul vetro, appena riscaldato dai tiepidi raggi solari di quella bellissima mattina di primavera.
Sospirai, gettando un’occhiata a quei plichi di fogli sgualciti che risiedevano sulla mia scrivania già da qualche ora, in attesa della mia decisione a riguardo.
Sgualciti, sì, perché non riuscivo a concentrarmi, a elaborare le informazioni che contenevano quei maledetti pezzi di carta.
Tutto il mio corpo anelava essere da un’altra parte, una molto più piacevole.
Essere al fianco di Isabella mentre indossava il suo abito bianco, quello con il quale mi avrebbe raggiunto, divenendo finalmente mia, e non soltanto come mia prigioniera.
Sì, non volevo più averla come prigioniera, desideravo legarla a me in modo indissolubile, inscindibile.
Il matrimonio sarebbe stato il suo biglietto per l’inferno. Per me, il premio che cercavo di rinnegare con tutte le mie forze.
Perché, perché mi era stata mandata lei?
Portai una mano sui miei capelli bronzei, tirandomeli, cercando un dolore lancinante, più forte del desiderio che mi bruciava dentro ogni volta che la guardavo, combattuto tra l’ammirazione e il disprezzo.
Sì, io lo ammiravo, nonostante quei sciocchi ideali che continuava a perseverare senza sosta, in attesa di qualche miracolo, una via di fuga dal mio mondo corrotto, spregevole.
Infetto. La stavo contaminando con il mio modo di fare, con il mio desiderio velenoso.
E ora, lontano dalla mia persona, sentivo una strana ansia, qualcosa di fastidioso che strisciava nel profondo del mio animo oscuro, ottenebrando la mia razionalità.
Perché eri così? Perché così maledettamente pura, combattiva da destare strane pulsioni in me?

Ti desideravo con ogni fibra del mio essere, desideravo entrare nel tuo corpo, essere parte di te, del tuo piacere.
Essere l’unico fautore del suo piacere, e presto il mondo intero avrebbe saputo che questa idea sarebbe diventata presto certezza.
Mi avvicinai stancamente alla scrivania, con le mani infilate nelle tasche, osservando con sguardo crucciato tutte le richieste d’invio armi di contrabbando, spedizioni di carichi di droga, nuove prostitute da introdurre nella lista, in attesa di probabili acquirenti interessati alla merce.
Per non parlare della lista di probabili spie che hanno mandato all’aria l’ultima spedizione di roba proveniente dal Messico.
Dannazione! Erano riusciti a passare la dogana, dopo aver sborsato migliaia di dollari per zittirli, e ora mi ritrovavo con un pugno di mosche in mano.
Sbattei una mano sul tavolo, imprecando a bassa voce.
Anche di questo dovevo preoccuparmi, con l’imminente celebrazione del matrimonio.
Aprii un cassetto della scrivania, prendendo tra le mani l’invito di partecipazione dove, in una grafia elegante, il mio e il suo nome erano scritti in rilievo.
Richiami floreali contornavano le varie scritte, in cui ringraziavamo la presenza degli invitati nel giorno della nostra unione.
Un lampo di rabbia attraversò le mie iridi chiare, perché sapevo che lei non avrebbe mai ringraziato di sua iniziativa, lei non avrebbe mai acconsentito a sposarmi se non l’avessi costretta con la forza.
La mia mano, istintivamente, si chiuse a pugno, accartocciando quel biglietto. In un impeto di follia, lo scagliai contro la parete.
No, non importava se lei non acconsentiva di sua iniziativa, sarebbe diventata mia e mia soltanto, mi ripetevo mentre respiravo affannosamente.
La porta del mio studio si spalancò di colpo, e una folata di vento improvvisa m’investì, stordendomi.
Sollevai gli occhi di scatto, scontrandomi con lo sguardo turbato di uno dei miei sottoposti. Lo fissai rigido, in attesa di ascoltare la notizia che portava. E a giudicare dal suo modo di comportarsi, non doveva essere di mio gradimento.
«Capo, mi dispiace, non so com’è potuto accadere…» balbettò lui, incoerente.
Scossi il capo freneticamente, gemendo frustrato, «cosa? Che cosa è accaduto che non ti aspettassi?».
Lo sentii infierire contro tutti, persino verso qualche dio a me sconosciuto.
«Si tratta di… ecco, sì, insomma…».
Lanciai un urlo disumano, prorompente per la sua intensità, perché la mia pazienza era giunta al capolinea.
«Si tratta di cosa
Lui abbassò lo sguardo, sussurrando l’unico nome che avrebbe infranto il mio già precario equilibrio, «Isabella Swan».
Il mio respiro si bloccò, così come tutto il mio corpo.
«Isabella, cosa?» domandai gelidamente, mentre dentro di me diverse emozioni si fecero largo, tumultuose per intensità.
«È fuggita, capo, è fuggita» ripeté, come una cantilena.
Nella mia mente, un unico pensiero si agitava, trasudando di rabbia e rancore…
«Ti riavrò, Isabella Swan, devi capire che non puoi sfuggirmi» pronunciai con un tono talmente felpato da far rabbrividire quell’omuncolo idiota che avevo dinanzi a me.

Angolo autrice:
E stavolta torno con un missing moment de "Il mondo intorno a te" di Vivien L.
L'autrice mi ha accordato il permesso per pubblicarla qui sul sito.
Come avrete notato, non è una drabble, ma una shot, spero vi piaccia. :-)

   
 
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