Another Life
Quando ti accorgi che le tue azioni non hanno
nessun senso, è lì che la tua mente ti soggioga a continuare.
È questo il bello della vita: che puoi fare quello
che vuoi, puoi viverla, sperimentare, e cambiare, e quando ti rendi conto che
ti piace questa quotidianità, ti ci abitui ed è difficile tornare alla realtà.
E se la realtà fosse una serie di azioni
spericolate che ti portano al tuo vero Io, a quello che veramente vuoi essere e
a quello che vuoi vivere?
Sono sempre stata razionale, categorica, studiosa,
e la mia giovinezza l’ho passata tra i libri e poi a combattere contro l’incessante
minaccia di Voldemort, solo ora mi accorgo di non aver vissuto appieno nulla.
Mi sono persa il bello dell’adolescenza, mi sono
persa queste esperienze che ti fanno diventare grande, mi sono persa le
fantasie amorose e sono cambiata.
Oserei dire che i miei compagni ad Hogwarts
ostenterebbero con molta fatica a riconoscermi, mentre i miei due migliori
amici, beh loro ci hanno fatto l’abitudine.
Questo cambiamento non è così grande, ma io mi
sento finalmente giovane e riesco finalmente a gustarmi la vita, e
confrontandomi con la mia vecchia e cinica me, beh non mi sarei mai immaginata
dove e come e con chi ora vivo la mia vita.
Già, la mia vita in primis è cambiata quando ho
visto, con i miei occhi nocciola cosa voleva dire veramente la parola “guerra”:
morte, vittime, distruzione, violenza, sangue.
I miei occhi hanno visto morire cari amici e
conoscenti, e questo è un trauma che ogni singolo mago o strega compresa me si
porterà dietro.
Ma ancora di più la mia vita ha subito uno
scombussolamento quando è arrivato il vero amore.
Il mio Lui lo conobbi tre anni fa, a Piccadilly
Circus in un’uggiosa giornata invernale;
Quel giorno pioveva a catinelle e la gente si
affrettava a salire in taxi, come me.
Ed è proprio lì che ebbi un incontro/scontro con
mio marito: io aprii la portiera del taxi e prima che dicessi qualcosa,
qualcuno dietro di me mi spingeva sul sedile opposto.
Ci fissammo per dei minuti: occhi grigi e occhi
marroni incatenati e increduli.
E se penso che è cominciato tutto con “Granger?!”
“Malfoy?!” mi viene da sorridere, perché assomiglia molto a quei telefilm
Babbani.
All’improvviso qualcuno mi avvolge in un abbraccio
e un piccolo peso si fa sentire sulle mie gambe.
Apro gli occhi ed eccoli.
Non posso far altro che sorridere perché vedendo
mio marito Draco e mia figlia Amie salutarmi come ogni mattina, mi viene da
pensare che forse la routine non è così male.
Solo se ti trovi in compagnia delle persone che
ami.