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Autore: Lilith of The Thirsty    06/07/2011    2 recensioni
Era stato predetto tanto tempo fa, la Pizia aveva parlato ma solo gli dei l'avevano udita. Sarebbe venuto al mondo qualcuno in grado di spodestare Zeus e lanciarlo giù dall'Olimpo per sempre. Un figlio di due divinità che non avrebbe mai dovuto nascere nel giorno dell'eclissi di sole.
Battaglie e misteri in una nuova avventura per dei e semidei.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“SVEGLIA!!!!” urlò una voce familiare nelle mie povere orecchie.
“Cinque minuti mamma…” bisbigliai con voce assonnata mentre mi rintanavo sotto le coperte.
“Se fossi tua mamma ti avrei tirata giù a calci già da un pezzo!” sospirò la mia migliore amica mentre apriva le tende e mi sfilava via le coperte.
“Mmmmm…”
“Se invece di lamentarti come una mucca ti vestissi sarei molto più felice!” disse mentre mi dava dei piccoli colpetti sulle guance.
“Se faccio tardi alla gara di nuoto non te la perdono Astarte!”
“Non usare il mio secondo nome Debby!” dissi mentre mi mettevo a sedere sul letto e la trucidavo con lo sguardo.
Lei rise e andò a prendermi i vestiti. Quando misi a fuoco bene la stanza la fissai allibita, indossava una minigonna a fiori e una maglietta senza maniche bianca. I suoi capelli neri erano raccolti in un composto chignon mentre un leggero trucco le risaltava le iridi verdi.
“Ma dove diavolo l’hai presa quella gonna?” chiesi mentre ritornava verso di me con i miei abiti.
“Carina vero? Me l’ha mandata mio papà!” disse allegra mentre mi appoggiava in grembo una maglietta azzurra e dei pantaloni corti neri.
“Come va la gamba?” mi domandò, gettando uno sguardo verso il mio piede.
“Beh, per ora è ancora attaccata al corpo! Ma questa notte saltellava per la stanza!”
“Scema!” dichiarò correndo a prendermi le stampelle.
Guardai la fasciatura che stringeva la mia gamba destra, mi ero fatta male proprio due giorni fa nuotando.
Il medico aveva detto alla professoressa che non era nulla di grave, per il troppo sforzo avevo provocato una contrattura muscolare all’arto inferiore e dovevo tenerlo a riposo per sette giorni.
E così mi ritrovavo ad usare le stampelle e ad essere assistita da Debby costantemente, non mi perdeva mai di vista.
Mi cambiai alla svelta stando attenta a non sforzare il muscolo e mi misi in piedi con l’aiuto delle stampelle. La mia migliore amica mi raccolse i capelli nella mia consueta coda di cavallo davanti allo specchio. I miei occhi azzurri brillavano come sempre anche se sentivo il dolore che cominciava a risvegliarsi.
“Allora, andiamo a fare colazione che muoio di fame!” disse allegra Debby mentre apriva la porta della nostra stanza e io uscivo in corridoio.
“Allora dopo mangiato andiamo dritte alla piscina e ci prendiamo i posti migliori! E poi guardiamo quegli splendidi ragazzi che sfilano in costume!” disse Debby sognante.
“Quegli splendidi ragazzi che sfilano in costume si chiamano nuotatori Deb, occhio alla bava!”
“E io me ne prenderò uno o due, dipende!”
“Si certo… Tu e la tua minigonna! Poveretti!”
Lei piroettò al mio fianco e mi condusse nella sala grande con tutti gli altri ragazzi e facemmo colazione.
Il collegio dove mi avevano mandato non era male, tutto era ordinato e perfetto. Finimmo di mangiare e ci avviammo verso il parco all’esterno della scuola.
“Deb non così veloce, non riesco a starti dietro!” gridai mentre lei mi faceva segno di camminare come potevo.
Andava a prendere i posti nell’edificio dove si trovava la piscina. Sospirai e arrancai con le stampelle fino all’interno della costruzione in mattoni rossi. Era sempre meravigliosa, grandi vetrate facevano filtrare la luce naturale del sole mentre il colore armonizzava la struttura con la natura circostante.
“Celeste!” esclamò una voce familiare alle mie spalle.
Mi voltai e arrossii. Un uomo alto e slanciato si avvicinava a me sorridendo.
I capelli corti color oro splendevano alla luce del sole mentre i suoi occhi neri mi osservavano preoccupati attraverso gli occhiali da vista. Alcune rughe solcavano il suo viso ma non lo rovinavano, gli davano un alone di mistero e di autorità.
Una camicia color blu lasciava scoperte le braccia abbastanza muscolose e faceva spiccare il colore abbronzato della sua pelle.
“Come stai Celeste? Ho sentito solo ieri del tuo incidente dalla professoressa… Mi dispiace che quest’anno tu non possa gareggiare!” disse serio mentre mi guardava stare sulle stampelle.
“Professor Casanova non si preoccupi ora sto meglio! Sono una ragazza forte!” sorrisi all’uomo che mi stava di fronte.
“Lo so, signorina Rigey! Mi raccomando stia attenta la prossima volta, altrimenti sarò costretto a promuovere la signorina Malombra a capo infermiera!” scherzò mentre mi accarezzava i capelli castani.
Le mie guance si infiammarono mentre mi salutava per andare a parlare con la docente di ginnastica. Mi avviai felice verso gli spalti, il mio cuore martellava furioso dentro il mio petto mentre mi sedevo a fatica vicino alla mia amica.
“Professore Casanova mi vuole sposare?”
“Debby! Abbassa la voce!”
“Ma si vede lontano un miglio che sei cotta di Achille! Ma la tua mammina ti proibisce di provare anche solo a pensare ad un uomo così vecchio! Ha cinquant’anni potrebbe essere tuo padre Celeste!”
“Ma per me è come un padre, Deb! E’ sempre così gentile…”
“E anche stronzo!”
“Debora!”
“Scusa ma è vero! Sia nei compiti che nelle interrogazioni! Non provare a difenderlo solo perché lo adori, ho capito che ti piace la sua materia e che sei la sua preferita!”
“N-non è vero!”
“Tesoro, sei l’unica che chiama per nome in tutta la classe!”
“F-forse un pochino… Ma perché siamo finite a parlare di lui?!?!?”
“Per la tua faccia da pesce lesso! Sembri un cagnolino ogni volta che lo vedi! E’ ora di provare a controllare chi ti sta intorno sorellina! Mmmmm… Ah trovato!” disse Debby indicando un ragazzo poco distante dal bordo della piscina.
Forse questa volta la mia migliore amica ci aveva azzeccato.  

   
 
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