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Autore: HarukaGates    06/07/2011    1 recensioni
Quelle sue labbra, quel suo corpo li aveva sempre sognati, sempre desiderati ma ora che se li era ritrovati davanti sentiva il suo corpo ardere, sentiva come un fuoco possederla, aveva bisogno di lui.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Synyster Gates
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Ok questa è la mia prima fan fiction, spero possa piacervi. Buona lettura!
 
Quelle sue labbra, quel suo corpo li aveva sempre sognati, sempre desiderati ma ora che se li era ritrovati davanti sentiva il suo corpo ardere, sentiva come un fuoco possederla, aveva bisogno di lui.
-Il concerto migliore che abbia mai visto in vita mia! In prima fila poi!- esordì la ragazza dai lunghi capelli mossi e color prugna che vi aveva rivolgendosi all’amica anche lei in estasi che riuscì a replicare solo con una strana e buffa espressione soddisfatta.
-Spero che riusciremo ad entrare nel backstage!- gridò mettendosi a correre freneticamente l’amica dai lunghi capelli lisci di un colore azzurino/bianco prendendo per un polso la compagna e trascinandola con se.
Una folla di persone urlanti, tutte in estasi non appena videro i cinque ragazzi accapare dalla porta che dava sul retro che gentili si stavano avvicinando alle transenne che li separavano dai fans per firmare qualche autografo, fare delle foto con gli ammiratori ed eventualmente scegliere due o tre fan da portare nel backstage per scambiare con loro qualche parola e qualche risata.
Fissavo il pavimento, non so perché, ma non guardavo i ragazzi che tutti stavano adorando, ero come in uno stato di trans quando ad un certo punto mi sento come uno sguardo puntato addosso interrogatorio. Alzo gli occhi e mi ritrovo due sfere verdi che mi fissano quasi divertite, dopo delle parole in inglese che ho fatto un po’ fatica a capire “non ti è piaciuto il concerto?” Matthew tra i milioni di fan che si erano accalcati ha notato proprio, me? Lo guardo imbarazzata e col mio schifosissimo inglese rispondo che il concerto era stato fantastico e che loro erano meravigliosi, così il ragazzo soddisfatto sorride girandosi e dicendo qualcosa agli altri ragazzi e ai bodyguard, solo poco dopo mi accorgo che lui era vicino a me, me ne sono accorta per il suo odore, diverso dal solito, dolce e aspro in contemporanea, mi mandava in estasi, stava autografando il CD alla mia migliore amica che come una bambina aveva gli occhi pieni di luce, Erika, lei sapeva ancora emozionarsi come se fosse rimasta ai tempi dell’infanzia. Fissando il ragazzo molto più alto di me presi una Marlboro dal pacchetto e me l’accessi frettolosamente, avevo bisogno di riprendermi e di confondere quell’odore che stavo adorando. Una mano afferra la mia, la mia migliore amica che comincia a gridarmi qualcosa del tipo “siamo nel backstage! Siamo nel back stage!” solo poco dopo mi accorgo che lei era già di là dalle transenne e che un bodyguard stava aspettando che gli tendessi la mano per farmi aiutare a scavalcarle. Sul momento gli tesi la mano come se nulla fosse, ero quasi convinta che fosse un sogno quando ad un tratto non mi ritrovo a sedere su un divanetto con la mia compare che si stava comportando come una bambina sul suo primo giro di montagne russe, era divertente ed imbarazzante allo stesso tempo vederla in quel modo.
-E quindi non ti è piaciuto il concerto eh? Poveri noi…- a questo giro non era Matt, era un’altra voce, altrettanto calda che riuscii a riconosce subito, Zacky stava ridendo assieme agli altri e io imbarazzata con le guance a fuoco risposi timidamente come avevo risposto a Matt.
Di nuovo quel profumo, adesso lo sentivo quasi addosso, lo avevo accanto, la sua voce mi cercava
-Vuoi una birra?- Avevo sempre immaginato che Syn fosse un ragazzo gentile, ma non al livello di offrire birre ai fans. Mi fissava e quegli occhi mi facevano impazzire, decisi che mi ci sarei persa per qualche secondo, dopo di che riflettei sulla proposta, guardai la birra, Heineken, la mia preferita.
-Si grazie- dissi abbozzandogli un sorriso e cominciando a buttare giù la birra per bere via l’immagine dei suoi occhi abissali.
Mi guardai intorno, vidi Johnny in piedi e senza un motivo ben preciso mi alzai anche io e gli andai davanti fissandolo dritto negli occhi per poi scoppiare a ridere
-Oddio che bellezza! Qualcuno che è basso quanto me! E’ un piacere poterti guardare negli occhi nanetto!- Scoppiarono tutti a ridere tranne il bassista che esitò un po’ per fingere un’espressione offesa che non seppe per niente trattenere.
Guardai l’ora che tra le risate e l’estasi del concerto, il fatto che eravamo a parlare con i nostri “dei” era fugacemente scorsa precipitosamente fino ad arrivare alle 02:00. Quasi allarmata mi alzai in piedi dicendo ai ragazzi che dovevamo tornare in albergo e che sarebbe stato un piacere rincontrarli ad un prossimo concerto quando improvvisamente nel bel mezzo dei saluti e delle ultime foto mi suonò il cellulare, risposi infastidita senza neanche guardare il numero quando mi sentii dire “ci scusiamo per l’ora tarda, ma volevamo informarla che siamo quelli della Graphic Accademy di Huntington Beach e che le volevamo ufficialmente annunciare che è stata ammessa all’accademia”, qualche secondo di silenzio, il mio cuore era come volato via, avevo un nodo alla gola, non riuscivo a parlare “signorina, è ancora in linea?” cercai di riprendermi e dissi che c’ero e che ero felicissima ringrazia e riattaccai cordialmente, guardai la mia migliore amica e cominciai a gridare e ridere mentre l’abbracciavo.
-Suppongo sia una buona notizia! Ma dicci quale!- disse l’amica entusiasta della mia felicità.
Presi fiato, finì l’ultimo sorso di birra che mi era rimasto dalla terza bottiglia e presi l’ultima boccata di fumo dalla sigaretta per poi gettarla.
-Mi hanno presa all’accademia grafica di Huntington Beach!- Ci fu una felicità e complicità generale. Sarei stata in classe con la mia migliore amica, in California, nella città in cui i nostri “dei” risiedevano, bhe, meglio di così non avremmo mai potuto desiderare.
Abbracciammo i ragazzi, eravamo tutti entusiasti e stanchi e ci dirigemmo verso l’albergo a cinque stelle dove risiedevamo quella notte.
Una volta arrivate alla nostra camera ci riguardammo tutte le foto e gli autografi, poi crollammo abbracciate sul letto.
 
La mattina seguente ci preparammo accuratamente come sempre. Mentre sistemavo i miei capelli color prugna completamente scompigliati sentii il mio nome provenire fuori dalla porta della nostra camera.
-Saraaa! Vieni qua!- mi finii sistemare velocemente e aprii la porta quasi preoccupata quando mi ritrovai quasi incollata agli occhi dell’uomo che riusciva a farmi impazzire con solo uno sguardo nonostante non lo conoscessi. Vidi la sua bocca aprirsi in un sorriso dolcissimo per far uscire un profumo di menta misto a quello del tabacco in un “buongiorno!”. Imbarazzata dalla circostanza salutai i ragazzi che solo poche ore prima avevamo salutato nel backstage, con i quali avevamo festeggiato il mio piccolo successo. e il loro, differentemente molto più grande del mio.
-Hey allora noi andiamo a colazione, ci salutiamo prima di partire, poi ci rivediamo ad Huntington Beach!- Esclamò il nuovo arrivato, Arin e evidentemente stava morendo di fame quando venne bloccato da Syn che tornò a fissarmi da vicino non curandosi della curiosità che aveva sucitato in Zacky, Matt ed Erika.
-Venite anche voi con noi, non è vero?- mi chiese in modo quasi malizioso, facendo impazzire i miei ormoni che stavo provando con tutta me stessa a tenere a bada assieme al mio cuore che se stava beatamente volando via. Accennai un si con un gesto della testa, rientrai in camera a prendere la borsa e le chiavi della stanza per poi seguirli fino alla sala da pranzo.
Entrati nella stanza venimmo scortati da una cameriera ad un tavolo piuttosto grande e lussuoso per essere solo una semplice colazione, guardai il cartellino che vi era al centro “riservato: Avenged Sevenfold”, si, eravamo appena entrate per la seconda volta in un area “riservata”. Ognuno si presa la colazione che preferiva e tra risate e stomachi sazi ci alzammo da tavola per andare ognuno a ritirare la propria roba nelle stanze e visto che eravamo tutti sullo stesso piano ci accompagnarono alla nostra camera. Stetti un po’ a ripensare a quell’alito così sensuale, a quella voce tanto fantastica che mi faceva impazzire, quegli occhi che addobbavano perfettamente il volto di quell’uomo come i suoi tatuaggi sul suo corpo perfetto senza badare a cosa mi stava dicendo l’amica.
-Hey insomma mi stai ascoltando?!- mi rimproverò la giovane testa azzurra che stava passeggiando nervosamente su e giù per la camera recuperando tutte le sue cose, cosa che io avevo già fatto. La guardai, conosceva la risposta, ma avevo voglia di punzecchiarla, improvvisamente avevo anche voglia di baciarla, così mi avvicinai e fissandola negli occhi a soli 3 centimetri da me le risposi sottovoce “non ho capito un cazzo di quello che hai detto”. Poi prendendola per la sua chioma dal colore insolito avvicinai le sue labbra alle mie facendo spazio tra i suoi denti per farvi entrare la mia lingua, chiusi gli occhi, l’immagine di quell’uomo mi fece impazzire tanto che dovetti staccarmi dall’amica che aveva ormai messo le sue mai tra i miei capelli che li torturavano vogliosamente.
-Cosa cazzo stavi facendo eh? Da quando sei lesbica?- Mi chiese falsamente disturbata e impaurita.
La guardai estremamente divertita e scoppiai a ridere
-Scusa scusa, gli ormoni fanno un brutto scherzo! Comunque dicevi?- Le chiesi non curante di ciò che era successo, infondo, l’avevo fatto solo per immaginarmi come sarebbe stato baciare Syn, ma la cosa, non mi aveva per niente soddisfatta. L’amica mi guardò quasi furiosa.
-Dicevo che Matt ci ha proposto di andare in giro con loro questo pomeriggio per fargli un po’ vedere com’è Bologna, tu la conosci piuttosto bene essendoci vissuta per diversi anni, no?-
La guardai quasi stupita, si ok, sapevo che in fondo erano dei ragazzi gentili, premurosi e tutto quel che si può dire di buono su qualcuno ma non credevo a tal punto! Rimasi stupita e per qualche minuto le diedi della pazza ridendo quando sentii bussare alla porta e la sentii borbottare un “bha, vediamo se adesso ci credi”, continuai a ridere, convinta che fosse la colf e aprii con tutta la sicurezza che una persona può avere, che scompare in meno di mezzo secondo. Mi ritrovai davanti di nuovo quegli occhi verdi, e dietro gli altri quattro ragazzi “allora venite o no?” disse Matt sorridendo. Io ero rimasta come paralizzata sulla porta della camera con la mia valigia dietro di me e la borsa in spalla mentre Erika mi stava sorpassando dicendo con certezza che io avrei guidato tutti avendo vissuto diversi anni in quella città. Non riuscivo ancora a crederci, si erano già tutti avviati mentre io come un’idiota ero ancora li ferma sulla porta a fissare un punto vuoto cercando di capire come mai tutta questa fortuna fosse capitata così improvvisamente ed ero talmente tanto impegnata a perdermi nei miei complessi mentali che non mi ero accorta che una persona era rimasta li ad aspettarmi.
-Allora signorina? Se la valigia è un problema non si preoccupi ho delle braccia piuttosto possenti, una valigia è un gioco da ragazzi!- disse il ragazzo ridendo e facendo quasi sobbalzare. Di nuovo lui, di nuovo il suo sorriso, era ancora li a farmi impazzire con le sue strane facce buffe che fino a poco fa mi avevano fatto ridere tanto da farmi quasi piangere, come gli altri del resto. Gli sorrisi ringraziandolo del suo aiuto mentre ci avviavamo all’ascensore per raggiungere gli altri.
  
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