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Autore: sawadee    16/03/2006    0 recensioni
Pubblicata già da me stessa medesima su un altro sito, è una delle mie prime fanfic, scritta quasi due anni fa. E' una sorta di ispirazione scritta a partire dal violino del conte.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lenzuolo

Lenzuolo.
Bianco.
Sul mio corpo.
Ultimi minuti prima di alzarmi, prima che la sveglia suoni.
Sono laureata, è ufficiale. Ieri.
Naturalmente non ho festeggiato perchè si aspetta il mio debutto stasera per farlo.
Questi sono gli unici momenti in cui posso lasciarmi andare ai ricordi.
Piango: non ci sarà nessun "buon giorno amore" di lui.
Io.
Suonare.
Lui.
Accucciato.
Angolo della stanza.
Accovacciato su cuscino.
Boxer neri sulle forme da sportivo.
O nudo.
Completamente.
Come me.
Che suono.
Lui.
Cucciolone.
Le mani, il sorriso, la risata, la voce, l'accento, il petto, il collo, le spalle, gli addominali, i bicipiti, i pettorali, la schiena muscolosa, le gambe, il sedere, il sesso, le battute, gli scherzi, i litigi, le arrabbiature, come mi sposta i capelli dalla faccia quando mi bacia o quando sono sotto la doccia, il brivido che è fare una doccia con lui, il lenzuolo che ci copre la notte, lui che mi spalma l'olio per la pelle dopo la doccia, lui che mi presta il suo accappatoio, profuma di lui, l'odore di lui, il sapore delle labbra, il sapore del collo, il profumo della nuca, il suo sguardo quando mi sente parlare di linguistica, il suo sguardo quando mi guarda, il suo modo di baciare, il suo modo di carezzarmi, il suo modo di parlarmi, il suo modo di fare l'amore (anche se non l'ho mai fatto con altri), il suo modo di essere Lui.
Anche quando è cretino e sbaglia.
Lui.
Solo Lui.
Nient'altro che lui.
Il mio Dio.
Colui per cui io suono.
Colui che adoro vedere mentre suono.
Il suo sorriso mentre gioco con un brano divertente, i suoi mugugnii quando stono, la sua aria triste quando suono qualcosa di triste.
Lo amo.
Tristemente e perdutamente lo amo.
Mi accusa di non volermi innamorare perchè sono scioccamente legata a ciò che è stato quei pochi mesi che siamo stati insieme ufficialmente.
Eppure, poi, dopo esserci lasciati, sono tre anni, quasi quattro che continuiamo a frequentarci e a ritrovarci allacciati, nessuno riesce a far entrare altre persone nella propria vita...
Poi, penso:- No, lui c'è riuscito...-
E...
Panico...
Turbine.
Vento.
Sveglia.
Suonare.
Colpo secco.
Alzarsi.
Spogliarsi.
Lavarsi.
Lenti a contatto.
Una caduta.
Riprendere.
Disinfettante.
Metterle.
Lacrime salate.
Smettere.
No pena.
Vestirsi.
Pettinarsi.
Capelli.
Fino a sedere.
Andare da parrucchiere.
Convenevoli melensi e falsi di cui non importa nulla.
Mummie imbalsamate.
Salutare.
-Mia cara Elisa... Stasera per il concerto come vuole i capelli?-
-Qualcosa di semplice.-
-Certo.-
Tono falso, finto.
Pericolo.
Diffidare.
Lasciarsi pettinare.
Guardarsi.
Abat-jour in testa, mi pare giusto.
Lo choc per come mi ha ridotta mi fa venire da ridere in maniera isterica.
-Scusi, avevo detto qualcosa di semplice, non da damigella di sposa arricchita e cafona.-
La frase ni esce più sarcastica di quanto volessi.
-Ma te sei giovane, puoi permettertelo.-
-Io ho gusto, non posso permettermelo.-
Ancora sarcastica.
-Ti faccio altro?-
-Lasci stare.-
Pago ed esco.
Fotografia alla macchinetta più vicina, per ridere con le amiche.
Entro in un bar, ordino un caffè.
Mi guardo allo specchio.
Sembro davvero la damigella di nozze di Trimalcione.
Inizio a togliere la coroncina di perle rosa... Orrore.
Sciolgo lo chignon.
Tolgo le perline e i fiori finti dai capelli.
Levo tutto dai capelli.
Via, che schifo.
Esco fuori con i capelli sciolti, i miei capelli lunghi e boccolosi fino al sedere...
Non ho mai amato troppo i miei capelli perchè sono leziosi, ho naturali quei boccoli che ai tempi di mia nonna si ottenevano con il ferro...
Ho l'aria di una bambola, di una bella bambina brava.
A 20 anni ne dimostravo 14 e ora ne dimostrerò 15 si e no...
Non amo il mio aspetto.
Ha qualcosa di angelico.
Di delicato.
Di lezioso.
Qualcosa che da una impressione tenera, spirituale e razionale al tempo stesso...
Il mio animale totem è il cigno, può esserci un animale dall'aspetto più lezioso e dal carattere così poco effemminato?
Ecco, io assomiglio a un cigno... Caratteraccio sguaiato nonostante la parvenza di eleganza.
Lui diceva che...
Lui.
Bere.
Caffè.
Pagare.
Ringraziare.
Salutare.
entrare a casa.
Togliere lenti.
Suonare il violino un paio d'ore.
Ora pranzo...
Telefonare?
Citofono.
Squillare.
Collega.
-Ciao.-
-Ciao-
Banalità.
Aiutata da lui per esami particolari.
-Ti ho portato dei fiori per il debutto.-
-Grazie.-
Prenderli.
Prendere un vaso.
Lavandino.
Acqua,
Riempire.
Fiori in vaso.
Rose.
Salmone.
Preferirle bianche.
Lui.
Mazzo di rose bianche.
Porta di casa.
.... Buongiorno principessa...
ricordi.
Lacrima.
Asciugare.
Sorridere.
-Grazie.-
Abbracciare.
Trovare le sue labbra contro le mie.
Lingua nella mia bocca.
Mani sul mio corpo.
Spesso ci siamo coccolati come due persone che sono amiche, che vivono lontano da casa, ma mai così.
Non so che fare.
Bloccata.
Paralizzata.
Perdere contatto.
staccarsi.
Riprendere contattp.
Finalmente.
sono sul divano e mi sta carezzando.
Alzarsi bruscamente.
-Scusa, dovresti baciare...-
e mi accorgo che sto dicendogli di baciare esattamente come lui.
-No, scusa, non è corretto niente di quello che è successo.-
Si vede che ci rimane male ma fa finta di niente.
Capisce.
-Marco?-
E' strano sentir dire quel nome che non riesco a pronunciare quando è legato a lui...
Annuisco.
-Non è corretto pretendere che tu diventi lui.-
-Va bene. Senti. perchè non gli dici quanto lo ami?-
-Perchè glielo dico da quattro anni e passa e non capisce...-
Mi saluta.
Neanche bacetto sulla guancia.
Lo eviterò per i prossimi due tre mesi.
Citofono.
Apro.
Aldo.
-Ciao!-
-Ciao...-
-Mangiato?-
Racconto l'accaduto.
-Stai diventando non Jeno, ma il barone...-
Rido.
-Ma io mi fermo in tempo...-
-Già...-
-Elisa, devi convincerti che in realtà sono tutti pazzi di te e sarai a posto...-
-Scordi qualcosa. Lui non mi ama.-
- Sei marco-centrica?-
-Rigorosamente.-
Le ore scorrono rapidamente.
Alle sei squilla il cellulare.
-Pronto?-
E' il fratellino di Lui.
-Ciao. Dimmi, ti devo spiegare qualche frase difficile di latino? -
-No.-
-Matematica?-
-Nemmeno. Sono io a doverti dire una cosa: Marco non è andato con nessun'altra. Lui ama te.-
- E allora perchè si comporta così?-
-Perchè ha paura di perderti, che tu te ne vada e dice sempre:-Lei è forte, io no, tanto vale chiudere ora... Però ti ama, fidati, lo ha detto a me. Ama solo te. Altrimenti non sarebbe lì per sentirti suonare nè ieri avrebbe assistito al dibattito della tesi-
So che dice la verità.
Ero sicura fosse lì.
Lo sentivo.
Lui lì, Lui che il greco non lo conosce affatto, perchè ha fatto lo scientifico...
Dal cuore mi nasce un canto di gioia, un'emozione che fa svanire la paura da palco...
E' ora di salire e io sono felice, perchè anche stasera suonerò per Lui.
Suono Bach...
Come ho sempre fatto.
Nell'unico modo in cui so farlo...
Per Lui.
finisco di suonare colorando una nota di amore, di quello che provavo a 19 anni e che provo a 23, di quello che ho provato la prima volta che l'ho visto e di tutto ciò che abbiamo superato insieme...
vado in camerino.
Barone, Costanza.
Sento i loro commenti, le critiche dei giornali saranno buone...
Eccezionale, meravigliosa, calda e appassionata, è come ascoltare canti d'amore e di vita...
Come? Togliete il come è avrete la verità...
Ma ora non conta questo, conta altro...
Non mi importa niente che non siano Loro due.
Perchè, scendendo dal palco, li ho visti.
David-Jeno e Lui.
Seduti a due file di distanza.
Ma vicini.
I miei genitori sono venuti apposta da Roma e sono commossi.
Li degno appena di uno sguardo, parlo solo a Costanza ed al barone. Che, senza bisognoche glielo dica, capiscono che non sarò a cena...
Il barone sorride e commenta:-E poi dici che non somigli a Jeno...-
Chiedo ai miei che mi stanno pressando di lasciarmi da sola con Tina. Mia madre fa bizze, ma mio padre mi guarda e la porta via.
Babbo sa che sono stanca e non ho voglia di parlare.
Non sanno di me e Lui, che è finita e che sta per ricominciare.
Siamo io e Tina.
-Mi presti i tuoi jeans e la tua maglietta che ti sei portata per andare in discoteca dopo?-
-Ma ti vanno grandi! E poi, c'è la cena.-
-Per favore.-
Sfilo l'abito da sera, una meraviglia di seta celeste... Mia madre per la discoteca mi ha portato scarpe con il tacco e un abito di velo rosa... Aiuto!
Infilo i jeans, la maglietta.
Un magliettone.
Riprendo la vita dei jeans.
Sono larghi per me ma non importa.
Mi sciolgo i capelli fatti da un altro parrucchiere e li pinzo con un mollettone.
Mi sciacquo il viso con l'acqua.
Così mi sento Elisa.
-Ora, devi farmi un favore...-
-Capisco.-
-Devi dire che ero troppo stanca e ho la pressione bassa, quindi mi hai accompagnata a casa e mi sono addormentata in macchina, tanto che mi avete dovuto portare su, tu e il portiere.-
- Così i tuoi non verrano a rompere.-
-Esatto.-
Breve pausa... Aggiungo.
-Voi fate la mia festa di laurea pure, vi raggiungo con una persona in discoteca.-
- Va bene... Marco.-
-Per sempre...-
Sorrido felice, luminosa.
Tina mi dice:-Non ti avevo mai vista tanto bella...-
Esco fuori, mi mescolo a quelli che aspettano che io esca.
MArco è indietro, seminascosto.
-Bu...-
-Elisa, che ci fai qui?-
-Ti cercavo.-
-Sei bellissima.-
-Grazie-
Non lo lascio parlare e lo abbraccio.
Lo bacio.
Lui rimane di sasso.
-Ho sentito tuo fratello.-
Gli do uno schiaffo.
-Così impari.-
-Scusa...-
-Per colpa tua ho quasi fatto sesso con un tizio di cui non mi frega niente...Mi sento sporca per un bacio e delle carezze che gli ho dato perchp avevo perso il controllo ed ero andata in stand by...-
Marco ride. Sa che a volte sono sconnessa, specie se sto veramente male...
Camminiamo sul lungofiume parlando di scemenze, abbiamo solo un'ora tutta per noi prima della mia festa di laurea...
-Dormi da me?-
-Se mi vuoi...-
-Dove hai dormito queste due notti?-
-Una in treno e l'altra in un albergo, pensavo di ripartire ora... Ho il borsone alla stazione...Però speravo nella tua ospitalità...-
-Sì, va bene, basta che non scalci troppo...-
-Sei tu a farlo. Sembri un'asinella...-
-Simpaticone, lo sai che adoro gli asini...-
-Guarda, c'è la luna piena.-
-Bella.-
-Anche se Berlusconi è al governo ci sono ancora cose belle.-
-Sì...-
-Ne sto guardando una adesso.-
Rido.
Mi piace quando lo dice.
-Senti...-
-Sì?-
-ti va di venire a vedere i pipistrelli?-
-Sì!-
Camminiamo verso il ponte dei pipistrelli.
-Eccoci.-
-Bello!-
-E' pieno di pipistrilli che fanno i menestrelli con canzoni sui polpastrelli...-
E' una battuta scema ma lui ride...
Mi bacia le mani.
Andiamo alla mia festa di laurea e torniamo all'alba.
Stanchi.
Ma pieni di desiderio.
Ci saltiamo addosso appena entriamo.
Guardiamo i nostri corpi trascolorare con l'alba.
-Mi vuoi sposare?-
Io a lui, mentre mi spoglia...
-Sì.-
-Bene, chiama il prete.-
-Ora?-
-Ora, così quando entra e vede cosa facciamo ci esorcizza...-
Ride ancora.
Quando ride è come se tutta l'allegria e la bellezza del mondo mi fossero finalmente svelate...
La mattina ci svegliamo a mezzogiorno.
Prendo il violino e suono per Lui, solo per Lui che mi ascolta seduto in un angolo completamente nudo...
Anche io sono completamente nuda.
Finisco di suonare e ci ritroviamo a rotolarci nel letto.
Felici.

   
 
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