Film > Canone Inverso
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Autore: sawadee    16/03/2006    0 recensioni
Pubblicata già da me stessa medesima su un altro sito, è una delle mie prime fanfic, scritta quasi due anni fa. E' una sorta di ispirazione scritta a partire dal violino del conte.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Marco

Marco.
Fino a poche ore la testa sul mio cuscino.
E' partito.
Via.
Chissà per quanto.
Salito sulla scaletta del treno.
Un ultimo bacio e poi via.
Lo rivedrò presto.
Cuore oppresso.
Prendo il violino.
Canone inverso.
Il treno di Sophie che doveva salvarla.
Lei che sceglie di restare con Jeno.
Jeno che è catturato.
L'amicizia di David e Jeno che si sfalda.
Marco.
Seduto sul suo sedile verde.
Capelli neri.
Naso ebraico.
Maglietta nera e jeans.
Fino ad un attimo fa con me.
Strana sensazione.
Rumore di ferraglia...
Deraglia, deraglia.
Deraglia.
Stupido capostazione, perchè?
Era rosso, perchè hai fatto passare il diretto?
E perchè frenando deraglia?
Perchè?
Sangue, sangue, sangue ovunque.
Come quello che ho perso quando abbiamo fatto l'amore la prima volta, anche se lui è stato delicato.
Sangue.
Quello dei graffi che gli faceva sul braccio il gattino.
Deraglia, stupido macchinista.
Deraglia.
Marco lì.
Lui... Lui.
Suono come se il violino e la musica potesse salvarli, mi convinco che si salveranno solo se suonerò con purezza.
E lo faccio.
Lo faccio.
Finisco di suonare.
Ripongo il violino.
Squilla il cellulare.
Lui!
-Amore, sono all'ospedale, ma non ci sono stati morti. Il treno ha deragliato.-
Gli dico cosa ho visto suonando.
Lui risponde di aver sentito il Canone e la mia voce che gli urlava di buttarsi in terra.
-Come stai ora?-
chiedo con un filo di voce.
Ho già infilato i jeans e la maglietta per raggiungerlo all'ospedale.
-Niente, mi sono solo graffiato. Vengo da te io, tanto a piedi sono 5 minuti.-
Inizio a contare i secondi che ci dividono.
Uno, due, tre, quattro... n.
viene su da me ridendo.
Io lo abbraccio.
Il mio unico tesoro.
Marco...
Sopravvissuto.
Il mio unico amore.
Prende il treno successivo e lo accompagno, ho tempi strettissimi per andare dal barone.
Chiamo il barone. risponde Costanza:-Costanza, potrei essere in ritardo...-
-Va bene.-
Giungo comunque puntuale.
Suono piena di gioia, di vita... Sono felice perchè il mio amore anche se sta andano lontano è vivo....
Finisco di suonare.
Il barone ha gli occhi pieni di lacrime.
-Barone, che c'è?-
-Sei venuta puntuale.-
-Beh, barone, mi sembra il minimo. Ho preso un impegno,ho chiamato perchè forse avevo del ritardo.-
-Sai compiere il tuo dovere.-
-Grazie ma per me è più un piacere.-
Silenzio...
Mi siedo sulla poltrona e sgambetto.
Il barone sorride.
-Vuoi suonare con Jeno?-
Non me ne ero accorta, ma dall'ombra esce David.
Io rimango in silenzio.
Sta per chiedermelo.
Non so se ce la farò a suonare.
Prendo il violino in mano.
Jeno mi guarda io lo guardo, lui si perde, io mi perdo, non so che fare, non vedo follia nei suoi occhi perchè se la scorgessi la vedrei anche nei miei.
Guardo il barone.
-Canone inverso.-
La voce è un ordine.
No fuggire.
No posso.
Obbedienza.
Masochismo
Paura
Fine
Violino.
Mano.
-Fai tu il primo?-
-No, il secondo va benissimo...-
Parole automatiche.
Sguardo Jeno.
Jeno sorpreso...
prendere violino.
Suonare.
I due fratelli.
L'inizio di tutto, l'incontro del barone e delle loro madri...
Suono, suono... L'incontro dei due fratelli, la loro amicizia, quando iniziò a prendere il loro canone inverso, quel canone che anche io e marco avremmo preso... Futuro, futuro all'inverosimile...
Io vecchia brutta stanca, da lui odiata, io che lo amavo ancora e lui che mi odiava.
Jeno... Pazzo. Per sempre.
Costanza e il barone, chiusi nel loro affetto...
Io, io...
Jeno che aveva rotto il futuro.
Sophie triste e dolente, piena di amore.
E capii.
Salvando Marco avevo distrutto l'ordine naturale.
Una morte una morte.
Il mio canone inverso.
Jeno smette di suonare, non riesce ad andare avanti.
Prendo io il suo posto.
Lui mi guarda quasi con odio. E' David, ma io non sono Jeno.
Suoniamo fino alla fine, mentre vedo il passato, il presente e il futuro accavallarsi davanti a me.
David non è più Jeno, è David e mi guarda con odio...
Lo stesso che tra qualche anno vedrò sul viso di Marco che non vuole lasciare i bambini senza una madre.
E poi, l'illuminazione.
Il violino.
E' maledetto.
Porta solo infelicità e follia a chi lo suona.
Finisco di suonare.
David urla e si accascia. Il barone ordina di portarlo in ospedale.
Lo accompagno e lo lascio lì.
Costanza mi ringrazia e io le dico:-Addio Costanza.-
-tornerai a suonare?-
La mia risposta si perde nel vento...
Saluto il barone abbracciandolo.
Anche lui è commosso e ha capito.
-E' un grande atto d'amore.-
-Un'altra cosa.-
-Dimmi.-
-Faccia bruciare Canone Inverso. Nessuno deve più suonarlo.-
Cammino per l'intera città.
Voglio vedere l'alba, io con il violino in mano.
Telefono ai miei amici:-Ciao...-
Alcuni si stupiscono, era tanto che non li chiamavo...
-Volevo salutarvi, parto per un viaggio.-
-Ah, bene, ciao.-
Chiamo i miei e dico:-Qualunque cosa succeda, non è colpa vostra.-
Non capiscono.
Vado a casa e indosso il mio abito più bello e esco.Ceno sola nel ristorante migliore della città.
Cammino per tutta la notte.
Ho il violino con me.
Scelgo l'aria e la terra...
Quello da cui viene il violino.
Voglio vedere l'alba.Sono ancora bella stanotte.
Non sono mai stata così bella. Lo vedo negli occhi dei passanti che mi guardano...
Una ragazza che si toglie i sandali e cammina con il violino in mano su una balaustra.
Io...
Poso le scarpe.
Suono lì sulla balaustra.
Suono.
Suono finchè posso.
Squilla il cellulare.
E' Marco.
Non rispondo, potrei cambiare ancora il destino ma ho deciso. Prendo il cellulare e lo getto di sotto.
Suono la Chaccon.
Sono Elisa.
Son
o Jeno.
Sono ogni amante e ogni amato, sono ogni musica ed ogni strumento, sono ogni suono, ogni lacrima, ogni nuvola ed ogni respiro del vento...
Sono ogni singolo respiro, ogni più piccolo battito cardiaco.
Sono ogni essere ed ogni oggetto, sono ogni anima...
Sono la dea e sono la serva, sono il dio e sono il guerriero.
Sono la madre e la figlia e lo Spirito...
Sono il sole.
Sono la luna.
Sono le stelle.
Sono le rocce, stabilità che non muore, vita silente delle foreste...
Sono l'acqua, cascata che scorre, zampillo purissimo di fonte, grandezza del mare...
Sono l'aria, il vento, la stasi, la tempesta e la bonaccia...
Sono il fuoco che tutto distrugge e tutto crea...
Sono ogni cosa.
Sono la madre che non sono potuta essere, sono l'amante che sono stata per poco..
In silenzio guardo lo strapiombo.
Stringo il violino tra le dita.
E spicco il volo...

   
 
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