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Autore: lella23    06/07/2011    2 recensioni
Cos'è un ricordo?
Me lo sono sempre chiesta...
Può essere tanto, troppo... non ha consistenza eppure non riesci a scrollartelo di dosso, rimane dentro tra cuore e anima.
[...]
Ma a volte, molte più di quanto si creda, siamo noi stessi che ci sforziamo di ricordare, siamo noi a cercare quel dolore...
Perchè è meglio spezzare il nostro cuore piuttosto che lasciare andare i ricordi...
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Memories

E' una curiosa creatura il passato
Ed a guardarlo in viso
Si può approdare all'estasi
O alla disperazione.

Se qualcuno l'incontra disarmato,
Presto, gli grido,
fuggi!
Quelle sue munizioni arrugginite
Possono ancora
uccidere!

{Emily Dickinson}


Cos'è un ricordo?
Me lo sono sempre chiesta...
Può essere tanto, troppo... non ha consistenza eppure non riesci a scrollartelo di dosso, rimane dentro tra cuore e anima.
Puoi fare di tutto anche illuderti di essere riuscito a cancellarlo ma ci sarà sempre, qualcosa lo farà sempre vivere, in agguato è pronto a saltare fuori al minimo accenno... anche una sola goccia di pioggia, anche un solo leggero respiro.
È doloso e non puoi controllarlo, puoi solo subire e aspettare l'ennesima stilettata al cuore.
Ma a volte, molte più di quanto si creda, siamo noi stessi che ci sforziamo di ricordare, siamo noi a cercare quel dolore...
Perchè è meglio spezzare il nostro cuore piuttosto che lasciare andare i ricordi...










Un profondo respiro, uno solo, e sarebbe stata pronta.
Era un giorno speciale quello... forse il più importante della sua vita, era così agitata! Non vedeva l'ora che quell'ansia finisse, non sopportava quelle attese estenuanti. Era ancora seduta di fronte all'enorme specchio che stava in camera sua, finalmente sola dopo due ore di preparativi almeno i suoi capelli erano finiti, le altre le avevano lasciato alcuni minuti per rimirarsi, mentre andavano a prendere il vestito.
Si vedeva allo specchio e quasi non si riconosceva, era come se avessero fatto un incantesimo e fosse diventata bellissima! I capelli castani elegantemente tirati indietro le lasciavano un boccolo al lato del viso.
Ad un tratto il dubbio prese a germogliare dentro di lei, era davvero la scelta giusta? Stava facendo davvero quello che era meglio per lei?
Strinse le mani in grembo, doveva per forza essere così, perchè adesso tutti queste incertezze? Eppure quando le aveva chiesto di sposarlo lei si era subito sentita al settimo cielo e con le lacrime agli occhi gli aveva detto si.
Si alzò nervosa, all'improvviso si sentiva soffocare, l'aria era come pensante, impossibile da respirare.
Doveva allontanarsi da quello specchio, doveva allontanarsi da tutti, solo per pochi minuti, giusto il tempo di riprendersi da quell'agitazione che l'aveva presa. Aprì la porta e silenziosa salì al piano superiore, alla mansarda. Da sempre quella era la stanza che preferiva, anche più della sua camera, era il suo luogo segreto, ci andava da piccola quando litigava con qualcuno o quando i suoi genitori litigavano e lei spaventata si rintanava lì, per cercare tranquillità: ciò che aveva bisogno in quel momento.
Si sedette tra gli scatoloni, traboccanti di foto, giochi e vecchi ritagli di giornale, li veniva messo tutto, per quello adorava venirci, tuffarsi nel passato, rivivere i momenti ormai perduti nel tempo... eppure era da tantissimo che non si rifugiava in quella mansarda, anni, da quando tornare indietro non era stata più una cosa piacevole.
Non seppe resistere anche se era consapevole che avrebbe fatto male, ormai non le importava, ormai era lì.
Frugò dentro allo scatolone più vicino, pieno zeppo di foto quasi sbiadite, di lei da piccola. Sorrise vedendosi nella culla a giocare con pupazzi di ogni genere e colore, sorrise vedendosi crescere poco a poco, foto dopo foto fino ad arrivare a quella, lo sapeva, se lo aspettava eppure non poteva frenare quel sussulto, quel dolore... avrebbe dovuto esserci abituata no?
Chiuse gli occhi con un sospiro, no, non l'avrebbe mai fatto... ci conviveva, ma era sempre lo stesso immutabile dolore, lo stesso immutabile ricordo. La foto scivolò tra le mani, ritraeva due bambine sorridenti.

Correva, era felice, finalmente i suoi genitori la portavano al parco! Incurante delle grida di sua madre che le diceva di non correre o si sarebbe fatta male, andò verso lo scivolo il suo preferito tra i giochi che c'erano lì. Quando stufa di quel gioco corse verso un altro inciampò in un sasso e cadde.
Il ginocchio sbucciato le bruciava e con tutte le forze cercava di non trattene le lacrime, odiava piangere, ma non potè farlo a lungo. Si asciugò imbronciata le guance cercando di mettersi in piedi.
-Ti sei fatta male?-
La voce era preoccupata, alzò la testa e vide una bambina, il viso incorniciato da corti e disordinati capelli neri, gli occhi marroni la guardavano ansiosi.
Orgogliosa com'era non poteva permettersi di farsi vedere così debole, era cresciuta circondata da maschi, era naturale che fosse diventata un piccolo maschiaccio che non voleva farsi vedere in lacrime. Mugugnò qualcosa, scuotendo il caschetto castano, mentre si teneva il ginocchio. L'altra sorrise sollevata e le tese la mano per aiutarla, ma lei odiò quel gesto e stizzita la schiaffò alzandosi da sola. Se l'altra si arrabbiò non lo diede a vedere, anzi imperterrita continuava a parlarle.
-Io sono Gemma.. tu come ti chiami?- chiese sorridendo.
La guardò di sottecchi, non sapeva come ma non era infastidita come capitava di solito con le altre bambine all'asilo, loro erano così rumorose e piangevano come fontane quando i loro genitori le lasciavano lì, davvero noiose. Invece con questa Gemma era curiosa, ma cocciutamente non voleva rispondere, però vedendo che l'altra diventava triste non potè continuare a tacere.
-Uhm... Cloe...- borbottò infastidita quasi.
Gemma sorrise felice, si chiese cosa c'era di così tanto bello in un nome per sorridere.
-Mi piace...-
-Uhm sarà... perchè non vai da quelle là?- disse Cloe indicando un gruppetto di bambine che giocavano a bambole in un angolo del parco.
Gemma divenne improvvisamente triste, abbassò il capo e strinse le manine. Cloe si chiese il motivo di quell'improvviso cambiamento... aveva solo domandato perchè volesse stare con lei invece che giocare con le altre come tutte le bambine facevano. Non aveva mai avuto amiche, aveva poca pazienza e odiava le bambole, aveva però molti amici maschi, ma quel giorno non erano lì per quello se ne stava da sola.
-N...non mi piacciono...- mormorò infine.
Cloe inclinò la testa perplessa, nessuna bambina aveva mai detto così a parte lei, ma in qualche modo intuì che la situazione era diversa dalla sua.
-Perchè?-
-L... loro sono c...cattive con me- disse sempre con la testa bassa.
-Pff che hanno fatto?- disse spazientita Cloe, non era mai stata comprensiva e nemmeno paziente.
-Dicono che non posso giocare con loro... che i miei vestiti sono brutti... che devo stare lontana da loro...- spiegò mentre delle gocce cadevano a terra.
Cloe sgranò gli occhi, non aveva ancora notato come vestiva e doveva dire che indossava degli abiti un po' consumati, sicuramente di seconda mano, i pantaloni avevano delle toppe sulle ginocchia.
Se c'era una cosa che Cloe sopportava meno delle lacrime e delle bambine noiose erano sicuramente le ingiustizie, non riusciva a non arrabbiarsi a sentire una cosa del genere, un'altra cosa imparata da tutti quei maschi che la circondavano... seppur magari non esprimevano il loro affetto apertamente non lasciavano un amico in difficoltà. Gemma non era ancora un'amica, ma Cloe non poteva stare tranquilla lo stesso.
Con gli occhi blu ridotti a fessure la bambina partì alla carica di quelle smorfiose sotto lo sguardo attonito e appannato di Gemma.

Fece un messo sorriso, rimettendo le foto della sua infanzia nello scatolone. Lo richiuse e sfiorò il coperchio, era passato così tanto tempo da allora eppure quel ricordo, in mezzo alla sua infanzia confusa, era così nitido.
Ma dopotutto di cosa si sorprendeva?
Non poteva dimenticare di certo quel momento così importante... quella svolta che aveva cambiato nettamente la sua vita. Non poteva dimenticare, non riusciva... aprì un altro scatolone, voleva distrarsi, andare avanti.
In quello c'erano tanti e tanti disegni, lettere e libri di scuola. Le svogliò ritrovando in essi sprazzi di lezioni, momenti divertenti e anche noiosi... tutto sempre con lei. Prese le lettere, erano quelle che si scambiava con Gemma, incitata da lei più che altro, era quella più sentimentale delle due, quella che esprimeva senza vergogna il suo affetto.
Anche nell'adolescenza lei era un tale maschiaccio, non riusciva ad essere un po' femminile e non lo voleva nemmeno odiava essere come le altre sue coetanee con sempre in mente il loro aspetto fisico. Adorava invece fare sport, era brava... davvero brava... chiuse gli occhi dolorosamente, si passò la mano sul viso fregandosene del trucco fresco.

Due ragazze stavano camminando per una via, una di loro teneva un borsone sulla spalla mentre l'altra aveva uno zaino.
-Hai ancora gli allenamenti?- chiese la mora.
-Si...- rispose l'altra.
-Uhm... speravo che oggi potessimo andare al centro commerciale...- disse delusa.
Cloe la guardò con la coda dell'occhio dispiaciuta, la scherma la stava assorbendo tanto, le ore degli allenamenti aumentavano ogni anno e da un po' non aveva più potuto uscire molto... le mancava davvero Gemma seppur si vedevano a scuola non era certo lo stesso.
Eppure non riusciva a stare senza stringere in mano il suo fioretto... sospirò sistemandosi bene la sacca.
-Possiamo vederci domani... ok?-
Gemma la guardò sorpresa per poi sorridere felicissima.
-Si! E per punizione dovrai sopporti a una sessione di shopping durissima! E non girare gli occhi al cielo!- disse senza neanche guardarla, la conosceva bene ormai.
Cloe sorrise con gli occhi al cielo, odiava tutto quello spendere in vestiti, ma per Gemma poteva fare un'eccezione.
Quel giorno iniziava la secondo superiore, la scuola non era mai stato un gran problema per nessuna delle due, avevano allacciato delle amicizie abbastanza superficiali, non riuscivano a costruire un rapporto come il loro con qualcun'altro, per questo forse non approfondivano molto le amicizie. E Cloe non riusciva a non trovare le altre ragazze noiose e insopportabili, almeno con i ragazzi riusciva a parlare senza che questi iniziassero a delirare su quanto era bello tizio o che caio l'aveva guardata di sfuggita.
Le due raggiunte l'aula si sedettero in banco assieme, a causa del suo snobbare le altre ragazze e parlare tranquillamente con i ragazzi che magari a loro piacevano Cloe non era molto simpatica alle sue compagne, ma se ne fregava solo Gemma era preoccupata da questa situazione.
La castana appoggiò la testa sulla mano, annoiata già alla sola vista di tutte quelle oche. Sbuffò vedendo due delle più stupide lanciarle sguardi di fuoco solo perchè un suo compagno l'aveva salutata, diamine neanche si fossero messi a baciarsi appassionatamente in mezzo alla classe!
-Come fai a farti odiare così tanto?- chiese un po' divertita e un po' preoccupata Gemma.
-Io non faccio niente di che, sono loro a mangiarsi il fegato solo perchè parlo con i loro belli quando dovrebbero darsi una mossa loro invece di infastidire me- rispose semplicemente.
Fece ingresso in quel momento il prof di matematica che annunciava due nuovi compagni di classe, che sarebbero arrivati tra pochi giorni. A questo annuncio un mormorio concitato si sparse in tutta l'aula. Anche Gemma sembrava curiosa su questi nuovi arrivati. Forse lo era anche lei, ma non più di tanto aveva altri pensieri per la mente come i continui litigi tra i suoi genitori soprattutto ora che suo padre tornava a casa tutti i giorni tardi e lei sapeva bene il perchè.
Le sfuggì un sorriso sprezzante, le uniche cose che riusciva ad aggrapparsi erano la scherma e Gemma, il resto sembrava così instabile...

Ricordava bene quel giorno, ci sarebbero stati dei nuovi compagni! Erano tutti così eccitati... scommettevano su come potevano essere, da dove venivano... Gemma anche sembrava stranamente nervosa, sembrava non stare nella pelle di conoscerli.
Infondo era comprensibile, era una città abbastanza piccola, non succedeva mai niente di così emozionante e dei nuovi compagni di classe erano certamente una succulenta novità.
Invece a lei non interessava più di tanto, troppo presa da se stessa, i problemi di famiglia, la voglia di essere libera da tutto cosa che provava solo con un fioretto in mano o parlando con Gemma. Da quel giorno però le cose iniziarono a cambiare, di molto anche, il giorno in cui i suoi punti fermi iniziarono a traballare.

Stava correndo, la palestra non era lontana, ma lei aveva fatto tardi, Gemma non faceva che parlare e aveva perso la cognizione del tempo, sicuramente il suo maestro l'avrebbe rimproverata, odiava i ritardatari.
Andò velocemente agli spogliatoi salutando appena la signora all'entrata. Con il fiatone riuscì a vestirsi in tempo record, farsi una coda e andare nella palestra dove alcuni avevano già iniziato ad allenarsi.
Il maestro alla sua entrata la guardò male, ma non disse niente, infondo era la prima volta che era in ritardo ed era anche la migliore del suo corso.
Dopo aver fatto passare lo sguardo su tutti gli altri per assicurarsi di avere l'attenzione generale iniziò a parlare.
-Bene volevo dirvi che da oggi si unirà un nuovo ragazzo che si allenava in un'altra palestra... Lukas vieni...-
Cloe alzò gli occhi al cielo, quel giorno era un continuo di gente nuova, sbuffò cosa aveva mai ora la cittadina di così interessante che venivano tutti? Annoiata si voltò a guardare il nuovo arrivato. Incrociò due occhi neri che le fecero arrestare il respiro per un attimo, era bellissimo... arrossì appena a quel pensiero, eppure non poteva che dirselo, impossibile non definirlo così.
Era alto, i capelli mori disordinatamente ordinati che alcuni ciuffi gli ricadevano sulla fronte, il viso dai tratti delicati ma virili seppur non doveva avere più della sua età. La bocca poi, carnosa ma non troppo, piegata in un sorriso quasi malizioso. Gli occhi erano due abissi in cui non potevi sottrarti e stavano fissano proprio lei.
Si girò improvvisamente turbata, mai si era interessata ai ragazzi mai! Li vedeva come amici, ma vederli come ragazzi veri e propri no! Li considerava un po' infantili anche il più carino della scuola non aveva mai attirato la sua attenzione, non come ora quel ragazzo.
Era preoccupata, che le stava succedendo?! Non le piaceva per niente quello che aveva provato, lei non era come tutte le sue coetanee che non vedeva l'ora di trovare un ragazzo per poter fare sogni romantici così zuccherosi da farla andare in coma diabetico, Cloe era completamente diversa.
Strinse i pugni, cercando di cancellare quelle sensazioni, doveva riprendere il controllo, che diamine!
-Bene, visto che non hai ancora un compagno oggi ti allenerai con Cloe...- disse il maestro.
Cloe sgranò gli occhi sorpresa, mai si sarebbe aspettata quello e mai l'avrebbe voluto. Non voleva stare vicino a quel ragazzo per niente al mondo, la confondeva troppo!
-M-ma maestro oggi mi dovevo allenare con lei!- tentò di salvarsi lei.
-Possiamo farlo dopodomani, infondo chi meglio di te può vedere il livello di Lukas?-
Le aveva lanciato la sfida, come migliore del suo anno doveva avere quell'onere.
Sbuffando silenziosamente la ragazza prese uno delle tante pedane e quel Lukas la seguiva sempre con quel sorrisetto che iniziava a trovare irritante. Si mise la maschera stizzita soprattutto nel notare come la divisa gli stesse così bene, stava davvero diventando molto fastidioso quel ragazzo.
-Sciabola o fioretto?- domandò leggermente annoiata, per fortuna riusciva a controllarsi almeno all'apparenza.
-Fioretto- rispose lui mettendosi la maschera.
Cloe annuì appena prendendo il fioretto e mettendosi in posizione come fece anche l'altro. Iniziarono con colpi semplici, parate e affondi, niente di speciale. Cloe si stava annoiando e in qualche modo anche l'altro l'aveva capito.
-Ti annoi prodigio?- la prese in giro.
A quel nomignolo strinse la prese all'impugnatura, irritata, odiava quando qualcuno che nemmeno la conosceva si faceva beffe di lei, non riusciva proprio a sopportarlo! Se prima l'aveva visto così bello ora non vedeva che un arrogante e spocchioso viziato con un livello scarso di scherma.
Cloe a risposta iniziò ad aumentare il ritmo dell'incontro, voleva vincere e liberarsi il prima possibile di quel ragazzo. Ma contro le sue previsioni non sembrava affatto colpito dalla sua mossa, parava con facilità ogni sua mossa anche quella più agile. Irritata come non mai si lanciò nella lotta.
-Uhm vedo che stai iniziando a scatenarti... mi piace...-
Ancora quel tono di scherno! Che rabbia!
-Non hai ancora visto niente!- ribattè.
-Non avevo dubbi! Facciamo che si vice alla prima toccata-
-Ci sto!-
Iniziarono allora a fare sul serio, affondi, parate... ormai Cloe aveva perso la cognizione del tempo, aveva dimenticato tutto com'era solita fare quando faceva scherma, nella sua testa c'era solo posto per l'incontro. Seppur quel ragazzo era irritante doveva ammettere che non se la cavava male, fece un mezzo sorriso pensando che non l'avrebbe mai detto ad alta voce.
Finalmente riuscì a scovare uno spiraglio nella difesa dell'avversario, fece roteare la punta del fioretto intorno a quello dell'altro e fece un affondo che colpì il suo petto proprio all'altezza del cuore. Cloe tolse la maschera sorridendo trionfante e lo stesso fece lui.
-Touché...- disse Lukas guardandola negli occhi.
La ragazza avvertì un brivido, che scacciò via subito. Non ci diede peso, si stava godendo la vittoria, si passò una mano sulla fronte ormai sudata. Il loro piccolo incontro aveva attirato molto l'attenzione della palestra tanto che si era creato un piccolo pubblico. Cloe guardò per niente interessata le facce degli altri e andò negli spogliatoi, ormai era tardi e doveva tornare a casa.

Com'era ingenua a quel tempo... troppo orgogliosa per ammettere a se stessa che quel ragazzo le piaceva. Sorrise malinconica, le mancava però, quella vecchia sé, di cui ormai non aveva più nulla se non il nome.
Lukas e suo fratello erano i nuovi compagni di classe, quando lo vide si ricordava il fastidio [il piacere?] di vederselo in quell'aula con lei e quando la vide si ricordava che le fece pure l'occhiolino, naturalmente girò la faccia irritata, ma anche imbarazzata per quel gesto.
Scosse la testa appena, giovani e infantili...
Gemma trovava quella situazione molto divertente, era una novità che un ragazzo mi facesse così arrabbiare, di solito trattavo tutti con il minimo di interesse, invece con Lukas era diversa. Sicuramente aveva capito prima di lei che ne era cotta, ma per fortuna non le fece mai presente la cosa, la conosceva e sarebbe stato uno schok vedersi così buttare i suoi sentimenti in faccia. Invece il fratello di Lukas era l'opposto, gentile, educato, modesto... Ethan era un tipo apposto.
Si ricordava di quel pomeriggio, perfettamente anche dopo tutti quegli anni...

-Cloe!- gridò Gemma entrando all'improvviso nella sua camera.
Cloe sobbalzò sorpresa, stava studiando storia, materia inutile a sentir lei, ma come ogni cosa si doveva imparare.
-Che diavolo ti prende!? Mi hai fatto venire un infarto!- urlò di rimando lei.
-Scusa è che...oddio!- continuava a saltellare per la stanza senza dire niente di logico.
Cloe di stava seriamente preoccupando, che diavolo era successo alla sua amica? Per caso aveva fatto uso di sostanze illegali? La prese per un braccio e la fece sedere sul letto.
-La vuoi finire di fare l'esaltata e dirmi che diavolo è successo?- la sua pazienza non era affatto migliorata col tempo, proprio no.
-Io e Ethan...-
-Si?-
-Io e Ethan... noi... usciremo insieme sabato!- disse tutto d'un fiato, per poi iniziare a ridere come una stupida.
Cloe rimase interdetta, questa poi... aveva intuito che l'amica avesse una cotta per il gemello di quell'imbecille, ma che anche Ethan ricambiasse non le era mai passato per la mente. Doveva prevederlo però, erano passato due anni dal loro arrivo si frequentavano spesso sia per la scuola sia per la scherma visto che Gemma e Ethan venivano sempre a vedere lei e Lukas alle competizioni.
Eppure la notizia l'aveva lasciata spiazzata e... amareggiata... invidiosa?
Non sapeva proprio dirlo, vedendo che Gemma aspettava una risposta finse un sorriso e disse che era contenta per lei, per scherzare aggiunse che sperava non diventassero come quelle coppiette tutte moine e quant'altro. Parlarono un altro po' e quando l'amica se ne andò, Cloe rimase seduta sul letto a fissare il vuoto.
Che le stava succedendo? Perchè non era contenta per Gemma? Perchè si sentiva così... sola?
Era davvero stupido pensare che un semplice ragazzo potesse mettersi tra di loro eppure... o forse era altro? Forse... improvvisamente le apparve il volto di Lukas. Non poteva essere, no, assolutamente! Lei non provava niente per quello se non fastidio! Doveva essere così!
Prese a camminare ansiosamente per la stanza, con le lacrime agli occhi e maledicendo ogni cosa, il destino, il caso, ogni Dio esistente per averle fatto incontrare Lukas, ma soprattutto... per averla fatta innamorare di lui.

Com'era stata dura ammettere con se stessa i suoi sentimenti, che aveva sempre rifiutato. Sospirò prendendo un'altra scatola, proprio in cima c'era la foto di gruppo di scherma. La prese deglutendo, era l'ultimo anno che aveva frequentato il corso, era anche l'ultimo anno di scuola.
Sfiorò i volti impressi nella carta, fino ad arrivare al suo e a quello di Lukas. Si fermò vedendo il famigliare sorriso che caratterizzava il ragazzo e l'espressione annoiata del suo viso, apparentemente si poteva notare che sembrava tutto normale, ma se si vedeva bene... si notava come i due cercassero di sfiorarsi inconsapevolmente.

Era passato un anno da quando era scesa a patti con i suoi sentimenti, non riusciva più a stare con Lukas senza provare una stretta allo stomaco. Faceva di tutto per apparire come sempre, rispondeva alle sue frecciatine con frasi taglienti, ma sapeva che niente era come prima. Non riusciva a non pensare a lui, non riusciva a non avere paura... non avrebbe mai confessato i suoi sentimenti, quella era l'unica cosa di cui aveva la certezza, non voleva soffrire a causa di un rifiuto come una stupida, sapeva perfettamente di non interessare a Lukas in quel modo.
Sospirò seduta sulla panca, negli spogliatoi, doveva uscire per fare l'ultimo allenamento prima della maturità e per il dopo era stata incastrata da Gemma e Ethan che volevano fare una vacanza tutti e quattro insieme per festeggiare... inutile dire che il quarto era Lukas.
Si appoggiò agli armadietti tenendo in mano la maschera, stava arrivando al limite, non ce la faceva più a stare ad aspettare che quei sentimenti se ne andassero da soli, non riusciva più a continuare così, era stremata.
Come se non bastasse quel giorno sua madre aveva scoperto i tradimenti di suo marito... davvero quel giorno faceva proprio schifo.
Scosse la testa, doveva sbrigarsi ad entrare in palestra, come al solito trovò Lukas che l'aspettava alla loro pedana, dopo il loro primo incontro il maestro aveva deciso che sarebbero stati compagni di allenamento, cosa che aveva fatto arrabbiare Cloe ma non poteva sottrarsi. Come assente si mise in posizione mettendosi la maschera, Lukas però si accorse del suo anomalo comportamento.
-Ehi prodigio...-
-Che vuoi?- disse seccata.
-Che ne dici di scommettere?-
Aveva in mente un piano per farla tirare su di morale, seppur la prendeva in giro, era stato colpito da lei fin dal primo incontro... nessuno l'aveva mai battuto invece lei l'aveva fatto con semplicità e con un sorriso che non riusciva a dimenticare. Lo sentiva che era successo qualcosa di sgradevole e gli dava fastidio che lo ignorasse così.
-Cioè?-
-Una sola toccata. Se questo incontro lo vico io stasera uscirai con me!- disse facendo il suo solito sorriso.
Cloe ringraziò di avere la maschera, aveva nascosto la sua espressione shoccata e la sua faccia completamente rossa.
-C-cosa?!- esclamò incredula.
-Si... dai, hai forse paura di perdere?-
Quell'allusione non fece altro che infiammarla, mai darle della codarda. Impugnò il fioretto con decisione e si mise in posizione.
-Fatti sotto!- disse secca.
Iniziarono così il solito scontro, parate, stoccate, affondi... Cloe era sicura di poter vincere, doveva vincere anche se l'idea di un appuntamento con Lukas era allettante il suo orgoglio era più forte.
Lukas fece una finta, la ragazza capì subito le sue intenzioni, ma... il suo corpo non le rispondeva, proprio quando poteva colpirlo non lo fece. Rimase inerme mentre Lukas la colpiva al fianco. Rimasero così per un paio di minuti ad ansimare per lo sforzo.
Non riusciva a crederci, il suo cervello non riusciva a registrare il fatto che si era fatta battere apposta! Tutto per uno stupido appuntamento! Storse la bocca e strinse gli occhi, arrabbiata. Lukas si tolse la maschera e la guardò serio.
-Cloe...-
-Hai vinto ok? Stasera uscirò con te...- disse con voce strozzata.
-Ma...-
Cloe lasciò cadere il fioretto e se ne andò negli spogliatoi togliendosi la maschera. Lukas rimase sulla pedana sconvolto, mai avrebbe pensato che Cloe potesse perdere e men che meno di proposito. Forse... forse anche lei...? Era sempre stato convinto che non ricambiasse e invece quel giorno aveva avuto la prova dell'interesse di Cloe. Fece il suo sorriso e le corse dietro deciso, fino a quel momento si era trattenuto per paura ma ora non ne aveva motivo. Incurante di stare entrando nello spogliatoio femminile andò verso Cloe che lo guardava sconvolta.
-Ma che diavolo...-
Non fece in tempo a finire la frase che Lukas la spinse sugli armadietti. Le prese il viso tra le mani e la baciò, Cloe non riusciva a fare niente, tanto era la sorpresa. Cerco di lottare per allontanarsi quando si rese conto di cosa stava avvenendo, ma non ne era convinta, per niente. Rispose al bacio con il cuore impazzito, sentiva il corpo di Lukas premere contro il suo e non poteva che essere felice. Quando il ragazzo smise di baciarla le posò la fronte sulla sua e la guardò negli occhi.
-Stasera alle nove, preparati ti vengo a prendere a casa!- detto questo le diede un altro bacio e se ne andò.
Cloe rimase addossata agli armadietti con un sorriso che le si affacciava sulle labbra. Alzò la mano e se le sfiorò arrossendo, mai aveva provato un tale trasporto.

Quel ricordo era tanto bello quanto doloroso, non poteva immaginare cosa sarebbe successo, come avrebbe fatto? Stava andando tutto così bene, anche la separazione tra i suoi genitori non smorzava quella felicità che stava vivendo con Lukas.
Continuò la sua ricerca e alla fine arrivò ad una foto, una polaroid che mostrava quattro ragazzi in spiaggia che sorridevano. Cloe strinse forte gli occhi cercando di non piangere, quella foto era la fine di tutto... l'ultimo ricordo, l'ultimo attimo di felicità rubata che le era stata concessa.

-Ci sbrighiamo?!- esclamò Cloe uscendo dall'albergo con la valigia in mano.
-Si prodigio... solo che non siamo tutti ansiosi di ripartire per casa...- scherzò Lukas.
La ragazza lo guardò male, lui rise e l'abbracciò baciandola. Grazie a lui era riuscita a livellare almeno un po' il suo carattere così orgoglioso, anche se ancora odiava quando la chiamava con quel nomignolo stupido.
-Ok piccioncini adesso partiamo! Dovevate pensarci prima se volevate un po' di privacy- rise Ethan caricando la macchina.
Lukas si staccò dalla sua ragazza per fulminare il gemello con lo sguardo. Salirono in macchina, Gemma guardava Ethan al posto di guida con aria imbronciata.
-Perchè non posso guidare io? L'ho fatta la patente!-
Ethan rabbrividì mettendo la prima per partire, ma non disse niente.
-Lo chiedi anche? Non so proprio come hai fatto ad averla quella patente...- disse Cloe.
Gemma la guardò male e l'altra non potè che ridere, la mora mise il broncio offesa.
-Non ridere... sei cattiva Cloe...-
-Ahahah devi vedere la tua faccia! Ahahah-
Non riusciva proprio a controllarsi rideva e rideva sotto lo sguardo di Lukas che sorrideva e le baciava la guancia, chi l'avrebbe mai detto che quella vacanza si sarebbe rivelata così bella e magica? Cloe rise ancora, si stava proprio trasformando in una di quelle ochette senza cervello... magica ma da dove le era uscito quel pensiero!? Scosse la testa baciando il suo ragazzo felice, forse era quello che faceva l'amore... ti trasformava.
Stava ancora baciando Lukas quando successe...
Era stato tutto così improvviso... il rumore di vetri rotti era penetrato nelle orecchie, non riusciva a sentire altro. Si sentì sballottata come una bambola, quando il mondo ritornò fermo Cloe aprì gli occhi a fatica, si ritrovò distesa sul tettuccio della macchina, senza sapere come ci fosse finita. Tossì e da lì iniziò a sentire dolore, cercò di muoversi ma un dolore intenso alla spalla la fece gridare.
Girò il capo e vide che la macchia si era sottosopra, ma non vedeva nessuno... dove erano finiti gli altri?!
Iniziò a piangere dalla frustrazione, non riusciva a vederlo, dannazione, non riusciva nemmeno a vederlo. Girò la testa ancora... ma quello che trovò dall'altra parte non era meglio. Poteva vedere Gemma, completamente ricoperta di sangue... che ansimava dal dolore. Stringendo i denti e strisciando tra i vetri rotti Cloe si tirò vicino all'amica.
Gemma girò la testa verso di lei, aveva un profondo taglio alla testa che sanguinava copioso come le numerose ferite che aveva in tutto il corpo.
-C-cloe...- gorgogliò Gemma.
-N-non parlare Gemma... sono sicura che i soccorsi stanno arrivando...- disse Cloe prendendo la mano dell'amica.
L'altra scosse la testa per poi stringere gli occhi che lacrimavano.
-F-fa male Cloe... fa tanto male...-
-Lo so Gemma, lo so... resisti l'ambulanza sarà qui tra poco-
Dove diavolo erano i soccorsi diamine! Si guardò intorno, ma niente... dov'era Lukas? E Ethan?
-Fa male...-
Cloe ritornò a guardarla perplessa, l'aveva già detto, lo sapeva che faceva male che stava succedendo...? Sentiva la presa di Gemma farsi sempre più debole.
-Ehi... Gemma non farmi scherzi... non... Gemma?- stava iniziando a preoccuparsi.
-Cloe... non... non sento le gambe... Cloe...-
-Sono qui, vedrai che andrà tutto bene i soccorsi...- ma ormai non ci credeva più nemmeno lei.
Gemma stava iniziando a respirare sempre con più fatica e il pallore del suo viso non lasciava spazio a dubbi. Cloe non riusciva a capirlo, non voleva capirlo, ma Gemma l'aveva compreso... stava scandendo il suo tempo.
-Cloe...-
-Si?-
-Ethan... sta bene Ethan?-
-Si Gemma, lui sta bene...- mentì.
-Bene... Cloe... ti voglio bene...-
-Non dirlo come se fosse un addio...-
-Ma lo è... grazie per tutto quello che hai fatto per me...-
-Gemma?-
-Io ti ho sempre ammirato, fin da bambina era così forte...-
-Gemma non dire così... Gemma!-
-Avrei voluto essere come te...- sussurrò.
-Gemma?....Gemma!... GEMMA!-
Cloe strinse ancora la mano dell'amica ormai inerme, non riusciva a capire perchè non rispondeva, non riusciva a concepirlo...
-GEMMA!!-

Si ritrovò a singhiozzare come una bambina in quella mansarda, in mezzo a tutti quei ricordi, in mezzo a tutto quel dolore. Non poteva dimenticare, non avrebbe mai potuto farlo. Quel giorno la sua vecchia vita era finita, la sua vecchia se stessa era morta insieme a Gemma.

-Dottore, è proprio sicuro?- sentiva la voce smorzata di sua madre attraverso la porta parlare con il medico.
-Si signora... la spalla ha avuto un trauma molto serio, è già tanto se riuscirà a muoverlo normalmente, ma fare scherma dovrà rinunciare-
Cloe strinse le lenzuola con l'unica mano che poteva muovere, tutto era sfumato... tutto era crollato miseramente. Era bastato così poco... un camionista distratto, per rovinarle per sempre la vita.
Gemma era... strinse gli occhi lucidi, morta.
Mentre lei, Lukas e Ethan erano sopravvissuti, ammaccati ma ancora pulsanti di vita, almeno in apparenza.
Tutto era finito... non le rimaneva niente, neppure la scherma, dopo tutti i sacrifici, il sudore e le ore passate ad allenarsi... inutile. Non poteva più prendere in mano un fioretto. Guardò il vuoto, niente sarebbe stato come prima, lei... sentì la porta aprirsi ma non alzò nemmeno la testa, sapeva benissimo chi era.
-Cloe...- la voce profonda e preoccupata di Lukas non la mosse nemmeno un po'.
Lo sentì sospirare quando non rispose, lui e Ethan essendo dalla parte opposta dello scontro non avevano riportato gravi lesioni, solo lei e Gemma avevano subito il peggio, insieme come sempre, ma non del tutto.
-Ti prego parlami, dì qualcosa!-
-A che scopo?- disse atona.
-Come a che scopo?! Cloe... devi reagire cazzo! -
-Non mi pare di averti chiesto qualcosa, non sono affari tuoi- ribattè cocciuta.
-Come puoi dire che non sono affari miei?! Io ti amo cazzo! Non riesco a vederti mollare così...-
L'amava... era la prima volta che le diceva una cosa simile eppure... non riusciva a sentire niente, ormai tutto aveva perso di significato, anche quelle parole che qualche settimana fa non desiderava altro che sentire.
Alzò il capo e lo guardò negli occhi, aveva il viso contratto dalla rabbia e dal dolore, ma era come se tra lei e il resto del mondo di fosse creata una barriera, tutto la rendeva impassibile.
Lukas non riusciva a vedere quel viso trasformato in quella maschera impassibile, non ci riusciva. Dove era finita la ragazza di cui si era innamorato? Perchè... perchè i suoi occhi erano così... spenti? Distolse lo sguardo da quel viso, non riusciva a sopportare...
Si alzò e andò via, senza forze e senza voltarsi indietro.

Non lo vide più, dopo quello scambio di battute si lasciarono. Erano stati tutti e due dei deboli, non erano riusciti a superare quel piccolo ostacolo... dopo quel periodo di riabilitazione era andata in una università lontana, per cercare di dimenticare. Scosse la testa sorridendo amara, come se bastassero i chilometri per lasciarsi il passato alle spalle.
In quel momento sentì le urla di sotto delle ragazze che la stavano cercando. Si asciugò le guance, per fortuna il trucco era a prova di acqua, altrimenti si sarebbe trovata in serio pericolo...
Andò alla porta e prima di chiudere si guardò indietro. Il passato si sarebbe chiuso dietro le sue spalle come quella porta, doveva volerlo però... cercò dentro di sé i dubbi che poco prima l'avevano spinta a salire e... non ne trovò. Forse doveva affrontare ancora tutto prima di voltare pagina definitivamente. Sorrise e chiuse la porta.

Breathe me
Everytime you close your eyes
Taste me
Everytime you cry
This memory will fade away and die
Just for today
Breathe me and say goodbye


Respirami
Ogni volta che chiudi gli occhi
assaporami
Ogni volta che piangi
Questo ricordo andrà sfumando e morirà
Solo per oggi
Respirami e dimmi addio

{Placebo ~ Happy Youre Gone}



Il cuore è pensante, non si può che lasciare tutto indietro

Non si può che dire addio... addio a tutto quello che è successo, addio al passato, addio amica mia e... addio anche a te...

Anche se ti amavo, anche se ti amo devo andare avanti, lasciare il nostro momento alle spalle, è stato cos' poco, ma così intenso...

Ti porterò sempre con me, ovunque sarai spero tu sia felice e sono sicura che anche tu, qualche volta, pensi a me.















Ok lo so dovrei aggiornare My Only Desire, ma proprio non sono riuscita a resistere, questa storia si è scrittta praticamente da sola... nono riuscivo più a smettere giuro! Be come al mio solito non potevo che far finire in tragedia xD spero comunque che vi sia piaciuta! 

Alla prossima! 

Baci^^

   
 
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