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Autore: Legar    06/07/2011    23 recensioni
La realtà colora di rosso la mia mente. È il colore dell’Ardemonio, il fuoco maledetto. Vincent non avrebbe dovuto usarlo: troppo pericoloso, per poco non ci restavo secco. Devo ricordarmi di rimproverarlo.
Mi tiro su.
Vincent, dove sei?

[Sesta classificata al '24h Contest = 12 + 12' indetto da Roe sul forum di EFP]
[Terza classificata al contest 'Fatemi leggere! (Drabble - Flashfic - One-shot), edite e inedite' indetto da _pollina_ sul forum di EFP]
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Gregory Goyle, Tiger e Goyle, Vincent Tiger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Tengo molto a questa storia, forse perché mi ha permesso di omaggiare un libro che ho amato tantissimo, forse perché è stato il mio primo tentativo di scrittura su un personaggio che non ho mai preso in considerazione, forse perché è stata una di quelle storie che quando finisci di scrivere ti senti davvero, davvero soddisfatta.
Spero vi risulti gradita almeno quanto lo è per me.
Grazie,
Legar





Nick autore su efp: Legar
Titolo: Una morte bianca come il latte, rossa come il sangue
Rating: Verde
Genere: Introspettivo, Triste
Numero scelto e personaggio associato: 17. Gregory Goyle
Altri protagonisti: //
Altri personaggi: Vincent Tiger, Draco Malfoy
Avvertimenti: One-shot, Missing Moments
Eventuali pairing: //
Introduzione: La realtà colora di rosso la mia mente. È il colore dell’Ardemonio, il fuoco maledetto. Vincent non avrebbe dovuto usarlo: troppo pericoloso, per poco non ci restavo secco. Devo ricordarmi di rimproverarlo.
Mi tiro su.
Vincent, dove sei?

Note dell’autore: Il titolo della one-shot si rifà al romanzo Bianca come il latte rossa come il sangue di Alessandro D'Avenia.
Nella storia sono presenti citazioni tratte dallo stesso: le riporto di seguito, nell'ordine in cui compaiono.
Il silenzio è bianco.
Il bianco infatti è un colore che non sopporto: non ha confini. Anzi, il bianco non è neanche un colore. Non è niente, come il silenzio. [...] In silenzio: in bianco. Non so rimanere in silenzio o da solo, che è lo stesso.
Il foglio resta bianco, pulito, e nessuno vede il dolore nascosto dietro quello strato bianco.
L'amore è rossosangue.
La tristezza sta entrando a ondate. Cerco di arginarla con una spugna. Faccio ridere. Resisto qualche minuto, poi la paura sale, e sono un naufrago al centro di un oceano di solitudine.






Una morte bianca come il latte, rossa come il sangue



Silenzio. C’è solo l’anonimo silenzio nella mia testa, dopo le urla devastanti e l’infinito frastuono della guerra. Il silenzio è bianco. Bianco come il latte, puro. E io non ho mai apprezzato la purezza.
Il bianco infatti è un colore che non sopporto: non ha confini. Anzi, il bianco non è neanche un colore. Non è niente, come il silenzio. In silenzio: in bianco. Non so rimanere in silenzio o da solo, che è lo stesso. Ho sempre bisogno di qualcuno con cui condividere gli attimi della vita. Semplicemente, la solitudine non fa per me.
E allora perché mi sento solo? Perché il bianco mi precipita addosso e io non ho la forza di spingerlo via? Cala lentamente sui miei occhi ciechi, riempie i miei sensi.
Sto morendo? La guerra mi ha portato via la vita?
No, non posso arrendermi. Vincent mi aspetta.

Compagni, amici, per la vita. L’abbiamo promesso, e io sono fedele alle promesse.
Mi faccio forza, prendo coraggio proprio da quel giuramento fatto ormai sette anni fa, quando ci siamo conosciuti. E spingo. Spingo via il bianco, che risucchia ogni sfumatura, ogni soffio di vita, e apro la mente al colore.

Rosso. La realtà colora di rosso la mia mente. È il colore dell’Ardemonio, il fuoco maledetto. Vincent non avrebbe dovuto usarlo: troppo pericoloso, per poco non ci restavo secco. Devo ricordarmi di rimproverarlo.
Mi tiro su.

Vincent, dove sei?
Guardo Draco, steso a terra. I singhiozzi gli scuotono il petto.
Mi guarda. «T-Tiger è morto» riesce a pronunciare, tra i singulti.
Non capisco. Non voglio capire.

Posso permettere al bianco di annebbiare nuovamente la mia mente, posso cancellare con quello la sofferenza di questa pagina del libro della mia vita. Il foglio resta bianco, pulito, e nessuno vede il dolore nascosto dietro quello strato bianco.
Eppure, al tempo stesso, non posso. A cosa serve fuggire dalle emozioni, se queste tornano sempre a cercarci, più forti e più imponenti di prima? Non posso. Devo affrontare la realtà.

La realtà è fatta di sangue. No, nemmeno. Vincent non ha neppure versato sangue, è semplicemente bruciato nella Stanza delle Necessità a causa del fuoco da lui stesso evocato.
Vincent, perché mi hai lasciato? Hai infranto tu il nostro giuramento. Come hai potuto?
Ti amavo, ti amavo come l’amico più caro che abbia mai avuto. Mi hai lasciato, e ora il mio cuore sanguina, ferito, quasi distrutto, dalla tua perdita. L'amore è rossosangue. Come il sangue che, nonostante tutto, il mio cuore continua a pompare nel mio organismo, mentre il tuo cuore non lo fa più nel tuo. Io sono vivo; tu no.
Sento il dolore nel mio cuore. La tristezza sta entrando a ondate. Cerco di arginarla con una spugna. Faccio ridere. Resisto qualche minuto, poi la paura sale, e sono un naufrago al centro di un oceano di solitudine. Già mi manchi. Come farò senza di te? Solo, senza di te?
Finalmente riesco a piangere. È liberatorio e devastante insieme: aiuta a sfogarsi, a buttare fuori il dolore, anche se questo non lo perdi mai per sempre; ti fa realizzare la perdita, capisci che è davvero finita. Annego in ogni lacrima che cola dai miei occhi sulle guance. Annego, e non ho la forza di nuotare per risalire in superficie.
I miei occhi bagnati incrociano quelli di Draco, e i motivi che ci hanno tenuti lontano non hanno più importanza. Lo abbraccio, o forse mi abbraccia lui. Ci facciamo forza a vicenda, per sostenere il peso della presenza del cadavere del nostro amico che aleggia tra noi.
Vincent. La sua vita rubata da una morte bianca come il latte, rossa come il sangue. Il bianco dei suoi occhi privi di vita, il rosso del fuoco che ha decretato la fine della sua esistenza.




   
 
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