07/07/2011
2 recensioniLa mattina d’estate era dolce e appiccicosa, lei da piccola pensava che se l’avesse assaggiata le avrebbe lasciato sulla lingua il sapore del miele.
Adesso non la vede neanche più, la mattina d’estate. Tra lenzuola e sogni amari, la lascia scorrere nell’incoscienza del sonno.
Crescendo.
Il pomeriggio era l’ora senza ombre, era i gelati da mangiare in fretta che le impiastricciavano le mani, le buche sulla spiaggia alte quanto lei, gli ombrelloni colorati e gli schizzi d’acqua.
Ora il pomeriggio d’estate è l’ora senza ombre, il sole che picchia sulla testa e la fa pesante, l’olio abbronzante e le cuffiette, i granelli di sabbia fastidiosi sulla pelle e gli sbuffi grigi di noia che riempiono il silenzio.
Tutto cambia.
La sera d’estate era la meraviglia, le favole lette al frinire dei grilli e le lucciole che erano fate dei boschi. Era guardare la luna e volerla assaggiare e poi assopirsi cullata dal suono del mare.
Ci sono bottiglie e sigarette adesso nella sua sera d’estate. Musica assordante nelle orecchie e luci colorate. C’è lo stare svegli tutta la notte a ballare e dimenticarsi il proprio nome. C’è l’addormentarsi sfinita, con le orecchie ancora pulsanti e lo stomaco pesante di quel che ancora manca.
Ma il mare è sempre lì.
E’ una sera uguale a tutte le altre, ma lei è diversa da tutte le altre sere. Occhi sbarrati nel buio, non riesce a dormire, sulla pancia un peso in testa troppi pensieri. E’ la nausea per l’alcol, si dice. Ma allora perché le pesa anche il cuore?
A ricordarci che.
Si rigira tra le coperte, spegne l’Ipod e ascolta il silenzio. Scopre che non le fa paura, come credeva. Anzi è tenero e in sottofondo, ha un rumore che la culla come una nenia e le riporta ricordi di bambina che credeva di aver perso.
Dentro.
E’ sul balcone della sua camera, gli occhi puntati all’orizzonte, dove sa che sciaborda il mare. Lui le parla di tempi passati, di mattine dolci e ombrelloni. Di grilli e biglie colorate. Lei pensa a tutto ciò che ha adesso. Si accorge di non avere niente.
Restiamo sempre.
Una sera d’estate, diversa da tutte le altre, il mare e una ragazza giocano a conoscersi. Lui ritrova lei, bambina di molto tempo fa. Lei scopre lui, maestro e compagno, angelo custode e primo amore.
Lei lo ascolta e ricorda e tutti gli inutili pesi sul cuore scivolano via in granelli. Sorride e poi si assaggia le labbra.
Sanno di miele.
Bambini.
Crescendo, tutto cambia. Ma il mare è sempre lì a ricordarci che, dentro, restiamo sempre bambini.