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Autore: trizmurray    16/03/2006    2 recensioni
ok, questa ff è ambientata 15 anni dopo ACROSS FIVE THOUSAND YEARS AND MORE ed è la storia di un nuovo personaggio che ricompare anke lui dopo 5000 anni...inventato di sana pianta è ovvio...in mezzo ci ho cercato di inserire quello che secondo me sarebbero diventati i personaggi d yugioh da grandi...temo solo di aver modificato un po' i caratteri dei personaggi...
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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cap1

Ok,siccome la mia fantasia limitata spazia sl negli scenari dopo la mia ficcy across five thousand years and more XP,anke qst storia è ambientata dopo 15 anni dalla “fine di yugioh secondo me”(teoria che espongo nell’altra ficcy,cm avrete capito…).non anticipo nulla x ora,se no che gusto c’è???iniziamo subito…

 

 

CAPITOLO1-L’OTTAVA TAVOLA

 

-Ok ragazzi ci siamo quasi,rallentiamo un po’ ora…

La solita voce di Marik rispose immediatamente:-Agli ordini capitano!!!

Sempre spiritoso lui,sempre allegro. In quegli anni Marik Ishtar non era cambiato per niente…Yami lo ricordava ancora come quando avevano 15 anni di meno sulle spalle, quando insieme facevano impazzire il povero prof di egittologia…tutte le volte che li chiamava alla lavagna lo smerdavano davanti alla classe! Poverino, di antico egizio sapeva ben poco, ma era una brava persona…era stato lui ad indirizzarli verso certe scelte e non si erano mai pentiti di avergli dato retta… sì, in quegli anni Marik era rimasto praticamente uguale a se stesso, tranne che nel fisico, che si era decisamente irrobustito e temprato dopo le lunghe ore passate a lavorare sotto il sole. Era LUI ad essere cambiato tanto, invece, si disse Yami. Man mano che i giorni passavano, si era accorto di assomigliare sempre di meno a Yugi. Certo, erano rimasti amici, ma in un modo diverso… forse, riflettè, si erano un po’ persi di vista… ma del resto aveva perso di vista un po’ tutti negli ultimi anni. Un po’ se ne rammaricava, ma ormai era chiaro che tra lui e Yugi non si sarebbe più potuto stabilire un legame d’amicizia veramente solido, nonostante, e in un certo senso anche a causa, di certi elementi del passato… No, loro due in fondo erano troppo diversi…

A strappare il “Faraone” dai suoi pensieri fu l’esclamazione di Tea:-Oh, ci siamo finalmente!credevo che non saremmo mai più arrivati!

Le rispose una vocetta limpida e allegra:-eddai, mamy, ormai ci dovresti essere abituata!

-Oh certo, però sarei contenta se tu e tuo padre vi decideste a capire che stare per tre ore in questa dannatissima cucina non è così divertente come può esserlo stare a guidare…lo sapete che non mi piace stare troppo chiusa su…

Yami sapeva bene che in fondo Tea scherzava…-Dai,tesoro non prendertela. E poi potevi uscire quando volevi…

Maledetto quel sorriso… quando lui faceva così, Tea sentiva di non poter più fare l’arrabbiata… Si accorgeva di amarlo ancora come quella notte nella Valle dei Re, quando si erano ritrovati… In quegli anni il loro rapporto era sempre stato fonte di grande gioia in ogni situazione, facile o difficile che fosse e aveva donato loro tanti momenti felici… e che dire poi della loro bellissima figliola, Shepena, che proprio quel giorno compiva 13 anni? Assomigliava così tanto a suo padre… Pelle ambrata tipicamente egiziana, capelli castani lunghi, con i ciuffi biondi che aveva ereditato dal padre che le incorniciavano il viso delicato, gli occhi azzurrissimi, dell’azzurro del Nilo.

Shepena era nata che avevano 20 anni, quando Yami stava per concludere il suo percorso scolastico.

Appena terminati gli studi i due si erano sposati, e con Marik avevano deciso che avrebbero lavorato per riportare alla luce le parti dimenticate della storia di quella che in fondo un po’ sentivano come loro patria, l’Egitto. Tea non aveva esitato a seguirli, perché sapeva bene che il suo futuro era con Yami.

Così la piccola Shepena era cresciuta in viaggio lungo il corso del Nilo, aveva imparato l’egizio antico (e come non avrebbe potuto, dato il padre che aveva?) con la stessa facilità con cui aveva appreso la lingua materna, e ormai sapeva giocare a Duel Monsters agli stessi livelli dei suoi insegnanti, cioè Marik e ovviamente suo papà. Non era raro vederli duellare sul ponte di prua, ed era altrettanto facile vedere Yami sempre più in difficoltà, qualche volta persino sconfitto. Tea sorrideva sempre quando li vedeva così, e le si stringeva il cuore nel notare come gli atteggiamenti, le battute, lo stile, insomma, nel duellare della giovane ricalcassero in tutto e per tutto quello di Yami. Era certa che un giorno la ragazzina avrebbe riconquistato il titolo che a lungo il padre aveva mantenuto. Anni prima Yami aveva fatto la sua scelta: sapendo di stare per prendere una famiglia sulle spalle, aveva chiesto a Seto Kaiba di organizzare un torneo il cui vincitore lo avrebbe sfidato, conquistandone il titolo, a prescindere dall’esito dello scontro. Sapeva bene che quello non era più il tempo della avventure con i mostri e le magie, e voleva lasciarsi tutto alle spalle.

Non si era mai pentito della sua scelta,Yami. Ora aveva tutto ciò che un uomo potesse desiderare: una moglie che amava e dalla quale era ricambiato, una vita felice, un amico fedele, una figlia stupenda.

Yami era orgoglioso di Shepena. Per lui era un termine di confronto: in lei riviveva le sue scelte e la sua vita, la sentiva come suo completamento finale. Desiderava per lei una vita felice, lontana dalle battaglie che lui era stato costretto a combattere. Le aveva insegnato a giocare a Duel Monsters soltanto perché riconosceva che per la figlia dell’ex Re dei Giochi sarebbe stato piuttosto spiacevole non seguire almeno in parte le sue orme. Non voleva però che la ragazzina si ritrovasse a combattere come era successo a lui, e per questo motivo non le aveva raccontato la sua vera storia e il suo passato come Faraone.

Shepena era convinta che il padre fosse un orfano allevato dalla famiglia dello “zio Marik” e in seguito adottato dal nonno Maximillion Pegasus. L’unica cosa che ogni tanto trovava difficile spiegarsi era come mai quando lo zio Marik voleva farlo incavolare lo chiamasse Faraone, e perché sembrava che fosse in grado di comunicare con certe carte del suo mazzo, come la Giovane Maga Nera o il Mago Nero…

-Ehi, guardate, la Valle dei Re! Stiamo per arrivare.

Yami fu nuovamente strappato dalle sue riflessioni (ma quanto pensava quel giorno! Di solito non gli capitava di riesaminare così la sua vita…) dal gridolino eccitato di Shepena.

Arrivato all’attracco fece accostare la barca al molo con grazia, poi spense i motori.

La Mintaka era un piccolo yacht sportivo che Yami e Marik avevano acquistato anni prima, per svolgere il loro lavoro di ricerca lungo il fiume. In pratica vivevano lì. Anche se poteva sembrare un po’ scomodo per loro era il meglio che si potesse avere. Anche Shepena lo apprezzava. Se poi erano riusciti a convincere persino Tea voleva dire che erano stati soldi spesi proprio nel modo giusto…

 

La Valle dei Re si aprì davanti a loro in uno spettacolo maestoso. Nonostante fossero tutti e quattro più che abituati agli scenari della valle del Nilo, questo mozzò a tutti il fiato in gola, e rimasero per qualche secondo in un muto silenzio contemplativo.

Yami ripensava all’ultima volta che aveva messo piede lì… era stato molti anni prima. Insieme con Tea e Marik avevano deciso di concentrare le loro ricerche nella parte più bassa del corso del fiume, forse per paura dei ricordi che quella zona poteva far rinascere in loro. E adesso erano tornati. I tre adulti si sentirono per un attimo mancare, soprafatti dalla nostalgia dei giorni passati. A Tea tornarono in mente le vacanze che avevano fatto l’estate del ritorno di Yami tra loro. Mio Dio quanto si erano divertiti!!! Tutti, ma proprio tutti insieme, un mese a fare casino e divertirsi, soprattutto a spalle delle guide, quando Yami e Marik facevano domande stranissime di cui solo loro conoscevano la risposta… Che gruppo che erano!!!

Appena sbarcati, i quattro si videro venire incontro un gruppo di ricercatori.

-Salve! Suppongo che voi siate i signori Pegasus, mentre questo dev’essere il signor Ishtar… Il mio nome è Thomas Cartier, sono il direttore degli scavi della tomba scoperta grazie alle indicazioni delle tavole ritrovate sul Horus splendente…

Cartier era piuttosto alto, sulla quarantina, con la pelle scurita dal sole e i capelli corti castani. Yami gli strinse la mano, facendo le presentazioni. Poi iniziarono a discutere dei lavori appena intrapresi nella tomba ritrovata dal gruppo di ricercatori. Cartier aveva lavorato a partire da una serie di tavole ritrovate qualche mese prima dai due, mentre cercavano di riportare alla luce il battello Horus Splendente, affondato circa 3000 anni prima e fortunatamente rimasto in relative buone condizioni.

Qualche giorno prima avevano ricevuto un messaggio dall’archeologo che li pregava di raggiungerli al più presto perché era riuscito a ritrovare l’esatta ubicazione della tomba, ma si erano verificati alcuni strani incidenti negli ultimi tempi che avevano rallentato un po’ i lavori. Inoltre pareva che per accedere alla camera sepolcrale bisognasse superare una serie di trabocchetti la cui chiave si trovava proprio in una delle tavole, l’unica che però non riuscivano a decifrare…

-Per questo abbiamo pensato di rivolgerci a voi…visto che, a quanto pare, siete tra i migliori traduttori di geroglifici oggi conosciuti…chissà che a voi sia un po’ più chiara quella che a tutti sembra solo una strana accozzaglia di disegnini- stava dicendo Cartier – Abbiamo pensato che fosse un falso, ma prima di lasciar perdere abbiamo deciso di consultare altri…

Li condusse in un’ampia tenda bianca e mostrò loro la tavola “incriminata”:-Ecco, signori, l’ottava tavola…

Yami si avvicinò, le diede una rapida scorsa, poi fece un passo, indietro. Aveva un’espressione sconvolta.

-Le consiglio vivamente, signor Cartier,- disse con voce piatta, ma nella quale Marik e Tea scorsero un tremito come di paura-le consiglio vivamente di levare il campo al più presto, o le cose potranno mettersi molto, molto male, e non solo per lei.

 

 

 

Calma,calma…per quei tre o quattro che hanno avuto il coraggio di arrivare fino qui senza addormentarsi, si bekkino i miei complimenti per lo sprezzo del pericolo…… ^________^cmq la storia andrà avanti ancora,non so x quanto …devo vedere mentre scrivo…nel prox chappy si dovrebbe entrare nel vivo della vicenda…intanto ditemi cm è questo… prometto che il prox sarà + movimentato…qst fa 1 po’ da prologo…(e allora xke nn l’hai kiamato prologo???? é////è ndtutti)(xkè mi piaceva di + kiamarlo cap 1….^_^ ndme)(*.* ndtutti)

   
 
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