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Autore: Deep Submerge85    07/07/2011    8 recensioni
...Vergognandosi del suo aspetto mostruoso, la bestia si nascose nel castello, con uno specchio magico come unica finestra sul mondo esterno; la rosa che le aveva offerto la fata, era davvero una rosa incantata e sarebbe rimasta fiorita fino a che la principessa avesse compiuto ventun anni. Se avesse imparato ad amare e fosse riuscita a farsi amare a sua volta, prima che fosse caduto l’ultimo petalo, l’incantesimo si sarebbe spezzato; in caso contrario, sarebbe rimasta una bestia per sempre. Con il passare degli anni, la principessa cadde in preda allo sconforto, e perse ogni speranza: chi avrebbe mai potuto amare una bestia?...
Mia rivisitazione del meraviglioso film Disney con Haruka e Michiru come protagoniste.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Tanto tempo fa, in un paese lontano lontano, una giovane principessa viveva in un castello splendente; benchè avesse tutto quello che poteva desiderare, la principessa era viziata, egoista e cattiva. Accadde però, che una notte d’inverno, una vecchia mendicante arrivò al castello e offrì alla principessa una rosa in cambio del riparo dal freddo pungente. Lei, che provava repulsione per quella vecchia dal misero aspetto, rise del dono e la cacciò, ma lei la avvertì di non lasciarsi ingannare dalle apparenze, perché la vera bellezza si trova nel cuore. La principessa la respinse di nuovo e in quel momento la bruttezza della mendicante si dissolse, ed apparve una bellissima fata: la principessa si scusò, ma era troppo tardi perché lei ormai aveva visto che non c’era amore nel suo cuore e per punirla, la tramutò in una orrenda bestia e gettò un’incantesimo sul castello e su tutti i suoi abitanti. Vergognandosi del suo aspetto mostruoso, la bestia si nascose nel castello, con uno specchio magico come unica finestra sul mondo esterno; la rosa che le aveva offerto la fata, era davvero una rosa incantata e sarebbe rimasta fiorita fino a che la principessa avesse compiuto ventun anni. Se avesse imparato ad amare e fosse riuscita a farsi amare a sua volta, prima che fosse caduto l’ultimo petalo, l’incantesimo si sarebbe spezzato; in caso contrario, sarebbe rimasta una bestia per sempre. Con il passare degli anni, la principessa cadde in preda allo sconforto, e perse ogni speranza: chi avrebbe mai potuto amare una bestia?
 





Era da poco sorto il sole e i suoi primi tiepidi raggi penetravano dalla finestra, illuminando il viso di Michiru. Come ogni giorno era stata la prima a svegliarsi per preparare la colazione per tutta la famiglia, ma anche per godersi alcuni momenti in quieta solitudine; la sera prima però, il suo caro padre aveva annunciato a lei e alle sorelle che l’indomani sarebbe andato in città, così quella mattina, la sua casa era già in pieno fermento nonostante l’ora.
“Padre!!Mi raccomando, non dimenticare le stoffe che ti ho chiesto..!!” cinguettò Minako, la più vanitosa tra le sue figlie. “E non dimenticare i dolci che mi hai promesso..!” aggiunse Usagi, la piccola di casa, oltre che la più golosa. “Va bene, va bene ragazze mie…non vi preoccupate… - le quietò l’anziano genitore – E tu Michiru? Non hai bisogno di nulla?” chiese avvicinandosi alla maggiore delle sue figlie, seduta sul davanzale della finestra intenta a disegnare.
“No padre, ti ringrazio…non mi serve niente…” gli rispose. “Sicura?” “Bè, forse una cosa ci sarebbe… - gli disse distogliendo lo sguardo dal suo quaderno e posandolo su di lui – Ho bisogno che tu stia attento e non ti affatichi troppo..!!” concluse con un dolcissimo sorriso.
Michiru adorava suo padre e si prendeva cura di lui da quando la madre era morta, lasciando lei e le sue sorelle poco più che bambine; a differenza loro, era sempre stata molto giudiziosa, responsabile, un vero sostegno per lui, che pure l’amava incondizionatamente.
“Padre!!Allora ti sbrighi? – lo richiamò Minako - Se arriverai tardi in città, troverai tutte le botteghe chiuse..!!”  “Hai ragione, vado subito…mi raccomando a voi!State attente..!!” disse rivolgendo uno sguardo d’intesa a Michiru, che annuì prontamente: si sarebbe occupata lei delle sue sorelle, come sempre faceva. Il vecchio Mamoru allora, dopo averle salutate, partì col suo fedele cavallo per andare in città; arrivò alcune ore più tardi e perse un po’ di tempo per sbrigare tutte le sue commissioni, così che potè riprendere la via di casa quando ormai era giunto il tramonto.
Aveva percorso circa la metà della strada che l’avrebbe riportato a casa e il sole era uno sbiadito ricordo, così il povero vecchio e il suo cavallo viaggiavano nel buio della notte, quando, a peggiorare le cose, senza il minimo preavviso, una pioggia scrosciante si abbattè su di loro, costringendoli a prendere una scorciatoia. Si trattava di una stradina impervia che nessuno praticava mai perché, si diceva, fosse maledetta e infestata dagli spiriti, ma il vecchio Mamoru avrebbe affrontato anche i demoni dell’inferno pur di arrivare al più presto possibile a casa. Proseguì per diverso tempo, sempre sotto una pioggia battente, quando si ritrovò all’ingresso di un castello: era completamente intirizzito per il freddo e dal momento che la pioggia non accennava a smettere, pensò di chiedere ospitalità per la notte. Fece per bussare al gran portone in ferro battuto, ma vide che era semi-aperto, così, date le circostanze, vinse la naturale ritrosia che si ha nell’entrare in casa d’altri senza essere invitato e, lasciando lì fuori il suo cavallo, entrò.
Fece alcuni passi nel grande ingresso e il castello gli sembrò abbandonato, tanto era il disordine e la polvere che vi scorgeva, inoltre provò a invocare la presenza di qualche abitante, ma non ebbe risposta alcuna; proseguì per diverse stanze, finchè arrivò in un’immenso salone, immerso nella penombra e completamente messo a soqquadro, dove notò tra l’altro, alcuni dipinti completamente rovinati, come se un lupo o peggio, si fosse divertito a squarciarli.
Un brivido gli percorse tutta la schiena e pensò che, pioggia o meno, doveva assolutamente lasciare quel posto. Fece per andarsene, quando qualcosa attirò la sua attenzione: sotto i resti di quello che un tempo doveva essere stato un tavolo, faceva capolino un’oggetto vagamente familiare. Mamoru si avvicinò, e inginocchiandosi, cercò di estrarlo con quanta più delicatezza possibile da quel cumulo di detriti. Il suo occhio esperto non l’aveva ingannato, pensò con un sorrisetto soddisfatto, era proprio un violino.
Lo sfregò delicatamente per togliervi un po’ di polvere e vide che era integro, solo un po’ sporco e con qualche graffio qua e là, ma con un po’ di manutenzione avrebbe funzionato alla perfezione. E il pensiero inevitabilmente volò a Michiru.
La maggiore delle sue figlie adorava suonare il violino, era la sua passione, la sua gioia più grande sin da quando era bambina; lui e sua moglie avevano trascorso ore lietissime a sentirla suonare e per diversi notti, solo le dolci melodie del suo violino avevano conciliato il sonno di sua moglie, la povera Ami, sofferente per la malattia che presto l’avrebbe condotta alla tomba. Gli si spezzò il cuore quando, per mancanza di denaro, era stato costretto proprio a vendere il prezioso violino di sua figlia; soprattutto perché era stata lei a proporglielo: senza versare una lacrima, senza il minimo cenno di tristezza sul volto, pur avendo la morte nel cuore, la sua Michiru gli aveva consegnato quel prezioso pezzo della sua anima, pur di aiutarlo ad andare avanti.
Adesso, mentre stringeva quello strumento tra le mani, poteva ripagare il suo sacrificio, portarle quel violino e farla felice; certo, non era suo, non l’aveva comprato, ma in fondo quella casa era completamente abbandonata, e chiunque vi avesse abitato non doveva avere molto a cuore lo strumento, se l’aveva gettato via così. Quindi, chi ne avrebbe mai notato l’assenza? Ma la sua Michiru, la sua figlia adorata sarebbe scoppiata di gioia nel vederlo, e anche lui, si sarebbe potuto consolare un po’, perdendosi nelle note che solo lei sapeva creare.
Così, alzandosi, lo ripose nella sacca che aveva con sé e prese ad uscire dal salone, ma un rumore di passi lo fece bloccare sul posto. Un ringhio sommesso proveniente dal lato più buio della stanza gli fece ghiacciare il sangue nelle vene.
“Chi è là?Chi c’è?” gridò in direzione del rumore che sentiva. Era terrorizzato all’idea di trovarsi di fronte un lupo, entrato in casa proprio come aveva fatto lui; ma quello che lo afferrò e lo trascinò via in pochissimi secondi, senza nemmeno dargli il tempo di capire cosa stesse succedendo, era peggiore di qualsiasi cosa potesse mai immaginare.

 
 
 
 
 

Eccomi qua!Ogni tanto ho delle idee malsane e vi tocca sopportarle!!XD Stavolta ho pensato di “riscrivere” La Bella e la Bestia usando i personaggi di Sailor Moon, in particolare Haruka e Michiru in qualità di protagoniste. Sarò decisamente fedele al film d’animazione e userò quasi tutti i personaggi, scelti in base a motivi logici, tranne qualche rara eccezione.                                
Michiru è Belle perché…perché è Michiru, la mia preferita e quindi deve essere lei la protagonista! (alla faccia dei motivi logici XD); Mamoru è l’anziano padre perché io lo vedo proprio adatto a fare la parte di un vecchio…molti non saranno d’accordo ma lo vedo proprio bene nel ruolo; Usagi e Minako sono le sorelle perché volevo qualcuno di completamente diverso da Michiru sia caratterialmente che fisicamente, e anche qualcuno che non fosse niente di speciale…si insomma, loro sono simpatiche e tutto, ma secondo me hanno più difetti che pregi, almeno rispetto alle altre Senshi; infine Ami è la madre, che sostanzialmente viene solo nominata, ho scelto lei per il ragionamento inverso fatto per Usagi/Minako, ovvero volevo qualcuno che fosse molto simile a Michiru sia caratterialmente che fisicamente; nei prossimi capitoli vedrete le altre scelte che ho fatto. ;) Tra l’altro questa storia non sarà molto lunga, tre, massimo quattro capitoli…poi chissà!XD Direi che non c’è altro…l’introduzione è presa pari pari dal film Disney, con qualche leggera modifica per ovvi motivi.                                                                                                                                    
Come al solito, se volete, questa è la mia pagina facebook: http://www.facebook.com/pages/Deep-Submerge/138641306205631?ref=ts Un bacio a tutti!:)
   
 
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