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Autore: Alpotter96    07/07/2011    2 recensioni
Harry siede alla sua scrivania come è suo solito e pensa alle disavventure della sua vita. è una riflessione sul senso della sua vita.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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In quelle cupe notti, Harry pensava. L’oscurità gli ricordava la morte dei suoi genitori. A distanza di anni provava ancora ribrezzo al solo pensiero. Erano morti per uno sporco tradimento. Il loro migliore amico, almeno così credevano, Peter Minus li aveva venduti. Fama, era quello il motivo, una fama mai trovata. Voldemort sapeva chiaramente che non poteva fidarsi di un essere come lui. Avrebbe potuto tradirlo come aveva tradito i suoi amici. No, non poteva fidarsi di lui. Aveva pensato a un trattamento diverso per lui. Dapprima l’aveva usato, facendolo entrare nell’élite dei mangiamorte e poi arrivato al suo scopo lo aveva schiavizzato e ridicolarizzato davanti a tutti.
Ancora più codardo, Minus, dopo la caduta del regime del signore oscuro, da fedele servitore, era andato in cerca del suo signore. Secondo lui, si sarebbe guadagnato la stima di un essere senza cuore. Lo fece rinascere, ritornare al potere, ma come tempo prima aveva trovato solo beffe. Aveva pagato con la vita per tutto il male che aveva causato, per tutte le vittime della scia del suo presunto potere. Era stato ucciso in un momento di rimorso, in cui aveva provato pietà e compassione verso il ragazzo che è sopravvissuto, aiutandolo a scappare. La mano del suo signore che tanto adulava lo aveva ammazzato senza pietà.
A Harry, questo non importava. Era troppo grande il dolore che gli aveva causato. Gli aveva negato una vita con i suoi genitori, felice, serena come quella di un qualsiasi bambino.
Ecco a cosa pensava in quelle notti, quando il silenzio calava e tutti dormivano. Proprio in quei momenti lui si sedeva alla sua scrivania, alla luce soffusa della lampada e ricordava i tempi in cui era bambino, poi ragazzo e poi l’assassino del mago oscuro artefice di tutte le sue ferite.
Un pensiero andava ai Dursley: che dire di loro, non sapevo se essergli grato o odiarli. La felicità che scaturiva dalle foto di quando era bambino, di quando c’erano sua madre e suo padre che lo proteggevano era troppo per Harry. Appena le guardava, la nostalgia, la rabbia gli offuscavano il suo cuore.
Ma poi pensava a come sarebbe stato il mondo senza il loro sacrificio. Forse Voldemort avrebbe schiavizzato la comunità magica. Avrebbero passato una vita a nascondersi e non avrebbe mai incontrato Ginny, l’amore della sua vita.
“Ginny” pensava, ripeteva questo nome ogni volta che si sentiva triste e lei arrivava sempre come se avvertiva che aveva bisogno di lei.
Insieme avevano avuto dei magnifici bambini che adesso dormivano beati nei loro letti. Non sapeva come fare il padre perché a lui era mancato ma era più che deciso ad esserlo: Lily, James e Albus lo doveva. Sì, ce l’avrebbe fatta, se lo sentiva. Nessun mago oscuro avrebbe negato la gioia di avere un padre ai suoi figli.
<< Harry >> sentì chiamarsi. Era Ginny che si avvicinava alla scrivania, << A cosa pensi ogni      volta? >>
<< Niente >> rispose Harry spegnendo la lampada. Mise il braccio attorno alla vita della sua amata conducendola nella camera dei loro figli.
<< Guarda, non sono bellissimi? >>
<< Come il padre >> rispose Ginny con un sorriso.
Chiusero la porta e insieme si avviarono verso la loro camera.
Finalmente erano felici: avevano una vita normale come tutti gli altri.
   
 
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