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Autore: _Lethe    07/07/2011    6 recensioni
"Prof. siamo stanchi, ci sono 40° all'ombra e lei si mette a parlare di fotografia? Manca un'ora all'inizio delle vacanze, sia buona!" Un ragazzo in bermuda e dall'aria parecchio scocciata interrompe la lezione, fissando la prof con in mano un mini ventilatore di Hello Kitty, molto maschio, che, viste le espressioni di soddisfazione che compaiono sul suo volto, sembra rifocillarlo abbastanza, in quella giornata di metà giugno.
L'ultima lezione prima delle vacanze estive, tra ventilatori e macchine fotografiche.
Enjoy! ^^
(Storia partecipante al concorso "One shot dell'estate")
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ventilare

TRA VENTILARE E FOTOGRAFARE, C'È DI MEZZO IL MARE

'' 'Le lacrime di un bambino sono gocce dorate, baciate da un Sole crudele che tramonta ad est, lasciando agli occhi bagnati di sale solo l'impronta di un colore perduto tra la lente dell'obiettivo e il freddo nero della plastica. Rimane un ricordo di una luce amara, solo una lacrima fremente che pallida su un foglio lucido desidera un nuovo incontro con quella lama di Sole che l'ha fatta vivere, ancora.'
Le parole di quest'autore anonimo risultano essenziali per comprendere la sottile arte e la pura poesia che si nascondono dietro la pellicola fotografica. Questa lezione è intenzionata a farvi immergere nel..

Mare. Prof siamo stanchi, ci sono 40° all'ombra e lei si mette a parlare di fotografia? Manca un'ora all'inizio delle vacanze, sia buona!” Un ragazzo in bermuda e dall'aria parecchio scocciata interrompe la lezione, fissando la prof con in mano un mini ventilatore di Hello Kitty, molto maschio, che, viste le espressioni di soddisfazione che compaiono sul suo volto, sembra rifocillarlo abbastanza, in quella giornata di metà giugno.
Il caldo è davvero insopportabile, ma l'argomento trattato, dopo ore e ore di studi sull'Alfieri e su Parini, è un'isola caraibica (visto che siamo a tema estate) di sabbia bianca e palme... cacchio, Marcus sta facendo venire voglia di mare anche a me, maledetto!
Devo concentrarmi, devo concentrarmi, devo concentrarmi. Ma no, l'immagine di quella spiaggetta, delle palme e di aitanti bagnini in divisa (ok, ora è molto Baywatch), mi rapisce e mi impedisce di sentire la risposta seccata della prof che ricomincia il suo monologo, mi pare di capire dai sospiri di rassegnazione che provengono dalle file in fondo.

La parola Fotografia deriva da due parole greche 'φῶς' (luce) e 'γραφή' (scrittura), le quali unite significano 'scrivere con la luce'. La fotografia nasce all'inizio del 1800, con la creazione della camera oscura, ancor prima che venissero trovati i composti chimici per il fissaggio e...”
Va beh, tutte queste cose possiamo leggerle comodamente su Wikipedia, dove, probabilmente, le ha prese anche lei. Allora direi che la lezione è inutile quanto sembra. Mi appisolo un attimo, tanto...
bagnini fighi, arrivo!

Non faccio nemmeno in tempo a chiudere gli occhi che ecco, miracolo, la prof non è più sola alla cattedra, ma entra trafelato un ragazzo che dovrà avere più o meno tre anni più di noi. Ma non è James, quel tizio uscito l'anno scorso per cui avevo una cotta stratosferica? (cotta che comportò ovvie figure di merda e voglie di scappare in Uruguay con il primo aereo del mattino). Decido che per sicurezza è meglio abbassare un po' la testa, sì così va bene, fingermi ancora profondamente addormentata e darmi al mimetismo estremo, chissà, forse nemmeno un camaleonte sarebbe riuscito a diventare un banco, cosa che io, modestie a parte, dopo anni e anni di pratica ho ben imparato.
Il monologo di quella pazza finalmente finisce (era già arrivata a parlare delle nuove macchine digitali) e introduce il nostro ospite, “Alex Loano”. Cosa? Non è James? La mia testa sbuca dal sotto banco (sono brava eh?) e fissa il nuovo venuto, che sì, assomiglia incredibilmente a James, ma non è lui, è ufficiale. Anni e anni di appostamenti me lo farebbero far riconoscere ovunque e a più di un miglio di distanza: questo fotografo, molto figo devo ammetterlo, non è James.
Tiro un sospiro di sollievo, che viene subito intercettato dal ragazzo che mi guarda e poi scuote la testa, disgustato.
Ehi! Non sono mica una delle tue modelle ciccio, abbassa un po' la cresta! Questo tizio mi sta già antipatico, ma come si permette?

Il signor Loano è un mio ex alunno, specializzatosi in fotografia commerciale. Per chi non avesse ancora capito di cosa stiamo parlando, Alex fa quelle foto che voi vedete nelle pagine delle riviste e sui cartelloni pubblicitari. Si occupa specialmente di servizi fotografici prima di sfilate e cose del genere” Alla parola 'sfilate' metà della fauna femminile, quella metà che da bambina andava in giro per casa gridando “Voglio fare la modella”, alza lo sguardo interessata. Posa smalti, ventagli, mojiti e creme solari per concentrarsi sul fotografo che era riuscito, senza dire una parola, ad attirare la loro attenzione. Quel viscido si tira indietro i capelli con fare noncurante e ammicca in direzione di Allison, la bionda -nata nera- procace della seconda fila che ha deciso stamattina che lei non era in classe, bensì in spiaggia e si era adeguata di conseguenza riguardo a vestiario e accessori. Ovviamente, la povera ragazza cade innamorata dello pseudo fotografo dei miei stivali e comincia a sbavare, facendo scivolare per terra l'amica Mary che, innocente, tornava dal bagno.
Sì, sì, prof, lei è troppo gentile- sorriso a quarantaquattrogattiinfilapertrecolrestodidue denti- sono solo un umile fotografo da quattro soldi, mi limito a pigiare il bottoncino, sono le mie modelle che fanno tutto”. A occhio e croce direi che questa frase, brevettata e con il marchio del copyright, ha già mietuto parecchie vittime, infatti già una sfilza di bionde, brune, rosse, chi più ne ha più ne metta, pendono dalle sue labbra, mentre una nuvoletta con la scritta "MODELLE" sbuca dalle loro teste ben curate.
Giro la testa in cerca di man forte dalla controparte maschile della classe, ma vedo il vuoto, probabilmente sono già corsi fuori, scappando dalla finestra e abbandonando ventilatorini e asciugamani. Accolgo con un sospiro la triste verità, sono sola.

Bene. Cercherò di farmi i fatti miei, evitando lo sguardo di Alex-il-subdolo e controllando ogni due minuti l'orologio.

Ma il fotografo pazzo si decide che questa classe “è troppo piena di belle ragazze, che tutte hanno un futuro da modelle, perché non facciamo un bel casting?”. Alla parola 'casting', quasi di più che alla parola 'modelle', la capo tribù, il cui cervello riposa da anni al cimitero comunale, decide di buttarsi sulla passerella, con un libro di matematica in testa e lo sguardo concentrato di chi non vuole far altro nella vita che sculettare e muovere con fare affascinante la chioma.
Trattengo con forza un conato di vomito. Ma quando colui che tiene in mano, impropriamente, una Nikon, mi guarda e mi chiede “Senti, perché non mi vai a prendere un caffè, qui ne avremo per molto. E poi, non credo che tu abbia grandi potenzialità”, decido che il caffè può anche farselo andare a prendere da una delle sue modelline e poi infilarselo in un luogo dove nemmeno d'estate batte il sole.
Come una gorgone, mi alzo dal banco, raccatto malamente le mie cose, sgraffigno il ventilatore di Hello Kitty (bottino di guerra) e gli tiro in testa il cavalletto, facendo rimbombare il suo cranio, vuoto e da affittare da più tempo di quello di Allison.
La professoressa esce dall'aula con la mia stessa impressione e, sbaglio o anche lei ha un ventilatorino?, insieme sbattiamo la porta in faccia ad Alex, il re dei casting.
La prof mi guarda con occhi fieri e comincia: “A che punto eravamo con la spiegazione Amber?”.
Grido perché è l'unica cosa che mi viene in mente in questo momento e con fare da cartone animato, scappo via, lasciando dietro di me solo una scia di polvere e nuvolette rotonde.

Mare, vacanze, aspettatemi!!


  
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