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Autore: KiaEwigkeit    07/07/2011    1 recensioni
Loro che erano così piene di sogni da realizzare, sogni che sembrano quasi impossibili, ma forse basta crederci. D'altronde qualcuno diceva: "Believe in you, believe in life, believe in tomorrow, believe in everithing you do, every single day." E loro quelle parole le ricordavano fin troppo bene...
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Osservo il paesaggio che c'è fuori da quel finestrino. Dieci, cento, mille alberi si susseguono l'uno all'altro e sembra che si rincorrano. Ma loro non si muovono, è la mia auto che corre lungo la strada che porta a Fiumicino. Ancora non ci credo. Solo qualche mese fa ero bloccata tra i banchi di scuola del mio liceo per gli esami di maturità. Oddio la maturità! Solo a pensarci mi torna l'ansia. Alla fine ce l'ho fatta a finire il liceo. Giorno dopo giorno sembrava che la fine non arrivasse mai. Ora invece mi rendo conto di quanto questi cinque anni siano passati in fretta. È incredibile quanto il tempo sia fugace e come sia strana la sua percezione. Parlava proprio di questo la mia tesina: la fugacità del tempo. L'avevo intitolata "Leb die sekunde" proprio come la canzone che mi piace tanto, che mi mette energia, che mi ricorda sempre che ogni attimo è unico ed irripetibile. "Chiara!" è mia madre a chiamarmi. "Che c'è?". "Ti mancheremo?" mi guarda con occhi dolci e tristi. Eccolo il pugno nello stomaco. "certo mami!" le stringo forte la mano visto che non riesco ad abbracciarla in macchina. Ho il cuore che mi scoppia nel petto, dentro di me ci sono tante emozioni le lottano fra loro. Sto per partire per un lungo anno all’ estero. In Germania precisamente. Li abita mia cugina Mary che ci si è trasferita da sei anni circa. Quando è scesa l'estate scorsa mi aveva invitata a stare da lei, visto che a scuola studiavo tedesco, dicendo che andare da lei non poteva farmi che bene per riuscire finalmente a parlare un perfetto tedesco. E io ovviamente avevo accettato. Lì per lì mi era sembrata la scelta giusta, ma ora che tutto questo sta per concretizzarsi non lo so più. Paura. Ecco cos'è : paura. Ho paura di non trovarmi bene in Germania, ho paura di non sopportare la lontananza dei miei genitori, di mio fratello e dei miei amici. Ecco. Sapevo che sarebbero arrivati prima o poi. I ripensamenti. Sono fatta così, ormai lo so, ogni volta che sto per raggiungere un obbiettivo inizio a farmi delle paranoie insensate che non mi fanno arrivare mai all'obbiettivo. Ma questa volta no. No assolutamente no! Questa volta non mi farò sopraffare dalla mia insicurezza. Voglio davvero andare in Germania e voglio fare esperienze nuove, voglio cambiare, voglio diventare più forte e voglio avere una totale indipendenza. I miei pensieri sono interrotti dal fracasso di un aereo che sta decollando. Siamo arrivati. L'aeroporto è proprio davanti ai miei occhi. Scendo velocemente dall'auto e aiuto papà a scaricare le valigie, prendo il trolley e mi metto quasi a correre verso ingresso dell'aeroporto. "Muovetevi!!! dai che ora l'aereo decolla!" urlo ai miei che fanno tutto con calma. "ma se manca ancora mezzora!" risponde mia madre. È vero manca ancora mezzora al decollo, sempre se non ci sono ritardi o robe varie, mi avvicino alla vetrata dalla quale è possibile vedere le piste di decollo e atterraggio. Ormai tutti i dubbi e le paure di poco fa si sono volatilizzate per fare spazio all'adrenalina e all'euforia alla vista di questi immensi volatili. Mi sento quasi una bimba che vede qualcosa che non conosce. In effetti questa è la prima volta che salgo su un aereo e che ne vedo uno così da vicino. Ne sono totalmente affascinata. "Si informano i gentili passeggeri del volo delle 21,30 diretto a Berlino, che tra pochi minuti inizierà imbarco in aereo" quella voce che risuona in tutta la sala mi fa battere il cuore ancora più forte di quanto non lo stesse già facendo. Ci dirigiamo verso l'ingresso e stringo forte a me la mia mammina. "Ti voglio tanto bene mami, mi mancherai da morire ma stai tranquilla saprò cavarmela". " Ne sono certa tesoro mio, stai attenta mi raccomando!" . Ora tocca a papà lo abbraccio e gli sussurro " Non preoccuparti per me, non sono più una bambina, ormai sono la tua piccola donna". "Lo so piccola mia, non dimenticarti del tuo papà quando sarai li! Ti voglio bene." "Anche io papi, tanto." Adesso la cosa più difficile, mio fratello, anche se litighiamo spesso è la persona a cui voglio più bene al mondo, mi mancherà da morire. "Ehi tu! mi raccomando alle ragazzine! Ti puoi fidanzare solo con il mio consenso!" sorrido. "seee seee Chià non vedevo l'ora che te ne andassi!" mi sfotte. "Dillo che ti mancherò ! ti voglio bene fratellino" "Beh è vero un po' mi mancherai, ma solo un po'! ti voglio bene" Una lacrimuccia scende sulla mia guancia, ma non voglio piangere ,non è mica un addio! Li rivedrò presto. Mi asciugo il viso e corro a consegnare il biglietto e i documenti. Quando arrivo davanti all'aereo mi sembra immenso. Inizio a salire quegli scaloni altissimi ed appena entrata cerco il mio posto : 13A. Mi piace il numero 13, mi porta fortuna, inoltre io sono nata il giorno 13. Peccato che questa volta non mi abbia portato fortuna. Sono seduta nel posto affianco a quello con il finestrino. E io avrei voluto quello con il finestrino! Per il momento non c'è seduto nessuno. Stiamo quasi per decollare, stanno chiudendo le porte e affianco a me ancora non c'è nessuno. Decido così di spostarmi all'altro sedile, allaccio la cintura ,apro la tendina e guardo fuori. Prendo il mio I-pod metto le cuffie e cerco la canzone giusta per questo momento, direi che la più adatta è "Hilf mir fliegen". Rimango per un po' assorta dai miei pensieri e non mi accorgo che ancora dobbiamo decollare. A riportarmi violentemente sulla terra è un ragazzo che mi tocca la spalla cercando di attirare l’attenzione su di sé .Mi volto un po' scocciata. È un ragazzo che ,con il buio pesto che c’è fuori, si mette ovviamente cappellino e occhiali da sole. Direi tutto normale per un truzzo,mah. Lo osservo con aria interrogativa, tolgo una cuffia per sentire cosa vuole dirmi : " Sorry this is my seat!" Sono talmente rincoglionita e sovrappensiero che non lo capisco subito e me lo faccio ripetere. Mi sono seduta al suo posto. Ha ragione. Mi sposto velocemente verso il mio vero posto e quasi ci sprofondo dentro a quel sofficissimo rivestimento. Prima classe. Wow. I miei non mi hanno fatto mancare davvero nulla per il mio primo viaggio in aero. C’è davvero tutto. Ho davvero tutto. Tutto tranne il finestrino, ma vabè pazienza. Reclino indietro il sedile e, cercando di non farmi scoprire, inizio ad osservare il ragazzo accanto a me. È girato e guarda fuori dal finestrino. Ha un aria familiare. Sgrano gli occhi perché voglio essere sicura di quello che vedo. Dietro al collo ha tatuato un simbolo; QUEL simbolo! Non ci credo, no, no sicuramente non è lui. Non può essere lui, non qui, non adesso. Alzo bruscamente la schiena dal sedile sporgendomi in avanti e cercando di guardarlo in faccia. Ovviamente si accorge di essere l’ oggetto della mia curiosità e sentendosi osservato si volta e mi guarda alzando un sopracciglio. Lo scruto per bene, come se cercassi di decifrare chissà quale lingua sconosciuta. E sicuramente ho una faccia ridicola. Ma non mi importa, devo capire. Spalanco gli occhi. Sì. È lui. È proprio lui. Bill Kaulitz. ………………………………………………………………. Sono distesa sul letto, abbandono la mia mente ai ricordi, a quel lontano 6 Luglio 2008, il giorno più bello della mia vita. La prima volta che andavo ad un loro concerto. Quante emozioni indescrivibili, indimenticabili. E tutt’ora se ci ripenso mi batte forte il cuore, esattamente com’era successo quel giorno, quando si abbassarono le luci e di sottofondo si sentiva proprio il rumore di un battito del cuore e all’improvviso “Welcome in Tokio Hotel 1000 Hotel tour”. Quando si alzavano i sipari e sbucavano fuori Bill, Tom, Georg e Gustav. Come dimenticare il Leb die sekunde di Tom?? Ha un altro effetto vederlo dal vivo!E la spettacolare fine di quel concerto, arrivata troppo presto. Quella pioggia di coriandoli durante By your side ero felice, il mio sogno si era realizzato finalmente. Ero lì con loro sotto un cielo di coriandoli a cantare a squarciagola… cosa potevo desiderare di più? E pensare che da quando mi sono trasferita qui in Germania, ad Hoppegarten precisamente, non ho avuto modo di andare a vedere un loro concerto… “Schwarze augen, swarze lippen…” é il cellulare. Deve essere Chiara, mia cugina, che arriva stanotte dall’Italia. Prendo il cellulare,guardo lo schermo, è lei. Finalmente! È dall’estate scorsa che non ci vediamo . Con lei ho condiviso momenti davvero speciali che rimarranno incisi nella memoria e nel mio cuore per l’eternità. Lei è più di una cugina per me, lei è come una sorella gemella ed è per questo che ci soprannominiamo Zwillinger. Adesso è meglio che vada a prepararmi altrimenti credo che farò tardi, come al solito. Apro l’armadio e indosso la mini gonna nera, un top che scopre le spalle e delle ballerine. Sfumo il nero e l’argento sulle palpebre, un filo di phard e un tocco di gloss. I capelli li lascio come al solito : morbidi e mossi. Perfetto! Sono pronta. Per la prima volta in tutta la mia vita sono in anticipo! Prendo la mia lancia y e metto in moto. Credo di avere un po’ di tempo per fermarmi all’ Ewigkeit, un bar dove io e i miei amici ci ritroviamo spesso. C’è troppa gente stasera e trovare un parcheggio è quasi impossibile, ma stasera sono fortunata e trovo subito posto. “Ciao Mary!” è Kevin ad essersi accorto di me,così mi avvicino a loro. “Ehi ragazzi! Come va?” “Tutto bene! Prendi qualcosa? Offro io!” “No grazie Kevin, devo guidare fino all’aeroporto di Berlino ed è meglio che stia bene attenta! E poi devo stare attenta soprattutto per trovare dei ragazzi carini!” “Maryyyyyyy sei sempre la solita! Quando metterai la testa a posto??” “Metterò la testa a posto quando troverò il vero amore e per ora non ne ho affatto bisogno! Devo divertirmi! Per trovare il vero amore ci sarà tempo, forse tra un paio d’anni, tre, quattro, cinque ahahahh” “Sì, sì praticamente MAI!” mi risponde Kathrin. Kathrin è la tipica ragazza tedesca: bionda, occhi azzurri e carnagione chiara. È stata una delle prime ragazze con cui ho legato appena arrivata qui. È una ragazza solare, simpatica, innamorata dell’amore e della vita. Parliamo per un po’ ma poi guardando l’orologio e devo muovermi altrimenti farò tardi. Saluto tutti e corro alla macchina. Non vedo l’ora di rivederla.
  
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