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Autore: Nala_95    07/07/2011    2 recensioni
Erano passati anni dalla definitiva sconfitta di Naraku e dalla scomparsa della sfera dei quattro spiriti.
L'aria che si respirava era diversa, sapeva di pace e di fiori appena sbocciati. La primavera era vicina.
In quei anni molto era cambiato, sopratutto per lui...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati anni dalla definitiva sconfitta di Naraku e dalla scomparsa della sfera dei quattro spiriti.

L'aria che si respirava era diversa, sapeva di pace e di fiori appena sbocciati. La primavera era vicina.

In quei anni molto era cambiato, sopratutto per lui: aveva finalmente deciso di fermarsi in una casa, una vera casa, con tanto di finestre e caminetto per l'inverno. Più che una casa, era una bellissima villa, spaziosa e illuminata, circondata da boschi e radure, che diventavano meravigliose in primavera e in estate.

Passando per una di quelle radure vide i primi fiori sbocciare.

A quella vista inspirò profondamente: un dolce odore di erba appena tagliata, di fiori appena sbocciati, di pini, di resina gli invasero i polmoni.

Si sentiva bene.

Si sentiva felice.

Si sentiva in pace con se stesso e col mondo.

Si sentiva dannatamente innamorato.

A quel pensiero Sesshomaru si disse che si era rammollito, come il padre dopo aver conosciuto Izayoi.

Certo, agli occhi degli altri restava sempre il solito freddo, crudele demone, ma dentro di lui sentiva che qualcosa era cambiato, qualcosa, qualcuno, con pazienza e perseveranza, aveva sciolto un po' alla volta quel suo cuore di ghiaccio.

Ma non era l'unico ad averlo capito.

Anche lei sapeva...lei sapeva tutto.

Lei, con quel sorriso innocente gli era sempre restata a canto, nel bene e nel male.

Lo aveva sempre sostenuto.

Gli aveva insegnato a fidarsi degli altri.

Gli aveva insegnato che se si vedeva il mondo da un angolazione diversa, quello cambiava.

Gli aveva mostrato come la felicità si trovava nelle cose semplici.

Gli aveva dato coraggio quando lui non ne aveva.

Si, Sesshomaru era profondamente cambiato in quegli anni, ma non lo mostrava, il suo orgoglio glielo impediva. Lui era il figlio del grande demone cane, non poteva mostrarsi debole in queste cose, non doveva mostrarsi compassionevole.

Ma a lei non servivano parole.

Lei sapeva cosa c'era dentro il suo cuore, le bastava soltanto guardarlo negli occhi, lei capiva; e le andava bene così, perché lei aveva scelto lui.

Sesshomaru vide dalla sua casa uscire di corsa un goffissimo kappa che gli andava incontro, chiamandolo a gran voce, per poi vederlo cadere a terra dalla paura, quando due bellissimi cagnolini, col manto argentato, lo saltarono per superarlo, correndo in sua direzione.

Appena gli furono vicini, entrambi i cagnolini, o meglio dire, le cagnoline gli balzarono a dosso trasformandosi contemporaneamente in due vivaci e bellissime bambine, finendo in braccio al grande Sesshomaru.

Hisa e Ayako, rispettivamente cinque e quattro anni, avevano entrambe i capelli argentati, la mezza luna sulla fronte e la capacità di trasformarsi in demoni, cosa assai rara per mezzi demoni come loro.

Avevano preso la bellezza, il portamento e la fierezza da lui, su questo non c'era dubbio, ma la vivacità, la capacità di sorridere per ogni piccola cosa, quello l'avevano preso dalla loro madre.

-Papà! papà! È arrivato!- disse la più grande guardandolo con quegli occhi pieni di gioia.

-Si! Si! È arrivato!- ripeté la più piccola tutta emozionata.

In quel preciso momento arrivò anche il kappa affannato. Si fermò davanti al suo padrone, che lo guardava serio, prese un bel respiro e disse:

-Padron Sesshomaru, la vostra consorte ha messo al mondo vostro figlio, signore.-

-È un maschio.- si affrettò a dire Jaken.

-Lo so.- disse freddo Sesshomaru. - loro- facendo cenno alle sue figlie -sono state molto più efficienti.-

Jaken fece un inchino e chiese scusa al suo padrone, il quale lo aveva superato, senza neanche ascoltarlo, andando verso casa.

Le bambine, in braccio al padre, si voltarono e fecero la linguaccia al kappa, il quale si chiese cosa avesse fatto di male per subirsi quelle due piccole pesti.

Sesshomaru, che con la coda dell'occhio aveva visto cosa avevano fatto le sue bambine, sorrise e si compiacque, senza farsi vedere ovviamente.

 

Arrivato davanti alla porta della sua camera, sbirciò dentro e vide la sua bellissima consorte, sudata e stanca dopo il parto, seduta nel letto che teneva in braccio un fagottino.

Sesshomaru mise giù le bambine e si avvicinò alla sua sposa. La baciò sulla fronte e insieme a lei si mise a contemplare il nuovo arrivato.

-Come si chiama?- chiese Sesshomaru senza togliere i suoi occhi dal piccolo.

-Non so, ho aspettato il tuo arrivo per dargli un nome.-

I due coniugi si guardarono negli occhi.

Quello sguardo per loro valse più di qualsiasi dichiarazione d'amore.

-A me piace il nome Kadonomaro. – saltò fuori improvvisamente Ayako, ancora sulla soglia della stanza con la sorella maggiore affianco, dalla quale ricevette subito una gomitata al fianco.

-È troppo lungo! Ci si mette mezz'ora a dire tutto il nome! Non chiameremo mio fratello così. Io preferisco Izo - sentenziò la più grande.

-È bruttissimo! Mamma! Papà! Non permettete che la pazzia di Hisa si insinui nei vostri cuori. Non dategli questo nome! -

-Senti chi parla. Tu lo volevi chiamare Kadonomaro!- punzecchiò la maggiore.

Per risposta la più piccola le fece la linguaccia.

Il piccolino, che si era svegliato, sentendo le sorelle punzecchiarsi alzò le manine, ridendo.

Rin scoppiò a ridere, seguita a ruota dalle figlie, che si avvicinarono al letto dove era la madre.

Sesshomaru guardò le ragazze della sua vita e il bambino che da quel giorno ne avrebbe fatto parte.

Una felicità lo invase, ma non era da lui esprimere quel tipo sentimenti. Restò lì, a guardare la sua famiglia. Un piccolo, quasi invisibile sorriso infranse la sua maschera di serietà. Quel sorriso, invisibile ai normali occhi, per quelle tre era così visibile, così bello.

Sesshomaru guardò quel piccolo bambino, dai capelli argentati come i suoi e la sua mezza luna sulla fronte che brillava. Si ricordò di come, sotto la luce della luna, fu concepito. Era proprio un figlio della luna

-Lo chiameremo Akiko*.- disse Sesshomaru.

Le bambine ci pensarono su un po', poi si guardarono tra loro e sorrisero.

-Mi piace!- dissero in coro, facendo ridere nuovamente il piccolo e la madre, strappando un altro sorriso al padre.

-E Akiko sia.- sentenziò in fine Rin, continuando a guardare le sue bambine, il piccolo e l'uomo, o meglio dire, il demone, che ha reso possibile tutto questo.

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*Akiko = figlio della luna.

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La foto non è mia, dopo aver scritto questa breve storiella ho pensato che fosse stato meglio con un immagine, così ho preso delle foto da internet e con un snervante lavoro di paint ecco il quadretto della famiglia di Sesshomaru! Spero che vi piaccia, ma sopratutto che vi piaccia la storia!

  
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