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Autore: DrWorm    16/03/2006    3 recensioni
Nii come al solito tormenta la Dottoressa Hwan.
“Tuo – ce l’hai tu!”

di DrWorm tradotta da IoSonoSara

Nota: Mi chiedeva per forza di inserire un personaggio, quindi ho messo Kou anche se ci sono solo Nii e la Dottoressa Hwan.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kogaiji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BLACK COFEE LEAVES A BITTER TASTE
di DrWorm

tradotto da: IoSonoSara

***

Soffrono i bambini piccoli.
“Tuo.”
Soffrono per me.
“Cosa?”
“Ce l’hai te, Signorina Rappresentante di Classe.”
Falli soffire.
“Tuo.” Le da un leggero tocco. “Ce l’hai tu.” Sulla spalla.
“Non ce l’ho!” Con un pesante e indignato sospiro di frustrazione, si soffia un ruvido ricciolo via dagli occhi. “Non faccio parte dei tuoi piccoli stupidi giochi, qualunque cosa siano.”
“Oh… che delusione.” Lui finge di fare il broncio per il dispiacere, ma non può trattenere i bordi delle sue labbra dall’incresparsi in un sorriso sprezzante. “La Signora Rappresentante è troppo impegnata per qualunque cosa che non sia il lavoro”.
“Parlando di lavoro,” lei gira sui tacchi e gli da un occhiata, “tu, non hai qualcosa che dovresti fare?” Il suo tono è protettivo, ma una sleale corrente sotteranea di paura e confusione trema appena sotto la superifice calma, smentendo i suoi versi sentimenti.
“Oh, ma io ho finito tutto il mio lavoro per oggi. E’ per questo che io e Mr.Bunny stiamo facendo un gioco.”
E mentre parla culla il suo coniglio di pezza, e fa scivolare una mano insidiosa sotto il suo piccolo vestito; lei è sbalordita nel trovare il gesto osceno ma allo stesso tempo erotico. “Non vuoi giocare anche tu?”
Il suo sguardo è attratto dai movimenti delle dita di lui fra le coscie di tessuto del suo giocattolo, coperte leggermente dall’orlo del vestitino ma nonostante ciò sempre ovvie nelle loro intenzioni. “Ti odio,” sussurra. Piccole perle nere guardano su verso di lei – loro che non erano state benedette con le ciglia al momento della loro creazione – e lei può quasi giurare che il coniglio è vivo, cosciente e riprovevole mentre chiazze bianche di luce danzano allegramente sopra la plastica nera.
“Oh, no, Signora Rappresentante,” le sorride, e lei può sentire il calore dell’arrossimento salire su per il suo seno, il suo colletto, il suo collo, le sue guance, “no, tu odi solo i bambini cattivi che gettano la spazzatura nel cestino sbagliato.” Ansimando, una risata asmatica puntalizza questo pensiero da una breve distanza dietro di lei, e lei lo guarda male; non può sopportare che entrambi ridano di lei. “E io sono stato così buono prima.”
Con un’improvvisa, impulsiva oscillazione del braccio, colpisce il coniglio di pezza tenuto di traverso fra le sue braccia così che i suoi occhi non siano più puntati su di lei. “Ecco!” Il suo strillo, un grido quasi trionfante, non rimbomba tra il labirinto di cavi delle attrezzature mediche e scientifiche attorcigliati attorno a loro. “Ecco! Adesso ce l’ha il tuo stupido coniglio! E adesso lasciami in pace!”
Per il più breve degli attimi, lei è quasi – quasi – preoccupata di averlo fatto arrabbiare, e si odia per questa insinuazione di paura e di timidezza femminile. E intanto è ancora infastidita dalla sua onesta, placida accoglienza del suo sfogo; così si odia ancora di più.
“Ce l’ha Mr.Bunny… e Mr.Bunny l’attacca a me,” e di conseguenza manipola il braccio immobile, di cotone del giocattolo di pezza, e lei si chiede se essere gelosa di un oggetto inanimato sia un segno di pazzia imminente. I suoi occhi catturano quelli di lei con il loro riflesso di indecente, malevolente umorismo. “Ah, ma la Dottoressa Hwan ne ha abbastanza del mio toccarla per oggi –“ Un’altra irritante risatina a sottolineare il doppiosenso, e lei è sicura che il suo rossore si è scurito fino a un’umiliante sfumatura di cremisi. “- e così probabilmente andrò a cercare qualcun altro con cui giocare.”
Il suoi passi sono attutiti dalle morbide pantofole, e lei non lo sente andare via.
Non sente nient’altro che il battito del proprio cuore, che martella malizioso nei suoi timpani tanto che è preoccupata che li possa rompere.
Ma lui se ne è andato. Sì, se ne è andato.

  
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