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Autore: MartaJonas    07/07/2011    1 recensioni
Studi di registrazione,concerti, storie d'amore e party: è così che procede la vita di Joe Jonas che deve realizzare il suo primo album da solista.
Alex, una diciannovenne Texana, amante della musica ma con la paura del palcoscenico, è stata assunta dalla universal music come paroliere e musicista. Il primo artista con cui la ragazza avrà a che fare è proprio la pop-star Joe Jonas.
I due ragazzi si ritroveranno a collaborare.Cosa succederà tra quelle due giovani promesse della musica?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 2:
 
The past
 
-Alex buongiorno!Come va? Ho portato i cornetti! – disse  Joe entrando con un sorriso smagliante nella stanza dove la ragazza era già alle prese con la musica del cantante.
- Tutto bene oltre al fatto che non riesco a far combaciare bene il coro nella canzone – osservò preoccupata la ragazza che era almeno un ora che stava su quei 4 secondi di brano. – Ma aspetta hai detto cornetti? Io ti adoro ragazzo! – disse prendendo la busta della caffetteria piena di cornetti e scegliendo quello alla crema.
-Ahah, sono felice che ti piacciano ragazza!- rise usando il suo stesso modo di appellarlo – Per i cori non c’ è problema, dammi qua. – affermò lui agguantando il mouse.
Alex rimase per un attimo a guardare il profilo del cantante, mentre addentava un cornetto. Era una settimana che lavoravano insieme, e lei aveva scoperto molte cose su quel fantomatico “Joe Jonas” che sette giorni prima le si era presentato davanti.
Aveva due fratelli: Nick e Kevin. Con loro formava i Jonas Brothers, delle loro canzoni le aveva sentite, e anche il loro nome le suonava familiare. Joe aveva deciso si dedicarsi a un “Side Project” per testare e mostrare il proprio stile musicale. Con questo album avrebbe voluto parlare delle sue esperienze, della sua vita, delle sue relazioni. Alex conosceva a grandi linee come si erano svolte le relazioni del giovane, ma non sapeva cosa provava lui, cosa pensava, e questo glielo poteva dire soltanto il diretto interessato.
Lo definivano uno “spacca cuori”, infatti aveva avuto tante ragazze. Da non dimenticare l’attuale vampira Ashley Greene. “Assillante e appiccicosa”Alex l’aveva più volte definita in questo modo nella sua mente.
-Fatto! – disse sorridendo Joe rivolgendo lo sguardo ad Alex - Ehi, qualcosa non va? – domandò lui ad Alex che continuava a fissarlo.
-Cosa? – domandò lei come se si fosse appena resa conto di quello che stava accadendo – No no, tutto bene. Grazie mille, sei la mia salvezza. Devo ancora abituarmi a questi mixer. Quelli con cui avevo a che fare erano decisamente più facili da usare.
-Ma figurati. Allora da dove cominciamo, oggi? – interpellò lui.
-Ah non so, dimmi tu. Se cominci, per esempio, non so, a parlarmi un po’ di te? –propose Alex.
-Di me? Mi chiamo Joseph Adam Jonas, ho 21 anni, nato il 15 agosto del ’89 a Casa Grande in Arizona … - cominciò lui.
-No, non in questo senso Joe. Conosco la tua carta d’ identità. Nel senso che … Joe noi dobbiamo lavorar insieme, no? Io non posso aiutarti nelle canzoni se non so cosa vuoi scriverci, quali sono i soggetti, quale opinione hai di questi soggetti. La tua opinione sull’ amore, sui fan, sulla vita. Se mi racconterai di queste cose, posso assicurarti che non sarà tempo sprecato, ma guadagnato. Prenderò appunti, ci baseremo su quelli. E poi, produrre le canzoni sarà un gioco da ragazzi. – cercò di convincerlo Alex.
Lo sguardo castano del corvino si spostò a terra e quel sorriso scomparve per lasciar posto a un’ espressione di difficoltà e tristezza.
-Hai ragione. La verità è che tendo a nascondere questo lato di me – ad Alex parve di sentir parlare un altro ragazzo per quanto la voce di Joseph si fosse fatta diversa, seria. –quindi è ora di farlo venir fuori. Allora … - cominciò forzando un sorriso e accomodandosi meglio sulla sedia. – voglio sottolineare che tu sarai la prima e l’ ultima a sapere di chi o di cosa parlano che canzoni, di cosa ho pensato e penso ora, e soprattutto tutti i dettagli sulle mie passate e presenti relazioni. Cose che non dovrai mai dire a nessuno. Ti conosco da nemmeno sette giorni, ma mi ispiri fiducia, sento di potermi fidare di te, Alex. – premise il giovane prima di iniziare a parlare.
-La mia prima vera relazione è stata con Taylor, Taylor Swift. Una gran bella ragazza. Quella è davvero stata la volta in cui sono passato per spezza cuori, l’ ho lasciata con una telefonata di 27 secondi. La verità è che è caduta la linea, non che le ho richiuso il telefono in faccia. Poi, non ho avuto il coraggio di richiamarla. Avevo 19 anni, ero un ragazzino, ma confesso di essere stato un vigliacco. Lei ci è rimasta malissimo, io … beh … dovevo rifletterci meglio prima di mollarla in quel modo. Mi dispiace di aver perso tutti i contatti che avevo con lei. È una bravissima ragazza. Non l’ ho più risentita, tolte un paio di volte a qualche premiazione. Forse non era davvero la ragazza adatta a me, oppure sono io che ho fatto la caz***a. Comunque sia, non posso più tornare indietro. – raccontò Joe mentre Alex continuava a scrivere qualcosa si un block notes.
-Ma si può fare sempre qualcosa per rimediare Joseph – suggerì Alex.
-Non è facile, è passato tanto tempo. E poi anche lei quando l’ ho lasciata non è che si sia comportata molto bene nei miei confronti. A volte è meglio lasciar prendere il suo corso ad ogni cosa. – rifletté Joe, mentre continuava ad osservare Alex. –Ma che stai scrivendo? Mi sembra di stare in uno di quei film in cui il protagonista va dallo psicologo che fa finta di prendere appunti ma in verità sta disegnando un giardino con i fiorellini!
Alex lo osservò con sguardo interrogativo per poi scoppiare in una fragorosa risata,alla quale si unì dopo poco anche Joe,e non riuscirono a smettere di ridere per un po’.
-Ma io sto scrivendo davvero, a differenza degli psicologi che vedi in televisione tu! – disse Alex continuando a ridere. Gli mostrò il block notes su cui aveva scritto per un decimo di secondo, e disse:
-Avrai l’ onore di leggere quello che ho scritto solo quando avrai finito a raccontarmi tutto, ogni cosa! E voglio i dettagli, tutti i tipi di dettagli! – evidenziò la ragazza riprendendo la penna in mano per ricominciare quello che stava facendo.
-Ok subirò questa psicoanalisi. – disse rassegnato Joe con un sorriso enorme in viso. – Allora di Taylor abbiamo detto più o meno tutto, poi se mi viene altro da dire integrerò. Direi che sia ora di Camille Belle. Stro**a. Sì è la prima parola che mi viene in mente se la penso. Cerco di pensarla il meno possibile. Mi ero completamente, follemente, definitivamente innamorato di lei. La amavo davvero. Ricordo che una volta mi chiese se potesse uscire con un suo amico tennista, Verdasco, gli risposi di sì. Come dire di no a una creatura del genere? Sapeva … ammaliarmi perfettamente. Cercavo di non guardare cosa faceva, di lasciarle i suoi spazi. Per me che ero così stupido e innamorato è stato così facile fidarsi di lei. Poi di punto in bianco mi lasciò, senza una spiegazione plausibile. Che significa “non abbiamo tempo per vederci”?. Mancava soltanto un mese per la fine del tour e poi sarei tornato da lei, come sempre. Ma mi aveva usato, e io non me ne ero accorto minimamente. Di solito ho paura a lasciarmi andare, di lasciar andare quella parte fragile di me, ma quella volta avevo perso la testa e mi fidavo ciecamente di lei. Le ho creduto fino alla fine. Appena finì la nostra relazione, se ne andò con quel tennista, corse subito da un altro. Non significavo nulla per lei, e lei tutto per me. Mi crollò il mondo addosso. Diedi la colpa a me stesso, ma poi capii che questa volta non ero io quello da incolpare, e tutto questo sbaglio non doveva ricadere su di me, ma su di lei. La rivolevo indietro, ma non volevo guardare indietro. Quando mi resi conto di quello che mi aveva fatto decisi di non pensarci più, di non vedere oltre, non ne volevo avere più niente a che fare dopo aver sofferto così tanto. – terminò lui, con un accenno di voce tremante e gli occhi lucidi.
-Ho solo una domanda. – disse Alex con tono calmo e placato.- Durante quel concerto di Detroit … 
-Mi misi a piangere a causa sua, sì. Ogni volta che cantavo quelle canzoni le ricollegavo a lei, sempre. – rispose anticipandomi asciugandosi senza farsi vedere una lacrima che gli rigò la guancia sinistra.
-Mi dispiace Joe. – lo informò Alexandra.
-Dispiace anche a me- rispose Joe.                         
-Dai, dimmi qualcosa di Demi. – lo spronò Alex.
-Demi. La mia ex migliore amica. Ai tempi di Camp Rock era completamente innamorata di me. All’ inizio non me ne ero accorto, ma poi era sempre più evidente. È sempre stata innamorata di me. Aveva una vivacità pazzesca, un sorriso coinvolgente, una risata fantastica. Adoravo trascorrere tempo con lei, ma per me non era altro che un’ amica. Perché le ho chiesto di metterci insieme? Perché era la mia migliore amica, odiavo vederla triste a causa mia. La conoscevo troppo bene per non accorgermi che si era presa una sbandata per il sottoscritto. Le ho detto di sì per non farla soffrire prima, e l’ ho fatta soffrire dieci volte di più dopo. Ho confuso i miei sentimenti pensando che quella amicizia potesse trasformarsi in qualcosa che non era e non sarebbe mai stato.  Cominciammo a uscire insieme, sempre più spesso finché non abbiamo deciso di fare il passo successivo. Ma si vede che il passo che abbiamo fatto era più lungo della gamba. Mi resi conto che ero a disagio in certi atteggiamenti con lei, sentimento che non avevo mai provato prima con lei. Io le volevo bene, e le voglio tanto bene tutt’ora, ma non la amo. Così quando vidi che tutto questo non poteva andare avanti, cercando di farla soffrire il meno possibile le parlai a quatto occhi e le dissi che la nostra storia non poteva andare avanti. Mi sentii in colpa subito dopo. E a distanza di tempo mi sentì ancora di più la causa di tutto. È stata anche colpa mia, che ho anche portato con me Ashley in tour, se è entrata in riabilitazione. Aveva problemi con il suo corpo e io non lo sapevo, mi aveva tenuto all’ oscuro di tutto. Che razza di migliore amico sono stato? È stata colpa mia, soltanto colpa mia. Le ho telefonato una volta, e le ho chiesto come stava. La sua voce in quella clinica sembrava diversa, più spenta. Mi sono vergognato di telefonarle di nuovo, sapendo che era anche a causa mia se si trovava lì dentro. Ora non ci sentiamo quasi mai. Vorrei davvero rivederla, e dirle che mi dispiace. Non ne ho il coraggio, visto che tra le altre cose ho anche una ragazza. – Parò Joe della sua ex migliore amica che rivoleva indietro, ma non sapeva come farla ritornare da lui.
-A proposito, che mi dici di Ashley? – domandò Alex
-Ash è fantastica. Ci siamo conosciuti per caso grazie ad amici di amici. Stiamo insieme e non potrebbe andare meglio di così. – Concluse in fretta Joe.
“Invece a me non convince per niente questa Ashley Greene, sai Joseph?”pensò in fretta Alex mentre sentì uno squillo proveniente dall’ i-Phone di Joe.
-è lei. Devo andare. La sala d’incisione è tutta per noi, quindi se vuoi puoi restare pure qui oppure andare a casa, fai quello che vuoi. Ciao Alex. – disse Joe baciando la guancia della ragazza, che rimase sorpresa da quel gesto forse spontaneo del ragazzo.
“Sì, confermo quella lì è assillante e appiccicosa!”pensò Alex prima di abbandonarsi sulla sedia girevole. 
  
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